martedì, febbraio 28, 2006

il fantastico mondo delle multinazionali

lo scorso luglio avevo fatto richiesta di un nuovo pc, dato che quello che avevo in dotazione aveva un tempo di boot tale da permettermi di accendere, rivestirmi, uscire, prendere il cappuccio, la brioche, andare in edicola e rientrare che stava ancora bootando.
la mia richiesta, debitamente compilata e firmata era giunta, con la velocità pari al boot del mio pc sul tavolo dei sistemi informativi. un simpatico collega venne nel mio ufficio per un assessment (si dice così) della macchina e, dopo un'accurata analisi (e dopo aver perso a briscola mentre il computer si accendeva), decise che andava brasato e non cambiato. la brasatura è un'attività fortissima: ti prendono il pc, lo formattano e reinstallano tutto. Un po' come dire: la tua automobile non va? proviamo a toglierle la carrozzeria e poi a rimetterla... Il collega, che a norimberga avrebbe detto "ho obbedito agli ordini", mi disse: vai tranquillo. Ma qualche dubbio lo avevo. Il mattino dopo, quando riaccesi il pc, il boot volò. come un ferro da stiro.
Oggi, dopo settimane di social network analysis, ho finalmente ricevuto la conferma che avrò un pc nuovo (insomma, semi-nuovo: sei mesi). Il tutto fuori standard aziendale, senza alcuna firma, senza che nessuno lo sappia. così. solo perchè sono risultato simpatico e, forse, un po' degno di pietas da un collega.
tec

come detto...

se andate qui trovate la pagina di redirect dei siti di scommesse on line banditi, di cui già scrissi illo tempore.
In giro sono già fioccati i metodi per andare sui siti lisci lisci...
no, i link non ve li darò! nemmeno a gughi.
tec

La zona grigia

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/02_Febbraio/28/porqueddu.shtml

Cosa può giustificare una simile violenza?

Niente. Nel loro adempimento spesso le forze di polizia si trovano ad dover usare la forza e a dover far rispettare la legge anche con la maniere forti e questo è pacifico.

Infierire su un uomo in quella maniera gratuita è però inaccettabile. E’ facile dire che chi ogni giorno opera a contatto con la feccia delle nostre città sia costretto a metodi simili ed è comprensibile dire che quando se ne sono viste tante sia facile poter cadere nella tentazione di “dare una lezione”. Però bisogna anche capire che quando chi indossa una divisa supera i limiti della legge, e supera anche la zona grigia tra legalità ed illegalità, allora il cammino intrapreso diventa oscuro.

L'Arma ha tolto i colpevoli dalla strada.

La città si è rivoltata perchè ci sono quartieri in cui non si può più vivere.

Ma è pensabile che la risposta dello Stato al caos degli immigrati sia la violenza gratuita?

L'arma più forte che un Carabiniere ha tra le mani (e lo stato deve garantire questa forza) è la penna.

Così diceva un vecchio maresciallo che ne aveva viste tante...

Guglielmo

domenica, febbraio 26, 2006

Uscire di scena...

Avevo un amico che, quando uscivamo, insisteva per arrivare sempre in ritardo. Se l’appuntamento era per le 22 in un locale, noi arrivavamo verso le 23.30.

“Vedi” diceva “Noi ci presentiamo quando ormai la serata langue. Tutti ormai si annoiano ma il nostro arrivo rilancia le sorti della serata.. E quando la serata avrà il suo culmine noi, come se avessimo un qualche impegno da un’altra parte, ci dilegueremo. La serata finirà con il tornare a languire e noi ci faremo la fama dei brillanti animatori…”

Compresi dunque che i tempi di ingresso e di uscita(quello che si chiama Market Timing in Borsa…), in qualsiasi cosa si faccia nella vita, sono fondamentali.

Quando ero ragazzino, giocando a pallacanestro, mi capitava spesso di andare a giocare al Lido. Il Lido era, forse lo è ancora, il tempio del basket milanese. E su quel playground si consumavano battaglie spettacolari. Spesso, io ed mie amici, ci trovavamo contro gente che all’epoca, aveva l’età che io ho adesso. Erano forti. Forse piu’ forti di quanto sarei mai diventato io se avessi continuato a giocare. Io, vedendoli, mi dicevo “Non voglio arrivare alla loro età e dedicare ancora il tempo che dedico adesso al basket…”. Cosi’, anche per una serie di infortuni, è stato. Non che la pallacanestro non mi manchi. Ci sono notti in cui ancora sogno di giocare. Sogno un dai e vai, o di schiacciare a canestro, di sentire il ferro aspro del cerchio tra le mani ed il rumore della palla che rimbalza sul cemento mentre l’aria si tinge del rosso del tramonto. E tutto il mondo è li…a vedere chi vincerà. Però è passato…

Saper chiudere un esperienza della propria vita è un’arte. Saper chiudere una storia d’amore finita, saper cambiare lavoro, chiudere una amicizia corrotta dal tempo e dall’incuria o un esperienza che ci ha dato e a cui abbiamo dato tutto e che, da quel momento in poi, diventa una sterile ripetizione è difficile ma ci regala nuove opportunità.

Con questo spirito, credo, Big Sandrone ha deciso di lasciare la compagnia teatrale di cui era colonna portante. (In realtà i bookmaker di Londra pagavano alla pari che li avrebbe mandati ‘affanculo entro i primi due anni ed invece ne ha retti quasi cinque). Ieri sera si è consumata l’ultima “prima” di mio padre. E l’uscita è stata di quelle con il botto. Sandrone non solo ha allestito una scenografia degna di un teatro londinese ma ha recitato “Trappola per topi” da protagonista arricchendo il personaggio principale della commedia con tutta la consumata esperienza maturata in questi anni trascorsi calcando le scene.

E Big Sandro non ha atteso che la sua avventura teatrale logorasse o che si frantumasse tra il risentimento e le liti ma, all’apice, ha preavvertito i segnali della discesa ed ha deciso di lasciare.

Quando la voce si diffonderà nessuno dirà “Beh, ci aveva proprio rotto…” ma dirà “Quanto ha dato e quanto avrebbe potuto ancora dare…”. Ed invece il Cary Grant di Musocco sarà già in sella ad una nuova entusiasmante iniziativa ed i bookmaker, ancora una volta, punteranno su quanto tempo reggerà.

La commedia è in scena ancora sabato. Se volete vedere un uomo che sa quando dire basta ed un attore che ha raggiunto il suo personale apice allora accomodatevi, perché dopo, calerà il sipario…

Guglielmo

La maga di Lissone

Ieri io la Susy e Ricky ci siamo recati a Lissone. Lo scopo era quello di farci fare qualche preventivo alla luce dell’inevitabile rivoluzione che avverrà nella nostra vita tra pochi mesi.

Ci siamo focalizzati su una semplice soluzione con letto, letto a cassettone e armadio ponte.
La nostra prima tappa è stata in una specie di palazzone zeppo di mobili. Dopo aver individuato il mobile oggetto dei nostri desideri ci siamo recati all’ingresso per farci fare un preventivo.

Prima ancora di arrivare al bancone una pescatrice di clienti si è avvicinata con sguardo languido:
“Avete bisogno?”
“Si!” ho risposto io, “avremmo bisogno di un preventivo…”
“Seguitemi…come ti chiami bel bambino?” ha detto rivolta al Richard Gere dei piccoli.
“Riccardo!” ha sentenziato il piccoletto.
“Che bel nome!”Se avesse detto “Braccobaldoshow, sa, mio padre è un fanatico del segugio rincoglionito!” la risposta sarebbe stata la medesima.

Arrivati nel cubicolo della Maga Circe di Lissone sul tavolo sono comparse fogli e matite:
“Cosi non disturbi…” ha detto.
Subito dopo sul pc è comparsa la cameretta dei nostri (si fa per dire..) sogni.
Noi volevamo:
letto, colonna con cassettiera, armadio ponte e stop.

La bionda ossigenata è partita con una filippica alla conclusione della quale mi era parso di capire che lei, per una serie di svariati motivi, ci suggeriva di comprare il solo letto. Intanto guardavo mia moglie con sguardo interrogativo ma, vedendo che non si perdeva una sillaba della nostra ammaliatrice, ho pensato di avere qualche problema di comprensione.

“Quindi ”ho buttato li “lei ci dice di comprare solo il letto?”

La brianzola non era di questo parere. Ci vendeva tutto il pacchetto e, con un sovrapprezzo non esplicitato, ci forniva una splendida libreria ad angolo dove i nostri figli avrebbero potuto posare i loro orsi e le loro macchinine.
Allora, con un certo “savoir faire”, ho chiesto:
“Senta, ma nel totale, quanto incide la prestigiosa libreria su cui i miei figli dovrebbero posare orsi e macchinine?”
“Signor…si chiama?”
“Guglielmo, Il Maresciallo…”
“Signor Guglielmo, qui non si parla di soldi. Si parla di una libreria ad angolo dove i suoi figli possono posare le macchinine e gli orsi. Che quando entra dalla porta l’impatto è notevole. Mogano, rovere, ciliegio. Lo sa chi li fa questi mobili? Un artigiano! Un vero artigiano! ( si trattava di un mobile in laminato, quindi l’unico artigiano nell’intero processo produttivo era probabilmente la signora delle pulizie del capannone dove fanno i mobili). Non dovrei dirglielo, signor…”
“Guglielmo”
“..ma…” e qui ha iniziato a guardarsi intorno. Ha fatto scivolare le mani sotto la sua scrivania per verificare che non ci fossero microfoni, si è alzata e ha chiuso la porta sul corridoio e ha sibilato:
“qui ci sono molti artigiani che fanno camerette. Ma lui è il migliore. E’ un uomo meraviglioso. Una bella presenza! Un uomo presente insomma! Le sa cosa voglio dire vero?”
“Certo!” ho buttato li.
“E’ proprio una bella persona…” ha proseguito. A quel punto ho pensato che le mani dell’artigiano in questione non lavorassero solo sui laminati delle camerette ma, occasionalmente, pure sulla nostra mastodontica venditrice.

“Se tra 15 anni lei torna qui perché vuole allargare la cameretta lui c’è ancora! Se vuole lo chiamo e lo conosce!”
“Guardi non è il caso…” a quel punto ho sfoggiato il mio sguardo migliore di fronte ai venditori.
Lo sguardo che dice ” Guarda figliola qui solo due parametri sono in gioco: prezzo e qualità. Tutti fuochi d’artificio che stai sparando a beneficio del pubblico pagante hanno lo stesso effetto di un colpo do pistola contro la Uss Missouri: niente. Le tue cazzate sulle mani dell’artigiano hanno il solo scopo di farmi innervosire…quindi…” lo stesso che sfoggiai di fronte al venditore Toyota che, dopo avermi detto la cilindrata della macchina, il prezzo e fattomi intendere che quella che lui aveva in magazzino era l’ultima uscita dalla catena di montaggio per un po’, disse arrogante: “La fermiamo???”.
“Perché dove va???” ( al momento dell’acquisto definitivo portai Big Sandrone che strappò 500 euro di sconto dall’ultimissimo prezzo dicendo che un concessionario ci faceva quel prezzo. Il venditore sapeva che Big bluffava ma se voleva vendere quello era il prezzo…cedette)


Ma non avevo fatto i conti con la Susy…

Mia moglie, che non è ingenua ma si fida delle persone che ha davanti perché è incapace di mentire, e pensa che per tutti sia cosi, la guardava invece rapita.
La Circe ha dunque giocato l’asso. Mi ha fatto passare per un padre taccagno e ha sparato la bordata:
“Sa…la mia vicina…quella di pianerottolo…lo sa cosa intendo…da questo artigiano ha fatto tutta la casa! Lo sa cosa vuol dire? Che se qualcosa non va quella viene da me e suona! Suona, capisce!??” e qui, un po sovraeccitata, forse pensando all’ultima visita dell’artigiano a casa sua, mimava lo scampanellio tipico brianzolo “Din, din, din!”.
E’ stato troppo.
“Bene, bene, ottimo…magari torno io nel pomeriggio e la fermiamo questa prodigiosa cameretta!”
Riccardo ha posato le matite, la Susy si è infilata la giacca e la circe, dopo averci lasciato regolare preventivo, ha detto l’unica cosa sensata da quando eravamo entrati nel suo antro: “ Poi…magari…vediamo un po di sconto…”.

A quel punto abbiamo visitato uno Showroom del mobile. Il venditore era di quelli tosti. Pensionato che occasionalmente ritorna venditore e che, dopo rapido sguardo, aveva capito pure che da bambino desideravo un cane.
“Dimmi!” ha detto.
“Noi vorremmo una cameretta: letto, anta con cassettiera, ponte e letto a cassettone!”
“Forse ho un’offerta!” ha detto.
“Ci copra di offerte, ci copra letteralmente di offerte!” ho detto.
“Ho capito!” In meno di 48 secondi aveva tracciato schizzo di quello che volevamo con misure, dato il prezzo con sconto definitivo, tempi di consegna, pagamento ed uno spruzzo di colore locale.

“Ok!” ci pensiamo e poi ripassiamo.

Ma non avevo fatto i conti con la Susy…

Mentre mi allontanavo per qualche secondo seguendo Ricky che si nascondeva dentro un mobile il venditore sentiva l’odore del sangue. Al mio ritorno la Susy era scomparsa. Era passata nel reparto “camerette Extra lusso per figli di magnati arabi “ e li si lasciava irretire dal vecchio venditore.
Ancora pochi secondi e il peggio sarebbe accaduto. Il venditore era già alla storia del vecchio cliente che dopo 8 anni dalla vendita della cameretta lo veniva a cercare per regalargli una bottiglia di Veuve Cliquot per l’ottima riuscita del manufatto laminato. Dopo pochi istanti sarebbe passato alla storia avuta da sua figlia con l’artigiano.

A fatica, mentre il venditore ci inseguiva, ho strappato la Susy da quel negozio.

Saliti in macchina, dopo un po di silenzio, l’ho ricondotta alla ragione ma un dubbio, rapido, mi ha attraversato la mente:

“Avrai mica dato qualche caparra di nascosto?”

Si è limitata a sorridere…

Guglielmo

i nostri ospiti...

Chi è passato qui, cercando:
"albergo con lenzuola di seta toscana"
può mandarmi via email il risultato della ricerca, interessa anche a me.
tec

Che Europa è questa?

Non ho mai nascosto la mia opposizione all'Unione Europea. Tra i tanti motivi (un sacco e una sporta, non basta il database di google per contenerli), la natura dei francesi. I nostri cuginetti (che dovrebbero ridaci Nizza e Savoia, ma questa è un'altra storia), appena sentono rumors di acquisizione da parte di un'azienda straniera ergono barriere insormontabili. Quando la Pepsi fece intendere di essere interessata alla Danone, si affrettarono a dire che Danone era un'azienda strategica per la Francia.
Oggi Enel vuole Suez e cosa accade? Accade che De Villepin, il premier, mica uno qualsiasi, annuncia la fusione fra Suez (privata, by the way) e Gaz de France (pubblica, ma te vah!). Il tutto a tempo di record.
Si tratta degli stessi omuncoli che si dissero indignati quando il governo diede gli aiuti ad Alitalia (giusti o sbagliati che fossero, rientrava il tutto nella categoria cacchi nostri).
Sono gli stessi omuncoli che fecero il seguente giochetto: Sema era detenuta al 25% da France Telecom, che versava, a fine 2000 in problemi di liquidità. Il governo chiamò Schlumberger: colosso parastatale che si occupa di oilfield services come core business. E gli disse: ciccio, vuoi altre commesse in giro per il mondo? Per esempio dal nostro amico Saddam? Ecco, se le vuoi compra Sema (IT) e dai un po' di soldi a France Telecom. E così è stato. Due anni dopo, Schlumberger vendette la sua costola IT ad un'altra azienda, Atos Origin, mezza olandese e mezza.... mmmh, fatemi pensare.... francese, ah sì, ecco.
La conclusione?
è che sono una manica di ptit cons...... (suggerisco bable fish per la traduzione dal francese).
Tec

sabato, febbraio 25, 2006

qualcosa che vada un po' in là..

Bipolarismo senza radici

Sembra che in Italia qualcuno spinga perchè si riproduca lo stesso schema politico-culturale americano basato sulla suddivisione in due schieramenti a cui ricondurre tutte, o quasi tutte, le decisioni di interesse generale: lo schieramento conservatore e quello progressista. Ciò che deve
caratterizzare entrambe è la censura delle proprie radici storico-culturali e il superamento
dell’anomalia italiana. L’imperativo sembra essere quello di liberarsi dall’ideale professato per cui le realtà popolari non possono dire alcunché sulla vita sociale, economica, politica, perché parlare da una tradizione, da un mondo di comunità, religiose o laiche, signica automaticamente intrallazzo, clientelismo. Si dimentica che è vero proprio il contrario. Proprio lo sradicamento dei partiti dalle realtà popolari e dagli ideali che ne sono alla radice è la causa del degrado morale della nostra società poiché ha arrestato o a-evolito, innanzitutto nei singoli, il processo educativo. La continua critica dei valori tradizionali deve avvenire nel paragone con il proprio cuore ed è
aiutata dall’appartenenza a una realtà mossa da un’esperienza ideale. Se ci si sradica da
un’appartenenza ideale, rimane solo la difesa aprioristica e moralistica di valori a cui non crede più nessuno (conservatori), contrapposta a una dissacrazione radicale, giacobina e nichilista di ogni certezza (progressisti). Così in entrambi gli schieramenti che si fronteggiano cresce solo il cinismo della lotta per il potere, mascherato dall’opposta ed identica nzione di una lotta per permettere la vera modernità. Purtroppo questo mediocre immeschinimento sta avvenendo anche in Italia.
Evidentemente i due schieramenti non si equivalgono. Questo processo è più grave in chi, alla
cialtronesca ricerca del proprio interesse, aggiunge una visione ideologica basata sull’homo
homini lupus e su un’idea di Stato che implica l’imposizione della democrazia ai cittadini.
In realtà dietro queste nobili e meno nobili teorie si annida, neanche troppo celato, l’interesse di
lobby per le quali è più facile agire in un bipolarismo senza radici. Strano allora che il presidente
Bush, esponente di spicco di uno dei fronti americani, quello conservatore, nel suo ultimo discorso torni a parlare di educazione come di una emergenza nazionale, quasi conscio che nessuna lobby e disegno di potere può ovviare alla sparizione della responsabilità delle persone che compongono una nazione. Cosa insegna questo ai potenti nostrani e anche a quelli che, sinceramente impegnati per la difesa della persona e della sussidiarietà, certe volte sembrano tentati dalle lusinghe del potere?
Giorgio Vittadini
Presidente di Fondazione per la Sussidiarietà
da il Giornale - 7 febbraio 2006

venerdì, febbraio 24, 2006

Da leggere (2)

Siccome sono (io) per la par condicio, ecco il programma della CdL!
E' più corto di quello di prodi.
buona lettura,
tec

buuaah, non ci gioco più, ridatemi il pallone...

forte, sto mortadellino.
prima dice che vuole andare a fare il confronto con le "tre punte del centro-destra" con arbitro Fede. poi, appena la rai fissa le date, in accordo, tra l'altro, con la commissione di vigilanza, comincia a frignare.
mammamia... e questo dovrebbe essere il futuro presidente del consiglio?
ma non è buono nemmeno per il campetto dell'oratorio!
tec

Robert Baer...

buon compleanno!

tanti auguri a te, tanti auguri a teee
tanti auguri a steeeveee, tanti auguri a teeeeeeeeee
tec
ps: gughi, no comments allowed

da leggere...

Ecco, poi evitate di accusarmi di essere un destrorso...
leggete qui. E' il programma di mortadellina-prodi.
una volta passato il conato dato dalla prima pagina (per il bene dell'Italia: coincide forse con il bene di Consorte?).
Da lunedì, si commenta su sta pattumiera. Alla luce anche, per cortesia, delle posizioni così vicine (è ironia...) fra mastella, rosa nel pugno, comunisti italiani, comunisti quegli altri, rutelli, mastella etc...
tec

Chi offre di piu'?

Ignazio La Russa dai suoi manifesti ci dice “La sinistra al governo cosa farebbe? Meglio non saperlo!” e Silvio invece, inceronato, ci dice che la sinistra, tra i vari orrori, “Reintrodurrebbe la leva” (ma Silvio lo sai che è stata la sinistra a proporre l’abolizione della leva?).

La campagna elettorale impazza. Sui giornali le promesse si susseguono.

Intanto tv, radio e caselle postali sono sommerse da messaggi promozionali dei vari Ministeri ( ma chi paga? Io temo lo Stato...).

Anziani gratis in treno, gratis nei musei e canone Rai esenti, strisce pedonali luminose. Piu’ soldi per tutti, meno tasse per tutti, meno obblighi per tutti e basta con questa legalità diffusa.

Ma i soldi, dove li troveranno? E se ci sono perchè non lo hanno già fatto?

Bella campagna elettorale...

Chi offre di piu’?

Guglielmo

giovedì, febbraio 23, 2006

Non immaginavo nemmeno, quando....

Leggo nei tuoi occhi lo stesso orgoglio, che nessuno vede ma che io provo, di camminare al tuo fianco. Allora ci osservo nel riflesso delle vetrine. Un omone intorno al quale un piccolino disegna traiettorie sempre piu’ grandi. Quel pon pon giallo che rimbalza nell’aria mentre corri fingendo di non sentire che ti sto chiamando.

O quando mi guardi negli occhi e, dalla trasparenza del tuo sguardo, senza leggere le parole che sussurri nel rumore assordante dell’Iper (hai paura che qualcuno le oda?), capisco cosa pensi e cosa vuoi fare. E tu, guardando solo la mia faccia, senza che io parli, capisci se puoi o no.

O quando si avvicina qualcuno che non conosci. E guardandomi aspetti che ti faccia capire se ti puoi fidare o se devi venire tanto vicino che la mia mano si possa posare sul tuo capo.

O quando metto un cd in macchina e mi dici “Metti la nostra preferita…”

O quando la sera, nel buio che precede il sonno, ti racconto improbabili storie di Re, soldati, piloti di aerei, pesci, tartarughe, principi e leoni e, quando hai socchiuso ormai gli occhi, ti chiedo “Stai dormendo?” e tu sussurri “Si papi…”. E quelle storie, che invento per te, prima di te non esistevano.

O quando urli il mio nome perché ti venga a salvare dal solletico e dai baci della mamma. Come è bello pensare che al mondo ci sia qualcuno che si fidi di me sino a pensare che lo possa salvare da tutto.

O quando camminiamo e mi prendi la mano o mi chino al tuo fianco sussurrandoti parole all’orecchio.

O quando al mattino, mentre ti lascio all’asilo, mi prendi la faccia tra le mani fredde e mi dai tre baci (uno sul naso e due sulle guance) e mi urli da dietro il vetro “Ciao Papi buona giornata…”.
Quando risalgo la Corolla mi sembra vuota e se incontro un camion dell’immondizia mi viene da dire “Guarda il Talle!” ma poi mi ricordo che sei già sceso…

O quando la sera giochiamo con le macchinine e tu ricordi quelle che mi piacciono e me le metti da parte. O se mangi un gelato mi chiedi se ne voglio uno e me lo porti mentre aspettiamo che parta il dvd (“il mio preferito…”).

Stasera, tua madre, mi ha ricordato del tuo primo giorno di vita. Quando mi presentai a te con in mano una giostrina da appendere alla tua culla. La pagai la folle cifra di 48 euro ma sono stati, come disse tua nonna materna, i soldi meglio spesi di tutta la mia vita. Ed ero li, impreparato, ad aspettare che tu mi riconoscessi o che sorridessi per quei mostruosi pupazzetti.

E non sapevo, non immaginavo nemmeno, di quando….

I duri? Non ballano...

Venerdi sera sono uscito con alcuni colleghi. Era una cena in un locale zeppo di trentenni in cerca di emozioni forti. Verso le 11 è partita la musica dal vivo ed è esplosa la gazzarra. I corpi si muovevano a ritmo, nel gelo del decreto Scajola, mossi dall’alcool e da sostanze illecite di varia origine.

Per i ragazzi del Conciliabolo, con il piglio del grande reporter, mi sono dunque immerso con occhio indagatorio nella bolgia (alcuni colleghi sostengono che fossi ubriaco ma non è dimostrabile…).

Il campionario era di varia umanità. C’era il gagà mignon (maschio sotto i 168 cm con giacca in velluto e Becks in bottiglia in mano che sparava frasi del tipo “Fate i bravi ragazzi!” “Qui le ragazze le consumi al banco. Le peschi, le pulisci e le cucini sul posto…” “Nemmeno le devi sgusciare!”), il palestrato in camicia bianca inamidata che tendeva i pettorali e pacchetti di “gini di pongo” che, inchiodati alle sedie, lanciavano ululati alle ragazze che passavano.

Donne discinte danzavano nella mischia lanciando sguardi inquisitori ad ogni uomo. (Io, mantenendo il distaccato atteggiamento dello scienziato, non ero oggetto di particolari attenzioni. Inoltre ero in jeans e camicia e con la barba di un giorno. Il fatto che portassi la fede al dito e negli occhi avessi le stimmate del padre credo abbia avuto il suo peso…).

A dire il vero, mentre mi avviavo al bar per completare la mia ricerca naturalistica, un tizio, un po agitato, mi si è parato sul cammino. Ha cominciato a dimenarsi come un pazzo. Sono stato indeciso tra l’attacco epilettico e il ballo ma alla fine, visto che non sbavava, o ritenuto stesse ballando. Ho cambiato direzione.

In quel girone dantesco mi sono sentito un po a disagio. Tutti ballavano, o davano la loro interpretazione dell’atto, ed io, tra i pochi, restavo immobile.

Perché, vi chiederete voi appassionati lettori del Conciliabolo? Perché non sono capace…perché quando ballo ritengo di somigliare ad un orango disceso dall’albero per respingere l’assalto di una maschio concorrente. Sono alto 188 cm e peso circa 93 chili. Il concetto di agilità e controllo dei movimenti mi è completamente estraneo. Anche nello sport, non sono bellezza o purezza del gesto atletico le mie doti principali. Le mie movenze causano spesso,a casa come in ufficio, disastri.

Per questo, e lo premetto per onestà intellettuale, sono completamente negato per il ballo.

Non che non ami la musica, anzi. (Ho però gusti grossolani. Mentre scrivo sto ascoltando Anastacia ed il cd che mi ha dato la maggior ispirazione narrativa è la colonna sonora di “Young Guns II” di Jon Bon Jovi).

Quando ho visto “Shall we dance?” con J. Lo e Richard Gere il pezzo in cui i due ballano un tango mi ha emozionato. La sensualità di Jennifer Lopez esplodeva letteralmente dallo schermo e l’armonia e la passione di quei corpi era visibile anche ai profani.

Mi piacerebbe saper ballare.

Ma….

I duri ballano?

Avete mai visto John Wayne ballare?

È immaginabile che nei “Cowboys” faccia ballare la moglie? E chi guarda le vacche mentre John balla? John non balla…al limite fa ballare al ritmo della sua Colt Navy i cattivi.

Certo in qualche film balla. Ma sono momenti in cui non ne può proprio fare a meno. E quando balla mica sa a memoria i passi. Si limita a porgere le braccia alla dama. E mentre è li che fa girare una qualche fanciulla ad una cena per soli ufficiali delle Giacche Blu. dalla porta della sala da ballo entra un suo amico con un paio di frecce nella schiena. Lui ha giusto il tempo di raccattare il cinturone ed andare a caccia di Apache. Mica chiude il passo iniziato. E, se alla dama va bene, allora non si piglia il calcio in madreperla della Colt sulle gengive.

Se proprio vogliamo trovare una scena epica e romantica dobbiamo ricorrere a “Un uomo tranquillo” di J. Ford del 1952. Il nostro Sean Torton torna nella natia Irlanda dagli Stati Uniti. Nella scena topica, in una notte tempestosa, John trova Mary Kate (Maureen O’Hara ) che rassetta casa sua in nome del buon vicinato. Mary Kate, spaventata, si nasconde per pudore. All’improvviso lei tenta la fuga ma Sean, fermo come una quercia, le prende la pallida mano. Con un movimento di polso la attrae a se facendola volteggiare come una foglia in balia del vento che in quel momento irrompe selvaggio dalla porta. Impassibile Sean la bacia….violini.

Questo è ballare per John. Restare immobile e lasciare che il mondo danzi intorno a lui.

I duri ballano? Secondo J. Wayne no.

E se non balla lui, non ballo nemmeno io….


Il Maresciallo

Sporchi comunisti

ROMA - Silvio Berlusconi all'attacco: contro i magistrati, la sinistra, le coop. E a difesa del sistema creditizio italiano. Intervenendo alla presentazione del libro del ministro della Giustizia, Roberto Castelli, il presidente del Consiglio si scaglia anche contro quei pubblici ministeri che indagano sulla Banca popolare italiana di Gianpiero Fiorani, protagonista della scalata fallita ad Antonveneta: "Qualcuno avrà fatto qualcosa di illegale - dice il premier - ma l'offerta della Bpi era assolutamente regolare. l'intervento indebito (delle Procure, ndr) in un fatto economico ha fatto finire una nostra banca in mani straniere". (da “La Reppubblica online del 23/02/2006)

Che i coefficienti patrimoniali di BPI non fossero assolutamente idonei all’ acquisizione di Antonveneta, e che poi si sia scoperto che tutto il bilancio fosse rattoppato con crimini finanziari non conta nulla, questo per il Berlusca è normale attività imprenditoriale.
Non è Fiorani che è un ladro e ha danneggiato il sistema bancario con i suoi comportamenti, è questo Stato stalinista e la sua Santa Inquisizione che reputa questi atteggiamenti illeciti.
Non male da parte di un Presidente del Consiglio.

Non voglio fare politica, ma è indecente che un Presidente del Consiglio si esprima in questi termini.
Non è un normale cittadino che chiacchera con gli amici al Bar Sport (o che posta sul Conciliabolo), non è nemmeno un parlamentare che cerchi di dar voce al suo elettorato.

Il Presidente del Consiglio è un organo costituzionale, al pari del Parlamento (non dei parlamentari), dei Ministeri ecc.

Mai, in nessun caso, da parte di nessuno che incarni un’ Istituzione, è ammissibile un atteggiamento del genere.

mercoledì, febbraio 22, 2006

stessa statura, politica e non...

internet libero!

Ed ecco che ci si avvia inesorabilmente a limitare, castrare, bloccare la grande rete...
Se date un'occhiata qui, c'è un elenco di casino on line che verranno banditi dall'Italia... non che io ne faccia uso, mi infastidisce però questo intervento di censura.
Il passo successivo, così giusto per dare qualche idea, potrebbe essere inibire l'accesso a amazon.com? (sì, lo so che sono due cose diverse).
Tranquillo, Gughi, esiste comunque qualche modo per rimbalzare dall'estero ;-)
tec

La maglietta della salute

martedì, febbraio 21, 2006

Quanti pensieri...

Il Pupone si è infortunato. Spiace. Però giuocando(come direbbe Silvio...anche se Word lo da errato. Sarà mica comunista?) a calcio è normale. Era un fallo normale ma il destino ci ha messo il suo. Non giocherà il Mondiale? Penso di no anche perchè lui ha già detto che prima viene la salute.
Spiace. Ma non finisce cosi. Perchè i telegiornali del Bel paese ci inondano di immagini dell’infortunio, riflessioni sulla durezza del gioco e meditazioni sulla chirurgia e la riabilitazione della caviglia. Sulle reti locali è il delirio. Accuse e contro accuse, solito teatrino.

Ma non finisce qui perchè anche le cariche istituzionali si sentono in dovere di dire la loro. Silvio, mi dicono seguito a ruota da Walter Re di Roma, si reca al capezzale del Grande Infortunato.

A dirgli cosa? A fare cosa?

Totti, dal canto suo, dopo averci abituato a sputi, simulazioni di parti in campo ed allattamenti per festeggiare un gol, falli di reazione al limite del codice penale e frasi quantomeno discutibili si preoccupa di mangiare Nutella e, giustamente, della sua salute.

La faccenda della Nazionale è già di per se lo specchio del Paese. Malgrado ci siano parecchi buoni giocatori con cui fare una squadra in grado di competere per il titolo e malgrado ci siano 4 anni per preparare una squadra, noi puntiamo tutto su un solo giocatore e poi, quando si infortuna, scatta subito la caccia all’uomo per trovare almeno un colpevole dell’infortunio (non sicuramente Vanigli, perchè poi ha chiamato al Ds in lacrime....).

Aviaria, Irak, economia, Politiche....tutto dimenticato. Ci sono i Mondiali ed il pupone non ci sarà. Agli ultimi Mondiali quel genio di Trap, pluri esonerato, non ha portato R. Baggio. Era appena uscito da un infortunio altrettanto grave e solo per la volontà e la voglia di Nazionale andava portato in Giappone/Korea. Non accadde.

Quando si fece male, non ricordo, forse non disse nulla.

Però non rideva da ogni giornale, telgfiornale o sito internet. Non partecipava a trasmissioni radiofoncihe scehrzando su tutto. Non era sereno o forse solo era già teso verso l'obiettivo?

Non ricordo le sue prime parole, però non furono “Penso alla salute...”

Guglielmo

lunedì, febbraio 20, 2006

Gancio Cielo!

Kareem Abdul Jabbar!

domenica, febbraio 19, 2006

Chuck e McGyver

Per farsi due risate...



Chuck Norris Blog



MacGyver Blog

500

Post n° 500!

delusione McNab?

Oggi il maresciallo mi ha chiesto cosa ne pensassi di McNab...
Gli ho espresso il mio (oramai) solito disappunto: non parte, non parte!
(tra l'altro, è il settimo...).
Stasera continuavo nelle mie paginette quando mi imbatto nella pagina 83. Senza spoilerare nulla, Nick stava cercando informazioni su un tizio. Beh, prendete il seguente libro: K. Mitnick - L'arte dell'Inganno. Un libro del 2002 scritto da uno dei più famosi social engineer del mondo (qualcuno li chiama hacker, ma non è corretto). Insomma, Kevin descrive come sia abbastanza facile procurarsi informazioni sulle persone. Ecco, una volta preso il libro, saltate a pagina 57 e 58.
Il giochino è il seguente: cambiando i nomi delle persone e dei negozi, notate altre differenze?
Io no.
tec

venerdì, febbraio 17, 2006

Giro d'Italia

C'è anche qualcosa di bello nel farsi 1400 chilometri in tre giorni (la maggioranza dei quali dopo le 18 a botte da 400 km per volta).
Beh, prima le cose negative: se ti ammali e sei a macerata, ti aspetta un tratto fino a parma, devi partire alle 19, c'è poco da fare: partire. Se viaggi con due colleghi che sono così simpatici da non farsi neanche 3 km con te, è inutile litigare al minuto zero, tanto vale quando parti da parma alla volta di milano, con una leggera nebbia (20metri di visibilità), tirare fuori tutto quello che hai dentro, raffreddore compreso.
Le cose belle: l'arrosto e le lasagne in veneto, le costine e i vincisgrassi a Macerata, gli gnocchi con il ragu' di cianghiale mangiati alle 23 a parma (e digeriti tranquillamente), la tagliata di manzo.
Fiumi di vino (che qualcuno riesce a distingure dal gasolio, ma giusto per poco), nell'ordine: cabernet, lacrima di morro d'alba, vino di visciole, lambrusco (mmmmh a fiumi per bagnare del culatello di parma)...
tec, stanco, sfatto e che non vuole guidare una automobile nemmeno a pagamento

giovedì, febbraio 16, 2006

Cabernet

Uno dei momenti di maggior imbarazzo per un uomo, ma non per i seguaci di Mr. Darcy, e quando a tavola con una donna il cameriere porge un assaggio di vino in attesa di una valutazione.

A quel punto, per chi come me distingue a malapena il gasolio dal Veuve Cliquot, le strade sono due: buttarla sul ridere facendo la parodia dell’intenditore oppure fingere di essere un intenditore.

Se la dama in questione non è vostra moglie, che quando vi ha sposato conosceva già i vostri limiti (o quasi...), la serata è destinata al disastro.

Quindi o non si beve vino, adducendo anche motivi religiosi (“Sai, i miei antenati sono indiani Lakota Sioux e in questo periodo difficile per il Grande Cerchio della nazione indiana non mi sento di consumare l’acqua di fuoco che ha distrutto il mio nobile popolo...”), oppure con estrema franchezza di dice “Guardi non capisco niente di vino ma amo il buon bere quindi serva a me ed alla signorina qui presente un pochino di questo prezioso liquido...

Oggi, a pranzo con amici, ho scoperto la terza via.

Il padrone del ristorante ebraico da noi selezionato dopo una rapida visita in Feltrinelli si è infatti presentato al nostro tavolo con una bottiglia di Cabernet di Israele.

Al momento di assaggiare il vino, come in una seduta collettiva di psicanalisi, tutti abbiamo esposto le nostre difficoltà nell’affrontare quel delicato istante.

Il proprietario, che aveva negli occhi la saggezza che la vita regala ad alcuni, ci ha raccontatio questa storia.

C’è un cliente, con il quale si è accordato, che ogni volta si presenta al suo ristorante in compagnia di dame sempre diverse ma accomunate da fascino e bellezza. Al momento di assaggiare il vino, il cliente, fa sempre delle educate rimostrane sulla bottiglia offerta (“Sa di tappo” “E’ troppo giovane” “Troppo aspro...”e via dicendo.)

L’ospite riporta dunque la bottiglia in cucina, attende qualche istante e la riporta al nostro eroe.

La bottiglia a quel punto diventa perfetta e la cena ha inizio.

Ho pregato il nostro simpatico anfitrione di memorizzare le nostre facce.

“La prossima volta che ci vede in compagnia di una donna si ricordi, per favore, di fare la stessa scena...”

Cosi ha fatto.

Settimana prossima porto fuori a cena mia moglie.

Il cammino verso Mr. Darcy ha inizio...

Guglielmo

mercoledì, febbraio 15, 2006

Manifesto per un nuovo Rinascimento

Faccio una premessa: vorrei prescindere da valutazioni partigiane e politiche di destre o sinistra. Il presente contributo cercherà di impostare un problema evitando considerazioni dettate dall'effimero e dal contingente.
E'da tempo che ragiono su alcuni aspetti deteriori del nostro carattere nazionale. Primo tra tutti, appiamo il vizio di considerarci sempre da meno degli altri popoli: guardiamo fuori dai notri confini con lo sguardo in tralice, per ogni e qualsivoglia novità, successo o idea che sia marchiata "non italiano". Questo atteggiamento si riverbera anche nelle valutazioni e nelle analisi che "noi" facciamo dei fenomeni cui assistiamo: "ah, che paese la Francia!" o "che puliza gli svizzeri" e ancora "ah, come gioca il Real Madrid". Altri esempi? La letteratura. Siamo pronti a passare le ore migliori della nostra vita su Proust, ma Manzoni ci annoia, "I vicerè" non sappiamo chi l'abbia scritto e "il Rubè" non lo legge più nessuno.
Avrete capito a cosa miro, ma aggiungo un dato: l'Italia riceve la metà dei turisti della Francia e è al quarto posto nel mondo dietro Stati Uniti e Spagna. Un vero scandalo! Possiamo realisticamente pensare che questa classifica rifletta davvero la bellezza del nostro paese?
Non mi voglio perdere in esempi, ce ne sarebbero troppi, vi voglio dire cosa mi piacerebbe fare. Mi piacerebbe riunire un'accolita di persone, diverse per provenienza e formazione e gusto, e scrivere con loro un manifesto di orgoglio, di passione per l'Italia, per quello che rappresenta, per la sua bellezza, per la sua letteratura, per la sua arte, per i suoi mari, per Venezia e San Marco, per le sue piazze. Insomma per la sua storia passata che è anche presente.
Perchè la mia impressione è che senza storia e memoria non si vada da nessuna parte e noi siamo ancora come il marchese del grillo che nel palazzo di campagna abbandonato - ricordate? - per accendere un fuoco si serve di mobili e arredi antichi. Mi pare che "noi" lo si faccia ogni giorno...
Sarebbe opportuno fare qualche cosa.

martedì, febbraio 14, 2006

Lasciarli andare...

Come se ne vanno i figli?

Attraverso gesti di rottura, maturati anche avanti negli anni, con i quali, uscendo dai sentieri che i genitori hanno, in alcuni casi, tracciato, affermano la loro autonomia ed unicità. (Questa rottura, che per alcuni si realizza con una scelta lavorativa o con una scelta di una vita diversa, è spesso per i genitori un trauma. Un trauma che da un genitore lungimirante può essere vissuto, pur nella rottura, come il segno di un cammino di riflessione e maturazione coerente però con l’educazione ricevuta.)

O attraverso la capacità di regolare le distanze. Capacità cioè attraverso l’ascolto, il dialogo e l’accettazione dell’altro di rivisitare la propria relazioni con i genitori alla luce del tempo che passa.

Saremo noi in grado di lasciare andare i nostri figli?

Capaci di lasciare che sin da piccoli, sorretti dalla fiducia e dalla consapevolezza che noi genitori siamo “in attesa del loro ritorno”, il loro sguardo si rivolga altrove. E riconoscendo loro, dandogli fiducia, la possibilità di dirci dei “no” ed il diritto di agire alla luce della propria coscienza. Capaci di attendere che prima di comunicarci qualcosa, maturino dentro di se ciò che è accaduto e che ci rivelino in seguito, con domande magari sommerse che dovremo saper ascoltare, ciò che passa nei loro cuori.

E questo il cammino per lasciare che i nostri figli sperimentino e divengano cosi’ individui autonomi e maturi.

Comprendere che l’amore non è un credito da ripagare con la sottomissione è il primo passo di questo cammino.

Per usare la bella metafora di un amico, noi vogliamo creare un vaso bellissimo usando tutti in colori e le forme che la nostra mente è capace di sognare. Ma dovremo essere capaci, un giorno, di lasciare che i nostri figli, seguendo la loro strada, diventino artefici di se stessi. Usino la creta che gli è stata donata, e sulla quale abbiamo abbozzato delle forme, per creare un vaso nuovo ed unico. E se permetteremo che il fuoco dell’esperienza e della sofferenza rimodelli e plasmi queste forme allora il vaso diverrà un’opera bellissima sempre in divenire.

C’è tempo nelle nostre giornate per affrontare la fatica di fare tutto ciò?

Dobbiamo trovarlo…


Guglielmo

Come dice R. Baer...

E se il dialogo, la tolleranza, l'intelligence, la politica non dovessero bastare...beh, ci resta sempre l' 82° Divisione Aerotrasportata....

Guglielmo

lunedì, febbraio 13, 2006

Mais ou sont les neiges d'antan?

Ho avvertito l’ineluttabile scorrere del tempo quando venerdì, ad un collega cui sono legato, è stato comunicato che lascerà Milano per tornare a Padova, sua città natale. Aspettava questo trasferimento da anni e quando me lo ha comunicato era raggiante. Sono felice per lui ma dispiaciuto perchè perdo un amico.

Ieri ripensandoci, pedalando nel parco delle Groane tra ghiaccio, fango, neve e merda di cavallo, mi è tornata in mente una poesia imparata a scuola “ Ballade (des dames de temps jadis)” di F. Villon (1461).

Il poeta continua a chiedersi : « Mais ou sont les neiges d'antan? » (Dove sono le nevi degli anni passati ? )

E mentre pedalavo, poco prima di perdere il controllo del mezzo, finendo in un fosso, quella domanda, che sino a poco fa comprendevo solo in parte, è comparsa in tutta la sua terribile semplicità.

Quanta vita ci scorre addosso senza poterla fermare? Quanti istanti si dissolvono davanti ai nostri occhi mentre cerchiamo di assaporarne il piu’ possibile? Dove sono finiti i volti amici?

Quanti ne ricorderemo e rimpiangeremo quando, piegati dalla vita, spieremo come degli estranei la nostra esistenza sulla mappa sbiadita dei ricordi?


Mais ou sont les neiges d'antan?


Guillaume

Lieto fine

Ieri tra le lacrime dei più, è calato il sipario sul campionato. I sognatori sono tornati a casa, e la vecchia signora, con la consueta eleganza, ha dato lezioni.
Chapeau!

sabato, febbraio 11, 2006

dubbi

Ho qualche dubbio sullo slancio di santificare don Santoro, del quale, lo ammetto, nulla sapevo prima del suo barbaro assassionio.
Non è, purtroppo, il primo sacerdote ammazzato durante la propria missione... non vorrei che il fatto che sia stato ammazzato in un momento ed in un luogo molto caldi, abbia, diciamo così, influenzato il Cardinal Ruini.
Dico questo senza nulla togliere al Sacrificio compiuto da don Santoro. Ovviamente.
tec

..la vittoria all'audace si concederà..

tempo di esami e di valutazioni...
dopo aver notato con mio grande dispiacere di aver "segato" un esame mi presento dal professore per prendere visione del compito.
Erano 3 domande.
Mi da il compito in mano e intanto continua a lavorare il pc.
Io guardo il compito, lo guardo una volta, lo guardo due volte e mi frego le mani: "ha sbagliato a mettere fuori il voto", mi dico,"due domande su tre sono giuste".
Lo guardo come chi sa che sta per farla grossa :"Professore non capisco la soglia di sufficienza.."
Lui,senza distogliere lo sguardo dal monitor:"Beh, su 3 domande, sarà la metà, un po' più della metà..."
a quel punto io raggiante:"beh io ne ho fatto due..."
Ho notato un lampo di preoccupazione passargli sul volto..un po' impacciato mi dice " be si insomma..due domande...beh dai...cosa ti interessa...vieni la prossima volta...invece di un punto te ne do 3...dai..."
Mi piacerebbe raccontare che dopo una serie di minacce e insulti l'ho ricondotto alla ragione e mi ha dato quello che mi spettava, in realtà mi trovo in un sabato pomeriggio come questo, con l'occhio pallato davanti al pc a rileggere per l'ennesima volta le slide del suo corso....
p.s ma poi che metodo è?invece della valutazione in quindicesimi in quarti e poi 3 domande su cui distribuire 4 punti....mah

venerdì, febbraio 10, 2006

il magico mondo delle vendite

tec: "buongiorno dott. xxx, mi chiamo tecnologo e sono AM di yyy, la disturbo?"
xxx:"sì, sono impegnato, ma mi dica".
tec: "le rubo solo un minuto, ho avuto il suo nome dal mio immenso amministratore delegato, che lei conosce. gradirei qualificare la mia magica multinazionale presso la sua azienda... posso venire a trovarla per un'oretta così mi presento e le illustro le fantastiche soluzioni che noi offriamo ai nostri meritevoli clienti?".
xxx:"guardi, qui noi lavoriamo..." (noi no, invece. pensi che io racconto le mie cazzate su un blog per tirare tardi la sera).
tec:"capisco benissimo, ma il mio obiettivo è di farla lavorare un po' meno...".
xxx:"lasci stare. le ho detto che non me ne frega un ca@@o"

Cazzarola, ma sto qui lo dovevo chiamare proprio oggi che ha scoperto che la moglie lo tradisce?
tec

buio profondo

grazie ad un sottobosco non meglio definito (ma assolutamente legale), il connie mi ha procurato Andy McNab a soli 8euro, contro i 18...
così potro' ripassare come montare (al buio, con le mani legate dietro alla schiena, con un cinesino che mi fa il solletico) una beretta.
tec

Tutti al cinema

E' in arrivo un film tratto dal libro di Baer con George Clooney.


Syriana....

Imperdibile.


Guillaume

E' contagioso...

Appena Fracanappa ha letto il mio post su Darcy ha subito detto, riferendosi alla lunghezza:

"Non è che una rivista di approfondimento! E' un blog!"

Ha fatto la fine del tenebroso Darcy...

Gugliemo, stretto d'assedio

Ricordare...

Oggi è la Giornata Nazionale del Ricordo.
Finalmente, dico io. Perchè fino ad ora, parlare di Foibe è stato praticamente bandito. Citare gli Italiani che fecero una fine atroce per mano di Tito e di alcuni partigiani (italiani...) è sempre stato un tabu. Tanto che, alla fine, Irredentismo era un sinonimo di Fascimo.
Ricordare che 350.000 (per chi ha difficoltà trecentocinquantamila!) esuli costretti ad abbandonare la loro Terra...
Ricordare che i presupposti del trattato di osimo (del 1975) ora non esistono più: non c'è più da tenere buono tito (che ora marcisce all'Inferno), non c'è più da assecondare il Patto Atlantico, non c'è più il muro di Berlino e non c'è più l'USSR.

Nel 1944, Junio Valerio Borghese e la X MAS combatterono sul fronte orientale. D'accordo con il Governo del Sud del marchese badoglio fecero quanto in loro potere per arginare l'avanzata titina e la furia comunista. Solo pochi anni fa queste notizie assursero all'onore della stampa nazionale, fino ad allora, pochi ne erano a conoscenza. quei pochi, che nei 600 giorni della pagine più triste della nostra Storia, salvando l'Onore, difesero dei Connazionali.
tec

Il fascinoso Mr. Darcy

Mercoledi sera sono rientrato a casa dopo una serata con amici alle 01.30. La scena che si è presentata davanti ai mie occhi era degna di S. King. Il piccoletto, due occhi segnati dalla stanchezza, ciondolava per casa sussurrando: “Non ho piu’ sonno. Ho dormito già. Giochiamo Papi?”
A quel punto la situazione richiedeva un intervento drastico. Ho finto di andare a letto dicendogli:
“Se vuoi giocare, gioca, io però ho sonno.”

Dopo 5 minuti, durante i quali Riccardo scivolava rasente ai muri come un fantasmino e spiava se attuassi o meno il mio intento, ha ceduto. Ci siamo sdraiati io e lui sul divano (la Susy se lo era sorbito tutta la sera ed aveva diritto al riposo...) e si è addormentato. Mi sono infilato tra le lenzuola alle 2 circa per uscirne poi alle 6 e 37.

Ieri sera la Susy, insieme alla moglie di Archie e mia cugina, e andata al cinema a vedere “Orgoglio e pregiudizio”. Sono dunque tornato a casa in fretta per permettere alla Susy di uscire con calma. Il piccoletto era già stato lavato ma restava da affrontare cena e messa a letto.

Quando l’intera opera è stata completata erano circa le 20.20. A quel punto ho fatto una doccia, ho preso un paio di appunti per il romanzo (Fracanappa protagonista) che mi permetterà di trasferirmi alle Isole Vergini Britanniche ed ho imbracciato “Dormendo con il diavolo” di R. Baer (Saggio chiave per comprendere lo scontro Islam-occidente e non accetto che chi non è nemmeno in grado di smontare e rimontare al buio una Beretta 92, svuotando e riempiendo anche il caricatore, possa dare del comunista ad uno che ha passato la vita nei buchi piu’ fetidi del pianeta per difendere il suo Paese ed un pochino anche noi...).

Mi pare verso le 22 la Susy è ricomparsa dalla porta principale. Dai romantici sospiri che lanciava ho compreso che la visione del film era stata soddisfacente. Io, dopo una due giorni come quella descritta, ero un pochino provato e non attendevo che il suo rientro per dormire. Ho solo colto la descrizione del finale del film. Brughiera inglese. Un velo di nebbia. La protagonista passeggia pensando al romantico e tenebroso Darcy e lui, gran Califfo, compare, impeccabile, dalla bruma. Amore. Bacio. I due passeggiano verso l’alba che si appresta a spazzare la bruma. Finale.

Io, in maglietta e mutande, lo sguardo assonnato, un filo di mal di testa, sul petto il libro di Baer e la voglia al massimo di fare una riflessione sul petrolio del Caspio ed il legame tra Riad e Washington, di fronte alla scena faraonica che si era appena consumata nella brughiera inglese, devo essere sembrato ben poca cosa.

Ed infatti la Susy mi ha detto: “Non sei proprio romantico come il Signor Darcy ma ti amo lo stesso...”

A quel punto mi sono un po incazzato con Miss Austen ed il signor Darcy. Perchè il confronto tra me ed il signor Darcy può essere fatto ma, alla pari.

Prima di addormentarmi ho pensato...

Allora anche io vorrei una rendita da trentamila sterline annue, un bel latifondo (vogliamo parlare del fatto che probabilmente il romantico Mr Darcy sfrutta i poveri contadini inglesi e magari sfrutta anche qualche colonia da qualche parte nel mondo? Magari il Darcy ha pure soffocato qualche rivolta nei suo brumosi campi a colpi di moschetto), un paio di valletti che lo vestono, una schiera di servi (scommetto che il romantico Darcy avrà pure qualche illegittimo tra le sue povere servette e a carico qualche lesione grave per le botte date suoi servitori) ed infine il volto riposate e fresco di chi ha come unico pensiero che cavallo scegliere per partecipare alla caccia alla volpe (vogliamo anche dire che il fascinoso Darcy si dedica con un certo sadismo a rincorrere una povera bestiola armato di spingarda e muta di famelici cani?). Se cosi fosse , e non dimentichiamo un padre che fa il pezzo grosso all’Ammiragliato, farei anche io il romantico passeggiando per la brumosa brughiera prima dell’alba.

Oppure Mr Darcy potrebbe lasciare un attimo gli inamidati colletti e comprare un bel bilocale vicino casa mia. Potrebbe anche lui spegnere la sua sveglia Oregon Scientific alle 6.37 e da li catapultarsi nella mia giornata. Vorrei vederlo alle prese con il naso di Ricky. Vorrei vederlo cambiare il rpof, convincerlo dell’eleganza dei pantaloni che la sua mamma gli ha selezionato per quel giorno, mettergli le scarpine e portarlo all’asilo. Da li, vorrei vederlo spiare l’orologio sul cruscotto e partire a razzo ed attraversa in meno di 25 minuti la città chiamando per nome uno ad uno i 110 cavalli della sua Toyota spronandoli allo spunto estremo per dribblare traffico e semafori e timbrare in tempo. Sorvolo sulla giornata lavorativa che il fascinoso e tenebroso Darcy dovrebbe affrontare ma credo sia sufficiente dire che dovrebbe trascorrerla con Fracanappa al fianco. (Non dimenticare Caro Darcy che per tenerti in forma non è che puoi andare a cavallo nel parcheggio aziendale ma la massimo puoi farti una nuotata durante la pausa pranzo in una vasca intasata di impiegati e quadri). Se poi è venerdi, come oggi, caro Mr Bruma ti aspetta una simpatica appendice all’Iper dove, a causa del 25% di sconto, ti scontrerai con orde di famiglie impegnate a fare la spesa.

E domani, caro fascinoso Mr Darcy, non è che ti alzi alle 10 e vai da Missis Rimping a pranzo in carrozza ma....

A quel punto mi sono addormentato non prima di dedicare al fascinoso un bel...

“Ma vaffanculo Mr Darcy...”

A Miss Austen non ho detto nulla perchè, in fondo, anch'io sono un romantico e mai mi permetterei di rivolgere epiteti ad una donna...


Guglielmo il Maresciallo

Non si mangia la gomma americana in classe!

Così la mia maestra alle elementari redarguiva gli alunni che ruminavano durante la lezione.

Negli anni ’70 i Pavesini avevano come slogan “chi ama brucia” ed erano presentati come autentiche bombe energetiche per le persone dinamiche e sportive.
Sempre in quegli anni masticare rumorosamente gomma americana o peggio ancora tenerla in bocca mentre si parlava a qualcuno era considerato il massimo della maleducazione.
Senza considerare che era considerata la causa prima di carie ed altre devastazioni gastrointestinali (ulcera per intenderci).

All’ alba del XXI secolo i Pavesini sono il biscottino light per la persona attenta alla linea e ad un’alimentazione sana e corretta, mentre la gomma americana (mi rifiuto di usare il nome inglese, anche perché sbaglierei l’ortografia), è venduta in farmacia come sostituto dello spazzolino, e ne è consigliato l’uso dopo i pasti per prevenire la formazione della placca.

A cosa si devono queste considerazioni di costume? Non avevo altro di meglio da fare o, almeno, da scrivere?
Provate voi a passare dieci minuti al telefono con una persona evidentemente molto attenta alla sua igiene orale senza la possibilità di sbattergli la cornetta in faccia (e non solo in senso metaforico), e capirete quanto mi manca la mia adorata maestra.

giovedì, febbraio 09, 2006

Bartok: chi era costui?

Notando una certa sorpresa in Tec par i miei gusti musicali ed essendo stato invitato a parlare di cultura anziché di politica, ne approfitto per farvi conoscere una delle opere musicali che amo di più.
Sempre che i link funzionino....
Béla Bartók - Concerto per orchestra

mercoledì, febbraio 08, 2006

un'occasione per tacere...

persa!

GUGHI, PER LA MISERIA!!!
non si può aspettare la fine del campionato?
chissà big sandro come ci piglierà per i fondelli....
tec
ps: forza inter!

Tra l'originale e la copia, scelgo l'originale.

"È realisticamente possibile ridurre il cuneo fiscale di parecchi punti, abbiamo preparato un piano che va oltre i 5 punti in un anno."

Chi l'ha detto?

La risposta qui.

alla faccia della privacy

Stamattina ho accompagnato la gentile signora al controllo dell'esserino che da qualche mese mangia a sbafo nel suo ventre e che tra un po' si insedierà in pianta stabile a casa mia.

Mentre attendavamo il nostro turno, dalla saletta nella quale saremmo entrati da lì ad un paio d'ore, sono entrate ed uscite nel giro di pochi minuti delle giovani teenager. La prima sola, la seconda accompagnata dai genitori. Entrambe sono uscite abbastanza scosse. La seconda aveva la faccia segnata da due lacrimoni, i genitori la seguivano ad un passo di distanza, lo sguardo fisso a terra, distaccati.
Pensavo avessero scoperto di avere una qualche malattia...
Mi sbagliavo. Appena uscita la seconda, fa capolino dalla porta il medico che, gridando facendosi sentire ben benino, dice "chi altro deve fare l'eco per l'ivg?" e poi: lei no, signora, ha una bella pancia grossa" dice rivolto a mia moglie.
ivg: interruzione volontaria della gravidanza.
ed ecco spiegate le lacrime, ma soprattutto la distanza fisica dei genitori da quella ragazzina...
ed ecco come la loro privacy è volata fuori dalla finestra alla velocità della luce.
buona fortuna, ragazze.
tec

Andy...

E' TORNATO...

Vuole i nostri fottuti euro...e li avrà...

Guglielmo

martedì, febbraio 07, 2006

C'è del marcio...

A che titolo hai messo un link “Buy Danish!” senza chiedere il parere di tutti i Bloggers?

E' tuo il Conciliabolo?

Ecco la mail che, caro Tec, ho mandato al tuo idolo....


Buongiorno Signor Rocca,

Vorrei, per favore, comprendere la motivazione di una iniziativa che ha come scopo mostrare solidarietà alla Danimarca.

Io condivido pienamente le sue idee su questa situazione ma mi chiedo se l'unico modo di mostrarci uniti e solidali con la Danimarca sia consumare.

Loro sono pronti a morire e noi a consumare per le nostre idee?

Con stima immutata.


Il Maresciallo

Danimarca!

Christian Rocca invita a dire cosa si comprerà di danese per la campagna "buy danish" (a proposito, sarò limitato io, ma non ho trovato un dannatissimo traduttore on line che mi desse la traduzione in danese. verò è che la moglie di un cugino di mammà è danase, ma chiamarla solo per chiederle una traduzione mi sembra troppo).
Noi (cioè io e il connie, chè voi siete una manica di debosciati), oltre ad aver comunicato a Rocca la nostra adesione, abbiamo fatto altro.
Io, in particolare:
1) messo lì a destra il link al sito "buy danish"
2) mandato la moglie al supermercato a comprare il burro lurpak e una cassa di carlsberg per stasera e giovedì che avremo ospiti.
Connie mi sa che si compra un lego, così ricorda anche i bei tempi quando aveva la cameretta piena.
avessi tempo gli farei su anche il sito, ma non solo verrebbe una ciofeca, ma sarebbe pronto per il 2020.
tec

“Scusi, ma uno come lei che ci fa in banca?”

È la domanda che mi accompagna fedelmente da ormai quindici anni (anzi 16 al 13 agosto).
Ormai mi ci sono affezionato, la considero una vecchia amica. Ma come tutte le donne è problematica ed esigente: vuole una risposta.
Come sempre di risposte ve n’è più d’una.
Il Cosmo, lo dice la parola stessa, è ordine.
Se io lavoro in banca, sicuramente qualcun altro, che so, il figlio di un agente di cambio, starà facendo una splendida carriera in qualche prestigiosa orchestra.
Più prosaicamente: dopo aver preso legnate sui denti in mezz’ Europa, mi è venuta a mancare la fonte di sostentamento e ho dovuto raccattare il primo lavoro che ho trovato.
Non stupisca il fatto che si debba girare il mondo per trovare lavoro come musicista.
Mi ricordo ancora la prima lezione.
Il maestro ha raccolto attorno a lui i bimbi del primo anno (ebbene sì avevo undici anni) e chiese: “Chi di voi intende studiare musica per poi farlo di mestiere alzi la mano” e a quelli che l’ hanno alzata: “Cominciate sin da subito a tenere una valigia pronta sotto il letto”. Bei tempi.
Ancora oggi vivo con la valigia pronta sotto il letto, anche perché avendo riempito l’ armadio di libri, cd e dvd, altri posti dove mettere i vestiti non ne ho.

mica pizza e fichi

dando un'occhiata al profilo di fracanappa, fresco accolito del conci, mi son reso conto che abbiamo invitato una persona di cultura. uno che:
1) legge qualcosa di diverso da winnie the pooh (gughi)
2) legge qualcosa di diverso da "la strada che porta a domani" (archi)
3) legge qualcosa di diverso dai tomi di ingegneria (bach)
4) legge qualcosa di diverso da Sciascia (connie, mannaggia)
4) legge qualcosa di diverso da Ann Coulter e Steve Jobs



cioè, uno che tra la musica preferita, segnala Bartok, BARTOK!, qui tra noi ci sta come un moggi qualsiasi alla san vincenzo...
quasi quasi lo caccio.
tec

omega romeo...

lavorare accanto al palazzo della regione lombardia, permette di assistere, nolenti o volenti, alle manifestazioni che settimanalmente i cobas, o chi per loro, fanno.
oggi è il turno dell'alfa di arese.
la contestazione è sui contenuti: il cipputi della situazione sta scandendo, da mezz'ora, il seguente slogan:
(mi scuso per il francesismo, ma relata refero...)
vaf-fan-#&%-o!
direi che il messaggio è chiaro. il fine un po' meno.
tec

lunedì, febbraio 06, 2006

fantastico!

Comportatevi di conseguenza

Comprare danese

Io non ho paura!

Esco allo scoperto e dico quello che penso.

Questo scudetto è nostro e nulla, dico nulla, potrà togliercelo.


Guillaume, il neroazzurro

Fracanappa

Malgrado la mia costante campagna, malgrado abbia insistito, malgrado abbia caldeggiato...i ragazzi hanno deciso: Fracanappa può postare...

A differenza degli altri, con i quali i contrasti si attenuano grazie alla distanza, Fracanappa è qui vicino.

Al primo contrasto esplode la rissa...

Guglielmo

perdere la trebisonda...

mi pare che si stia facendo passare la cosa come il gesto di uno squilibrato.
non sono d'accordo.
squilibrati o meno, questi qui fomentano l'odio: giustificano, incitano, santificano quelli che si bardano di c4 e si fanno esplodere tra la gente (ricordate quel ragazzino di 16 anni?).
spingono quindi la loro gente a prendere come normale farsi saltare per aria o, peggio ancora, ad uccidere un prete.
io penso due cose. la prima che oramai da qualche decennio ci si riferisca a certe persone come pazzi. mentre invece sono cattivi! il male esiste e si manifesta in tanti modi. la società odierna, dicendo, per esempio, che hitler era un pazzo, limita ciò che fece come una turba psichica. mentre così non è stato. era una persona cattiva. punto.
la seconda, che oramai tra il dire che sono pazzi e il cercare di giustificare o tentar di comprendere il loro punto di vista, si stiano calando le braghe fino in fondo. e quindi, via tutti a dire che le vignette sono un errore, che è stata offesa la loro sensibilità e così via. senza però far riferimento ad una qualsiasi strada di soluzione al problema.
se la strada è inchinarsi, non lamentatevi tra dieci o vent'anni quando le vostre mogli andranno in giro con il burka.
no pasaran
tec

venerdì, febbraio 03, 2006

...

giovedì, febbraio 02, 2006

Campagna elettorale di Prodi










tec

reciprocità 2

a me sti qui stanno veramente sulle scatole...
questa vignetta è blasfema?

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censura che sennò si offendo
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[fermi! abbiamo finito le vergini]

sì.
si sono offesi?
porelli..................................
se penso a come quel tizio che defini Nostro Signore Gesù Cristo (citazione da Full Metal Jacket), non penso ci sia paragone.
tec

Reciprocità

Nel nostro Paese, e Nell'Unione, in genere, tolleriamo ogni tipo di insulto alla nostra religione ed ai nostri simboli religiosi.

Nei paese arabi è diffuso il disprezzo per gli occidentali in genere.

Ma se un giornale europeo pubblica delle vignette definite blasfeme (probabilmente lo sono), a Gaza, la sede dell'Unione, è assediata dai miliziani.

In Francia licenziano il direttore del giornale che ha ripreso le vignette e il mondo mussulmano attende le scuse di Danimarca e Norvegia.

In Italia, per quel poco che ho cercato, è impossibile vedere le suddette vignette.

Dobbiamo vivere nel terrore che qualcuno le pubblichi?

Dobbiamo temere di essere aggrediti se mai, per caso, per strada faremo commenti ad alta voce sull'Islam?

Fare finta di nulla aiuterà il dialogo o aiuterà solo chi crede di far tacere ogni forma di critica con la violenza?


Il Maresciallo

mercoledì, febbraio 01, 2006

Il magico mondo delle multinazionali 2

domani mi recherò in visita presso due nuovi clienti.
sono andato quindi dal marketing per farmi dare preziossime brochure da dar loro. (preziosissime perchè devi compilare un modulo scrivendo chi sei, dove vai, perchè, un fiorino).
ho chiesto quindi alcune cartelline nelle quali riporre il materiale e la presentazione istituzionale. Quest'ultima me la sono dovuta stampare io, nell'unica stampante a colori funzionante. mentre per le cartelline sono andato in cancelleria. la cancelleria è gestita da un pool di segretarie, tre.
la regola sarebbe che alla cancelleria si accede solo al mattino. l'eccezione è riservata a chi fa il mio mestiere.
ho chiesto quindi le cartelline e delle graffette per rilegare le presentazioni.
se le avessi chiesto un rene avrebbe fatto meno scene.
"oggi pomeriggio non si lavora con tutti voi che chiedete queste cose", ha detto.
E io: "beh, questo è il tuo lavoro...".
Risposta"io devo anche fare altre cose...".
Finale: "non mi sembrava un'ora fa: sei stata nell'androne davanti al mio ufficio con la xxx per mezz'ora a parlare del suo ex marito".
Mi ha buttato le cartelline sul tavolo e ha sbuffato.

LICENZIATELA!!!
tec

informazione di servizio

il gentile lettore, capitato qui cercando "cosa è la normalità", si tranquillizzi.
non è questa.
tec

Panini

La lunga mano della Panini si estesa sino al mio ufficio. Per chi non lo sapesse lavoro in una struttura di circa 200 anime. L’età media è molto bassa ma i componenti del nucleo storico superano in età la trentina. E’ stato proprio tra questi che il virus, una variante della nota sindrome di Peter Pan, si è diffuso implacabile.

Tutto ha avuto inizio con la pubblicazione dell’album dei calciatori dei Panini. Subito un mio collega, ragazzo serio ed equilibrato, si è avvicinato alla mia postazione con fare da cospiratore e mi ha sussurrato: “Ascolta, stiamo iniziando la raccolta delle figurine della Panini. Ti va di partecipare?”

Ora, anche io ho le mie fisse, però l’ultimo album che ho completato è stato quello del Mundial del 1982. L’ho guardato ed ho accampato scuse puerili per non ferire la sua sensibilità. Ma lui non ha mollato. “Dai che hai un bambino piccolo. Si diverte anche lui!”. Non ho ceduto ma il mio esempio è stato vano. Lentamente sono comparsi i primi pacchetti.

In angoli oscuri si vedono due o tre colleghi tramare scambiandosi pacchetti di “figu” come fosse pakistano. Uno ha addirittura ipotizzato di creare un file excel in condivisione per verificare in tempo reale e con discrezioni le mancanti. (Ho cercato di spiegare ai ragazzi che il bello dell’album non è completarlo ma contrattare dal vivo gli scambi sfruttando le asimmetrie informative del mercato.)

Un collega ha investito 10 euro (10 euro di figurine è come usare un cannone su una formica. La bellezza delle figurine sta anche nel completare l’album con pochi mezzi a disposizione.) per trovare quelle che un tempo chiamavamo le rare pregando un altro collega che vive a Padova di riportare figurine venete.

Un paio sono stato sospesi perchè sorpresi a truccare le figurine. (sospetto che nella sala server ci sia un giro di scommesse e gare clandestine con le figurine)

Uno poi mi ha confidato che, rischiando una denuncia per sospetta molestia all’infanzia, ha abbordato un vicino minorenne in ascensore. Si sono accordati per uno scambio di doppie. Vicino abbiamo anche una scuola elementare. Qualcuno ha proposto di passare la pausa pranzo all’esterno in attesa dell’uscita dei bambini. Sto cercando un buon avvocato per quando vedro qualcuno dei miei portato via da una pantera della polizia

Ma il massimo è stato raggiunto ieri: un collega è entrato in bagno con una copia del Sole24ore. Prima che chiudesse la porta l’ho guardato un po sorpreso. “Pensi che sarà una cosa lunga?” gli ho detto preoccupato.

Lui per tutta risposta ha scostato la prima pagina del giornale mostrandomi la sforbiciata di Parola del che è il logo dell’album: “Devo controllare quelle che mi mancano...”

La situazione è ormai fuori controllo ed ho tentato di confrontarmi con Fracanappa.

Non aveva tempo. Stava litigando al telefono con il corriere di Ibs perchè non era ancora arrivato il secondo dvd della raccolta di Goldrake.


Il Maresciallo

Il magico mondo delle multinazionali

Lavorare in un’azienda che ha fatto, in modo assolutamente subdolo, della burocrazia uno dei pilastri organizzativi, ha il suo bel perchè.
Antefatto: qualcuno si accorge che sui pc dei dipendenti è installato di tutto. Skype, messenger, partizioni dual boot linux/winzozz, giochini, software licenziati in qualche modo (diciamo presi in prestito...), browser vari (firefox, opera...). Scatta quindi la reprimenda con tanto di mail minatoria a pulire, nel giro di qualche giorno, il proprio pc da tutto ciò che non è standard (vale a dire: sistema operativo, office, acrobat reader, ms project per qualcuno). Pena: richiamo scritto la prima volta, ammonizione, e infine impiccagione nel cortile degli uffici di milano.
Preso da terrore rimuovo tutto: firefox (licenza open source, quindi aggratis), software di connessione al palmare (del quale detengo regolare licenza), software del palmare (come prima), un paio di giochi che ero solito usare durante noiosissime confcall.
Mantengo però il mio acrobat (che a differenza del reader, i pdf li genera), mi serve per le offerte commerciali e per le presentazioni che mando ai clienti. In più mi era stato installato dai sistemi informativi, e quindi pensavo legittimamente licenziato.
Ieri arriva la mail: “Caro collega, abbiamo verificato che sul Suo pc è installato Adobe Acrobat.Qualora non sia in possesso di una Licenza d’uso, è pregato di rimuoverlo, pena due giri di chiglia del 20metri dell’amministratore delegato”. Impaurito, chiedo come mai, visto che gli stessi che ora mi minacciano, illo tempore me lo installarano.
Vien fuori che la licenza non c’è.
Bene. (rimane da verificare chi è entrato nel pc per controllare e se poteva farlo, ma tant’è)
Ora, come faccio i pdf? Considerato che un’altra policy (commerciale) mi vieta di mandare documenti in formato word e ppt ai clienti?
Siamo in subbuglio. La battaglia è appena cominciata.
Lo so, son problemi...
Tec
Creative Commons License