domenica, ottobre 30, 2005

Israele

Perché dici ad un americano ebreo praticante di New York che il Conciliabolo non vuole la cancellazione di Israele dalla mappe?

Perché non lo dici al ragazzo laico di Tel Aviv che magari stasera andrà sul lungo mare a bersi una bella birra con un delle tante belle ragazze che vivono in quella città?

L’immagine che tu hai del maggior interessato alla sorte delle mappe mediorientali è pericolosamente vicina a quella degli iraniani: Israele è un capriccio americano nelle mani degli ebrei ultra ortodossi.

Ed invece non è cosi. La popolazione praticante in Israele è inferiore di molto al 10% e la società è completamente libera da qualsiasi influenza religiosa. Il gesto di Sharon sulle colonie, come ha scritto Amos Oz sulle pagine del Corriere qualche settimana fa, è un gesto di rottura che la maggioranza del paese ha fatto nei confronti della minoranza religiosa che imponeva scelte sui territori incompatibili con la pace con i palestinesi. La stessa passeggiata del Premier israeliano sulla spianata, che diede via alla seconda Intifada, era un messaggio sia ai mussulmani sia agli ortodossi israeliani. Per questi ultimi infatti era sacrilegio che il piede di Sharon posasse sul suolo del Tempio perché poteva incappare nell’area sacra, dove era presente Dio, riservata ai soli sacerdoti.

Israeliani e palestinesi hanno convissuto in pace per anni lavorando fianco a fianco. Devono trovare o ritrovare quell’armonia. Il cammino è lungo e difficile ma il desiderio di pace e normalità soffocherà i falchi degli opposti schieramenti.

Israele, in particolare, non ha bisogno di fiaccolate (perché deve essere chiaro che non dipende dalla nostra benevolenza il suo futuro ma dal suo semplice innegabile diritto ad esistere) e non ha bisogno che i sensi di colpa di noi europei ci facciano chiudere gli occhi di fronte agli errori che ha commesso in passato e che potrebbe commettere in futuro. Ha bisogno solo di essere trattato come uno Stato sovrano qualsiasi dove i ragazzi, carezzati dalla sensuale brezza del mediterraneo, possano andare a bere una birra insieme ad una ragazza in minigonna sul lungomare di Tel Aviv.

Guglielmo

libertà di stampa

come ha giustamente fatto notare celentano 10 giorni fa, nella
pregevole classifica della freedom house sulla libertà di stampa nei
vari paesi, siamo cinquantatresimi su centosessantasei.
ha fatto bene a farlo notare, il buon adriano.
poi, siccome sono uno precisino, sono andato a cercare le motivazioni
di tale giudizio. il motivo è l'arresto del senatore lino jannuzzi
(indipendente di forza italia) condannato per articoli diffamanti. di
biagi, santoro e luttazzi nemmeno l'ombra.
a sto punto, come al solito, invito tutti a pensarci sopra...
tec

sabato, ottobre 29, 2005

welcome

I would like to welcome our reader coming from the "Jewish Theological Seminar" of New York.

Here, we do NOT think Israel should be erased from any map.

Shalom
Tec

venerdì, ottobre 28, 2005

Mi Presento

Mi presento sono Andrea, da poco promosso da umile lettore a contributors de "il conciliabolo"
baccelliere non perchè vanti titoli filosofici o da novizio religioso ma per il suo etimo che significa giovane (cfr celtico bach).
Inoltre nell'antichità Baccalarius era il giovane che faceva il primo passo nella professione delle armi e della cavalleria...
quindi vi saluto e vi auguro un buona lettura
andrea il baccelliere

Cuore di Ghisa

I due vigili stavano impettiti, il berretto in testa e la paletta, nella destra, nascosta dietro la schiena. Sorvegliavano cosi’ il lungo serpente di ferro e gomma che strisciava alle 8.30 sulla circonvallazione. Nessuno dei due, come si dovrebbe, stava dietro il blocco motore della Stilo. Il blocco motore, infatti, è l’unico pezzo della macchina in grado di fermare una raffica di Kalashnikov (Sembra una nota inutile ma con i tempi che corrono e bene sapere dove cacciarsi in caso di necessità...mi permetto poi di aggiungere una nota tecnica che non mette in discussione la mia abiura dell’altro giorno: l’Ak47, o Kalashnikov, non è munito di sicura. All’interno dell’Armata si dice che la sicura non è necessaria perchè l’attenzione di un soldato dell’esercito è sempre massima.)

Superato il posto di controllo gettavo un’occhiata distratta allo specchietto retrovisore, giusto in tempo per vedere i vigili che, reggendosi il berretto con la mano, si gettavano in macchina e poi partivano, tra un turbine di polvere e foglie secche, all’inseguimento. Di chi, era un mistero. I due audaci ed astuti ghisa partivano con lampeggiante ma senza sirena. Dribblavano con disinvoltura il traffico e, giunti nei pressi dell’inseguito, spegnevano i lampeggianti e scavalcavano la colonna ferma al semaforo passando sul marciapiede deserto. Giungevano nel cuore dell’incrocio giusto in tempo per piombare come falchi sul malcapitato. Mentre attraversavo assistevo dunque alla seguente scena:

Un ragazzino con un casco immenso sul cranio (visto così, sembrava quello che fa Darth Fender in Space Balls) era in piedi di fianco ad uno scoteer nero che al suo confronto sembrava il cavallo di troia di fianco ad Enea. Uno dei vigili aveva perso il suo aplomb e, a brutto muso, senza berretto e con la pelata al vento, cazziava di brutto il fanciullo. Il ragazzetto in oggetto era munito di zainetto regolamentare ed il suo look lasciava piu’ pensare ad un ragazzino normale che ad uno zarretto di periferia. La scena era poi completata dalla Stilo dei Ghisa messa di traverso nel cuore dell’incrocio, portiere aperte e lampeggiante a mille.

Francamente, sul momento, mi è parso tutto un po eccessivo. Poi ho riflettuto. Il ragazzetto, probabilmente, nella migliore delle ipotesi non si era fermato all’alt e nella peggiore, visto il brutto muso del vigile, si era lasciato andare a qualche gesto di troppo.

Che paese è quello in cui un ragazzino “normale” non si ferma all’alt dei vigili e non teme le conseguenze di un simile gesto? Che rispetto avrà dei suoi professori e dell’autorità in genere se non teme una divisa?

Non sarà che il clima di generale impunità retroattivà, condono selvaggio e perdonismo ha ingenerato nei figli e nei padri l’idea che tanto alla fine, con la Legge, ce la si cava sempre? Non è che la dura legge del sequestro del motorino, subito cancellata sull’onda delle proteste, era un buon modo per ricordare che la legge e l’autorità vanno rispettate?

Guglielmo, il maresciallo dei Ghisa

crescita +25%

da oggi annoveriamo fra i contributors Andrea. quindi siamo cresciuti del 25%, mica male. se gughi mi avesse consigliato degli investimenti con un rendimento del genere in passato....

andrea, qui vige un regime non democratico, quindi si sta bene.
have fun!
tec

messaggio in codice

io ricordo.

tec

severgnini

in merito a quanto scritto ieri su so-tutto-io-beppe-severgnini, segnalo questo post esplicativo.
tec

giovedì, ottobre 27, 2005

visitors

un piccolo aggiornamento su come qualcuno capiti nei nostri lidi.
c'è chi cerca "re lebbroso gerusalemme", chi "id chiamante", chi ancora "polonio laerte raccomandazioni testo" e infine chi "la vera croce di riccardo cuor di leone".
quello che li batte tutti però è il tizio che ha cercatp "atai paraflu"...
bravo!
tec

delusione

scopro stamane che uno dei miei scrittori preferiti era in feltrinelli...
dicono che severgnini sia stato scandaloso, ma questa non è una novità.
tec

mercoledì, ottobre 26, 2005

34 anni che aspetto!

Finanziaria, passa il "bonus bebè"Mille euro per i secondogeniti!


Governo lungimirante!

Ora, essendo un secondogenito, aspetto i mille euro!

Gugliemo

A braccia aperte

Un paio di anni fa mi trovavo in villeggiatura nei pressi di Erba con la mia famiglia. Al mattino mi alzavo e , da li, mi recavo al lavoro. Una mattina, in cui forse mi ero alzato un po tardi, arrivai nei pressi di Milano e trovai il traffico completamente paralizzato. Certo ormai di arrivare tardi presi il cellulare e chiamai al lavoro. Il destino volle che di fianco al tavolo del mio responsabile transitasse il capo della struttura ,con cui non ho gran confidenza. Questa è la trascrizione fedele di quella telefonata.

“Buongiorno sono C.!”

"Buongiorno, sono Guglielmo.”

“Dimmi!”

“Guardi, sono in campagna con la mia famiglia. Sto venendo al lavoro ma sono imbottigliato nel traffico sulla Milano-Meda ! Credo un incidente....tarderò un pò...”

Lui gelido “Ed io cosa dovrei dirti?” (la risposta corretta era: “che avrei dovuto partire prima...”)

Invece osai e dissi “Non ti preoccupare, ti aspettiamo a braccia aperte!”

Scoppiò a ridere e giustificò il ritardo.


Guglielmo

La democrazia in America

Durante la loro bicentenaria storia, gli Stati Uniti hanno piu’ volte sperimentato aspri scontri tra Congresso, Presidente e Corte Suprema. Questo è stato permesso da una Costituzione lungimirante che, in sostanza, non stabiliva con precisione quali compiti e quali poteri avesse ogni istituzione ma delegava al buon senso ed alle necessità che il giovane paese avrebbe affrontato in futuro, il compito di trovare il giusto equilibrio.


L’attuale forma è stata dunque forgiata da Presidenti piu’ o meno deboli, da Congressi piu’ o meno desiderosi di temperare il potere assoluto del Presidente e da Presidenti di Corte Suprema più o meno desiderosi di influenzare la vita politica.

In particolare la Corte Suprema svolge un compito delicato perchè in sostanza le sue decisioni incidono profondamente sulla vita del Paese.

I membri della Corte sono 9 e decidono su qualsiasi questione e la loro decisione è Legge. I membri sono eletti a vita e vengono scelti dal Presidente e poi approvati dal Congresso. La scelta di un singolo candidato influisce dunque sulla vita futura degli Stati Uniti ed è dunque compito arduo. Alcune presidenze, come l’attuale, sono particolarmente significative proprio perchè chiamate a scegliere uno o più membri in sostituzione di defunti o dimissionari.

Non è però cosi semplice. E’ infatti impossibile conoscere l’orientamento di un candidato su qualsiasi questione e ,soprattutto, prevedere tutte le questioni ed i temi che domineranno il dibattito della nazione negli anni a venire. Oltre a ciò, essendo la carica di lunghissima durata, il soggetto può cambiare opinione.

Un membro eletto come conservatore può, in certe questioni, diventare un liberal e viceversa.

Cosi’, come la Corte Suprema, anche noi del Conciliabolo abbiamo deciso di eleggere un nuovo membro. Io ho scelto Andrea. Poichè dai suoi scritti risulta essere un conservatore compassionevole gli altri membri hanno accettato l’investitura (lui in realtà non ha ancora risposto...).

Vedremo se anche lui, trasformandosi in Cavallo Pazzo, cambierà casacca diventando un progressista.

Il Connestabile ha accettato ad una condizione: la mia abiura.

Non fatico dunque ad abiurare un credo in cui non credo.

Procedo:

Sono fermamente convinto che Stalin e Ho chi min si siano macchiati di crimini contro l’umanità e che il loro crimini sono paragonabili( non mi sento di fare una classifica...) a quelli del nazifascismo nel mondo. Non ho mai avuto le seppur minima ammirazione per i suddetti e sia durante la Seconda Guerra Mondiale, la Guerra Fredda e il Vietnam (anche se ci sarebbe parecchio da dire...) ho tifato per gli Americani.


Tra pellerossa ed giacche blu, invece, sono sempre un pò indeciso ma credo che i Sioux non fossero comunisti!


Benvenuto Andrea!

Guglielmo

siccome son democratico...

sono democratico, manifesto il mio dissenso verso un ministro. è nei miei diritti. allora prendo qualche compagno, democratico anche lui e vado davanti al ministero. grido, urlo, faccio sentire le mie ragioni. siccome son democratico, sono lì, coi miei compagni, in ordine e disciplina. poi arrivano anche i no global, gente democratica, brava gente. come me.
insomma, siccome sono democratico, ma sono anche un gggiovine urlo anche qualche insulto ai parlamentari del governo.
alla fine arriva un sottosegretario che mi dice: il ministro è disponibile a parlare con te e altri tre, in rappresentanza della manifestazione democratica (a parte un episodio, verso una giornalista di sky, serva delle demoplutocrazie massonicogiudaiche).
no no, dico io, siccome son democratico, tu ministro te ne devi andare. senza se e senza ma.
certo, ora ho un bernoccolo sulla fronte, omaggio di un celerino.
ma siccome son democrcatico, ME LO SONO MERITATO!
tec

martedì, ottobre 25, 2005

Tre

Sto leggendo un classico che ho trascurato : “I tre moschettieri”. Ho sempre saputo che Dumas veniva pagato a parole e quindi, sempre assediato dai creditori e cultore della bella vita, non lesinava nella scrittura. Viste le dimensioni del volume ho temuto che la lettura sarebbe stata difficile a causa di un racconto prolisso all’inverosimile. Ed invece....

Invece Dumas è il maestro della leggerezza. D’artagnan parte da Londra ed attraversa la manica ? Tre righe tre. Che tempo c’era? E chi se ne frega? Come era il mare? Affari suoi.

Il nostro ero deve attraversare Parigi per raggiungere la casa del signor di Treville? Una riga.
Gli avvenimenti si inseguono fondendosi in un unico compatto narrare. Le singole scene danzano davanti ai nostri occhi, nauseati da migliaia di immagini, con la stessa forza con cui colpivano uomini e donne dell’800.

L’amore ha i tratti sognanti dell’adolescenza, i cavalli monumentali fanno venir voglia di cavalcare verso Londra, i fazzoletti finemente ricamati volteggiano nell’aria, in casseruole odorose e saporite cuociono fagiani e lepri, le belle donne ed i coraggiosi cavalieri vengono tratteggiati con forza e precisione.

Questa è la grandezza di uno scrittore che supera i limiti del tempo ed incanta ed appassiona i lettori di qualche secolo dopo.

Si dice che Dumas avesse decine di “negri” ai suoi ordini che lui si limitasse a coordinare e limare gli scritti altrui. Citati, nel suo saggio sul male nell’800, sostiene che Stevenson abbia letto l’introvabile “Visconte di Bragelonne” , l’ultimo romanzo dedicato ai moschettieri, 20 volte affascinato dal ritmo e dalla perfezione del racconto.

Come Stevenson, Shakespeare ed altri ancora, Dumas ha contribuito a forgiare l’immaginario collettivo e allenare la fantasia di milioni di bambini ed adulti che sulle sue pagine si sono lasciati portare dalle ali del sogno.

Guglielmo

lunedì, ottobre 24, 2005

incontri

per dovere d'amicizia, l'architetto (checchè qualcuno sostenga che non esiste) ha accosentito di ricevere me, il mio capetto e un mio collega, in modo da poter mostrare a lui una nostra soluzione.
antefatto: mi manda un sms due ore prima con la domanda: "avete bisogno del proiettore?". mi consulto con il capetto che mi dice: "ringrazia ma digli che abbiamo tutto". ochei. andiamo e vien fuori che serve il proiettore. tocca ad archie cercarlo (sai le cose che ci ha tirato dietro). io, che cambierò capetto a breve, dico subito d chi è la colpa...
inizia il meeting, a me tocca la "fuffa markettara": quanto siamo fighi, belli e forti. una cosa che ho sempre odiato e che quando vado da solo dal cliente, non faccio. ho quindi una presentazione istituzionale da 36 slide, ma ne mostrerò solo 6. (per questo sono stato abbandonato sulla via dell'ufficio e sanzionato).
poi finalmente tocca agli altri. io passo la restante ora ad ammirare, nell'ordine: il cellulo dell'architetto (modello spaziale, non fosse per windows), il blackberry, ed altri ammenicoli che tira fuori nel corso della riunione...
tec
ps: archie, vedrai quando mutueranno il six sigma nei servizi (cosa già fatta, del resto, ma non ancora arrivata nel tuo mercato)

coetanei

ma te pensa... uno è lì che si organizza la settimana, giochicchiando fra presentazioni da tagliare (devo evitare che il mio capo, stasera dal cliente, faccia l'effetto del tavor e, parimenti, il mio collega si dilunghi in cose prive di interesse), appuntamenti da smistare, un po' di sano podcasting e scopre che 34 anni addietro un tizio (ingegnere manco a dirlo) che non aveva nulla da fare inventò un sistema di mail con una chiocciolina, questa: @.
bello scoprire che io, gughi e l'email siamo coetanei.
tec
ps: per più info, cliccare qui.

venerdì, ottobre 21, 2005

Chi era costui?

E scontato che nei luoghi dove camminiamo abbiano camminato altri uomini in altri tempi.

Quando però scopriamo che proprio dove noi sostiamo è passata l’ala della storia un brivido ci percorre la schiena.


Due lapidi, che commemorano il passaggio di altrettanti uomini, colpiscono la mia curiosità: una in via Pasubio ed una nei pressi di Canzo.

La prima segnala il passaggio di un uomo, che nel bene e nel male, ha segnato il ‘900 e scoprire che ha vissuto li, anche per poco tempo, è sorprendente.

La seconda, nei pressi del Lago del Segrino, è invece enigmatica. Segna infatti il punto in cui un uomo è morto il 6 giugno del 1943.

Sarebbe bello conoscere cosa è accaduto in quel punto.

Quando ci passo di fronte, d’estate, provo a immaginare: Un partigiano? Fucilato? Cosa lo ha portato davanti al plotone? Un incidente? Annegamento?

Ho interrogato qualcuno del posto e nessuno ha saputo dare risposta. Quella lapide ricorda un uomo, un luogo ed un data ma non ricorda cosa condusse li quell’uomo e cosa accadde quel giorno.

Spero un giorno di trovare risposta perchè di cio’ che accadde non si perda memoria.

Guglielmo

Amici

Ma quanti amici ha?

Totti, Cruz e Zampagna...

Stamattina mi sono svegliato presto. Nel dormiveglia seguito al risveglio pensavo alle cose da fare, a cosa scrivere sul Conciliabolo ed alle frivolezze della vita. Oggi mi concentravo però sulla squadra da mettere giu’ per il fantacalcio della Gazzetta di domenica.

In particolare sul tridente d’attacco: Cruz, Zampagna, Totti o Recoba, Totti, DiNapoli?

Mentre mi arrovellavo su tali rilevanti questioni ho sentito due manine calde prendermi il volto.

Era il piccoletto che, svegliatosi presto, di straforo si era infilato nel lettone. Mentre il mio volto veniva fatto oggetto di carezze inaudite da quella bocca inciucciata uscivano indicibili tenerezze.

Le manine, poi, reclamavano ansiose la mia vicinanza. Trionfante al pensiero del racconto che avrei prodotto al risveglio della mia concorrente diretta per accaparrarsi tali dolcezze mi avvicinavo quasi emozionato per questa inattesa novità. Giunto di fronte al volto assonnato del piccoletto con il mio viso non rasato ho pronunziato, con tono dolce ed armonioso, le seguenti parole: “Ciao topo, hai dormito bene?”

Le morbide manine si sono irrigidite, un brivido di terrore ha percorso la tutina felpata , gli occhi azzurri, in quell’istante socchiusi, si sono sgranati in preda ad irrefrenabile orrore. Era chiaro che nel dormiveglia Riccardo aveva confuso il lato del letto verso cui era rivolto. Un urlo agghiacciante, graffiante di catarro, ha squarciato le tenebre: “Maaammmaaaaaaaa!!!!!”

Tra il corpicino sconvolto dalle convulsioni ed il materasso ho infilato una rapida mano e, usandola a mo di leva, ho catapultato rabbioso il piccoletto verso sua madre. L’aria si è subito riempita di dolci sussurri. Mi sono girato dalla mia parte scivolando di nuovo nel dormiveglia.

Alla fine ho scelto Cruz, Totti e Zampagna...


Gugliemo

celentano è lento, arma letale è rock

terrificante. tralascio i commenti su quel buffone di santoro: ti candidi per l'euro parlamento e ti dimetti non appena ti torna comodo? fossi un suo elettore lo prenderei a calci...
dicevo, terrificante celentano. lento da morire (e ha iniziato con la filippica su ciò che è lento e ciò che è rock). incapace di leggere un gobbo grosso come il duomo. ha sbagliato azzurro (dico, azzurro. sono trent'anni o più che la canta!) ed è andato fuori tempo.
alla fine ho rivisto il finale di arma letale, in fondo "sono troppo vecchio per queste stronzate".
tec

giovedì, ottobre 20, 2005

Uno spunto di rilessione

Se il progressista si volge al futuro, e il conservatore al passato, il reazionario non misura i propri desideri con la storia di ieri o con la storia di domani. Il reazionario non plaude a quanto porterà l’alba prossima, né si aggrappa alle ultime ombre della notte. La sua abitazione si leva nello spazio luminoso in cui le essenze lo chiamano con le loro presenze immortali.

Nicolás Gómez Dávila

mercoledì, ottobre 19, 2005

chiudere a chiave la porta...

Son cose che fanno riflettere. Ma soprattutto sono cose che devi tenere a mente e, fra quindici anni (tredici per gughi), la sera quando ti corichi chiudi a chiave la porta della camera da letto.
Tec

martedì, ottobre 18, 2005

La peste

Stamattina ho percepito in automobile un brandello di un di dibattito radiofonico.

Da una parte una donna che non sono riuscito ad identificare e dall’altra la conduttrice della trasmissione. L’invitata, immagino fosse esperta di epidemie o comunque di medicina altrimenti tutta la trasmissione non avrebbe avuto senso, cercava di tranquillizzare gli ascoltatori segnalando che il rischio di una pandemia è abbastanza limitato.

A conforto diceva che le condizioni igienico sanitarie europee sono diverse da quelle asiatiche e che solo lo stretto contatto con gli animali infetti (segnalava che uno degli infetti in Vietnam aveva fatto una respirazione bocca/becco con un gallo da combattimento...) può causare la trasmissione del virus da animale a uomo. In più il soggetto umano che contraesse il virus dei polli dovrebbe avere anche contratto il virus dell’influenza stagionale per scatenare la pandemia.

Per di più, continuava, un uccello malato, difficilmente potrebbe avere le forze per giungere fino al cuore dell’Europa (questo in effetti è discutibile...).

Il bello è che l’intervistatrice non ci stava. Voleva la catastrofe. Ogni affermazione dell’esperta era confutata ed a volte screditata con un tono dubbioso, quasi ironico.

Non era la prima volta che assistevo ad un simile dibattito e tutte le volte avevo l’impressione che l’esperto tranquillizzasse mentre l’intervistatore cercasse lo psico dramma. Qualche giorno fa, infine, ho visto Storace in tv e mi sembrava abbastanza tranquillo e tendente a ridimensionare l’allarme. Poche ore la stessa conferenza del Ministro era cosi ripresa da tgcom “Storace: allarme pandemia!”

La mia impressione è che i giornali vogliano il caso.

Il rischio sicuramente c’è ed è giusto usare tutte le cautele possibili per evitare un epidemia ma è il caso di causare panico ed allarme nelle persone piu’ deboli?

Ho fatto un rapido sondaggio al lavoro. Molti non mangiano piu’ il pollo malgrado da giorni si dica e ridica che il rischio mangiando pollo italiano cotto è nullo. Però tutti sono pronti a vaccinarsi per l’influenza( che peraltro non protegge dall’aviaria ma evita solo che le due influenze si combinino...).

Sarà mica che tra i nostri giornalisti c’è un novello Camus che aspetta di scrivere la nuova “Peste”?

In questo caso mi ha rubato l'idea...


Guglielmo, che adora i petti impanati di pollo

lunedì, ottobre 17, 2005

a scanso di equivoci

quando l'exboiardo di stato, nonchè fautore di sedute spiritiche, dato l'appoggio del fausto, non farà altro che aumentare le tasse a noi dipendenti, non venite a dirmi che avevo ragione!
quando poi metterà mano alla previdenza e alla sanità... lasciamo stare che già mi prende la tristezza....
tec
ps: sì, ho pagato meno tasse grazie al governo berlusconi. e allora?

4 milioni in un monolocale

Prima di liquidare 4 milioni di persone come una pagliacciata ci penserei un paio di volte.

Le primarie, per definizione, sono rivolte al nocciolo duro, a quelli iscritti ad un partito o che comunque si sentono legati ad un partito o ad una idea e non a tutti gli elettori. Se poi pensi che era la prima volta e che c’è stato un diluvio di polemiche e di derisione da parte del centro destra, il risultato è davvero sorprendente.

Negli Stati Uniti alle primarie partecipano in pochini(sia rispetto alla popolazione che ai votanti medi) eppure il candidato è come investito dal Paese.

Il nuovo sistema elettorale, a mio parere, tenta di destabilizzare il centro sinistra ridando forza ai partiti e delegittimando i candidati come Prodi privi di un partito alle spalle.

La risposta è chiara: Prodi ha l’appoggio delle persone al di là dei partiti. Il messaggio è diretto ai piccoli leader dell’unione che vogliono mettere in discussione la leadership di Prodi e la forza dei Ds.

Pensaci. 4 milioni di persone sono uscite di casa con la tessera elettorale ed un documento. Si sono messe in fila( a volte con lunghe attese), davanti agli occhi di tutti, magari alla sezione locale di Rifondazione ( e magari sono di centro piu’ che di sinistra...), hanno sottoscritto un programma dando nome e cognome e hanno pagato. 4 milioni di persone che si sono sentite coinvolte in prima persona in questo processo completamente nuovo per l’Italia.

Il voto sarà deciso da quelli che oggi sono indecisi e questo è indubbio. Quei dodici milioni( e forse piu’...) che ieri mancavano. Quelli che decideranno all’ultimo e che ieri non sapevano si votasse, non volevano esporsi o semplicemente non erano convinti. Ed infatti è solo un punto di partenza.

La reazione del monolocale delle libertà (monolocale perchè come tutti i monolocali le libertà se le può prendere massimo una persona...) è il solito disprezzo verso le minoranze. Disprezzo verso chi crede in un progetto, magari sbagliato, ma che merita comunque rispetto essendo all’interno della Costituzione di questo Paese.

Sarebbe bello vedere le primarie del Polo. Vedere i candidati (magari uno Scalfarotto o un senza volto...) e vedere la gente in fila fuori dalle sedi di partito......sarebbe bello vedere quattro milioni del Polo....sarebbe bello...ma nei monolocali non c’è tutto quello spazio...


Guglielmo, che ha votato sotto il vigile sguardo di Lenin

Monolocali e open space

Una scelta coraggiosa quella dell’Unione. Provare a portare alle urne, in una soleggiata domenica di metà autunno, il popolo del centrosinistra . Poteva essere un clamoroso fallimento foriero di confusione e liti nel centro sinistra. Ed invece quattro milioni di persone, con il loro bravo euro in mano, hanno affrontato le code in mezzo alla strada per dire la loro. Per dire chi è il leader e per dire che sono stanchi delle liti e degli equilibri precari. Un messaggio chiaro all’Unione ed uno chiaro al monolocale delle libertà. Perchè, come dice De Gregori, la gente lo sente quando si fa la Storia...

Guglielmo

venerdì, ottobre 14, 2005

un uomo, una strada

per chi si fosse avventurato oltre i soliti nomi (stevenson per gughi, sciascia per il connestabile e le pubblicazioni dell'itu per l'architetto), dicevo, per chi, superati i quattro o cinque scrittori di tendenza, avventuratosi nel mondo beat, lasciati da parte i tropici (di miller) e le birre (di bukowski), si arriva agevolmente ad un tizio che vanta, tra l'altro un primato: a lui vivente è dedicata una via di san francisco (sfo, gughi).
insomma, questo qui viene in italia, va a brescia e cerca la casa dove era nato suo padre. mentre la cerca, degli zelati agenti di pubblica sicurezza lo arrestano perchè clandestino...

tec
(grazie a l.s. uno dei pochi ad aver messo la notizia in rete...)

mercoledì, ottobre 12, 2005

Global

Finalmente Archie ha compreso le mie potenzialità e per permettermi di sviluppare al meglio le mie innovative idee sulla telefonia mi ha fornito di un cellulare di prossima generazione (nel senso che solo la prossima generazione lo userò nel pieno delle sue potenzialità).

Dopo l’ultima grandiosa idea che gli ho fornito per rivoluzionare il concetto stesso di telefonia mobile Archie, con discrezione, si è mosso. Ho sottoposto il mio progetto ad Archie durante un pranzo di lavoro tra me e lui. Come usa tra aziende e cervelli Archie ha offerto il pranzo (in realtà usando la carta di credito avevo prelevato una banconota di 500 euro e al momento di pagare l’ho estratta insieme ad un ticket sfoggiando la faccia meravigliata di Cary Grant mel film sulla banconota da un milione di Sterline. A quel punto Archie si è offerto di pagare lui ed io, nel pomeriggio, ho riversato il tagliando sul conto)

Durante il pranzo gli ho spiegato la mia geniale idea. Lui ha segnalato alcune difficoltà tecniche facilmente superabili (a cosa servono gli architetti se non a superare quelle fastidiose difficoltà poste sul cammino delle grandi idee...) e mi è parso moderatamente ottimista sul mio ruolo di guru Worlwide e Global (le parole preferite di Archie ...) per ciò che concerne i cellulari.

A quel punto Archie ha voluto azzardare perchè mentre scendevamo le scale della sala appositamente da lui riservata mi ha detto:

“Quello è ..... “ e li ha mi spiegato nel dettaglio la mansione del soggetto. Non ho capito bene ma mi è parsa la persona giusta cui sottoporre il mio progetto Global e Worldwide.

Allora ho sussurrato ad Archie: “Adesso gli butto li la mia idea e vediamo che faccia fà?”

Ma Archie è geloso delle mie consulenze e per evitare che quella che lui già chiama la nostra idea
ci venga rubata mi ha detto con un po di malagrazia:

“Non fare il cretino!”

A quel punto il soggetto si è avvicinato a noi e ha iniziato a discorrere con Archie di massimi sistemi. Ero pronto per ben figurare e mi ero preparato un paio di interventi pepati sulla telefonia ma Archie che è un lungimirante, non mi ha voluto bruciare in una chiacchiera da bar e quindi non mi ha nemmeno presentato. Il tizio mi guardava con curiosità e tentava di tirarmi allo scoperto ma io, capito il disegno del mio pigmalione, ho taciuto.


Finalmente oggi ho incontrato Archie e subito mi ha estorto il mio Sharp ed ha iniziato a smanettare lanciando improperi al mio indirizzo.

Rientrato al lavoro ho è partita la caccia all’uomo per fotografare tutti gli appartenenti alla mia rubrica in maniera che quando mi chiamano sul display appaia il loro volto. Alcuni si sono rifiutati. Gli ho dato l’ultimatum. O si fanno schedare o li cancello. Quando ne ho braccato uno disponibile ho attivato lo zoom ed ho scattato...


E' apparso un messaggio che non ho capito.


Quello che ho capito è che prima di vedere Archie funzionava dopo no.

Scommetto che lo ha sabotato per rivedermi domani a pranzo e sistemarlo.

Non riesce a stare nemmeno un giorno senza le mie vulcaniche idee...

Guglielmo

fidelizzare!

quando qualche anno fa, all'mba facemmo una lezione di marketing, il docente decantava i vantaggi della fidelizzazione dei clienti attraverso le tesserine fedeltà. era il periodo che cominciavano a lasciare le linee aeree per propagarsi nel telecom, nella grande distribuzione, nelle librerie... il fine è semplice ed immediato: tu caro consumatore mi fai sapere cosa, come, quanto e quando compri. io ti "ripago" con degli sconticini (o dei bei biglietti come i vari che mi sono fatto nel corso di questi anni) ma nel frattempo sono in grado, conoscendoti meglio, di creare un portafoglio d'offerta che incontri i gusti dei cluster di clientela.
beh, mi sembra che ora siamo andati troppo in .

stasera....

vedrò dove mettere qualche euro che mi balla in tasca...
ipod video o nuovo newton? se uscisse il newton giuro che domani mattina volo a NYC o SFO per prenderlo.

Un figlio con le ali

Per quanti sforzi si facciano non si è mai un genitore perfetto. L’imprevedibile è sempre in agguato, pronto a colpire una disattenzione o una lieve imprudenza.

Ieri pomeriggio siamo andati all’area verde. Un fazzoletto di bosco ritagliato nel cuore della periferia. Alle 18 circa, dopo aver giocato sull’altalena e sullo scivolo, ci siamo avviati verso casa. Come spesso faccio, ho preso il piccoletto sulle spalle. Proprio all’uscita, camminando su un vialetto di cemento leggermente rialzato rispetto al terreno, ho messo un piede in fallo e sono rovinato a terra. Riccardo, che era sulle mie spalle, è precipitato al suolo con me. Ho cercato di trattenerlo ma il tutto è stato così fulmineo che ho avuto modo solo di vederlo cadere mentre ruzzolavo nella ghiaia(quello che nessuno ha visto è l’angelo che ha gettato un paio di cuscini sulla traiettoria di Riccardo).

Ora che scrivo tutto è passato, ma la corsa nel traffico serale e l’attesa all’ospedale è stata carica di angoscia. Fino a che la pediatra non ci ha confermato che si trattava solo di una brutta escoriazione sulla guancia (che non comprometterà la sua carriera di Dongiovanni) mi sono sentito in colpa verso Riccardo per non averlo protetto come un padre deve fare.

Durante quella lunga ora mi sono sentito un pessimo padre ed anche ora che scrivo, in attesa di sorbire una camomilla, ed attendo, su consiglio precauzionale della dottoressa, di svegliarlo per verificare che stia bene, mi sento in colpa.

Passato il panico e tornati a casa mi sono poi reso conto di essermi fatto male alla caviglia che ho poggiato male. Dopo cena mi sono messo in bagno con un libro (“I tre moschettieri”) lasciando il piede dolente nell’acqua gelata. Dopo qualche istante è comparso il bambino volante chiedendomi cosa stessi facendo.

Gli ho spiegato che mi faceva male la caviglia ma che non era nulla di grave. Gli ho chiesto anche scusa per la gita fuoriprogramma all’ospedale ma non so se ha capito.

A quel punto gli ho detto:
“Dai, vai di la a dire alla mamma di mettere su PeterTanner prima di andare a letto”
“No. Vieni anche tu…”
“No Ricky non posso…poi arrivo”
A quel punto è arrivata mia moglie e ha aggiunto:
“Dai vieni di la che vediamo Peter Pan.”
Con una guancia graffiata e lo sguardo addolorato per la mia sorte ha concluso “No…io resto qui… con il mio papi…”

Non so se ha capito la dinamica del volo e le mie responsabilità. Non so se ha capito che gli ho chiesto scusa e che mi sentivo male. So solo che lui, incurante delle sue ferite, ha detto poche immense parole che hanno alleggerito di molto il fardello che portavo.

Guglielmo

lunedì, ottobre 10, 2005

Maresciallo

Mi assento per un giorno (ferie) e a fine giornata mi concedo una rapida connessione serale mentre Riccardo guarda Petertanner. E cosa scopro?

Che connestabile sarebbe piu’ di maresciallo. E no caro Connie, sarebbe come paragonare il Sindaco di Milano con il Comandante dei Carabinieri. Chi conta di piu’? Nessuno perché una è una carica civile e l’altra militare.

Per di piu’ all’epoca di Guglielmo un maresciallo, ed in particolare il Maresciallo di Riccardo cuor di leone e di suo padre Enrico, contava parecchio.

Inutile inoltre dire che uno che ha vissuto all’epoca di Riccardo e ha ricoperto quella carica per così tanto tempo non possa essere tacciato di ingenuità.

Gugliemo

Montecarlo: note in margine ad una città di merda

Quando soggiornai per la prima volta a Montecarlo rimasi stupefatto: quella città sprizzava ricchezza, splendore e promessa di benessere e felicità.
Ero pur sempre un bambino, che conosceva la città per il suo Gran Premio di Formula 1, mica per altro.
Poi sono cresciuto e mi sono ricreduto: è una città di merda, frequentata malissimo, con locali pessimi e gente terribile.
Alla fine ci vai per il casinò, perché tante cose si fanno così senza pensarci, per lo sporting, perché è sulla strada per Cap Ferrat, e così via. Rimane il fatto che faccia schifo.
Venerdì Montecarlo, uno dei nostri lettori, ha fatto outing. Ha detto mille belle cose, ha irretito Gughi, che pare fossero alla trasmissione della Defilippi.
Ma Guglielmo è sempre un poco avventato. Scusiamolo! è solo un maresciallo, mica un connestabile!
Come si può credere ad uno che si cela dietro un nick, fa lo sbruffone, cerca rogne, e poi dice: “scusa, ho mentito! Ecco, la verità è che…”. E ti dice dei bambini, della gita a eurodisney, e così via. Non ti si può credere, Monty! Anzi, direi che sei due volte infame: la prima perché attacchi da vigliacco; la seconda perché fingi di mondarti la coscienza, mentre prendi per il culo le anime candide!
E allora, divertiti, piccola anatra asessuata (maschio, femmina, ma che importa, non sei nessuno!), vieni a sfottere, che si vede cha la tua vita nella pozza è un po’ troppo noiosa e hai necessità di distrazioni! Continua insieme a quelle altre starnazzanti creature (shitty, hello-kitty, e company), a venire a fare lo show! Echissenefrega! I troll vanno e vengono, è nella natura delle cose. Qualcuno è più infame, altri meno.
Gli è che quando ho letto i commenti di Montecarlo al mio post, mi è venuto in mente Terrence Hill, che nel godibilissimo film intitolato “Non c’è due senza quattro” indicando il cattivo, diceva a Bud Spencer: “Ti presento il signor Tango. Dicono che sia cattivissimo. Ma vedi, uno che si fa chiamare Tango nel paese del samba, ti fa capire che razza di stronzo sia!”.
Appropriato, direi.

domenica, ottobre 09, 2005

Le Crociate

La serata VIP è quando prendo un film cazzuto (Western, Guerra, Azione…) e me lo vedo in santa pace.

Da diverse settimane attendo che esca in dvd “Le crociate”. Con impazienza ho scrutato gli scaffali noleggio dell’Esselunga in attesa della sua comparsa.

Finalmente venerdi, in concomitanza con una delle rare uscite serali di mia moglie, ho noleggiato il supporto. Cena rapida e frugale (crudo, pane e finocchi) e il mio gusto preferito Carte d’or (Caffe).
Ho infilato il disco lucente di promesse nel mio possente Panasonic e ho atteso di essere catapultato in Palestina. Il cast di attori è stellare è dunque sono fiducioso.

Inizio. Francia 1184. Inverno. Già qui capisco che la faccenda butta male. Possibile che nel medio evo sia sempre inverno? Ricordo solo “Robin e Marian”, un capolavoro, in cui è contemporaneamente medio evo ed estate.
Baliano (Orlando Bloom in versione muscoli e pizzetto) fa il maniscalco. La moglie è morta e il figlio pure. Arriva un cavaliere da Gerusalemme. E’ il padre’. Si è pentito di non aver mai riconosciuto Baliano ed ora vuole farsi perdonare. Lo invita quindi a Gerusalemme per diventare suo erede. Orlando ha un solo sguardo e non si capisce se è la summa della freddezza dell’uomo di fronte al dolore ed alla morte o se Orlando ha solo quello sguardo. Il padre, di fronte al silenzio del figlio, monta a cavallo e riparte per Gerusalemme(si è fatto 6000 chilometri, incassa il no, gira il cavallo e nemmeno beve un caffè). Arriva il prete che ha sepolto la moglie suicida di Baliano. Orlando scorge al collo del prelato la croce della moglie. In piu’ il parroco, una vera volpe il lizza per il cardinalato, si vanta che ha decapitato la moglie perché suicida prima di seppellirla. Baliano trafigge il chierico e gli da fuoco. A quel punto deve espiare la sua colpa e quella della moglie. Cosa fa? Parte per Gerusalemme.

Fino qui non è un riassunto. E’ ciò che accade nel film in esatta sequenza e tempistica. Ogni caratterizzazione dei personaggi e approfondimento psicologico è totalmente assente.

Da qui il film decolla di brutto. Baliano nel giro di circa 10 minuti diventa cavaliere, si fa nemici l’intero ordine dei Templari (non si capisce perché. Deve essere un’antipatia a pelle…), diventa Barone di Ibellin e salva la vita un saraceno sconosciuto che, per quanto ovvio, ricambierà dopo circa 20 minuti.

Fin qui tutto bene. Ma ecco che Orlando, ormai raffinato, arriva a Gerusalemme. I Templari sono dei veri stronzi. (ma chi è lo sceneggiatore? Un seguace di Filippo il Bello, lo sterminatore dell’ordine templare?). Orlando incontra la sorella della Re, Sybilla, che è sposata con il comandante dei Templari ( i Templari erano monaci e quindi facevano voto di castità e celibato quindi questo, nella visione USA della vicenda, deve essere un Templare protestante). Sybilla, a freddo mentre lo accompagna in udienza dal Re lebbroso di Gerusalemme, gli dice: “Ho amato vostro padre, amerò anche voi!”

Se una, in ascensore, vedendomi per la prima volta in vita sua, mi dicesse così penserei che ha qualche problemino e che mio padre è un gran paraculo. Lui niente. Lei, invece, è una di parola perchè due scene dopo lo raggiunge a Ibellin (feudo di Orlando) dicendole che sta andando a Cana. Lui ha già capito la geografia dei luoghi perché risponde: “Ma Ibellin non è sulla strada per Cana!” Allora lei gli dice: “ Io non sono lasciva o annoiata, io ti voglio perché tra due corpi in oriente c’è solo luce!”. Questo punto è l’unico veritiero del film. Infatti nessuno, visto che lei e seminuda ed è la principessa di Gerusalemme, oserebbe dire: “scusamachecazzodici?”. E quindi Orlando fa la faccia di quello che ha capito (capito cosa non si sa perché lei poteva dirgli pure “Lo sai che la radice quadrata di 4 è 2” che il film andava avanti lo stesso cosi…), dimentica moglie, figlio e peccati da espiare e le salta addosso. Ma qui arriva lo zenith. La mattina dopo Baliano fa un giro della sua terra seguito da suoi uomini. E’ una distesa arida di sassi. Allora lui raccoglie una manciata di terra e la disperde nel vento con le dita dicendo: “Sapete cosa ci manca qui?”. Gli altri lo guardano attoniti. “L’acqua!” dice Orlando. A qual punto tutta la struttura piramidale del medioevo è chiara perché nessuno osa dirgli: “Ma dai, chi l’avrebbe detto!”.

Allora scavano una serie di buche (nessuno ci aveva mai pensato prima, nemmeno quell’aquila del padre) e trovano l’acqua. La mattina dopo Sybilla si sveglia e cosa vede?: Baliano che gira per una rigogliosa pianura verdeggiante…MITTTTICO!

Ed ecco che arriva la fine del film. Il re è morto. Tutti offrono a Baliano la corona di Re e la mano di Sybilla. Lui che dice? “Non se ne parla nemmeno ragazzi! Io sono il cavaliere perfetto e non voglio che il marito di Sybilla, il templare protestante, sia fatto fuori per causa mia!”. Però, pensa lo spettatore, due colpetti glieli hai dati… La situazione precipita. Saladino è alle porte. Il nuovo Re, Guido, raccoglie l’esercito e va a cercare il nemico. Inutile dire che viene sbaragliato perché non ascolta i geniali consigli di Baliano (“Non allontanatevi dai pozzi d’acqua!”). L’episodio storico sarebbe la battaglia dei corni di Hattin. Una delle battaglie piu’ gloriose mai combattute dai Franchi in oriente ed in cui fu persa quella che era considerata la piu’ sacra delle reliquie: la vera croce. I nostri amici americani la liquidano come nulla fosse. Vuoi metter con Gettysburg? A questo punto tra Saladino, forte di 200.000 uomini (dove li avrà trovati Saladino resta un mistero, considerando la popolazione di allora…) e Gerusalmme chi resta? Baliano. Orlando, che fino ad allora montava zoccoli ai cavalli (una specie di gommista ante litteram) si trasforma in un genio della strategia ed inventa un paio di macchine da guerra che nemmeno Leonardo si è mai sognato. Sbaraglia Saldino su ogni fronte fino a che, sotto un bombardamento saraceno piu’ simile ad un lancio di razzi che a sassi da catapulta, crolla un pezzo delle mura. Si alza un polverone immenso e qui ho pensato sul serio: Adesso esce un Black Hawk con una Brigata Ranger e a Saladino gli fanno un cullo come un secchio!. Invece no. Baliano nomina tutti i cittadini cavalieri e fa un discorsetto alla Sybilla: “Qui ci sono i luoghi sacri dei mussulmani e quegli degli ebrei, che i romani hanno distrutto. E pure i nostri. E quali sono piu’ sacri? Sono uguali!” a questo punto probabilmente avrebbero dovuto attaccarlo a quattro cavalli e squartarlo invece nessuno fiata. Lui sguaina la spada e si catapulta sulla breccia. Avanzano dunque i circa 100.000 uomini di Sally’o (il nome americano di Saladino…). Perché gli altri 100.000 li ha fatti fuori Orlando. (intanto è diventato anche un fine teologo e filosofo che si confronta, umiliandolo intellettualmente, con il Patriarca). Finisce la battaglia. Baliano è ancora sulla breccia(ha fermato quasi da solo 100.000 saraceni) con una macchietta di sangue e i capelli un po sconvolti (Baliano combatte senza usbergo se no come fa lo spettatore a capire che è lui e le spettatrici a goderne la capigliatura?). Allora Sally o’ avanza nella piana e si incontra con il difensore di Gerusalemme come lanciatore e battitore sul monte di battuta del Baseball o come due pistoleri a Tombstone. Baliano fa l’indifferente: “non vi chiedo un accordo”. Saladino il pirla. Ha ancora 100.000 uomini(devono essere arrivati mentre andavo in cucina a prendere un po di gelato) ed una breccia indifesa ma lo stesso dice “La vita salva per tutti e un salva condotto per la costa!”.

Orlando proprio non ce la fa a stare zitto e allora dice :” Saladino, quanto vale Gerusalemme?”. Sally’ O è preda del virus di Sybilla e dice:
“Niente…!” poi si gira. Fa un gesto con le mani che ricorda De Niro negli “Intoccabili” e aggiunge: “O tutto!” e ride come un pirla (qui ci ho visto la mano della Casa Bianca). Baliano fa come ha fatto con Sybilla nuda. Invece che dirgli “Macosacazzostaidicendo?” prende l’accordo e parte.

Il finale è da Oscar. Baliano torna nella sua piccola bottega. Arriva un tizio a cavallo con una corona in testa e dice: “Io sono il Re d’Inghilterra e cerco il difensore di Gerusalemme!”
Baliano fa un po lo stronzetto. Nemmeno lo saluta e risponde. “Io sono il maniscalco!”
A questo punto, se quello fosse davvero Riccardo Cuor di Leone e questo un film un minimo veritiero, il Re dovrebbe scender da cavallo e impalare Orlando. Invece niente. Come uno a cui un tizio con due pitbull gli ha pisciato sulla macchina, gira il cavallo e con la sua ridicola coroncina se ne va.

Finale. Sybilla e Baliano cavalcano insieme.

Ho fatto alcune verifiche. Su internet lo sceneggiatore confessa che per scrivere la storia si è dato da fare come non mai. Ha fatto un viaggio a Jerusalem, in Texas, ed uno a Jerusalem in Ohio. Ha saccheggiato gli archivi delle città e ascoltato gli anziani del posto. Poi si è sentito pronto. Ha ammesso di aver subito diverse pressioni esterne che volevano Baliano nativo di Detroit. Lui non ha ceduto essendo quasi certo del fatto che Detroit all’epoca non fosse ancora stata fondata.

Poi ho aperto “Le crociate” di S. Runciman e ho capito di aver sprecato una serata vip…

Guglielmo

venerdì, ottobre 07, 2005

Beauty contest

Succede che veniamo selezionati da una multinazionale di Hong Kong per un beauty contest a Torino. Il team è di primissimo livello:
a. partner bellissimo, ricchissimo con doppio cognome.
b. senior associate, 5 anni di esperienza ad HK, sa 4 lingue.
c. associate, faccendiere, millantatore e arrogante.
I cinesi ci aspettano in un prestigioso albergo di Torino. Noi premariamo una presentazione in PPT con effetti speciali e copioso investimento di risorse.
Quando arriviamo, la sorpresa: sono tre sgarruppatissimi cinesi (1 maschetto, 2 femminucce), che ci ricevono nella lobby e, con la scusa del beauty contest, saggiano le nostre competenze per scroccare, in realtà pareri gratis. Gli avvocati capiscono che non ci sarà contratto e non ci saranno parcelle.
Tutto volge al peggio: una giornata buttata via (vale a dire: non parcellabile), oltre alle 3 ore del giorno precedente per preparare la presentazione.
Verso al fine dell'incontro cominciano a fare domande su questioni di immigrazione. Il giovane associate risponde con sicurezza alle domande più improbabili di immigration law, svelando competenza fino ad allora nascoste.
L'incontro finisce, e i tre avvocati tornano a Studio con le pive nel sacco: sono stati turlupinati. Solo l'acssociate sorride, in segreto, perchè sa che le risposte che ha dato erano tutte sbagliate...
La domanda è: l'avrà fatto apposta?

giovedì, ottobre 06, 2005

dove vive l'architetto?

ho appena chiamato l'architetto. fuori ci sono 13 gradi e piove. l'inverno è alle porte.
qualcuno avverta l'architetto che la primavera di vivaldi come risponderia non è proprio in linea con il periodo...
tec

questa è la sinistra...

Succede che un futuro candidato sindaco per la sinistra, prima di essere politico è un insigne ricercatore. succede che l'attuale ministro della salute inserisce nella finanziaria un considerevole importo per la ricerca medica. succede che l'insigne ricercatore elogia il ministro.
una cosa così, apparentemente normale, almeno in un posto dove i cervelli non vengono versati all'ammasso, scatena un putiferio tale che pare farà saltare la suddetta candidatura.
Tanto vi dovevo per una riflessione serena...
tec

mercoledì, ottobre 05, 2005

Sms

Un mio collega, vicino di cubicolo,(si lo avete scoperto, non sono direttore generale di nessuna Major) una volta si è sentito poco bene di stomaco.

Si è alzato dalla postazione e, cellulare alla mano, si è precipitato in bagno.

Dopo qualche minuto sul mio cellulare è apparso un Sms dal seguente tono angosciato:

“Sono al bagno! Ho problemi grossi! Di a Massimo (il mio capo) che sto male e che tarderò un pò a rientrare!”

Alcuni precisazioni:

Massimo non si era minimamente accorto dell’assenza del mio collega (nessuno è indispensabile) e nemmeno era interessato a dove fosse.

Il mio collega, stando male, poteva assentarsi quanto voleva perchè nessuno dove lavoro negherebbe ad un collega il diritto ad un po di mal di pancia.

Comunque appena raggiunto dall’sms del mio vicino di banco ho compreso che non chiedeva aiuto ma era solo colpito da eccesso di zelo (oltre che da maledizione di Montezuma).

A quel punto, con tono giocoso, giravo l’sms ad una mia collega. Era chiaro dal contesto che io mi limitavo a rigirare il messaggio ricevuto da un altro.

La mia collega, presa anche lei da eccesso di zelo, si è alzata ed è andata da Massimo.

“Massimo” gli ha detto in affanno” Gughi ha un attacco di dissenteria ed è chiuso in bagno. Sta male! Ha bisogno di aiuto!”

Io, per puro caso, mi ero appena alzato per un caffè o qualche incombenza di tal sorta. A Massimo, volontario croce rossa, non parve vero di mettere alla prova le sue capacità paramediche.

Si mise dunque a forzare tutte le maniglie dei bagni della mia struttura (ospita circa 250 persone e si estende su due piani) urlando a squarciagola il mio nome (ritengo che ancora oggi alcuni colleghi soffrano di blocco della minzione quando sentono Massimo urlare e si barrichino dentro la toilette usando mobili e sedie.).

Solo dopo diversi bagni e qualche minuto sono comparso bello fresco interrompendo la folle corsa nata per salvarmi.

I due poveretti erano pallidi e stremati e nei loro occhi ho letto sincero affetto e preoccupazione.

E’ stato un bel momento.

Meno quando ho dovuto spiegare la cosa...

Azeglio

Caro Azeglio, hai ragione.

Però vorrei capire perchè le imprese italiane non fanno lo stesso discorso quando si tratta di dare lavoro. Perchè fanno le auto, le lavatrici, le calze, i maglioni, i giubbotti, le moto in Polonia, Cina, Thailandia invece che in Italia?

Per il profitto, direi. Ma allora perchè il consumatore non deve badare al profitto personale?

Perchè devo comprare una Fiat che dopo 3 anni è da buttare e che con buona probabilità è fatta in Polonia?

E badate bene io non dico nemmeno che non compro italiano a parità di prezzo. Perchè sono disposto a spendere anche di piu’, a parità di bene offerto, se la qualità del bene italiano è superiore a quello di importazione.

Bisognerebbe fare un’etichetta di beni fatti in Italia da imprese che non delocalizzano allora si che spendere di piu’ avrà senso...

Guglielmo

Ma scusate...

Qualcuno mi spiega per quale motivo non si possa cambiare la legge elettorale a fine legislatura?
Lasciamo perdere le questioni di stile, tanto siamo abituati al peggio ormai, ma vorrei capire quali siano le ragioni di sostanza.
Peraltro, noto che la medesima situazione si verificò, a parti invertite - con i medesimi toni e polemiche - già nel 2000. Non capii allora, non capisco adesso.
Una cosa, certo, la capisco: è la politica italiana al suo peggio, chi vince non sa vincere, chi perde non sa perdere...

martedì, ottobre 04, 2005

Matrix

Materazzi, detto Matrix, è un personaggio. Me lo immagino, con sbuffi e volant, comandante della Guardia Imperiale di Carlo V o moschettiere in un romanzo di Dumas. E’ uno di quegli uomini che nel cuore della battaglia vorrei avere al fianco. Magari con una tendenza a perdere la testa ma con la lealtà di un cavaliere medievale.

Ebbene io credo che Matrix sia un po’ nel mirino. Interventi come i suoi se ne vedono uno a partita ma nessuno viene stigmatizzato come lui i. Il fallo di sabato su Ibra è stato brutto e l’entrata scoordinata ma non cosi’ grave da doverlo giustiziare in diretta tv. Matrix, poi, è un ragazzetto leale, non sputa e le prende e le da senza mai fiatare, a viso aperto.

Allora perchè tanto accanimento?
Perchè è facile, in mezzo al fango ed alla merda del calcio italiano, puntare il dito su uno che non è madre Teresa ma che non è nemmeno il mostro di Rostock.

Fingere che i problemi del calcio siano questi e non altri.

Ogni squadra ha un paio di Matrix ed alcune anche tre. Per di piu’ Ibra, non un santo nemmeno lui, si è rialzato senza fiatare perchè sapeva di averne prese e di averne date.

Ed allora vai Matrix con i tuoi occhi rosso fuoco, mostraci il valore ed il coraggio nel cuore della battaglia!

Guglielmo
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