domenica, febbraio 26, 2006

Uscire di scena...

Avevo un amico che, quando uscivamo, insisteva per arrivare sempre in ritardo. Se l’appuntamento era per le 22 in un locale, noi arrivavamo verso le 23.30.

“Vedi” diceva “Noi ci presentiamo quando ormai la serata langue. Tutti ormai si annoiano ma il nostro arrivo rilancia le sorti della serata.. E quando la serata avrà il suo culmine noi, come se avessimo un qualche impegno da un’altra parte, ci dilegueremo. La serata finirà con il tornare a languire e noi ci faremo la fama dei brillanti animatori…”

Compresi dunque che i tempi di ingresso e di uscita(quello che si chiama Market Timing in Borsa…), in qualsiasi cosa si faccia nella vita, sono fondamentali.

Quando ero ragazzino, giocando a pallacanestro, mi capitava spesso di andare a giocare al Lido. Il Lido era, forse lo è ancora, il tempio del basket milanese. E su quel playground si consumavano battaglie spettacolari. Spesso, io ed mie amici, ci trovavamo contro gente che all’epoca, aveva l’età che io ho adesso. Erano forti. Forse piu’ forti di quanto sarei mai diventato io se avessi continuato a giocare. Io, vedendoli, mi dicevo “Non voglio arrivare alla loro età e dedicare ancora il tempo che dedico adesso al basket…”. Cosi’, anche per una serie di infortuni, è stato. Non che la pallacanestro non mi manchi. Ci sono notti in cui ancora sogno di giocare. Sogno un dai e vai, o di schiacciare a canestro, di sentire il ferro aspro del cerchio tra le mani ed il rumore della palla che rimbalza sul cemento mentre l’aria si tinge del rosso del tramonto. E tutto il mondo è li…a vedere chi vincerà. Però è passato…

Saper chiudere un esperienza della propria vita è un’arte. Saper chiudere una storia d’amore finita, saper cambiare lavoro, chiudere una amicizia corrotta dal tempo e dall’incuria o un esperienza che ci ha dato e a cui abbiamo dato tutto e che, da quel momento in poi, diventa una sterile ripetizione è difficile ma ci regala nuove opportunità.

Con questo spirito, credo, Big Sandrone ha deciso di lasciare la compagnia teatrale di cui era colonna portante. (In realtà i bookmaker di Londra pagavano alla pari che li avrebbe mandati ‘affanculo entro i primi due anni ed invece ne ha retti quasi cinque). Ieri sera si è consumata l’ultima “prima” di mio padre. E l’uscita è stata di quelle con il botto. Sandrone non solo ha allestito una scenografia degna di un teatro londinese ma ha recitato “Trappola per topi” da protagonista arricchendo il personaggio principale della commedia con tutta la consumata esperienza maturata in questi anni trascorsi calcando le scene.

E Big Sandro non ha atteso che la sua avventura teatrale logorasse o che si frantumasse tra il risentimento e le liti ma, all’apice, ha preavvertito i segnali della discesa ed ha deciso di lasciare.

Quando la voce si diffonderà nessuno dirà “Beh, ci aveva proprio rotto…” ma dirà “Quanto ha dato e quanto avrebbe potuto ancora dare…”. Ed invece il Cary Grant di Musocco sarà già in sella ad una nuova entusiasmante iniziativa ed i bookmaker, ancora una volta, punteranno su quanto tempo reggerà.

La commedia è in scena ancora sabato. Se volete vedere un uomo che sa quando dire basta ed un attore che ha raggiunto il suo personale apice allora accomodatevi, perché dopo, calerà il sipario…

Guglielmo
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