mercoledì, luglio 29, 2009

Nota di servizio per il portafoglio del Tec

Attenzione! Reggersi agli appositi sostegni! Attenzione! Sta arrivando! Ed è maledettamente vicino!

giovedì, luglio 16, 2009

Eccomi

ed ecco anche il terzo fratello, per dir la verità l'unica sorella, è entrata in possesso dell'oggetto del desiderio per eccellenza tra noi tre fratelli... Anche l'ultima roccaforte è caduta...
Peccato che ieri sera sia stata un'ora a cercrcare di capire dove si infilasse la sim card e ancora non sia riuscita a farlo funzionare...
Forse a me basta un Nokia 3310...

venerdì, luglio 10, 2009

Comunisti....

http://www.gossipblog.it/galleria/dmitri-medvedev-ubriaco-al-g8/1

E se l'avesse fatto Silvio?

Non che io voglia difenderlo, ma immaginate come si sarebbero avventati i giornalisti e le anime belle, qui.

domenica, luglio 05, 2009

Era mia nonna




Che i tuoi occhi velati, grigi e belli come i miei, tornino ad essere allegri. Che siano gli occhi ironici con i quali, nelle mattine d’inverno, lanciando dal ferro da stiro un colpo di vapore che si dissolveva nell’aria, mi dicevi:
“Fra freddo….e i vecchietti cadono come uccellini…uno via l’altro…”. Per questo forse hai scelto di andartene in una giornata di Luglio.

Che la tua voce, ora per udirla dovevo avvicinarmi a te, torni la voce squillante e cantilenante con la quale mi dicevi: “Alberto, ven giò dalla pianta!”. Che torni ad essere quella con cui mi parlavi del nonno, della guerra, del Finanziere che conoscevi e che era morto a Cefalonia (ti prestai il libro sull’eccidio e poi, al momento di ridarmelo, mi chiedesti se potevo regalartelo come ricordo di quel soldato.)

Che il tuo sorriso, ormai piegato dal peso di troppi anni, torni ad essere quello che trattenevi quando sparavo battute grossolane.
“Nonna, dighel d’andà a ciapà intel cu!”
“Ma Alberto….” Mi dicevi ridacchiando, ma fingendo indignazione.
Oppure.
“Alberto!” mi chiamavi mentre uscivo di casa.
“Eh?”
“Vadavialcu!” mi dicevi. E ridevamo insieme.

Questa sera la zia mi ha chiesto cosa si poteva scrivere sulla tua lapide. Mi è venuto da ridere e poi, pensando a come avresti riso anche tu, non ho trovato il coraggio di dire: “vada vial cu!”

O quella mattina di quando facevo il militare:
“Dove vai?”
“In caserma…”
“Si vede che ti piace fare il Carabiniere…ci vai tutti i giorni…”

Che la tua mente, ormai assopita, torni ad essere la mente che conoscevo. Quella che chiedeva curiosa delle cose. Quella che ti spinse a chiedere se c’era un altro posto per me nel Pellegrinaggio a Gerusalemme. Non volevo venire. Ma poi divenne un viaggio intenso e bello. E quando, a Tel Aviv, tutti ringraziarono il Signore per avergli fatto dono di quel pellegrinaggio io dissi: “Io invece ringrazio mia nonna…che mi ha pure pagato il viaggio!” E tutti risero.

Che le tue gambe magre ed ossute, tornino ad essere quelle con cui ogni giorno percorrevi chilometri.

Che il tuo cuore, terrorizzato da una badante maleducata (ricordo il tuo sguardo che da angosciato si tramutò in trionfante quando quel giorno le urlai di lasciarci da soli. E come vidi che la cascata di tenebra che scorreva nella tua testa si dissolse parlandoti delle Mura di Gerusalemme al tramonto e dei ragazzi che ballavano nei pressi del Muro del Pianto la sera del venerdi), torni ad essere quello con cui sapevi far rispettare le tue idee e la tua giustizia (quante volte da levatrice avrai dovuto combattere con uomini prepotenti? Quante donne avrai difeso?).

Che la tua schiena, piegata ed impazzita come un ramo storto, torni ad essere la schiena che per tutta la vita hai tenuta dritta.

Quante volte abbiamo litigato? Sapevi come ferirmi e farmi arrabbiare. Ho capito in questi giorni che mi conoscevi da sapere cosa passava nel mio cuore. Sapevi anche cosa mi faceva ridere di me. Ho imparato che quella che pareva cattiveria, era ironia.

Passeranno i giorni. Il ghiaccio di questi tuoi ultimi anni si scioglierà e torneranno a galla migliaia di frammenti di una vita trascorsa insieme. E non sarai piu’ ciò che il fuoco di questi ultimi mesi ha tentato di divorare.

Dirò allora: Questa, era mia nonna...

“Che tempo c’è a Gerusalemme oggi?” mi hai detto una mattina qualche anno fa.
“Non lo so….”
“C’è il sole…è primavera…è sempre primavera a Gerusalemme.”
Ti vidi sorridere e compresi che parlavi della Gerusalemme che avevi nel cuore.

Vai nonna…Gerusalemme è la in fondo.


Alberto
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