giovedì, febbraio 26, 2009

Archie...

e' un mese che ho un n95... mi spiace ma non arriva nemmeno a metà di un iPhone: plasticaccia, software lento, nessuna differenza per quanto riguarda la qualità delle telefonate.
Sarà sicuramente più aperto di iPhone, ma il confronto lo perde.
tec

martedì, febbraio 24, 2009

1958
















Questa immagine è tratta da un servizio giornalistico del 1958 sulla Borsa Valori.
Lì ci sono gli agenti di cambio, personaggi che vendevano e compravano azioni alle grida (Gughi e io abbiamo studiato tanto di quel tempo fa che i titoli erano trattati così).
Forse si conoscevano tutti tra di loro, le opzioni le avevano anche loro (put, call, warrant). Non era un mercato drogato come quello di oggi: che ci spacciano per "perfetto", ma che forse non lo è, alla faccia dei professoroni di Harvard.
Ma non è di questo che voglio scrivere... in quella foto lì, c'è mio nonno. Era un agente di cambio. E io ho passato parecchi pomeriggi da lui, quando andavo al liceo, a farmi raccontare come funzionava la Borsa ("quando il mercato va giù, vai sugli assicurativi e sui bancari: azioni che hanno sostanza.. patrimoni.." mi sa che il nonno si sta sbellicando dalle risate, lassù).
Aveva qualche anno più di me in quella foto, anche se sembra parecchio più vecchio di me. Chissà cosa pensava mentre la Rai (si chiamava già Rai?) riprendeva il suo lavoro...  Che bello sarebbe stato mostrargli oggi questo video!
Rigetto questa immagine in rete, chissà mai che lassù ci sia un bellissimo mac e lui stia navigando...

Nessuno muore sulla terra, finchè vive nel cuore di chi resta

tec

lunedì, febbraio 23, 2009

Io non so perchè...

Che peccato

Poteva essere l'occasione per cambiare, io ci credevo, sarei andato pure a votare per Bersani..invece le solite cose tristi,trite e oramai degne solo del più populista Di Pietro

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domenica, febbraio 22, 2009

Mancherà...

Non so perchè...ma quando mi capitava la Gazzetta tra le mani e vedevo un suo scritto mi precipitavo a leggerlo....

Un giornalista sereno capace di coglier l'epico ed il bello che c'è nello sport.

Ciao Candido...

Guglielmo

sabato, febbraio 21, 2009

A mezzanotte va....

L’idea degli aiutanti dello sceriffo è un’idea suggestiva. Già John Wayne si avvalse di Dean Martin e Ricky Nelson in “Un Dollaro d’onore” per fronteggiare una banda di fuorilegge che imperversava nel paesino a lui affidato.

L’idea, dopo una probabile programmazione del film nel ciclo “I bellissimi” di Rete 4, è stata dunque ripresa dal nostro lungimirante Governo per garantire l’ordine nelle nostre strade.

Operazioni piu’ incisive dal punto di vista culturale (spiegare agli stranierei ed agli italiani, che stuprano quanto gli stranieri ma lo fanno tra le mura di casa, che le donne non sono oggetti) sono state ritenute troppo dispendioso. Agire nella situazioni di degrado ed emarginazione in cui vivono queste persone è stato giudicato troppo fine e non in linea con le affermazioni progressiste di una cittadina di Roma che, qualche sera fa al Tg, ha detto: “Io li ammazzerebbe tutti”.

Aumentare il numero di poliziotti e Carabinieri, smettere di deligittimare la magistratura, costruire nuove carceri, utilizzare la Polizia Locale per pattugliare le strade (la priorità ormai è il traffico e le multe che garantiscono la solidità dei bilanci comunali) è stato giudicato troppo complesso.

La soluzione migliore, che viene incontro all’esigenza del grosso pubblico di poter toccare con mano il problema, è quella di dare spazio a tutti i volenterosi.

Finalmente tutti i bravi padri di famiglia, finito il lavoro, indosseranno la loro pettorina gialla, il lore berrettino blu e armati di cellulare (prontamente verrà lanciata la “Tariffa ronda: Chiami il 113 ed intanto ti ricarichi”) potranno pattugliare le strade per garantire la sicurezza di tutti.

Con l’equilibrio che contraddistingue le persone armate di buona volontà le nostre strade torneranno ad essere luogo di dialogo e confronto.

Non si pensi però che lo Stato abbia abdicato alla prerogativa di garantire la sicurezza pubblica. In un periodo di crisi come questo la felice intuizione ha il pregio di poter essere inserita nel corposo pacchetto per il rilancio delle'economia alla voce: “Iniziative volte al rilancio del settore delle pettorine, anfibi, baschi, coltelli serramanico, bomber, manganelli telescopici, Tonfa, spray al peperoncini, settore editoriale (ennesima ripubblicazione di tutti i “Discorsi del Duce”) e Telefonia Mobile”.


Gughi

giovedì, febbraio 19, 2009

Ma se c'è un corrotto....chi è il corruttore?

In effetti ormai è persin inutile fare satira...

La realtà basta e avanza...

mercoledì, febbraio 18, 2009

Grazie Gino!

Lunedì sera [29 aprile 1895]


Carcere di S.M., Holloway

Mio carissimo ragazzo,
questo è per assicurarti del mio amore immortale, eterno per te. Domani sarà tutto finito.

Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore per te e questa idea, questa convinzione ancora più divina, che tu a tua volta mi ami, mi sosterranno nella mia infelicità e mi renderanno capace, spero, di sopportare il mio dolore con ogni pazienza.Poiché la speranza, anzi, la certezza, di incontrarti di nuovo in un altro mondo è la meta el' incoraggiamento della mia vita attuale, ah! debbo continuare a vivere in questo mondo, per questa ragione.

Il caro *** mi è venuto a trovare oggi. Gli ho dato parecchi messaggi per te. Mi ha detto una cosa che mi ha rassicurato: che a mia madre non mancherà mia niente. Ho sempre provveduto io al suo mantenimento, e il pensiero che avrebbe potuto soffrire delle privazioni mi rendeva infelice.

Quanto a te (grazioso ragazzo dal cuore degno di un Cristo), quanto a te, ti prego, non appena avrai fatto tutto quello che puoi fare, parti per l' Italia e riconquista la tua calma, e componi quelle belle poesie che sai fare tu, con quella grazia così strana.

Non esporti all' Inghilterra per nessuna ragione al mondo.

Se un giorno, a Corfù o in qualche isola incantata, ci fosse una casetta dove potessimo vivere insieme, oh! la vita sarebbe più dolce di quanto sia stata mai.

Il tuo amore ha ali larghe ed è forte, il tuo amore mi giunge attraverso le sbarre della mia prigione e mi conforta, il tuo amore è la luce di tutte le mie ore.

Se il fato ci sarà avverso, coloro che non sanno cos'è l'amore scriveranno, lo so, che ho avuto una cattiva influenza sulla tua vita. Se ciò avverrà, tu scriverai, tu dirai a tua volta che non è vero. Il nostro amore è sempre stato bello e nobile, e se io sono stato il bersaglio di una terribile tragedia, è perchè la natura di quell' amore non è stata compresa.

Nella tua lettera di stamattina tu dici una cosa che mi dà coraggio. Debbo ricordarla.

Scrivi che è mio dovere verso di te e verso me stesso vivere, malgrado tutto.

Credo sia vero. Ci proverò e lo farò. Voglio che tu tenga informato Mr Humphreys dei tuoi spostamenti così che quando viene mi possa dire cosa fai.

Credo che gli avvocati possano vedere i detenuti con una certa frequenza. Così potrò comunicare con te. Sono così felice che tu sia partito! So cosa deve esserti costato. Per me sarebbe stato un tormento pensarti in Inghilterra mentre il tuo nome veniva fatto in tribunale.

Spero tu abbia copie di tutti i miei libri. I miei sono stati tutti venduti.
Tendo le mani verso di te. Oh! possa io vivere per toccare i tuoi capelli e le tue mani.

Credo che il tuo amore veglierà sulla mia vita. Se dovessi morire, voglio che tu viva una vita dolce e pacifica in qualche luogo fra fiori, quadri, libri, e moltissimo lavoro.


Cerca di farmi avere tue notizie.
Ti scrivo questa lettera in mezzo a grandi sofferenze; la lunga giornata in tribunale mi ha spossato.

Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tuttii giovani, amatissimo e più amabile. Oh! aspettami! aspettami! io sono ora, come sempre dal giorno in cui ci siamo conosciuti, devotamente il tuo,

con un amore immortale Oscar

(Oscar Wilde - De Profundis)

Il Fantasma di Canterville


L’altra mattina, in pausa pranzo, girovagavo in una libreria. Il mio sguardo, di padre attento, si è posato sugli scaffali dedicati alle letture per l’infanzia. I volumi passavano rapidi tra le mie mani. Ad ogni libro mi immaginavo intento a raccontar storie ai mie ragazzi. I loro volti stupiti, impauriti e le loro risate scorrevano insieme alle pagine. Alla fine, mi è capitato in mano “Il fantasma di Canterville.” I fantasmi ed i castelli esercitano su di me un fascine irresistibile. Il “Fantasma di Canterville” è uno di quei vaghi e misteriosi ricordi d’infanzia impressi indelebilmente nel mio animo. Senza pensarci due volte ho investito 9 euro nell’acquisto del prezioso tomo.

Sono rientrato a casa e, con noncuranza, ho gettato in corridoio il pacchetto. Il sacchetto di carta, una carta frusciante come le vesti di uno spettro ed ornata con quelli che parevano esseri stemmi dell’antica e perduta cavalleria, è stato preso d’assalto da Fede e Ricky.

“Stasera iniziamo a leggere una bella storia….”
“Che storia, papi?”
“La storia di un fantasmaccio che combina un sacco di scherzi…ma fa una brutta fine…”
“Siiiiiiii!” hanno urlato all’unisono.

Un gelido vento ha steso il manto della notte sulla nostra casa. Riccardo, come al solito, vagava per casa rallentando le operazioni precedenti la nanna. Federico (l'ho visto ridacchiare mentre lo faceva) stava rintanato nel letto di Riccardo fingendo di non sentire sua madre che lo chiamava in bagno a lavare i denti.
Dopo i soliti richiami all’ordine i due, pronti per la notte, si sono presentati in camera da letto. Si sono accoccolati nel letto di Riccardo e si sono messi all’ascolto. Ho letto le prime tre pagine nelle quali il signor Hiram B. Otis, ministro americano, decide di acquistare, con annesso il fantasma di Sir Simon, la tenuta di Canterville. A pagina tre circa, compare l’indelebile macchia di sangue della moglie di Sir Simon. A quel punto la lettura si è interrotta. Dopo un doppio bacio, cui Riccardo tiene tantissimo come fosse un rito propiziatorio, ho lasciato la stanza. Il mio compito era concluso. Ma non sempre tutto va come deve. I due, in particolare vena, hanno iniziato a porre contrattempi tra loro ed il sonno. Federico voleva che Susanna andasse prima da lui per le coccole. Riccardo voleva due baci. Federico voleva abbassate le sponde del letto. Riccardo cercava Tigro e Winnie e Fede voleva i Gormiti che aveva lasciato nello scooter….in breve Susanna è uscita dalla loro stanza sbattendo la porta:
“Stasera te la vedi tu!” e si è diretta in bagno intenzionata a farsi una doccia.

Ho abbandonato la tv e sono entrato nella stanza. Ho subito compreso che le solite urla con cui riconduco tutto all’ordine non sarebbero servite. Quindi, sentendomi per quella sera davvero un padre comprensivo e ragionevole, ho cercato il dialogo.
“Cosa è successo?” ho chiesto a Riccardo che piagnucolava.
“Io volevo solo Winnie e Tigro…”
“Ricky…non è che tutte le sere puoi tirarla in lungo…”
“No..No…”

Insomma, in stile negoziatore, ho dovuto riportare la calma in casa. Le parti, desiderose solo di chiudere lo scontro, trovavano finalmente un difficile accordo.
Dopo le solite coccole di rito pareva che la pace fosse calata sulla mia magione.
Mi disponevo quindi in attesa di “X Factor”.

Non avevo però fatto i conti con la potenza narrativa di Oscar Wilde. Verso le 21.28 circa, nemmeno preceduto da sferragliare di catene, compariva in soggiorno il mio primogenito.
Con la voce rotta dal terrore ha singhiozzato: “Papà…io ho paura….”
“Di cosa?”
“Del fantasma…”
“Quale fantasma?”
“Quello del libro…”

Fortunatamente il pinella, che ha la tendenza agli eccessi ed in particolare ad emulare amplificando in maniera esponenziale le emozioni provate dal fratello, dormiva.

Susanna, che non voleva sentirne di tornare nella stanza dei due orchetti, mi ha quindi messo nell’angolo: “Che storia gli hai raccontato? Adesso te la vedi tu…”.
Inutile dire che il tentativo di far comprendere a mia moglie che il fantasma non era nemmeno comparso nella narrazione e che quindi le ragioni della resurrezione di Special One erano da ricercare altrove si è dimostrato vano.

“Te la vedi tu adesso…”

C’è da dire che Riccardo si è sparato la trilogia di Jack Sparrow senza fare una piega. In sei anni l’unica volta che l’ho visto davvero spaventato e stato una notte, sommersi nel buio della campagna toscana, mentre tornavamo in albergo. L’ho visto affrontare il mare in tempesta urlando “Arrivo!”, gettarsi da un dirupo innevato con un bob, cadere, e rialzarsi ridendo. L’ho visto ascoltare storie, raccontate a lume di candela, di bambini che lottando con diavoli e nel mentre sgranocchiare pop corn ridendo di gusto. Il sospetto che mi ha dunque assalito è che il giovine, ancora sconvolto dalla lite con la madre, cercasse un qualche bizzarro modo di fare casino.
A quel punto, conscio della delicatezza della situazione ed in preda ad un vago senso di colpa, ho riportato Ricky in camera sua. Singhiozzante l’ho messo sotto le coperte e gli ho detto:
“Scusa, ma cosa ti fa paura?”
“Il fantasma…”
“Ma se nemmeno è ancora comparso…”
“Si, ma c’è la macchia di sangue che mi fa paura…”
“Scusa Ricky che differenza tra questo fantasma e quelli di Jack Sparrow?”
“Questo mi fa paura…”
A quel punto non mi restava che smontare il meccanismo narrativo messo in piedi da Oscar: “Ricky, è solo una storia. Il fantasma non esiste. Se l’è inventata un signore per scrivere un libro…e fare un mucchio di soldi”
“A me fa paura…”
Evidentemente il fanciullo non era ancora pronto ad arrendersi all’evidenza che la fantasia è solo...fantasia. Pronto a sacrificare i 9 euro e bruciare la storia ho detto:
“ascolta, sai come finisce la storia.?”
“no..come?”
“Finisce che i ragazzini fanno spaventare il fantasma. Gli fanno talmente tanti scherzi che lui scappa. Alla fine si scopre che il fantasma è buono è voleva solo degli amici…”
“A me fa paura…”
Ormai il panico per aver fatto crollare la tenuta piscologica di mio figlio iniziava a farsi strada.
“Riccardo, questa casa è un Castello. quando chiudo la porta e le finestre nessuno entra. Men che meno il fantasma…e se ci prova lo sistemo io.”
“Si…”ha detto lui rassicurato.
“Ora dormi…il libro lo prto via e lo metto sul mio letto ok?”
“si…”
Dopo circa altri cinque minuti un urlo si è levato dalla cameretta.
“Hai ancora paura?” gli ho chiesto preoccupato.
“No…Non sono io…” mi ha detto stizzito “è Icus stavolta…”
Il piccoletto, che fortunatamente non aveva colto il problema, si è accontentato di qualche coccola veloce.

“Cosa aveva?”
“Cosa vuoi che avesse…era dispiaciuto per la discussione con te. Lo sai che è sensibile…adesso dorme”

La prima manche di “X Factor”, intanto, era ormai perduta…. per fortuna il Fantasma di Canterville pare dimenticato.

Guglielmo

Che caso...

Ok, io sono berlusconiana e non ne faccio mistero... 
ieri sera mi è capitato di vedere Benigni al festival di San Remo... mezz'ora, e dico mezz'ora,  a parlare di Berlusconi... una satira vecchia e noiosa.
Mi dispiace, un personaggio colto e intelligente come Benigni credo potesse spendere quel tempo in modo migliore. Anche avesse fatto della satira sulla sinistra sarebbe stato ugualmente noioso...
Perchè fare satira politica? Tra l'altro, non è che ci sia questo gran che da ridere... 

giovedì, febbraio 12, 2009

Alla base della crisi...

“Nei giorni di libero mercato, quando il Paese era una massima potenza industriale, era un obbligo inderogabile dar conto agli azionisti. I Carnegie, i Mellon, gli uomini che hanno costruito questo grande impero industriale, lo rendevano sicuro perchè era in gioco il loro denaro. Oggi la Direzione non rischia niente nella Compagnia. Il punto è, signore e signori, che l’avidità, non trovo una parola migliore, è valida. L’avidità è giusta. L’avidità funziona. “

http://www.youtube.com/watch?v=jPgtO7F1O8k

venerdì, febbraio 06, 2009

Il calcolo dell'incalcolabile

Tutto, proprio tutto, può essere spiegato dall’economia. Ogni decisione, ogni scelta, che prendiamo è una scelta di tipo economico. Basata sugli incentivi, sui costi, sui ricavi e sull’utilità. Ma, come accade nella vita, nulla è prevedibile. Gli effetti di un aumento delle tasse, del costo del petrolio e via dicendo, sono imprevedibili. Questo perché le variabili in gioco sono talmente numerose che non esiste un modello in grado di considerarle tutte. Capita di rado, sui giornali italiani o nei discorsi dei politici, di vedere l’economia utilizzata per quello che è: uno strumento per comprendere la realtà. Spesso è solo un’arma per giustificare interessi di parte.

Per scoprire quanto l’economia possa essere uno strumento in grado di spiegare non solo il passato, ma anche il presente, vi suggerisco due libri: “Freakonomics” di Steven Levitt e “La coscienza di un liberal” di Paul Krugman.

“Tutto ha un volto nascosto”. E’ questa la massima che guida gli autori (non è un caso che i due studiosi, Levitt insegna economia a Chicago mentre Kruigman insegna a Princeton, si citino a vicenda nelle due opere). Molte delle credenze piu’ diffuse(il calo della criminalità a New York ed in tutti gli Stati Uniti negli anni ’90, vale la pena affidarsi ad un agente immobiliare per vendere casa?, come definiamo un bravo genitore?) vengono smontate da Levitt e spiegate utilizzando l’economia ed i suoi strumenti per collegare fatti apparentemente lontani. Quando si chiude il libro ci accorgiamo come sia facile dar a bere ogni cosa alle persone e come spesso ci fermiamo alla superficie delle cose.

E’ la storia degli Stati Uniti invece la materia di studio di Paul Krugman. Dall’Età dell’oro sino ad oggi Krugman analizza le presidenze che si sono succedute e i momenti chiave della storia del suo Paese. In controluce, nei fatti chiave della storia americana (la Grande Depressione, il New Deal, la Guerra Fredda, la fine della segregazione, il Vietnam) , riesce a scorgere le motivazioni dello straordinario benessere che trascinò fuori dalla povertà milioni di persone tra il ‘46 ed ’73 (il periodo che lui definisce della “Grande Compressione” poiché si assistette ad una straordinaria compressione verso l’alto dei salari ed una maggior redistribuzione delle ricchezze grazie alla tassazione progressiva piu’ alta sui redditi piu’ alti e alle tasse di successione) ed la successiva lenta erosione della classe media (scomparsa a causa della progressiva perdita di peso del sindacato e del ritorno al potere della destra ultraconservatrice. Un libro supportato da decine di dati e ricerche ma animato dalla straordinaria capacità di Krugman di vedere oltre le apparenze e oltre ciò che spesso è comodo per alcuni si creda (una su tutte: Reagan fu davvero un grande Presidente?).

Un libro per comprendere dove, grazie alla destra ultraconservatrice americana, il mondo sia oggi scivolato.

Un’ultima riflessione. Krugman e Levitt sono anche giornalisti. Sarebbe bello, anche nel nostro paese, avere uomini cosi indipendenti e lucidi.

“Credo in una società relativamente ugualitaria, supportata da istituzioni che limitano gli eccessi di ricchezza e povertà. Credo nella democrazia, nelle libertà civili e nello Stato di diritto. Tutto questo fa di me un liberal e ne vado orgoglioso”. Paul Krugman



Guglielmo

lunedì, febbraio 02, 2009

Demone Facebook

Non ho mai postato gran che sul Conci, non sono mai riuscita a capire cosa potesse essere interessante di ciò che ho da dire...

Non mi va di sentire solo critiche riguardo a facebook... ok... se usato male, come qualunque cosa, può diventare spazzatura, ma credo che sia un fenomeno interessante... permette di tenere i contatti con amici lontani, di tenere allenata la mente con giochini di abilità, di pubblicare proprie foto e di farsi i fatti degli altri...

Ma soprattutto credo che permetta di sentirsi meno soli in una società dove l'individualismo regna sovrano...

Non so se il calo di post sul conci sia direttamente dovuto all'impazzare di facebook, sta di fatto che spero che i più abili tra noi riprendano a postare a pieno ritmo, è bello aprire questo blog e sentire cosa avete da dire, anzi, maglio, cosa abbiamo da dire...

Non che sia a sud...

e poi dicono male di Milano
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