mercoledì, novembre 29, 2006

Ma tu guarda la vita/2

martedì, novembre 28, 2006

Ma tu guarda la vita

ops

Il presepista

In un mondo dove le competenze sono ormai frantumate ognuno tiene il suo sapere custodito gelosamente. Sul lavoro a fatica i colleghi spiegano e condividono banalità. Preferiscono anzi detenere il monopolio di parti di processo aziendale. Anche negli hobbies la gente mantiene segreti e trucchi per sé, per paura di perdere il monopolio su un dato argomento.

Raro diventa dunque trovare qualcuno che generosamente mette a disposizione la sua esperienza ed il suo sapere.

Ma qualche volta accade...

Per tre domeniche consecutive nella mia parrocchia si è tenuto un corso di presepistica. Un vecchio ciabattino della zona, piuttosto noto in città, ha illustrato come fare un buon presepe.

Il primo incontro è stato caratterizzato da enorme afflusso: anziani, bambini, infanti, padri e madri.

Ma già al secondo incontro l’affluenza era in calo. Il terzo: il Deserto dei Tartari.

Il ciabattino, che ha vinto gare, è stato oggetto di servizi di Rai, televisioni e giornali locali, ha messo a disposizione il suo immenso sapere gratis.

Per questo, credo, c’è stato scarso successo. Se le cose non sono monetizzabili (“ISCRIZIONE 25 Euro!” doveva scrivere così la gente avrebbe potuto dire: “Con soli 25 euro ho imparata a fare un bel presepe!”) pare non abbiamo valore.

Pochissimi neofiti (i partecipanti erano quasi tutti appassionati) ne hanno approfittato.

Alcune delle intuizioni del presepista sono superate (la sua rudimentale ma geniale elettromeccanica è rimpiazzata dall’elettronica) ma il tocco ed i trucchi, frutto di anni di tentativi e di sbagli, sono preziosissimi. (Ha mostrato alcuni presepi bellissimi per luci, colori ed architettura).

Mi ha fatto riflettere quell’uomo. Di origini umili faticava ad esprimersi in un italiano chiaro però ha trovato il coraggio di organizzare una piccola conferenza e, senza sforzo, ha regalato a noi un sapere conquistato faticosamente con gli anni.

Alla fine, quando qualcuno ha fatto presente che malgrado il corso non saremmo stati in grado di emularlo, ha detto: “che importa! Ogni presepe è bello. Basta farlo...”

Prima di salutarlo gli ho stretto la mano e l’ho ringraziato: “Bravo”, gli ho detto,” in pochi sono così generosi da mettere a disposizione un’arte appresa in una vita...”

“Vedi” mi ha risposto” questo per me non è un hobby, è una passione...“

Non ho imparato solo a fare un presepe...


Gughi, il vero

Ma allora?

Erano tutte illazioni?

lunedì, novembre 27, 2006

Povero!

venerdì, novembre 24, 2006

Allerto il mio avvocato!

http://riformatori.blogspot.com/2006/11/i-brogli-di-deaglio.html

Leggete i post di commentoal blog di Taradash sul caso Deaglio.

Il Gughi che posta (quinto commento) non sono io!

Plagio!

Chi aveva inventato il nick "Gughi" (Tec, Archie, Connie Boy?)???


Gughi, il solo!

Capolinea!

Ma perchè Morgna Stanley non mi assume?

Era il settembre del 2005...

http://ilconciliabolo.blogspot.com/2005/09/god-bless-america.html

Il dollaro è oltre 1.30 e veleggia al ribasso, le elezioni sono andate come sono andate, l'Iraq pure....

Guglielmo, Analista Capo del Conciliabolo

Alibaba.com

Nel 1999 Ma Yuan, trentaquattrenne cinese, di ritorno da un avventuroso viaggio negli Stati Uniti, chiamò a raccolta una ventina di amici nella sua umile casa chiedendo ciò che un amico non dovrebbe mai chiedere: soldi.

Chi mise da parte consigli, proverbi e suggerimenti oggi è un uomo ricchissimo perchè con quei soldi Yuan fondò il sito http://www.alibaba.com/.

Alibaba ( il nome non è molto rassicurante a meno di chiamarsi Aladino) è la porta di accesso alla Cina. 200.000 aziende sparse per il mondo fanno affari con quasi due milioni di aziende cinesi che producono dallo spillo al missile.

Yuan, che guadagna al netto di tutto circa 100.000 dollari al giorno senza fare quasi nulla (ogni azienda paga circa 5000 dollari all’anno di iscrizione), si è limitato ad applicare internet all’indomito spirito capitalista cinese.

Riflettendo su Alibaba e su Ebay ho pensato, per l’ennesima volta, a quanto la rete abbia cambiato le nostre vite.

Oggetti rari, introvabili o un tempo costosissimi sono oggi alla portata di tutti. Flotte di aeri cargo, che avvolgono il pianeta in una fitta rete, consegnano ad ogni ora del giorno e delle notte, prodotti di ogni tipo e dimensione.

Tramite internet chiunque può comprare qualunque cosa e, volendo, improvvisarsi mercante.

Il mio parrucchiere, completamente digiuno di inglese, ha comprato tramite Alibaba una partita di tavole a motore( skateboard a motore) che ora prova a lanciare in Italia. Ha comunicato con i cinesi usando un traduttore trovato in rete.

Un mio collega ha comprato in offerta speciale in un negozio specializzato dei cofanetti di un noto personaggio dei cartoni animati (la rete è anche questo: non posso svelare segreti commerciali che potrebbero essere letti da navigatori interessati...) e li ha poi rivenduti su Ebay a 3 volte circa il prezzo originario.

Si è limitato a mettere in contatto domanda ed offerta (un appassionato che magari vive in Puglia non ha accesso alla fonte diretta...) ricavandoci quella che oggi viene definita una ricca plusvalenza.

Ora sto curando un dvd su Ebay e partecipo ad una folle asta per il suo possesso. E’ una specie di gioco di strategia dove sarebbe possibile studiare il prezzo a cui lo stesso bene è stato venduto in passato e le recenti strategie dei partecipanti all’asta (basta studiare gli ultimi beni da loro comprati e le aste a cui hanno partecipato) per stabilire una linea di condotta.

Volendo un disoccupato, con un minimo capitale, una competenza specifica che consenta di valutare il prezzo di un bene (Connie i libri, Tec la tecnlogia, Archie i dvd) ed un po di esperienza sul meccanismo delle aste e sui partecipanti, potrebbe farne un lavoro.


Ma internet, in questi casi come in altri, aumenta o diminuisce le diseguaglianze?
L’idea che internet sia la grande unificatrice e la grande livellarice è un utopia.

Internet, come tutte le grandi vie di comunicazione e di commercio, arricchisce chi è capace e chi ha accesso ed esclude chi non lo è o chi non ha accesso.

Le diseguaglianze della Cina e il cofanetto di Daitarn III venduto ad un abitante del tavoliere, ne sono la prova lampante.


Guillaume

giovedì, novembre 23, 2006

Sor Perozzi

Ciao...

Arriva il panzone!

mercoledì, novembre 22, 2006

perche' son contento di essere cattolico

Facile...

domenica, novembre 19, 2006

Ricordi

La notizia del trasferimento degli obej obej da Sant'Ambrogio al Castello mi intristisce.
E' uno dei segni del tempo che passa e del fatto che non ci sono riferimenti fissi.
Il mio primo ricordo degli obej obej risale a quando ero un bambino e andai con mio papà (forse c'era anche la mamma, ma di questo non ho ricordo). Ricordo pochi flash. Il parcheggio (vicino a Marinella, ricollegato poi tanti anni dopo), la ressa, alcuni odori e tanta gente. E fra tanta gente la mano forte di mio papà che mi teneva.
Il fatto di farlo altrove, forse fa perdere la poesia: per me gli obej obej sono sant'Ambrogio (sia luogo che tempo), con le vie strette, e le aperture della piazza della chiesa. Le corna del diavolo nella colonna, che tanto mi hanno fatto sognare: immagini di un essere rosso, con ste corna che stupidamente si piantava nella colonna. E mi domandavo come poi avesse fatto poi a liberarsi.
Poi gli anni dell'università quando entrando ed uscendo dalla lezione vedevo gli ambulanti organizzare le loro ciafrusaglie. E la possibilità di fare due passi prima della calca di Sant'Ambrogio. Anche insieme al Maresciallo [che durante l'università aveva comunque il suo amico del cuore, il Didi, al quale passava appunti, suggeriva agli esami, aiutava nei momenti di bisogno (per non parlare della fidanzata, ma questa è un'altra storia), organizzava serate di divertimento senza invitarmi].
Bei ricordi.
Tec

venerdì, novembre 17, 2006

George e Benji

Ieri sera, nel corso del Tg5, Magdi Allam, con una certa enfasi che certo non gli difetta, ha aggredito gli imitatori del Santo Padre citando un bel detto arabo: “ A chi non ha coraggio, non difetta la vergogna” (mi pare di ricordare...).

Il senso sarebbe: non si attacca l’Islam per paura ed allora si maramaldeggia con il Papa.

Premetto che Fiorello non mi fa ridere (mi pare anzi che qualsiasi cosa dica la gente si spanci nemmeno avesse di fronte Jerry Lewis) e Crozza a malapena mi fa sorridere. La loro comicità e spesso di basso livello e cerca la risata facile facile.

Non comprendo però la levata di scudi a difesa del pontefice.

La dignità del Papa, oltre che dal ruolo in se, risiede nella sua forza morale, nella sua credibilità, in sostanza nelle sue idee.

Prendere in giro lui o il suo segretario non lede la sua autorità o offende i cattolici.

Non è vero che Prodi non venga preso in giro (anzi...ed è giustissimo che sia cosi) o che Luxuria non sia oggetto di satira ma loro non si curano della cosa o magari rispondono con ironia ( non rispondono per niente...).

Gesù, che aveva qualche numero in piu’ di Benedetto, nei Vangeli non dice mai “Non prendetemi in giro...” anzi, subisce umiliazioni crudeli e perfida derisione perchè, immagino, sapeva che la forza delle persone è nell’esempio e nel messaggio.

E’ rispondere a Crozza e Fiorello che fa sembrare il Papa in balia di due comici.

Vorrei che lo sdegno dei cattolici fosse dedicato ad altri temi: la pedofilia dei preti, i morti in Iraq, lo stupro quotidiano della natura e via dicendo o la commistione tra affari e religione.

Riguarda a Allam ha ragione. L’Islam ci fa paura perchè non accetta nemmeno l’ironia su Maometto ma la domanda è: sono loro che devono diventare come noi o noi come loro?

Ma ecco, a conferma, cosa ho trovato pochi istanti fa in giro su internet...

“Il Tg5 ha appena ridimensionato il peso delle dichiarazioni di padre George, segretario particolare del Papa. Che, a differenza di quanto diffuso in mattinata, non ha nemmeno idea di chi siano Fiorello e Crozza nè mai si sarebbe sognato di lanciare anatemi pesanti come macigni ("un commento del Santo Padre o una sua qualunque reazione sarebbero davvero troppo onore per questa gente"). “


Guglielmo

giovedì, novembre 16, 2006

Hong Kong

Il tenente del mio plotone, Valerio, che ho ritrovato di recente ad un corso è giunto ad Hong Kong.

Credo sia nata un amicizia. Con una certa frequenza mi invia mail (concepita per la sua famiglia ed i suoi amici) in cui racconta la sua giornata e ciò che ogni giorno impara su Hong Kong.

Il tutto corredato da fotografie suggestive su questo mondo cosi lontano.

A me, poi, suo collega (collega due volte...) racconta delle difficoltà della Banca, dei suoi dubbi, delle sue incertezze e delle sue speranze.

Ho iniziato a leggere alcuni libri sulla Cina per meglio comprendere il mondo in cui Valerio si trova.

A volte la vita riserva incredibilie piacevoli sorprese...

Guglielmo

Nati due volte

di Giuseppe Pontiggia, è un diario. Composto da brevi capitoli in cui l’autore tratteggia episodi, evidentemente mai dimenticati, della vita con suo figlio, un ragazzo disabile a causa di problemi alla nascita.

La bellezza del libro ha la sua ragione nell’età dello scrittore. Giunto alla fine della sua vita l’autore trova il coraggio di mettere con disincanto sulla carta il percorso che ha affrontato a volte al fianco, a volte contro, della moglie e del figlio Paolo.

Ne è uscito un libro spietato (anche e in particolare verso se stesso) su cosa significhi avere un figlio disabile. Un libro sulle paure, le ansie, le speranze, i compromessi, le delusioni, le meschinità proprie ed altrui che travolgono la vita di chi si trova ad affrontare una situazione difficile in cui, alla fine, si è da soli.

Ma non basta. Con uno stile tagliente, che mi pare poco spazio lascia alla speranza, Pontiggia riflette sulla vita, sulla vecchiaia, sull’insegnamento e sul matrimonio.

La sue sensibilità di scrittore, “esaltata” dalle difficoltà di crescere questo figlio al meglio, gli permette così di mettere con disincanto su carta, in poche parole, pensieri ed emozioni che spesso si affacciano confusi nella nostra mente e nel nostro cuore.


Solo nell’ultimissima frase del libro, che non anticipo, una bagliore di speranza. Un senso in mezzo al tutto.

Un libro da leggere e rileggere.

Guglielmo

tada tada tadatadatadatada (lo squalo)

sta arrivando...

martedì, novembre 14, 2006

Sparita la tassa....

Tra poco sparirà pure il Governo....

Guglielmo, deluso

satira

Dato che sento la mia posizione in bilico mi sento spinto a scrivere....da un paio di giorni c'è un argomento che mi frulla nella testa, avete seguito sul corriere la polemica, lanciata da avvenire, per le imitazioni del Papa da parte di Fiorello e Crozza? A parte che mi fa molto piacere che Avvenire si esponga in questo modo, i nostri (anzi più che altro vostri) fratelli musulmani per molto meno hanno messo a ferro e a fuoco le ambasciate in tutto il mondo, noi cattolici almeno scriviamolo un articolino!
Ma a parte questo più interessante ancora è stata la risposta del direttore artistico della Rai. Questo fantomatico personaggio ha detto che la satira sul Papa è dovuta al fatto che è un modo per testimoniargli il nostro affetto e che in fondo è un "tipo umano" che ben si presta al frizzo, non come i politici di adesso (ha citato Prodi) che non si riescono ad imitare.
Un commento del genere andrebbe saluto con le parole di Galeazzi imitato a Radio Deejay:"MMMMMITTTTICO...!", se Prodi non si presta a caricature (e questo è tutto da vedere) ben si prestano le sue scelte politiche, vedi finanziaria e i pazzeschi tagli all'università (anche questo è un bel capitolo da aprire..) ma tutti zitti...e poi si parla di Tv di stato assolutamente apolitica...ma perchè la comicità è appaltata alla sinistra?Perchè non si può scherzare su Luxuria che non sa in che bagno andare? Di fronte ad uno (il Papa) che nelle ultime tre uscite pubbliche (Università di Ratisbona,Verona,Accademia delle Scienze) parla di uso della Ragione e di Scienza noi ci limitiamo a prenderlo in giro, come un qualsiasi crucco in vacanza sul lago di Garda...

lunedì, novembre 13, 2006

Testa a Testa....

...

Gughi, il complottista

domenica, novembre 12, 2006

L'errore tipico dei genitori

Quando hai un figlio l'errore più frequente è quello di riversare su di lui (o lei) i tuoi sogni, le tue aspirazioni... caricarlo di aspettative, di pulsioni che rischiano, a lungo andare di schiacciarlo sotto un'immagine che non è la sua.
Per questo, eviterò di mandare Matteo in questa scuola.
tec

Dal mio uomo a Washington...ricevo e pubblico!

Qui sembra che tutto sia girato intorno alla guerra (qualcosa dovuto anche ad alcune porcacciate , scandaletti ecc negli ultimi anni).
Il punto e' che i rep erano identificati come chi voleva la guerra, non importa se ti eri scostato dalle posizioni di Bush, eri comunque un rep , il partito che appoggia la guerra.
Un esempio, il candidato in Rhode Island, conosciutissimo ed amatissimo, discostatosi molteplici volte da Bush so molteplici argomenti (guerra inclusa ovviamente), ha perso.

In piu' c'e da dire che molti dei democrats andati su (comunque in molti casi per una manciata di voti- vedi Virginia) sono meno "liberal" del solito, sono pro-life, anti-gay marriage , insomma molto republican.
Vedremo adeeso cosa succede, sicuramente ci saranno piu' interrogazioni e indagini dietro a cio' che succede alla WHite House, ma d'altra parte potra' anche succedere che Bush esercittera' il suo diritto di Veto (finora utilizzato solo in un occasione in 6 anni di amministrazione-stem cell research) piu' spesso.

contromano in autostrada

La sapete la storia del tizio che prende la milano bergamo, e ad un certo punto vede uno contromano e pensa: "va sto pazzo..", poi ne vede un altro, poi un altro ancora... e sentendo alla radio la notizia che dice che c'è un pazzo contromano sulla milano bergamo, dice: UNO? SARANNO CENTINAIA..."
Ecco, quello lì mi ricorda tanto Prodi. E' già la seconda volta che parla di pazzi, stavolta dicendolo a quelli che non la pensano come lui.
Delle due una, o è così arrogante da pensare di poter dire tutto quello che pensa (e allora doveva fare un altro mestiere) o il pazzo è lui.

Oppure è alla frutta e si è reso conto (alla seconda volta, un po' lento quindi...) che non riesce a tenere insieme i pezzi della sua coalizione: comunisti, radicali, centristi, cattolici (cattocomunisti), margherite, diesse, bisessuali, transgender, froci. Appena uno di questi gli fa "buh", cade un'altra volta.

E intanto l'Italia sta andando contromano in autostrada.....

tec

sabato, novembre 11, 2006

Vi sembra normale

Non so, sarò io che sono fermo su certi valori, ma quando leggo queste notizie rimango sempre di sasso.
Già non capisco questo "diritto" alla progenie dei gay. Non penso sia un diritto (come già dissi ai tempi del referendum), ma un dono.
Se una coppia è formata da due persone delle stesso sesso penso sia una cosa contro natura. Mi chiedo che effetti possa avere, inoltre, in futuro sulla psiche del bambino.
Ma ancora meno concepibile è per me il fatto che il donatore debba per forza essere gay.

La Famiglia oramai è un valore non più difeso.
Siamo alla frutta...
Tec

venerdì, novembre 10, 2006

Fuori uno...

Desidero ringraziare a nome anche di Archi, Gughi e Connie, il preziosissimo contributo al blog di Fracanappa.
E' con sommo dispiacere infatti che accetto le sue dimissioni. Comprendo tuttavia che questo posto non è alla sua altezza. Citava musica dotta, quando qui ci si scanna sull'iraq, bush, donnine nude e altre bassezze.
Ci mancherai Fra!
Tec
ps: non ho citato il bach volontariamente.........

gughi quanto la fai lunga...

Al di là del fatto che l'abbonamento a sky lo sfrutto per alcune interessanti trasmissioni di donne biotte, il gughi non si capacita del fatto che sulla stessa cosa si possano avere opinioni diverse. E che magari la verità non stia da nessuna parte.

Io ho semplicemente detto che la guerra in iraq non è la causa PRINCIPALE dell'esito delle elezioni del mid term.

Ho detto che gli americani guardano principalmente a casa loro. Cosa suffragata sicuramente da Il Foglio (mettici l'articolo, gughi), ma anche da un paio di editoriali del WSJ di ieri. Se vuoi posso fare una scansione e mandartela.
Poi penso che alla fine non me ne frega un cavolo, perchè tengo molto alla mia amicizia con lui e non ho voglia di fare a chi ce l'ha più lungo...

quindi torno ai miei post su apple. Per esempio potrei farne uno sul fatto che il mio nuovo MacBook Pro non mi sia stato ancora spedito...

tec

Della sublimazione

Premetto che non sono molto competente in fisica, e nelle materie scientifiche in genere, forse non sono competente in nulla, ma questo è un altro discorso, che riguarda il dilettantismo, il diletto, beh, vi decevo questo perchè qualche volta ho l'impressione che taluni post siano utilizzati per sublimare.
Non so bene cosa e perchè, ma quando leggo certi post livorosi, penso: aò, ma a questo che jie rode?

Midterm/3

Il Tecnologo ed il Connestabile hanno goduto di una di quelle iniziative che fanno la gioia dei centri commerciali: 2 per 1.

Nell’entusiasmo però non si sono resi conto che l’offerta era un cervello in due. Per ovviare i nostri, allora, pensano sempre la stessa cosa e scrivono diversi post sullo stesso argomento ripetendo non solo gli stessi contenuti ma persino gli stessi errori.

Anzi lo stesso stile...perchè l’odiosa abitudine di fare le pulci ai post altrui, interpretando le opinioni altrui ed addirittura attribuendone di comodo per poter meglio fare opposizione, è comune ai nostri due contributors.

Questo non può che generare invidia. Come vorrei aver usufruito della medesima offerta. Condividere un solo cervello con Archie, considerando che Archie è intelligentissimo, sarebbe stato sufficiente per evitare di scrivere qualcosa sul Conciliabolo pensando che i beghini prendessero spunto per una riflessione sulla “Democrazia in America” o addirittura, ma questa è ipotesi remotissima, fossero in grado di fare una sintesi di letture per distillare una riflessione, magari sbagliata, ma personale.

Ed invece è piu’ facile, mentre si origliano le performance sessuali altrui, concentrarsi su un post altrui, trovando incongruità e distillando orgogliosamente postille (senza magari chiedersi se il post sia stato concepito dopo ore di riflessione o scritto di getto con l’unico scopo di confrontarsi) per poter mettere nero su bianco tutto ciò che si è letto sul “Foglio” del mattino.

Già perchè provare ad avere una opinione propria può essere pericoloso. Si rischia di utilizzare anche un pezzetto che non compete del cervello in comodato d’uso

Curioso poi scoprire che se io non posso saperne piu’ degli americani sia possibile invece che il Tecnologo, che come noto al massimo legge “Il Foglio” e poi sfrutta l’abbonamento a Sky, leggendo una fantomatica stampa americana citi gli Exit Poll (attendibilissimi..) e quindi si faccia interprete del palpitante ventre americano.

Riconfermo ciò che ho scritto...e nello stesso (anche se inizialmente casuale) ordine.

Perchè vedi, Tekky Boy, Rumsfeld non è coinvolto in scandali , non è responsabile di ministeri economici o altro ma, guarda caso, è il Ministro della Difesa. E Bush quando già subdorava la sconfitta, aveva già pensato a quale testa far cadere per prima e, guarda caso, aveva pensato a Rumsfled.

Se rivedi i mie post passati, su Abu Grahib e sull’Iraq, comprenderai che non ero contrario alla guerra inizialmente ma che lo svolgimento ha portato macchie sull'America che se l'agricoltore del Mud West non coglie chi vive nell Est e nel Mid east coglie...

Ciò che ha reso odiosa la guerra è stata la falsificazione delle prove originarie e la sostanziale incapacità che gli Usa hanno mostrato nelle gestione complessiva della questione.

Oltre a ciò, all’americano medio, avrà anche dato fastidio l’aumento del prezzo della benzina (forse direttamente imputata alla crisi in medio oriente) o forse, a meno di non pensare ad un paese di cinici, ma tu che li consoci Tec saprai ragguagliarci, anche l’escalation di morti delle ultime settimane e la mancanza di uno sbocco credibile e non drammatico alla situazione.


Gughi

Ps. Tec, si fa per scherzare, eh!
Ps1. scriverò una mail a mio cognato a Washington oper dirgli che, malgrado viva la da 6 anni, non ha capito un cazzo dell'america ma se vuole ragguagli può chiamarti...con Skype, of course

midterm /2

 Lasciando perdere qualsiasi polemica con Gughi, che in un post di poche righe mischia le carte e poi fa l'offeso, è interessante notare come, a seconda del punto di vista (ho sentito e letto stampa americana per lo più), le elezioni americane siano interpretate in modo diverso.
  Ora, partiamo da un dato, gli exit poll. Le motivazioni sono, nell'esatto ordine: corruzione, terrorismo, economia e iraq.
Iniziare un post, sia detto senza vela polemica con Gughi, parlando dell'Iraq quando, secondo gli americani che hanno votato (ammesso che Gughi non ne sappia più di loro stessi), l'iraq è una e nemmeno la principale delle questioni, è riduttivo.
Come riduttivo sarebbe relegare relegare nel terzo paragrafo le questioni locali e ambientali vista la loro importanza (ammesso, una volta ancora che Gughi intenedesse per questioni locali gli scandali e il terrorismo e tralasciando l'ambiente che non è proprio ai primi posti) per poi tornare all'iraq.
Assodato che Gughi è contro la guerra in iraq, forse vale la pena cerca di capire dove stiano andando gli usa non solo in materia di politica estera, ma anche di politica interna. Visto che proprio sulla politica interna impattano i primi tre posti degli exit poll.
La spaccatura fra il potere esecutivo (Rep) e legislativo (Dem) non è poi una novità (checchè ne dicano gli italiani), Reagan, giusto per dirne uno, ha governato così.
Tra l'altro Reagan nel 1986 fece la riforma fiscale e Clinton, un altro nella medesima situazione, rifece le politiche del welfare. E questo può essere un buon punto di partenza per i prossimi due anni.
 
Infine, sempre a proposito dell'iraq che sta tanto a cuore a Gughi, i democratici non sono tutti contro la guerra in Iraq (mentre in Italia i nostri schieramenti sono o a favore o contro).
 
Tec
ps: guglielmo, si fa per scherzare, eh!

sale riunioni

Stamattina andando in ufficio mi domandavo su cosa fare un post. Le alternative era tutte valide: il condono nascosto nella finanziaria (però gughi avrebbe detto che rompo le scatole su Prodi), un bel post sulle degenerazioni famiglia (questo me lo tengo), qualche sagace commento su quante belle ragazze ci siano in centro...
Poi lo spunto è arrivato.
A fianco del mio ufficio c'è una comoda sala riunioni. Siamo separati da una parete così sottile che, opportunamente appostati, è possibile sentire preticamente tutto. Abbiamo un simpatico sistema che consente la prenotazione della sala riunioni via intranet che permette anche di sapere quando è libera o meno. Stamane ho visto due colleghi entrare. E per "colleghi" intendo un collega maschio e una collega femmina. Entrambi sulla cinquantina. Non lavorano insieme: uno si occupa di una cosa, l'altra di un'altra (e non sono contigue). Dopo una decina di minuti ho sentito chiudere a chiave la porta (in quel momento avevo anche la mia porta chiusa, ma non a chiave, mica ce l'ho!). Mi sono dovuto assentare per delle cose e sono tornato diciamo dopo una ventina di minuti. MI sono seduto alla scrivania e, effettivamente con il senno di poi, ho sentito dei rumori "atipici". Sono uscito per prendere un te e una briochina e rientrando nel mio ufficio, mentre iniziavo il corridoio i due uscivano dalla sala riunioni: lei davanti che si controllava la cintura e la maglietta, lui bello paonazzo due passi indietro.
Se non avessi avuto nella destra il te e nella sinistra la brioche mezza mangiata avrei fatto loro un applauso!
 
Domani mi procuro una telecamerina, pratico un foro nel muro e la installo.
 
Tec

mercoledì, novembre 08, 2006

Midterm

Il profilarsi della vittoria democratica alle elezioni di mid term non è che l’ennesima conferma di quanto la guerra in Iraq sia stata sbagliata se non nel movente quantomeno nella gestione.

Il sogno di Carl Rove, consigliere di Bush e secondo alcuni vera mente della Casa Bianca, di una “dittatura” repubblicana che mettesse all’angolo i democratici pare definitivamente tramontata.

Se ad un europeo potrebbe sembrare che i grandi temi (ambientalismo, unilateralsimo...) abbiano deciso il copovolgimento ma in realtà le questioni locali e gli scandali (per noi accettabili) ha segnato la tornata elettorale.

Non credo però che l’Iraq di oggi possa essere paragonato al Vietnam.

La situazione è molto diversa. L’unico aspetto che hanno in comune sono forse gli errori a raffica che gli americani hanno commesso e che hanno portato ad una situazione che non può concludersi se non con un ritiro.

Il segnale su cui riflettere è che, nel principio dell’alternanza, ad un periodo in cui le destre hanno guidato il mondo succede ora un periodo in cui le sinistre (o presunte tali) tornano alla ribalta.

Vedremo i risultati...


Guglielmo

venerdì, novembre 03, 2006

Quanto è largo l'Atlantico?

Pare molto, leggendo “Dio, Patria e ricchezza” di Massimo Gaggi.

Uno spaccato degli Stati Uniti e della trinità che tutto , negli Usa, muove.
La stragrande maggioranza degli americani si definisce credente (è quasi impossibile trovare un americano ateo) ma, con il loro pragmatismo, la religione, come qualsiasi bene o servizio, si piega alla legge della domanda offerta.
Chiese grandi come centri commerciali diventano il palcoscenico per predicatori che reinterpretano le scritture alla luce delle esigenze dei “consumatori”. I sermoni, legati al quotidiano, sono impregnati di ottimismo. Le immagini di santi sofferenti e lo stesso crocifisso sono banditi. La ricchezza, il denaro, non sono lo sterco del diavolo ma un segno della benevolenza divina. Internet, con le sue potenzialità, è diventato non solo il canale di diffusione di un cristianesimo sempre più personalizzata ma anche lo strumento tramite il quale società specializzate danno consulenza a chi si vuole trasformare in pastore.
Altri aspetti della vita quotidiana atterrirebbero un europeo. L’assistenza sanitaria, per la quale il governo federale spende una percentuale del Pil che non ha paragoni nel mondo, è un altro dei fronti caldi su cui si gioca la crisi d’identità che l’America attraversa.
La diffusa pratica di fare causa a medici ed ospedali ha portato al mostruoso aumento delle spese legali per questi ultimi con la conseguente riduzione di risorse a disposizione per l’erogazione dei servizi.
Oltre a ciò si è instaurato un meccanismo che porta il cittadino alla ricerca di polizze meno onerose ma che danno coperture sempre piu’ risicate. Paradossalmente le malattie piu’ diffuse, come il dilagante diabete, non godono, essendo malattie che necessitano di prevenzione, esami regolari e terapie continue, di coperture adeguate. Chi vuole una copertura completa deve quindi sborsare cifre elevate.
Il dilagare del diabete è conseguenza di una dieta che non consoce limiti. L’amore viscerale dell’americano medio per le proteine animali degenera spesso in ossessione. Alcune grandi catene pubblicizzano piatti con circa mezzo di chilo di carne, mayonese, bacon e uova facendo leva sul coraggio ed il patriottismo dei consumatori.
Chi segnala i rischi di questa involuzione viene spesso tacciato di nazismo alimentare. Solo ora molte multinazionali, spaventate dai rischi di cause simili a quelle fatte per il fumo, inziano ad attuare politiche commerciali meno aggressive in grado di spingere anche prodotti piu’ sani.
Ma le pagine piu’ belle sono dedicate all’economia. La lotta tra Jobs di Apple e Gates Di Microsoft, il futuro della rRete ed i rischi che il quasi monopolio del “sapere” di “Google” puo’ portare nel mondo. L’intrusione nella nostra posta elettronica per proporci nuovi servizi e prodotti (scrivi ad un amico che vorresti farti un giro a Roma e subito ti arrivano mail pubblicitarie d Hotel e ristoranti nella capitale), i rischi della digitalizzazione dei libri (si potrà sempre sapere cosa e quando uno legge), i rischi di un sapere accessibile in un clic e la conseguente perdita di interesse per la capacità di memorizzare date o eventi.
Un intero capitolo è dedicato all'Iraq ed agli errori che il Pentagono e l’Amministrazione Bush hanno compiuto cercando di applicare principi di business alla guerra.

Insomma un libro ricco di spunti di riflessione su dove va l’america e su dove, come al solito, noi andremo.

Alla fine esce l’immagine di un paese in crisi che vede i suoi pilastri crollare e si interroga su come sostituirli o ripararli. Un paese giovane che, agli occhi di un europeo, appare curioso e a volte irrazionale (immagino lo stesse sentimento che nasce in un americano osservandoci...).

Un libro sulle debolezze dell’America ma anche sulle sua forza. Un libro su un Paese che non si può fare a meno di amare o odiare.

Tutto racchiuso in tre parole. Dio, Patria e Ricchezza.


Guglielmo

Ps.: alla fine della lettura mi è venuta nostalgia dell'America, dei suoi spazi sconfinati, dei suoi Mall, delle bistecche tenerissime, dell'Oceano, della gentilezza dell persone, degli adesivi sui paraurti, dei Fast Food dispersi in Virginia, delle decorazioni natalizie incredibili...

mercoledì, novembre 01, 2006

L'inevitabile....

Ci sono eventi inevitabili. Persone, luoghi, fatti che si parano sul nostro cammino e, per quanto si faccia (o non si faccia) non ci riesce di scansarli.

Così è andata con il Tenente Milanesi. Dopo averlo sentito telefonicamente ed aver fissato un paio di appuntamenti (miseramente saltati) il nostro era scomparso nell'oblio.

Ieri, mandato dal mio capo ad un corso presso una struttura centrale, le nostre strade si sono nuovamente incrociate.

Mentre vagavo per i corridoio ho visto infatti il tenente Milanesi impegnato con il cellulare. Ha faticato a riconoscermi. All'epoca non portavo il pizzetto. Lui invece, era immutato. Abbiamo pranzato insieme da McDonald. Quando si ritrovano i commilitoni è come se ci fosse separati pochi minuti prima.

E così infatti Valerio mi ha raccontato della sua vita. Ha narrato di come da qui a pochi giorni partirà per Hong Kong per una nuova avventura lavorativa. Senza fronzoli, senza menzogne o esagerazioni (per portare con se la sua compagna si sposerà a breve. Lei si licenzierà dal lavoro attuale per seguirlo. Va a dirigere un ufficio non messo benissimo...insomma un coraggiosissimo salto nel buio ricchissimo però di potenzialità ) Ha chiesto un parere ed io, onestamente, l’ho incoraggiato (e’ giovane, non ha figli, è brillante....).

Inevitabilmente, dopo, il discorso è caduto sul militare. Alla bocca ci sono tornati modi di dire, espressioni e nomi sepolti nella memoria. A tavola, di fronte ad un toast, parecchi “misteri” di quei tre mesi sono stati svelati. La vicenda, che narrai nei mesi scorsi, era stata da lui in parte dimenticata ma parlandone, a Valerio è tornato in mente tutto (in realtà molte cose erano diverse da come le avevo viste o da come le ricordavo. E’ stato divertente però accorgersi di come abbiamo vissuto e raccontato in maniera differente certi avvenimenti.)

Alla fine ci siamo salutati un po commossi promettendoci di tenerci in contatto (Gli invierò il racconto e, quanto tornerà in Italia a dicembre forse verrà a cena a casa nostra).

Lunedi Valerio parte per Hong Kong. E’ sorprendente che dopo tutti questi anni i nostri sentieri si siano sovrapposti ancora per un istante ed in particolare alla vigilia di un cambiamento radicale per lui. Forse è stato un caso ma io ho pensato di leggere in questo incontro la possibilità di “confortarlo” ed incoraggiarlo nella sua scelta di partire per l’estremo oriente.

La vita, a volte, è imprevedibile. A volte invece pare si diverta a mostrarci che quando una cosa deve accadere, accadrà...

Guglielmo
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