venerdì, ottobre 31, 2008

la realtà è cio' che appare?

Si fa un gran parlare di chi abbia o meno iniziato gli scontri in piazza navona l'altro giorno (Gughi, tranquillo ero a Roma ma non in piazza navona, ero all'EUR: posso provarlo con degli scontrini...).
Ieri mattina ho letto l'articolo di Maltese su Repubblica: dandolo per vero, sembrava che i fasci avessero attaccato dei ragazzini di 12/15 anni e le loro "maestre"... che si muovessero come reparti militari ad ondate... e che la polizia avesse lasciato fare.
Ieri sera, tornato da Roma (ero sulla Aurelia ma attaccato al raccordo, posso dimostrare anche questo), ho guardato qualche video in rete. Leggendo i giornali, sembra che i 20 camerati abbiano iniziato.
Beh, da questo video mi sembra invece che i sedicenti ragazzini (secondo repubblica) fossero un po' più grandicelli e che, per il solo fatto che ci fossero dei "neri", hanno attaccato briga per primi, mentre il capomanipoli delle camicie (non-)nere stava parlando.
Rimane il fatto che i coglioni sono sempre due: in questo caso, gli uni e gli altri.
tec
ps: e piantiamola con i poliziotti infiltrati.... please

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martedì, ottobre 28, 2008

Made in Detroit

Massimo rispetto per uno che vive così...


Accendere le casse....


Gughi

Il coraggio di Tremonti

In questi giorni si parla molto di università di tagli, di sciopero, di lezioni in piazza.
Voglio tralasciare l'aspetto della protesta studentesta perchè non trovo significativo infilarsi in una polemica sterile che vede da una parte facinorosi
in piazza schierati con un'ottica vetero sessantottina e dall'altra gli stakanov dell'università, delle lezioni che con un giudizio altrettanto sterile
vanno a lezione e studiano e non sono ne pro ne contro, sono solo a favore del proprio orticello.
vorrei concentrarmi sul disegno di legge e su ciò che comporta culturalmente e fattivamente.
Il problema di questa legge non sono i tagli, i tagli sono necessari perchè l'università è un buco nero e la maggior parte delle università non sa
gestire i soldi, non sa gestire la didattica, non sa gestirsi, come ad esempio l'università di roma, di firenze, di palermo.
Giulio Ballio in un'intervista visibile su sussidiario.net ha evidenziato come il problema dei tagli sia non tenere conto di alcune oggettive condizioni di merito cioè alcune università meritevoli che sanno gestirsi non devono essere considerate alla stregua di quelle università che invece non sono capaci.
La cosa più grave secondo me, che nessuno dice perchè non politically correct, è che i tagli è giusto che ci siano, è necessario, perchè l'università italiana è un buco nero, non dappertutto però. Allora quelle università non in grado di gestirsi andrebbero commissariate, perchè questo non si fa? La seconda cosa grave che ne consegue è la concezione statalista che hanno della persona, infatti la legge impedisce alle università di rientrare dei costi tagliati come meglio crede, questo è grave! perchè devono obbligare il politecnico che è sano come un pesce e saprebbe azionare le leve giuste per risparmiare ad una poltica dell'assuzione imposta dallo stato?per salvaguardare quelle università che non sapendo gestire i soldi, una volta fatti i tagli fallirebbero. A mio parere quindi i tagli sono sacrosanti, quello che c'è di marcio, ma è un problema culturale (e non politico come ci vogliono far credere), è la concezione di persona che ci sta dietro, uno statalismo che da Tremonti e dalla Gelmini non mi aspettavo.

p.s se proprio siete interessati vi inoltro la lettera che il magnifico ha mandato ha tutti noi studenti del poli

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venerdì, ottobre 24, 2008

Ciccio Bombo Cannoniere

Il vespino di plastica rulla in corridoio come un Airbus in decollo. Sbuzzy pedala curvo sul manubrio. Le gambe spingono come stantuffi.
“Dai! E muoviti!” urla suo fratello alle spalle.
Federico fa per curvare. La ruota anteriore del monopattino aggancia la posteriore sinistra del triciclo. La moto sbanda e Riccardo vola per terra. Ridono. Icus (come lo chiama suo fratello) riparte. Il monopattino riprende l’inseguimento ma il vespino è troppo lontano. E’ lanciato a folle velocità. Federico alza le gambe quasi sopra il manubrio e, inclinando la testa verso terra, si schianta contro il mobile che custodisce ciò che resta del servizio in cristallo.
“Allora!” urla sua madre.
Lui, abbassa la testa. La guarda di traverso e sibila: “Smettila!”.
“Ehi!” gli dico io.
Capisce che non ci sono spazi e, mogio, riparte.

Fede ha imparato un sanguinoso insulto:“Ciccio bombo cannoniere, con tre buchi nel sedere!”
Lui lo pronuncia “Ciccio Bombo niere cuoo ee uchi edere” e poi ride.
Se la madre lo rimprovera lui, spavaldo, urla “Ciccio bombo” e fa un gesto alzando il braccio come dire “lasciami perdere, io sono leggenda”.

Se sua madre, prima che si addormentino, fa qualche coccola a Riccardo, lui, nel suo lettino, come un mantra, recita: “cicciobombicicciobombocicciobombocicciobombo…”. Questo sino a che sua madre si spazientisce.

Le parole, con Sbuzzy, hanno poco effetto. Comprende di piu’ quando, minaccioso, mi avvicino al suo sedere. Allora diventa ragionevole.

Sbuzzy è cosi. Un raccontatore di frottole leggendarie. Alla festa di suo cugino, spaventato, si è rifiutato di salire su cavallino per un giro. A casa raccontava a tutti di aver fatto un giro sul cavallo facendo prodezze alla Wild West Show di William Cody, alias Buffalo Bill. Di ritorno dall’Aqcuario, da me imboccato, ha sostenuto di aver fatto il bagno con gli squali: “Tuffo!” dice per iniziare il racconto. Ieri vedevamo al computer una foto di una tartaruga fatta da Ricky. Lui, con il suo sorriso da canaglia, ha sostenuto: “fatta io, foto uga….io….”.

Sbuzzy è cosi. Lunatico come un dobermann. L’umore dei prossimi cinque minuti è un mistero. Oggi deve averne combinate di ogni. Sono tornato a casa presto e mi sono preparato per la spesa. Fiutando l’aria gli ho detto: “Sbuzzy vieni con me a fare la spesa?”. Sua madre ha trattenuto il fiato speranzosa.

“no…no…io Icky”. Poi, dopo aver fiutato anche lui che tirava brutta aria, si è convinto.
“Ciao brutti ceffi!” ho urlato alla metà della famiglia che si allontanava verso l’oratorio.
“Ao utti effi ao!” ha urlato lui.

Sbuzzy è così. Non è uno che mette barriere tra le sue emozioni ed il mondo. E’ un bambino generoso che spezza in due un pezzo di pane che ha in mano e te lo pone in bocca. E’ uno che osserva per minuti interi le biglie che precipitano verso terra e nel cui petto frullano pensieri indecifrabili. Non conosce la paura, non perchè è coraggioso, ma perché è incosciente.

Ma anche lui, come tutti, ha qualcosa che lo rende speciale. È un bambino di una tenerezza infinita. Che si avvicina e, senza alcun motivo, ti bacia su una guancia o ti carezza la nuca. Il suo fascino è nella sua irrazionalità e nella sua imprevedibilità. E’ uno che per strappare una risata, a quelli di cui si fida, una cerchia parecchio ristretta, si butta nel fuoco.

Oggi, all’Esselunga, gli ho comprato un Land Rover dei Carabinieri. Lo ha posto sul nastro della cassiera e poi lo ha osservato sino a che non è passato dalla cassa. In ascensore abbiamo aperto la scatola ed abbiamo studiato il mezzo. Per un secondo fratello una cosa che sia tua, solo tua, è felicità vera.

“E’ tua! Solo tua!” gli dicevo.
“Mia! Mia!” urlava felice.

L’ho messo sul seggiolino. Lui, con gli occhi azzurri come il cielo dopo una giornata di vento spietato ed il sorriso da furfante con cui metterà in ginocchio metà della popolazione femminile tra 15 anni, mi ha detto una cosa che non mi sarei mai aspettato.

Ha alzato il Land Rover verso di me e agitandolo ha urlato felice:

“Grazie papi, ‘azie, ‘azie papi…”


Guglielmo

mercoledì, ottobre 22, 2008

The Special One

Ieri, colto da raptus, ho preso una giornata di ferie per oggi. Ieri sera ho indugiato sino a tarda ora sulle pagine di “La formazione degli Stati Uniti (1776-1876)” di Arnaldo Testi. Stamattina, il cuore leggero, mi sono svegliato un po’ piu’ tardi del solito. Insieme a Susanna ho accompagnato i ragazzi all’asilo e poi, un po tesi, ci siamo recati nella scuola elementare dove vorremmo iscrive Riccardo l’anno venturo.

Dopo qualche battuta introduttiva, durante le quali ho abbozzato un ritratto della nostra famiglia corrispondente al profilo della scuola in questione, la direttrice ci ha posto alcune domande inerenti il Professore.

“Come definireste vostro figlio con una parola?”

“Ne uso tre: The Special One” avrei voluto rispondere, ma Susanna, già emozionata, ha buttato li un “ Vivace”.

Ora, “vivace”, indica tutto e niente. Forte del mio essere “il piu’ grande scrittore vivente con un romanzo incompiuto” ho precisato: “ Io direi solare, aperto, curioso…”

“Bene, bene…” ha annuito la direttrice. “E….lo definireste un leader?”

“Signora, con tutto il rispetto, lei ha mai visto “Salvate il soldato Ryan” di Spielberg? Ecco, saprà allora che ad un certo punto il plotone guidato da Tom Hanks giunge in un paesino disperso sulla linea frastagliata del fronte. I papaveroni di Washington hanno catapultato i ragazzi della 101ma divisione qua e là per la Normandia e quindi la guerra, la Seconda Guerra Mondiale, cara signora, si gioca sul filo dell’anima di quei ragazzi. Sulla loro forza d’animo. Aulla loro volontà. Bene, tornando a Tom, il plotone incontra il suddetto Ryan su un ponte disperso tra Caen e Berlino. Qual ponte, qull’ultimo fottuto ponte, con tutto il rispetto signora, è la chiave di volta dell’operazione anfibia piu’ grande della Storia. Gli ufficiali sono morti tutti ed a capo dei superstiti vi è un soldato scelto che, conscio della gravità del momento, è diventato il riferimento per tutti i suoi commilitoni. Un faro. Quello, cara signora, è un Leader. Qual cazzo di soldato, su quel cazzo di ponte di pietra, beh quello, signora, è mio figlio!” avrei voluto dire.

“Si..è uno che ama guidare i giochi. Organizza ed incoraggia gli altri…” ho detto.

“Si” ha precisato mia moglie (cui avevo peraltro detto di non parlare se non interpellata da me. Il mio, conoscendola, era un puro esercizio di stile) “se ci sono bambini piu’ grandi li segue, ma se è lui il piu’ grande ama organizzare.

“bene…bene…eeeee…..che tipi di giochi ama?”

“Giochi…giochi signora…se per lei creare il vuoto in un barattolo di caffè e creare una tempesta di neutrini allora le dico che ama giocare con i barattoli vuoti. Gioca anche da solo. Certo. Di recente fa fare la battaglia ai soldatini. Con i Gormiti ha ricostruito la battaglia di Hastings e quella di Gettysburg. Tra parentesi la piu’ grande carica di fanteria della Storia. Con il Lego ha costruito la “Morte Nera” di Star Wars ma ha avuto problemi con la plancia di comando. Comunque è uno che gioca anche in gruppo. Bigliardino, calcio…le solite cose”. Prima che potessi dirlo Susanna ha detto. “Si…si …gioca da solo. Guarda libri. Ha molta fantasia.” . Mi sono limitato ad annuire.

“Il linguaggio? Parla? La dizione? Costruisce pensieri di senso compiuto? ”

“Signora. Ho portato a casa mio figlio dall’ospedale che aveva tre giorni. Alla sera del giorno stesso ho tirato fuori una giostrina che avevo comprato al mattino (strapagandola) e lui, tre giorni signora, ci sono le foto, seguiva con lo sguardo gli angeli e tentava di afferrarli. A nove mesi camminava. A tredici la prima parola diversa da “mamma”: “acqua”. Non da detto “brumbrum” “cacca” o “guagua”. Ha detto “acqua”. Così, Signora. Come io lo sto dicendo ora a lei. Usa il congiuntivo da circa due anni e suppongo sia capace di ammansire le fiere con la sua dialettica. Sua zia, che vive negli Stati Uniti, ricorda ancora di quando, durante un viaggio di pochi minuti, annichilì due adulti e 6 bambini di varie età con i suoi ragionamenti e la sua parlantina. Di recente siamo stati a Genova all’acquario ed il giorno seguente, su richiesta dell’insegnante dell’asilo, ha tenuto una conferenza di 45 minuti dal titolo “Delfini e tartarughe in cattività: è vera gloria? Riflessioni di una giornata nella brezza marina”. Inutile dirle che si è conclusa tra gli applausi. Il Dvd è su internet.”

“Si…si. Parla bene.” Mi è uscito.

“Bene…bene…. E come mai avreste pensato alla nostra scuola?”

“Signora. Avete fatto 7 al superenalotto”
“Ma il sette non esiste!”
“Appunto. Qui signora abbiamo un incrocio tra “La grande anima” Ghandi, Wiston Churchill, Enrico Fermi e Tesla. Il piano di studi del fanciullo è previsto sino ad Harvard, grazie agli appoggi degli zii in confidenza con un Giudice della Corte Suprema, e quindi questo non è che l’ingresso di una rampa spaziale in cui il razzo verrà lanciato nello spazio infinito.”
Questo doveva essere il tenore del dialogo ed invece….

“Non possiamo che condividere il progetto educativo che sta alla base della vostra scuola. La famiglia, pensiamo noi, deve essere il luogo principe dell’educazione. La scuola, come lei ha detto non è che di supporto. L’idea di una scuola in cui il genitore è presenza attiva e fattiva è per noi garanzia di un percorso di crescita mirato.”

A quel punto mi sono reso conto che il profilo che avevamo tracciato, pur non corrispondendo in pieno ai miei pensieri rimasti inespressi, era abbastanza alto.
“Comunque le abbiamo descritto quello che a noi sembra essere nostro figlio. Le devo dire che noi siamo innamorati dei nostri due figli e quindi, forse, tendiamo ad esagerare...”

Le ha sorriso e ci ha congedato.

Prima di uscire dalla scuola ho cercato, in corridoio, il punto in cui porranno il busto del Professore.
Sotto il suo profilo vergheranno: The Special One.

Ho accompagnato quindi Susanna al lavoro. Prima dell'ingresso abbiamo bevuto un caffè insieme. Poi sono stato dai miei a fare due chicchere e poi via in piscina. Sono tornato a casa. Ho messo in fresco una birra Menabrea e preparato una frittata con fagiolini, grana, zucchine e prezzemolo.

Ora sono qui, a scrivere per il Conciliabolo ascoltando i Coldplay.


Non posso che pensare…


“Ieri è storia.
Domani è mistero.
Oggi è un dono, per questo si chiama presente.”

Maestro Tai Lung, “Kung Fu Panda”, Dreamworks 2008


Guglielmo, padre di The Special One

martedì, ottobre 21, 2008

E ora nevica

Un post del Bach e uno di Moose nello stesso giorno!
Ohmammammia!!!

Tec

Sent from my iPhone

Siamo in recessione

E questo si sapeva. La mia famiglia in tutti questi lunghi anni non mi ha mai negato niente di necessario anzi mi ha offerto anche molto del superfluo. Ad esempio ho delle fisse alimentari. L'ultima su tutte la cedrata tassoni prima di andare a letto, solo tassoni non una sottomarca schifosa. Ma in ogni caso non è di questo che volevo parlare.
In casa mia si parla ormai da troppo tempo di recessione, lo si legge sui giornali, si paventa povertà, cosa a cui io credo, anzi credevo, poco. Tuttavia due fatti hanno scatenato in me la paura di questa parola, lo spettro della povertà. Il primo: la sera del derby ho invitato un mio amico a vedere la partita, non poteva perchè abitando lontano doveva prendere la macchina e non se lo poteva permettere con quel che costa la benzina. Il secondo stasera: mia mamma ha paventato l'idea, presto realtà temo, che invece dello sfizioso yogurt della muller potrebbe acquistare un barattolone di Yogurt bianco mila e aggiungere in modo postumo un po' di coco pops a mo dei deliziosi croccantini nocciola e cioccolato, il tutto per un consistente risparmio mensile.
Per il derby vada, ma rinunciare al mio muller post cena, non so se ce la faccio

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lunedì, ottobre 20, 2008

guardando si impara

oggi durante la lezione di metodi e tecniche per la gestione delle risorse umane c'è stata una simpatica testimonianza di un giovane assistente al direttore di una grande azienda di consulenza. questo giovane rampante ci spiega chi è, qual è la sua formazione (laureato in economia) e di cosa si occupa.
Premetto per chi non lo sapesse che la sottoscritta è iscritta all'ultimo anno (il quinto, quello vero) di psicologia delle organizzazioni e del marketing.
il giovane in questione inizia a raccontare alla classe che la sua attività comprende anche la selezione di candidati a diversi stage...
dopo aver sentito queste parole, la classe ha iniziato a rumoreggiare e a chiedere come mai un laureato in economia facesse selezione.
ora, la sottoscritta non ha mai preteso, a differenza dimolti altri, che la propria facoltà formasse gli studenti a svolgere attività esclusivamente deputate ad uno psicologo, è perfettamente conscia della presenza di interdisciplinarità, del fatto, ad esempio, che l'università trasferisca agli studenti delle conoscenze e una forma mentis, più che degli strumenti veri e propri, tuttavia è rimasta sconcertata da una frase.
alla domanda, posta da un giovane studente al nostro professionista, "ma scusi, lei dove ha imparato a selezionare?"....la risposta è stata: "ho delle doti naturali e poi ho imparato guardando gli altri!"
Allora questi poveri psicologi del lavoro cosa studiano a fare???

martedì, ottobre 14, 2008

investimenti

Ieri con il Maresciallo si parlava, fra l'altro, di investimenti.
Ecco cosa ho trovato oggi su internet :
------- Original Message --------
If you had purchased $1,000.00 of Delta Air Lines stock one year ago you  would have $49.00 left.  

With Enron, you would have had $16.50 left of the original $1,000.00. 
 
With WorldCom, you would have had less than $5.00 left. 
 
But, if you had purchased $1,000.00 worth of beer one year ago, drank all of  the beer, then turned in the cans for the aluminum recycling REFUND, you  would have $214.00 cash.
 
Based on the above, the best current investment advice is to drink heavily  and recycle. 
---
Che dire, hanno ragione: bere di più e reciclare!!!

tec

lunedì, ottobre 13, 2008

lunedì

si prospetta un lunedì interessante...
Lavoro tranquillo in ufficio (lo scrivo toccando il toccabile...), serata con birretta a discutere di massimi sistemi con Gughi (meglio la Theron o la Berry?) e domani escono i nuovi portatili Apple.
Ecco, è un po' come fosse la vigilia di Natale...

Consiglio questa lettura.

Buona settima a tutti.
tec

domenica, ottobre 12, 2008

Come tu sei...

Ci vediamo come ladri. Rubando tempo a mia moglie ed ai mie figli. E questo, non te lo nascondo, mi fa sentire un pò in colpa. Ma tutto passa quando, nell’oscurità, scorgo i tuoi fianchi snelli e sodi.

Tutto svanisce quando ti accarezzo la schiena e la sento vibrare impaziente sotto le dita.

Ti ricordi quel giorno? non dissi nulla a mia moglie. Chiamai al lavoro, presi due ore di permesso senza spiegare perché, e restammo insieme tutto il mattino. O quella sera d’estate. Le vie erano deserte e noi girammo per il centro giocando a smarrirci.

Ho pensato a te guardando le montagne. Ho immaginato come sarebbe stato dolce passeggiare con te. Fermarsi in un prato a mangiare e poi, vicini, riposare al sole. Avrei voluto averti con me in Toscana. Ti ho immaginata sulla spiaggia o bighellonare nei borghi in collina. Ed a volte immagino viaggi fantastici con te. L’Irlanda, la Scozia. Lo so che ti ho fatto un sacco di promesse ma questa la manterrò. Quando farò 40 anni io e te, senza dire nulla a nessuno, salteremo su un treno per Parigi e poi verso la Normandia. Troverò qualche centinaio di euro e ce ne staremo in giro solo io e te. Dormiremo dove capita. In fondo basta stare insieme.

All’alba del 6 giungo saremo a Saint Mere Eglise per la Messa. Poi a Omaha e Caen. Finiti i soldi torneremo a casa.

Lo so, hai ragione, ci vediamo ad orari improponibili. Al mattino presto, prima di andare al lavoro, quando tutti, chiusi negli abitacoli, ci osservano con invidia. O la sera tardi, mentre il sole tramonta dietro le chiome degli alberi ed i tralicci dell’Enel. Ma tutte le volte l’emozione è la stessa. Anche sotto la pioggia. E quando torniamo a casa, anche se sono fradicio, voglio sempre accompagnarti dentro casa tua. Asciugarti ed essere certo che tutto sia posto prima di salutarti. Per fortuna, ma non è un caso, viviamo nella stessa via.

Tutto annega nell’emozioni che provo quando, attaccati l’uno all’altro, condividendo un unico destino, ci buttiamo felici per strada. Ed addosso sento gli sguardi invidiosi degli altri. No. No. Non sono geloso. Perché so che tu sei mia.

Si. Si. Hai ragione. Anch’io guardo le altre. Ma ti giuro, ti giuro, che lo faccio solo perché ricordarmi che tu sei la piu’ bella è un piacere dolcissimo. Mia moglie spesso mi rimprovera “hai finto di guardarle tutte!”. Ma lei non ha ancora capito che nel mio cuore ho posto solo per te.
Che nessuna, nessuna, ti giuro, mi fa battere il cuore come fai tu. Sento i tuoi fianchi tra le mie cosce. Ti sento irrigidirti ed ammorbidirti sotto le mie mani. Adoro sentirti reagire, inclinare, solo spostando il peso del mio corpo o la pressione delle mie mani.

Anche stamattina è stato bellissimo. L’aria era fredda. Siamo passai di fianco ai campi rivoltati dai trattori in vista dell’inverno. Abbiamo corso sul tavolato sospeso tra i canneti e l’acqua del Bosco in città. Ci siamo stretti l’uno all’altro precipitando sull’erba fradicia.

Oggi ho deciso di dedicarti questo post...

So che non lo leggerai ma voglio che tutti ti vedano per ciò che mi dai...e per come sei...


Gughi

giovedì, ottobre 09, 2008

Matteo e i tuberi

matteo, due anni e mezzo, alla madre, mentre veniva cambiato stasera prima di andare a nanna: "mamma, fancecia ha a patata" (fancecia è Francesa, sua amichetta dell'asilo).
Marta, si blocca, rompendo a metà il pannolino e dice: "come, amore?".
"mamma, fancecia, ha a PATATA", urlando e indicando il suo pisellino.
"e chi lo ha detto?!?", dice la madre, simulando, male, una certa indifferenza...
"a Lolena"...
La Lorena è una delle sue maestre.

Ora, so che vanno tutti insieme a fare la pipì e posso anche capire che si guardino e commentino i reciproci attributi (Gughi e io abbiamo smesso da un paio d'anni), quello che non comprendo è perchè con tutti i modi che avevano di chiamare la "patata", la maestra abbia usato proprio quel termine.

tec

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ciao zia

"un vermut-e?!?". Me lo chiedevi sempre, con quella storpiatura marchigiana. Che poi il vermut non l'ho mai bevuto, nè tantomeno ho mai detto che mi piacesse. Ma l'ospitalità e' sacra e ti sembrava strano che rifiutassi da bere del vermut alle 9 del mattino.

mi sono sempre domandato cosa avessi da confessare tutte le settimane... avevi passato gli ottanta da un po': che peccati facevi? (seguendo il tuo esempio, io dovrei passare in confessionale gran parte della mia giornata...).
ricordo un aquilone, e io bambino poco più grande di Matteo, nella casa del mare. un aquilone che oggi un bambino non guarderebbe neanche di striscio. fatto con carta da giornale, farina e acqua per fare la colla, due bastincini recuperati chissàdove e una corda da arrosto, così pesante che per farlo volare dovevo andare a trieste e sperare nella bora. però ricordo con quanta ammirazione ti osservavo creare un miracolo.
o quella volta che cucinasti un pesce che avevo pescato io: mica il solito pesce ragno era una trota di mare, invidia dei pescatori perchè era rarissimo che si prendesse alla canna.
ho ancora in mente il record di fette di carne impanata mangiate voracemente ad Ancona. O i vincisgrassi che noi qui chiamiamo pasta al forno: li preparavi al mattino presto e ce li facevi trovare al ritorno dalla spiaggia (o i cappelletti o i passatelli...). eri una gran cuoca. man mano che l'età avanzava, cercavi di tenere la posizione.. ma il tempo passava e allora basta pasta fatta in casa, basta fritto... nell'estate del 2007 erano rimaste le torte. al cioccolato e mi sembra di sentire ancora il sapore  in bocca.

da bambino appena arrivavamo, portavi mio fratello e me a prenderci un "regalino". Sostituito poi dalla mancetta... mancetta che volevi darmi anche a Pasqua e che non ho preso perchè era tutto il contante che avevi in casa e già non potevi andare troppo in giro, figurarsi arrivare in banca. 

"quando vieni giù?".. "Zia, arrivo quest'estate...". E ho sperato tutto l'inverno che resistessi... poi sono riuscito a venire anche a Pasqua. E a rivederti quest'estate. e con quanta ammirazione hai guardato mio figlio. e quanto devi essere stata fiera del tuo pronipote. Che ha avuto la fortuna di avere te come madrina.

Ora mi chiedo se sono riuscito in parte a ridarti tutto quello che ho avuto da te: non chiedevi nulla, sapevi che magari ero a pochi chilometri da te, ma la tua felicità era sapere che Matteo stava al mare "a respirare aria buona". E sono contento di averti fatto passare, l'estate scorsa, due giorni con Matteo e me al mare: e sorrido al pensiero di quando vi ho trovati uno in braccio all'altra, sebbene mi fossi stra-raccomandato di non prenderlo in braccio. mica per paura che gli facessi del male, ma perchè avevo paura che ti facesse cadere e a 93 anni non sarebbe stata una bella cosa.

ho pregato che morissi in fretta, in questo ultimo mese, insultando così il tuo attaccamento alla vita, una vita che a me tanto vita non pareva, distesa in un letto in attesa di andare in cielo. e quando ieri sera pensavo a quanto fosse ingiusto questo mio pensiero, e' arrivato il tuo momento. che caso...

Riposa in pace, ora.
ciao zia.

tec

mercoledì, ottobre 08, 2008

Castagne

Le Banche Centrali, con una mossa congiunta, hanno abbassato il tasso di sconto.

La reazione delle Borse, che hanno letto in questo ribasso un gesto di emergenza che conferma la gravità della crisi, hanno reagito scendendo.

Di cosa dobbiamo preoccuparci? Se non siamo esposti in Borsa di un’unica cosa: che l’instabilità ed il terrore non si trasmettano all’economia reale.

Che le Borse potessero reagire male alla discesa dei tassi era da mettere in conto ( e probabilmente i ragazzi della Fed e della Bce lo avevano messo in conto). Ma il messaggio lanciato è stato di rassicurare non i mercati ma le banche (“tirate il fiato!”) e l’economia (tranquilli, soldi ce ne sono e noi vigiliamo).

Cosa deve fare ognuno di noi?

Niente. Continuare a fare la spesa, comprare libri, progettare, acquistare un auricolare per il proprio Sharp Gx 25 ormai decrepito e via dicendo. Io oggi ho speso 10 euro per tagliare i capelli e 16 in un auricolare per il mio cellulare (ne ho trovato uno che funziona!). Sabato comprerò al mercato marroni da 6 euro al kg e insieme ai miei ragazzi farò una bella castagnata.

Insomma, tranquilli.


Il resto è accademia.

“L’unica cosa di cui aver paura, è la paura stessa”

Gughi

lunedì, ottobre 06, 2008

26!


Ci sono alcuni libri che si imprimono nel cuore e nell’anima. Alcuni hanno influenzato la nostra vita. Altri i nostri sogni. Di alcuni avremmo voluto essere i protagonisti o, piu’ semplicemente, i comprimari. Alcuni avremmo voluto sciverli. Altri ci tornano in mente in momenti impensati. Alcuni ci hanno fatto piangere. Altri ridere. Leggendone alcuni, abbiamo guardato con compassione, sul treno, in tram o in aereo, chi non condivideva e mai avrebbe condiviso l’irraggiungibile piacere di quelle pagine. Alcuni, con smania, li abbiamo reclamizzati ad amici e parenti. Altri, tormentati dalla gelosia e dal possesso, li avremmo tenuti segreti nel cuore.

Ne ho contati ventisei. Ricordo le emozioni che provai, divorando ore di sonno, assaporando ogni pagina. Le lunghe giornate di febbre passate a leggere. Il piacere con cui, utilizzando l’indice come segnalibro, sorridevo tra e me e me immaginando le scene e assaporando, sorridendo, parole e frasi. Sono 26. Alcuni li ho letti venticinque anni fa ma è come se li avessi chiusi ieri. Altri li ho letti due mesi fa ma è come se li conoscessi da sempre.


Ecco l’elenco:

“La Santa Rossa” J. Stenibeck
“La luna è tramontata” J. Steinbeck
“L’uomo che fu giovedì” K. Chesterton Gilbert
"La banda dei cinque" E. Blyton
“Assassini s.p.a.” J. London
“Uomini e topi” J. Steinbeck
“In viaggio con Charlie” J. Steinbeck
“La versione di Barney” M. Richler
“Il generale del Re” D. du Maurier
“La casa sull’estuario” D. du Maurier
“L’isola del tesoro” R. L. Stevenson
“La freccia nera” R.L. Stevenson
“Volo di notte” A. de Saint’Exupery
“Corriere del Sud” A. de Saint’Exupery
“Full of life” J. Fante
"La bandiera e la lapide" W. M.
“Tre uomini in barca” Jerome K. Jerome
“Tre uomini a zonzo” Jerome K. Jerome
“Dispacci” M. Herr
“Tredici soldati” R. Leshem
“Banda di fratelli” S. Ambrose
“D-Day” S. Ambrose
“Storie di soldati” A. G. Bierce
“Gli scali del levante” A. Maalouf
“Leone l’africano” A. Maalouf
“Storia delle crociate” S. Runciman

I vostri 26?

Smettete per un'ora di aggiustare il vostro profilo su Facebook e rispondente.

G. Il Maresciallo

domenica, ottobre 05, 2008

Numb3rs

Pensare che tutto nasca dall’incapacità e dall’ingordigia di pochi, ritengo sia un errore. Credere che il problema sia un problema puramente finanziario, ritengo sia superficiale.

Le famiglie americane, che si sono finanziare mettendo ipoteche su ipoteche sugli immobili in cui abitano e sfruttando la crescita dei prezzi delle case, hanno consumato piu’ di quanto potevano permettersi e piu’ di quanto il mondo stesso potesse permettersi. L’inquinamento che devasta la Cina ed altre parti del mondo è l’effetto materiale di questa brama di consumo. Questa assurda ansia di possedere e consumare ha bruciato materie prime e risorse naturali in maniera forsennata. I soldi con cui questi beni sono stati acquistati sono stati utilizzati dalla Cina stessa per ricomprare debito pubblico americano. I cinesi hanno scambiato il loro paese, l’integrità del proprio Paese, con titoli di Stato americani che un domani potrebbero valere ben poco. Gli americani hanno scambiato il futuro dei loro figli (perché 700 miliardi di Usd questo significano) con qualche lustro di consumi.

In qualche articolo ho letto che per il Tesoro americano questa operazione è un affare. A breve i titoli “tossici” che si appresta a rilevare dalle banche si rivaluteranno producendo plusvalore. Mi chiedo però, se questi titoli sono cosi allettanti com’è che le banche, non esattamente opere pie, se ne liberano a sconto? Se il sistema è entrato in crisi è perché il flusso dei soldi sottostante a questi titoli strutturati da qualche parte si è interrotto. E’ chiaro che le famiglie che avevano contratto mutui utilizzati per consumi, hanno smesso di pagare. Per quale motivo dovrebbero riprendere a pagare? E le famiglie che sino ad ora hanno pagato, per quale motivo dovrebbero continuare a pagare a fronte di un’economia che si avvia a raffreddarsi?

E’ difficile capire cosa potrà accadere. Ciò che è certo è che è inutile che gli Stati si affannino a dire che garantiranno ogni singolo euro. Interventi come quelli che si apprestano a varare negli Stati Uniti hanno come effetto quello di creare un buco nel bilancio pubblico. La liquidità emessa in maniera cosi brutale che effetto avrà? Ovvero, le banche, quando riceveranno tutti quei soldi e purificheranno i bilanci, cosa faranno? Inevitabile, ritengo, che aumenti l’inflazione. Se poi la Fed cedesse alla tentazione di abbassare i tassi per alleviare il peso dei mutui e far ripartire l’economia spingerebbe ancor di piu’ sull’inflazione. Anche se i depositi fossero garantiti nel loro nominale cosa resterebbe del loro reale potere d’acquisto?

Ciò che è immorale è che per l’istruzione, per la sanità, per la fame, per trovare fonti di energie rinnovabili i soldi non ci sono mai stati. Ma ora, per salvare il Capitale, il Sistema e le banche d’affari, saltano fuori 700 miliardi.

Non è un caso se ci sono state molte resistenze all’approvazione del piano di salvataggio: i profitti e l’ingordigia di pochi graveranno sulle spalle degli americani per gli anni a venire.

E’ una lezione questa che dovrebbe farci riflettere. Il consumismo, grazie anche ad internet, è diventato un buco nero nel quale stiamo sprofondando. Non solo la natura ed il pianeta sono in pericolo, ma il nostro stesso modello di vita viene sacrificato sull’altare del profitto e del consumo. Guadagnare meno, possedere e consumare meno, non significa essere meno felici. Siamo talmente storditi che abbiamo dimenticato che per essere felici non è necessario andare alle Maldive. Abbiamo dimenticato che la felicità è dietro la nostra porta, nelle pagine di un libro o in un prato dietro casa.

Quanto ci costerà apprendere questa lezione?


Guglielmo

venerdì, ottobre 03, 2008

mah...

Ciao a tutti,
avrei bisogno di un consiglio e spero che voi possiate aiutarmi...
sto cominciando a pensare alla tesi (magistrale, s'intende...) e ho un dubbio amletico...
sarà meglio concentrarmi su un argomento di mio interesse che potrebbe riguaradre -auspicabilmente- la mia professione un domani oppure trattere un argomento che mi piace un sacchissimo ma che con la mia professione non avrà credo nulla a che fare???
siete curiosi di sapere gli argomenti vero???
eeeeh immagino...
qualunque suggerimento sarà ben accetto!
aspetto con ansia
saluti a tutti

giovedì, ottobre 02, 2008

15 settembre 1991

Sono certo che Gughi ricorderà una partita dell'Inter che si giocò il 15 settembre di 17 anni fa.
Era Inter - Verona, finita 2-0 (ci furono 4 rigori, ma questa è una notazione a latere).
Era l'Inter di Zenga (che quando dalla curva si alzava il coro "chi non salta rossonero e'", saltava anche lui), Bergomi (lo zio), Baresi... dei tre tedeschi Brehme, Matthaeus, Klinsmann, era l'Inter di Berti e delle sue pertiche, di Riccardino Ferri. E di Orrico come allenatore.
Quel giorno fu l'ultima volta che andai a San Siro. Ero con mio papà. 
E' bello San Siro: il boato che ti accoglie, i cori dei tifosi, gli insulti, il socializzare con i vicini di posto, le analisi tipicamente da maschio-allenatore-siamo-tutti-citì...
Fu la mia ultima partita, a gennaio del '92, Orrico venne esonerato e arrivo' Luis Suarez.
Io persi la mia passione per l'Inter e per il calcio: sì, qualche commento a Big Sandrone, più per scatenare le sue reazioni che per altro.
Due settimane fa, spinto dal mio amico-vicino di casa, ho preso i biglietti per una partita dell'Inter. Avremmo giocato fuori casa, per modo di dire. Era il Derby. In cuor mio speravo che l'Inter mi facesse un bel regalo: uè sono 17 anni che non ci si vede... stasera rifiliamo sei pappine al milan...
Invece ho visto una partita che doveva finire 0-0. E che per puro caso (Big Sandrone... Ronaldinho ha fatto pena...) e' finita in un altro modo.
In ogni modo: non ricordavo più lo stadio con i suoi cori, gli striscioni, la gente che discute.. il saltare in piedi e gridare qualcosa.
E' stato bello ritornare. 
Però ora sono a posto per i prossimi 20 anni...
Tec

mercoledì, ottobre 01, 2008

non era mai accaduto

..che non si postasse qui per 18 e passa giorni..
terribile.
Che sia la fine del nostro blog?
a voi la risposta..
tec
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