venerdì, settembre 30, 2005

mannaggia ai numeri nascosti!

suona il cellulo personale. sono al telefono con un grande capo sull'altro. "nessun id chiamante" dice il display. penso a mio fratello. lo richiamo dopo mezz'ora. non era lui!
mannaggialapuzazza. era sicuramente un headhunter che voleva propormi un lavoro degno delle mie competenze, capacità e potenziale. e ora ho perso il treno.
venerdìdimmerd.....

Tale padre tale figlio

succede che in italia esce fuori una legge, forse un po' troppo severa. succede che la legge prevede la confisca (mica il sequesto, te lo portano via e non lo vedi più) del motorino/scooter se sei in giro in due, senza casco o con il casco "messo su male".
poi sta legge viene applicata.
i giovinotti cominciano a vedersi confiscati i preziosi scooter (truccati). e protestano, poverini. qualcuno dice (sentito ieri sera tg5) che è disposto a pagare la multa per aver portato l'amichetto. [bravo, ciccio. e poi, quando mi tagli la strada e ti faccio andare lungo assieme al tuo amichetto?]
la cosa scandalosa non sono tanto i giovinotti che protestano, ma i di loro genitori, che anzichè corcarli di legnate per aver fatto qualcosa di pericoloso, li coccolano e proteggono.
ANDATE A LAVORARE.... in miniera.
Tec

giovedì, settembre 29, 2005

domanda cosmica

Da shinystat scopro che è capitata qui un po' di gente che cercava:
"penna pranoterapeuta tv"
"enzo jannacci messico e nuvole testi"
"demansionamento"
La domanda è: avranno trovato quello che cercavano?
Tec

settimana enigmistica

che differenza c'è fra berlusconi/all iberian e prodi/iri?

nessuna. bravi.
tec

Ma in queso caso...

Il contratto è nullo o annullabile?

Guglielmo il Giurista

democrazia?

far votare alle primarie dell'ulivo: "i cittadini stranieri che da almeno 3 anni lavorino e risiedano in Italia" e che NON voteranno alle politiche è democrazia o semplicemente una stronzata?

Guia

la leggi tutta l'estate con la sua rubrica. poi la leggi tutto l'anno ogni sabato, su il foglio e su iodonna. e la cerchi durante la settimana.
te la immagini carina, slanciata, forse un po' snob. sicuramente ricercata, di cultura, che parla bene inglese.
ti appassioni a lei, alle sue storie. condividi emozioni ed idee. assapori la prosa centellinando le parole.
poi ti capita, così per caso, di vederla. come è successo ieri sera a ottoemezzo.
e scopri che è ben lontana dalla 38, e non solo di una taglia come ti fa credere in ciò che scrive.
scopri che dice cose di una banalità.
scopri che parla inglese come gughi, con la patata in bocca. ma sicuramente con una pronuncia più decente del gughi.
e scopri che forse è meglio che certe categorie rimangano lì dove sono sempre state, nell'immaginazione. giornalisti come i dj che senti per radio.
lasciamoli lì, nella nostra testa e nella forma che abbiamo dato loro.
Tec

La democrazia in Italia

Finalmente si vota!

Una prova di vera democrazia aperta a tutti!


www.unioneweb.it

Guglielmo

mercoledì, settembre 28, 2005

Indovinello

Manica di saccentoni...
Chi fu, quando e dove visse il presidente che fece le seguenti cose?
- taglio fiscale con conseguente aumento del pil del 4% e ri-conseguente aumento del gettito fiscale del 15% (gughi rispolvera i tomi di politica economica)
- radicale riforma delle pensioni private
- medicine e cure gratuite per anziani, prima non previste
- posizione di apertura per le unioni civili di omosessuali
- libertà di ricerca privata sulle staminali embrionali
- sanatoria e legalizzazione immigrazione clandestina
- gigantesco programma di recupero scolastico
a chi indovina una pizza e birra in zona marghera.
Tec

martedì, settembre 27, 2005

Consigli per gli acquisti

Con colpevole ritardo, segnalo: Romanzo Criminale, di Giancarlo De Cataldo (edito da Einaudi). Un gioiello davvero.

lunedì, settembre 26, 2005

G.W. Bush

Bush va in una scuola elementare e la maestra dice ai bambiniche sono inclasse che possono fare qualsiasi domanda al presidente; allorasi alza ilpiccolo Bob e dice -signor presidente, io avrei 3 domande per lei:

1)Perchèha deciso di fare la guerra contro l'Iraq senza il consensodell'ONU?
2)Perchè ha voluto fare tanto male al popolo iracheno?
3)Perchèal primo mandato e stato eletto senza la maggioranza dei voti?

Pero' bush non fa intempo a rispondere poiche suona la campanella della ricreazionee tutti ibambini corrono via contenti. Al termine della ricreazione lamaestra diceche i bambini possono fare tutte le domande che vogliono a bush; allora ilpiccolo Sam si alza e dice -signor presidente, io avrei 5 domande per lei:

1)Perchè ha deciso di fare la guerra contro l'Iraq senza ilconsensodell'ONU?
2)Perchè ha voluto fare tanto male al popolo iracheno?
3)Perchè alprimo mandato e stato eletto senza la maggioranza dei voti?
4)Perchè laricreazione e iniziata 20 min prima ?
5)dov' è il piccolo Bob?

giovedì, settembre 22, 2005

E quella dei libri...

Secondo la mia professoressa di francese del liceo, donna colta che ancora sogno con terrore, i libri vanno vissuti.

Sottolinearli, fare orecchie alle pagine, spezzare loro il dorso per adattarli alle nostre comodità di lettura non è che un segno d’amore. Anch’io la vedo così. E per questo motivo che quando ho finito di leggere un libro questo è pronto per il riciclo.

Allora, mi chiedo, perchè accumularli?
Salvo rare accezioni, quando avremo tempo di rileggerli o semplicemente consultarli?
La carta e la colla utilizzate non li trasformeranno in pochi anni in ruderi?
Dopo di noi non verranno liquidati con sufficienza da quelli per cui con cura li serbiamo?
Perchè dedicare loro ampi spazi delle nostre case?
Non vale lo stesso per i dvd?

Seguiranno nell’ordine:
commento del Tecnologo che mi rinfaccia un libro di Clancy restituitogli con macchie di pizza (da allora non accetto piu’ libri in prestito da nessuno...e per inciso gli ricomprai il libello)
post del Connestabile dal titolo “Io e i libri!”
post di Archie (sempre che esista davvero...) dal titolo “Io e i dvd!”


Guglielmo

mercoledì, settembre 21, 2005

La stanza del dilettante

Arrivo tardi, lo so: ma ho preso una sbandata per Sellerio, sul serio.
Parlando con i colleghi, l’altro giorno, sono stato tacciato del solito snobismo per via del fatto che avevo affermato che le migliori case editrici sono quelle che curano l’aspetto esteriore del libro, come Adelphi e Sellerio.
Ho quindi speso parole di elogio per Sellerio, raccontando della Civiltà perfezionata e finendo a parlare di Sciascia, che è diventato il trait d’union tra le due case editrici.
Ho ripensato dunque a quella peculiare capacità che aveva Sciascia di farsi alfiere di riscoperte letterarie di primissimo livello, come ad esempio fece con il Rubè.

Quando trovai per la prima volta “Per un ritratto dello scrittore da giovane”, l’unica cosa che mi veniva in mente era Dylan Thomas, ma ho poi scoperto che non c’entrava nulla. Il libretto, 51 pagine, è una piccola inquisizione, in puro stile sciasciano, della giovinezza di Giuseppe Antonio Borgese. Chi fosse Borgese, io non avevo idea. Non ne avevo mai sentito parlare.

E poi, leggendo il libretto di Sciascia mi imbattei nell’incipit del Rubè e la vita mi riservò una delle sue piacevoli sorprese.

La vita di Filippo Rubè prima dei trent’anni non era stata apparentemente diversa da quella di tanti giovani provinciali che calano a Roma con una laurea in legge, un baule di legno e alcune lettere di presentazione a deputati e uomini d’affari. Veramente egli aveva portato qualcos’altro del suo, segnatamente una logica da spaccare il capello in quattro, un fuoco oratorio che consumava l’argomentazione avversaria fino all’osso e una certa fiducia d’essere capace di grandi cose, postagli in cuore dal padre; il quale era segretario comunale a Calunni, e, conoscendo bene l’Eneide in latino e la vita di napoleone in francese, giudicava che tutti, a cominciare da se medesimo, fossero intrusi in questo mondo, fuorché i geni e gli eroi.

Ora, anche se sono consapevole del fatto che qualcuno mi criticherà, lo dico chiaro e tondo: è l’incipit più folgorante di tutta la letteratura italiana. Davvero. È un proiettile che butta il lettore in un mondo romantico e disperato, un luogo che si trova in ogni tempo, in ogni epoca.

Oggi più che mai, ci sono legioni di ragazzi, trentenni, che “calano” nelle grandi città, carichi delle aspettative paterne, carichi di “talenti” eppure già disperati perché lucidamente consapevoli che, proprio per via della loro visione del mondo, solo persone eccezionali (gli eroi, i geni), possono considerarsi cittadini a pieno titolo. Insomma, il ritratto spietato e veritiero del modo migliore che una persona normalmente dotata ha di scavarsi la più profonda delle fosse.

Rubè siamo noi, e Sciascia lo aveva capito bene.

Ho letto il romanzo – struggente – e sono convinto che sia tutto concentrato nel suo incipit, come fosse un Aleph in cui tutto il mondo è racchiuso, sol che ci si sappia porre di fronte a lui, a osservarlo.

Sciascia si pone di fronte alla vita di questo scrittore, e alla sua opera pressoché dimenticata, per condividere con noi la sua profondità di analisi.

Filippo Rubè si incammina nella vita sprofondando nell’abisso, nonostante la sua logica, nonostante le sue doti e sembra quasi che Sciascia si domandi quale possa essere la lezione che possiamo trarre da questo romanzo.

Forse la troviamo in epigrafe la volume di Sellerio:

“Aspiro, per quando sia morto, a una lode: che in nessuna mia pagina è fatta propaganda per un sentimento abietto o malvagio. G.A.Borgese”

Sì, forse è questo l’unico argine che possiamo frapporre tra noi e l’abisso, l’unica ancora di salvezza: diventare scrittori morali, nel senso più alto del termine: professionisti con una morale, persone integerrime. Non è una lezione da poco.
Io la vedo così, ma non sono che un dilettante.

Una modesta proposta

Si avvicina il Santissimo Natale e spesso non sappiamo cosa regalare ai nostri amici/fratelli/figli/cognati/padri/nipoti.

E allora perchè gettare soldi dalla finestra?

Perchè sprecare denaro quando con pochi spiccioli possiamo fare felice qualcuno che si accontenta di poco?

Perchè farci travolgere dal bieco consumismo quando possiamo far sorridere qualcuno e ragalargli qualche momento di serenità in un mondo che ormai a ben poco di sereno?

Pensiamoci...

"Santissimo Natale 2005! Perchè sia sereno per tutti, regala un sogno ad un bambino!"

Guglielmo l'altruista

"Emma"

Durante l’ultima visita alla Feltrinelli di Piazza Piemonte il mio sguardo avido di avventure è caduto su “Il cavaliere della vera croce” di David Camus, nipote di Albert. Il titolo e l’ambientazione della prima scena (i corni di Hattin, in Terra Santa) mi hanno fatto venire il formicoli alle mani, ma il prezzo, circa 19 euro, lo hanno subito spento.

Prima di investire tale cifra ho cercato conferma su Ibs. Come avvenne per il prodigioso “Alienista” di C. Carr i commenti dell’opera di D. Camus mi hanno condotto verso un’altra opera: “Cavaliere di grazia” di Mimmi Franco.

L’opera, difficilmente reperibile perchè di editore minore, era disponibile solo nella Feltrinelli di Cso Buenos Aires.. A qul punto è scattata la bagarre...mi sono alzato nel cuore della sala ed ho chiesto. “C’è qualcuno di voi, cari colleghi, che domani transita per Cso Buenos Aires?”
I ragazzi hanno nicchiato. Ne ho interrogato un paio a sorpresa “Bello di casa dove abiti tu?”
Niente. La faccenda si faceva seria. Partivo il sabato per le ferie e partire senza il misterioso tomo era un’ipotesi da non considerare nemmeno.

Ero sul punto di inviare una mail a tutta la struttura ma l’avversione per le arti e l’utilizzo improprio degli strumenti aziendali avrebbe potuto procurarmi qualche problema con la direzione.

A quel punto è giunto in soccorso il fato. E’ entrato dalla porta un ragazzo di un altro servizio. L’ho guardato fisso negli occhi: “vai in Ba domani?”
“Si perchè?”
“Fai un salto in Feltrinelli?”
“Se hai bisogno..”

Il giorno dopo il prezioso volume era sulla mia scrivania. Il bello è che in giornata mi ha chiamato un collega che era stato contattato da un altro collega che si trovava in Feltrinelli e voleva sapere se avevo ancora bisogno...Ah gli amici...

Comunque la lettura del volume è stata godibilissima. L’ho centellinato pagina dopo pagina. Ambientato a nella Rodi degli Ospitalieri durante l’assedio di Solimano è un libro che in poche pagine concentra diversi e bellissimi temi come la tolleranza tra religioni diverse, il passaggio dal medio evo al rinascimento, la cavalleria, l’amore e l’amicizia...

Un libro davvero bello che vi consiglio di comprare o chiedermi in prestito.

Mo non è di questo che volevo parlarvi...

Bensi di Jane Austen Questo perchè finito il libro di Mimmi mi sono dedicato ad “Emma”.

Trascinato dall’entusiasmo di Susanna per questo libro mi sono accostato ad un classico della letteratura europea con umile atteggiamento. Dalle prime pagine ho subito capito che non ci sarebbe scappato il morto (perlomeno di morte violenta...) e ho chiesto allora a mia moglie: “E’ un po lento. Ma poi decolla?”
“Si...parla già del curato?”
“No...”
“Vedrai che decolla!”

Ieri sera Jane ha iniziato a parlarmi del curato ma il muso del nostro biplano (mio e di Jane) è rimasto ben saldo verso l’orizzonte...gli do altre 10 pagine...poi apro il paracadute...

Guglielmo l'aviere

martedì, settembre 20, 2005

Una mattina qualunque

Tra i primi ricordi della mia esistenza la parte del leone la fa l’asilo. Era con angoscia che al mattino mi svegliavo e mi recavo dalle suore. Ricordo che una mattina mi svegliai in preda all’ansia e le mie prime parole furono” Non voglio andare all’asilo!”. Fortunatamente era domenica. Da allora non ho mai amato la scuola. Giusto stanotte ho sognato che era la fine del quadrimestre e che dopo lunga assenza da scuola si era materializzata la mia prof di francese ed esigeva da me, che non toccavo libro da mesi, una serie di interrogazioni.

Capirete il mio sgomento quando stamattina Riccardo ha esordito più o meno nello stesso modo: “Non voglio andare dai bimbi!”

Abbiamo fatto finta di nulla e ci siamo accomodati a tavola per la colazione. Ma dopo pochi biscotti il piccoletto ha ripreso: “Non voglio andare dai bimbi!”.

A quel punto ho fatto appello a tutta la mia capacità di convenzione ed analisi e mi sono seduto di fianco a mio figlio sulla sedia occupata dagli Amici (detti anche la Cricca sacra, la cerchia piu’ristretta dei collaboratori del Professore, composta da Tigro, Winnie, Winnino e Tigrino). Ho fatto appello ai miei tremendi ricordi d’infanzia cercando di esorcizzarli, esorcizzando al contempo i demoni di Riccardo. Ho scavato nella mia psiche e con l’aiuto delle letture fatte ho attaccato:
“Cosa è successo all’asilo?”

Silenzio. Il piccoletto intanto aveva piegato il crapino sul petto e con il muso lungo mi scrutava con la coda dell’occhio.

Ho cercato nel disagio con gli amici.
“Hai litigato con qualche bambino?”
“No...” risponde Riccardo malinconico.
Indago dunque nel frattura generazionale che separa discenti e discepoli.
“Hai litigato con Raffaella? (una delle maestre..)
“no...”
“Hai litigato con Silvia? (una delle maestre..)
“no...”
“Hai litigato con Ilaria? (una delle maestre..)
“no...”
La violenza negli asili mi ha sempre terrorizzato.
“Ti ha picchiato qualche bambino...”
“no...”
Allora ho puntato al bersaglio grosso.
“Hai paura forse che la mamma non venga a prenderti?”
Lo scolaro recalcitrante è esploso.

“Via da quella sedia!Non è tua è quella degli Amici!”

Conscio dell’impropria invasione mi sono ritirato.

A quel punto eravamo in ritardo. Mi sono vestito in tutta fretta e mi sono catapultato nel box per recuperare la Corolla lasciano il piccoletto nelle anni della sua mamma.

Quando sono rientrato il peggio era passato. Nudo dalla cintola in giù Temugin girava per casa gridando frasi incomprensibili.

Ad un certo punto è saltato in braccio alla Susy e gli preso la faccia tra le manine: “Sei una mammina bellissima!” ed intanto metteva la sua faccina contro quella della madre.

A quel punto mi sono gettato anch’io nella mischia. Ho strappato l’infante dalle braccia della madre e l’ho interrogato: “E il papà? Il papà? Come è?”

Il piccoletto pareva necessitare di aiuto. Mentre manteneva uno sguardo diffidente faceva andare la manina arricciando i capelli sulla nuca e succhiando il ciuccio.

“E’ bellissimo anche il papà?” a quel punto la ciucciata si è fatta frenetica e la manina girava all’impazzata e lo sguardo di Riccardo si è fatto diabolico.

Visto l’orario ho iniziato le operazioni di vestizione. Dopo una rapida trattativa degna del “Negoziatore” il piccoletto accetta le scarpe che gli vengono imposte ed in cambio ottiene o il permesso di portarsi dietro ciuccio e patente (un documento con foto prodotto da me al pc che autorizza il latore alla guida della Corolla accompagnato da almeno uno degli Amici).

Il piccoletto è salito a bordo della vettura ed ha iniziato la sua caccia mattutina ai Talle(vengono così chiamati i camion. La parola Talle si applica dall’Ape che consegna l’acqua fino al Caterpillar utilizzato in Canada per trasportare la sabbia nei boschi dell’Ontario). La preda piu’ ambita è il Talle dell’immondizia nei suoi colori verde smeraldo. La sua comparsa è accolta da urla di giubilo. Il giorno topico è il mercoledì, giorno di raccolta immondizia. Si arriva all’asilo stremati dopo una caccia per le vie. Il piccoletto ha colto il nesso tra i bidoni ed i camion e alla vista dei contenitori inizia a dire “Non sono ancora passati i talle...” il tono si fa via via piu’ preoccupato fino alla comparsa del lampeggiante aranciano. A quel punto Riccardo si sbraccia in saluti verso i netturbini ottenendo a volte in cambio un tonante colpo di clacson...li è il tripudio!

Durante il tragitto cerco di fare un pò di conversazione .

“Cosa pensi?” chiedo vedendolo immerso nei suoi pensieri.
“Guardo...” dice lui senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Come per rassicurarsi ogni tanto dice;
“Poi viene la mamma a prendermi...eh si!”
“Si...quando ti svegli arriva la mamma..poi stasera ci sono anch’io...”
“Eh si....guarda papà che Talle!Guarda è grandissimo! É bellissimo!” (ha scoperto da poco gli assoluti e ne abusa).

Ogni tanto attacca lui.
“Papi...”
“Dimmi?”
“Tu se piccione!” e ride come un pazzo
Fingo di lasciare il volante”Guarda che salto dietro e ti sistemo!” Lui ride ancora di piu’.


Arriviamo all’asilo. Prima di scendere mi vengono affidati i suoi beni:
“Tieni...” e mi porge ciuccio e patente.
In braccio lo porto fino alla porta. Il momento è delicato.
“Allora poi viene la mamma a prenderti...stasera ci vediamo a casa e giochiamo con il treno...mi dai un bacino?”

Gli scherzi sono finiti. Mi abbraccia forte e mi da un bacio sulla guancia. Lo consegno alla maestra e lo guardo scomparire dietro la porta a vetri mentre mi lancia uno sguardo che puo essere a seconda dei gironi disperato, sereno, triste, eccitato...

Salgo in macchina, accendo la radio e già mi manca...

Gugliemo il piccione

God Bless America

Mi risulta che il gradimento nei confronti di G.W. sia ai minimi storici e che il paese si stia mobilitando stile Vietnam per protestare contro lo stato di guerra permanente. I massimi del gradimento Bush li ha raggiunti dopo 9/11 per l'abitudine degli Usa a stringersi al Presidente nei momenti di difficoltà. In realtà il consenso accumulato è stato dilapidato in una serie di operazioni infruttuose.

Le critiche piu’ ricorrenti, sottolineate anche nel libro di Clark, riguardano la reazione post 9/11.

Invece di concentrarsi su Osama, utilizzando magari la Delta Force per catturarlo o ucciderlo, l’amministrazione Bush si è concentrata subito sulle possibili implicazioni dell’Iraq.

Dal punto di vista militare va detto, citando una battuta ricorrente, che il numero dei soldati inviati in Afganistan è stato inferiore ai poliziotti di Manhattan e che si è fatto ricorso ai servizi segreti e dall’esercito pakistano notoriamente legati ad Al Qaeda per dare la caccia ai vertici del terrore.

Invece di impelagarsi in Iraq, dove ormai ogni giorno muoiono decine di uomini (e come dice Magdi Allam sul Corriere sono per lo piu’ mussulmani e ciò dovrebbe far comprendere che la guerra in corso non è tra loro e noi ma tra di loro...), bisognava stabilizzare l'Afganistan e fare fuori Al Qaeda e dopo semmai dedicarsi all’Iraq.

Il bilancio americano è fuori controllo, la benzina è schizzata a livelli mai visti (e nulla fa incazzare un americano come l’aumento del prezzo della benzina...) e secondo alcuni analisti autorevoli (io e Morgan Stanley...) il dollaro potrebbe avere un crollo contro euro fino a 1,5.

L’America, che io come ben sai amo profondamente, ha allargato il solco che la separa da tutto gli alleati ed anche la solidarietà ed il consenso accumulato dopo 9/11 è stato gettato dalla finestra in iniziative unilaterali ed a volte arroganti.

Clinton non era un genio e non era uno stinco di santo ed ha commesso i suoi errori ma aveva quantomeno capito che il terrorismo era una minaccia reale ed imminente (tanto da avvisare Bush al passaggio delle consegne...lo stesso Bush convinto che i Talebani fossero un complesso rock...).

God Bless America

Guglielmo

lunedì, settembre 19, 2005

Katrina

Vi riporto la considerazione di un giornalista de Il Foglio sull'uragano Katrina. Mi sembra interessante, se comparata a certi articoli sui soccorsi degli americani.
Ciascuno tragga le sue conseguenze.
Tec

"I morti di Katrina accertati sono 710, non 10 mila né 25 mila. L'uragano ha colpito un'area di 233 mila chilometri quadrati, quasi quanto l'Italia. Ora immaginatevi un uragano della forza di Katrina su tutta l'Italia, da Trento a Trapani, e poi provate ancora a dire che in America i piani locali e federali non hanno funzionato." C. Rocca

domenica, settembre 18, 2005

Sì a Contratti di Convivenza Solidale, no a figure matrimoniali o simil-matrimoniali

Il dibattito sulle “unioni civili” deve servire a fronteggiare e migliorare alcune difficili situazioni sociali e umane, ma non deve diventare un tormentone estraneo alle attese fondamentali degli italiani. Altrimenti, chi intendesse farne una bandiera della campagna elettorale si misurerebbe con un consenso ancora inferiore ai referendum sulla procreazione assistita, come confermano i risultati del sondaggio pubblicato oggi da Repubblica, secondo il quale 2 italiani su 3 sono favorevoli a regolamentare le convivenze, mentre 7 italiani su 10 sono contrari ad istituire forme matrimoniali o para-matrimoniali per le coppie omosessuali.

La mia opinione personale è nota da tempo e la riassumo in tre punti.

1) Occorre assicurare la protezione dei diritti civili degli omosessuali, anche perché inaccettabili aree di discriminazione persistono nella società italiana.

2) Nella prossima legislatura sarò possibile definire una normativa che regoli i Contratti di Convivenza Solidale per tutte le persone che intendono vivere insieme, prestandosi mutua assistenza, con beni e abitazione in comune. Si possono codificare simili contratti di diritto privato nel codice civile, in modo da precisare diritti e doveri delle persone che convivono, a vario titolo, incluse le persone omosessuali.

3) E’ da escludere, per l’indicazione tassativa dell’art. 29 della Costituzione, il “matrimonio gay”, così come altre figure giuridiche che possano introdurre forme simil-matrimoniali.

Su queste basi credo si possa trovare una larga convergenza nell’Unione, e soprattutto presso l’opinione pubblica, risolvendo così alcuni problemi significativi.

Oggi consiglierei di riportare subito l’attenzione di tutto il centrosinistra sulle questioni che vengono molto prima nella scala delle preoccupazioni del popolo italiano. Innanzitutto l’economia: ripresa della crescita e della competitività; difesa del potere d’acquisto, poiché milioni di persone faticano ad arrivare a fine mese; miglioramenti dei servizi pubblici; politiche per la famiglia, anche per contrastare la crisi delle nascite che minaccia il futuro del nostro paese.

Francesco Rutelli

Roma, 17 settembre 2005

venerdì, settembre 16, 2005

Il nuovo cellulare di Gughi


Stavo pensando a questo modello per te...

Poi "Il carnina" ti spiega come si usa... ;-)

giovedì, settembre 15, 2005

Si parte!

Si parte ragazzi!

Ho dato corso alle innumerevoli richIeste che mi sono giunte dai miei numerosi lettori ed ho aperto finalmente il mio Blog!

http://guglielmoilmaresciallo.blogspot.com/

Su questo blog pubblicherò le mie pèrossime fatiche narrative cosi da non turbare l'equilibrio precario del Conciliabolo.

Ovviamente dedicherò al Conciliabolo le mie solite attenzioni quotidiani con arguzie, moti di spirito e brevi racconti.

La narrativa pesante invece, sarà li.

Vi avviserò con messaggi su questo Blog quando verranno postate nuove avventure di Guglielmo!

Guglielmo il Transfuga

I Can See Dead People!

Il mio vecchio Nokia ha dato gli ultimi ha ceduto sotto l’ingiurioso diluvio di acqua frizzante cui l’ho sottoposto durante un solitario pranzo. A quel punto si è posto il problema di trovare un nuovo telefono. Come ovvio ho contattato il mio responsabile Global per la telefonia mobile, fissa, l’informatica, il digitale e il televideo: Archie. In maniera untuosa ho sottoposta il problema ad Archie e lui, da par suo, ha trovato risposta. Ha aperto il suo armadio blindato ed alla voce CFPI (Cellulari facili per infodisabili) ha estratto un prestigioso modello della Sharp in leasing con opzione di acquisto. Come ovvio non mi ha fornito di manabile con istruzioni ma si è limitato a consegnarmelo in un sacchetto di un ombrellificio di Monaco (per un momento mi sono sentito il protagonista di un libro di Le Carre). Archie mi ha poi promesso il prestigioso modello evoluto di quello che mi ha assegnato entro fine mese. (Mi ha consegnato questo cellulare per permettermi di abituarmi al menu). A quel punto, completamente digiuno, ho iniziato a navigare nei menu del cellulare. Ho subito compreso che Archi aveva attivato tutto i servizi a pagamento che si possono immaginare. Sono entrato involontariamente circa 38 volte su un sito a pagamento del gestore fino a che il servizio clienti mi ha contattato per dirmi che entro breve sarei stato contattato dal servizio marketing per essere studiato come cavia o, in seconda analisi, per essere inviato in un campo di formazione in Cambogia sull’uso dei cellulari Wap (tutto a spese del munifico sponsor...). Superata l’impasse Wap ho scoperto che ogni servizio Sms era attivo. Dopo essere stato avvisato per una settimana di seguito sul tempo della Nuova Caledonia e sul programma autunnale delle regate di Cape Cod, sono riuscito a disattivare il servizio. A quel punto ho affrontato i profili. Sono circa 8. ad ognuno Archie ha collegato suoni, volumi e suonerie differenti (sigle tv, urla, rumori, canzoni...). Comprendere la logica è un impresa. Io attivo il primo che capita e spero...stamane, purtroppo, l’inevitabile. Ero dall’amministratore del condominio. La sua inerzia è paragonabile a quella della piramide di Cheope. Oggi, nel suo studio, l’ho dunque investito con una civile e ferma protesta. Ho citato la Corte Suprema, quella Costituzionale e le memorie di Lincoln. Ho lasciato baluginare parenti avvocati e l’ho abbagliato citando un paio di Leggi e Decreti inesistenti. Nella vetta dialettica il mio fido Sharp ha iniziato a vibrare nella mia tasca. In un crescendo polifonico in Dolby Sorround Joel Hasmet, in versione “Il Sesto senso”, sussurava “I Can See dead people!” (non sono sicuro della grafia ma ricordo a tutti che all’esame di inglese all’università sono passato dicendo esclusivamente “The presidente has the executive power” e “Marx was a philosopher...”) seguito da un crescendo orchestrale di terrore. A quel punto prima che anche Bruce Willis aggiungesse qualcosa ho risposto. Era Big Snadrone “Sono al Castorama! Devo comprarti le fascette per il forno?” a quel punto ho giocato il tutto per tutto: “Fai partire subito il bonifico per le Cayman. Mandalo in dollari su Big Blue!”. “Mavadaviaalculo!” ha risposto Big Sandrone e ha messo giu’! A quel punto è arrivato un sms per dirmi che avevo ricevuto una telefonata (servizio di altissimo profilo...). Al posto del solito BeepBeep Archie, probabilmente allora ispirato da un imminente gratifica natalizia, aveva impostato Jingle Bell in polifonico Dolby Sorround. A quel punto non mi è restato che concludere il sermone e ritirarmi in buon ordine...

Guglielmo il telefonico

un pranzo a roma

ieri ho pranzato a roma.
menù: pasta all'uovo fatta in casa alla amatriciana; calamari fritti e purè, caffè, acqua e vino.
totale: 5,7€.
sfido a trovare un posto così a milano...

ma sei scemo?

gughi, datte na carmata, come dicheno a rroma...

ma che avvocati e avvocati, abbiamo scritto e firmato da qualche parte che dobbiamo scrivere e leggere tutti i giorni?
abbiamo firmato che ci deve piacere ciò che viene scritto? mannaggialapupazza, scrivi qualcosa che è lungo come guerra e pace e pretendi che ti si possa rispondere dopo 3 minuti che l'hai postato? deve per forza piacerci tutto ciò che scrivi?

eppoi, tutto questo è nato e vive come alternativa alle mail... cosa c'è che non va?
Se vuoi migrare verso altri lidi, fai pure...

questo è un luogo libero, quasi anarchico, se vuoi ordine e legalità, la prossima primavera vota il silvio e poi ne parliamo!
Tec

mercoledì, settembre 14, 2005

Colpo di Stato

E’ con amarezza che constato che questo Blog si avvia all’esaurimento. La totale latitanza della maggior parte dei membri e dei commentatori mi induce a pensare che il progetto sia naufragato.

Ho dato mandato ai mie legali di trovare possibili soluzione per appropriarmi in toto del nome “Il conciliabolo” per creare un laboratorio artigianale di idee narrative.

I miei scritti vengono accolti con freddezza, fastidio e sufficienza ma le alternative proposte sono nulle!

Guglielmo l'Apostata

lunedì, settembre 12, 2005

Pub!

E' visibile da qualche giorno sui muri della nostra città una curiosa pubblicità.

Due uomini sdraiati sul divano intenti a baciarsi a toccarsi, tra risate di gran divertimento, la zona pelvica.

A parte che non ho capito cosa pubblicizzino ma mi chiedo: è necessario?

E poi...se al posto di due uomini ci fossero un uomo ed una donna la cosa non darebbe scandalo?

Perchè si tollera l'immagine spinta di due uomini e meno quella di un uomo ed una donna?

Qualcuno dirà qualcosa?

L'avete notata?

Guglielmo

uffici pubblici

stamane ho accompagnato la gestante in un ufficio pubblico per alcune pratichette. oltre ad essere fasato sul fuso orario di londra, per quel tipo di pratiche, solo 3 gentili dipendenti pubbliche sono all'uopo assegnate.
quando arriva il nostro turno, scopro con piacere che la statale che ritirerà il nostro modulo, è la stessa che ha girovagato per un discreto quarto d'ora nei corridoi apparentemente super-impegnata, ma in realtà a salutare colleghi e colleghe.
mentre digita con un dito solo, l'indice della mano destra, sulla tastiera i dati della gestante, si intrattiene in un'amabile conversazione con la vicina di posto. non paga di raccontare i fatti di un signor davide, si interrompe dal digitare (troppa fatica) e si sposta dalla vicina per meglio terminare il discorso.
domani faccio domanda in un ente pubblico.
tec

domenica, settembre 11, 2005

Es el...

“E mio padre? Mio padre? Lo hai ammazzato tu come pensi di ammazzare me per avere tutto ciò che ancora non è tuo?”

“No…” rispose senza scomporsi alla vista della pistola armata “a differenza di tuo nonno io non sono avido a tal punto. Mi accontento di quello che posso ottenere senza sforzo..” sogghignò e riprese “e non ho bisogno di uccidere…anzi cercai di sedurre tuo padre. Di sedurlo con le ricchezze e le mollezze che lo attendevano. Ma lui non volle capire. Inorridì quando seppe questa storia che vedo tu accetti con minor stupore ed angoscia. E andò da tuo nonno. Lo convinse a confessargli tutto ed allora disse che non avrebbe voluto un quattrino di quella ricchezza rubata e lorda di sangue. Capirai che fulmine a ciel sereno per il vecchio Franco. Lui…Lui…che si era staccato dalla cantina in cui vegetava da anni per procurare un futuro alla sua famiglia!” Rise di gusto.
“ E cosa accadde allora? come morì mio padre?” continuavo a tenere sotto tiro Arturo.
“Si suicidò…come raccontano. Ma si suicidò istigato dal padre. Il vecchio Franco lo mise alle strette. Gli rinfacciò gli agi di cui aveva goduto sino ad allora e la vergogna con cui avrebbe coperto tutti se avesse rifiutato l’eredità o avesse raccontato la storia. Lo assediò a tal punto che lo spinse alla fuga estrema. Io tentai di convincere tuo padre. Cercai di fargli comprendere che doveva solo accettare ciò che altri avevano fatto. Solo godere una ricchezza che lui aveva conquistato senza colpa alcuna. Pensò, gettandosi da quel ponte, di sfuggire anche a me…ed invece…non fece che corrermi incontro…non dannò la sua anima del tutto ammazzandosi?” i suoi occhi brillarono ed il suo volto si trasfigurò nuovamente.

Io ero sconvolto dal terrore. Lasciai cadere la Lugher e tentai di fuggire. Le mie gambe erano però ancorate al suolo.

Arturo riprese le sue sembianze” Non fuggi non perché paralizzato dal terrore, non fuggi perché non vuoi rifiutare questa immensa ricchezza che ti propongo. Il prezzo che devi pagare è solo sapere…sapere come è stata raggiunta…e non è forse il destino dei figli quello di ribellarsi ai padri? Tuo padre si è ribellato al suo rifiutando tutto e cercando rifugio nella morte, e tu? Ti ribellerai al tuo capendo che devi solo accettare una ricchezza immensa e goderla lasciando noiosi discorsi morali e sull’aldilà al prete della tua chiesa che, per inciso, ha sostituito i nazisti nel godere delle grazie di queste paesane stordite?”

Nei libri che avevo letto fin dall’infanzia era necessario firmare antiche pergamene e prendere solenni impegni reciproci…quella volta, per vendere l’anima la diavolo, fu sufficiente un si…


Sono passati tanti anni. Non ho mai piu’ rivisto Arturo. Mia nonna, quando comprese che accettavo tutto, si tranquillizzò. Nulla avrebbe mai macchiato il nome della nostra famiglia. Perché accettai di vendere la mia anima conoscendo quel terribile segreto ed accettando quelle vergognose ricchezze? Temevo forse di dover affrontare una vita mediocre d diversa da quella che mi si prospettava sin dall’infanzia? O forse anch’io tenevo alla mia famiglia più di quanto fosse dovuto? Nonlo so…sta di fatto che accettai pienamente consapevole di ciò che stavo facendo. Ripresi dunque quel cammino che per un istante era stato sul punto di cambiare. Tutto sino ad oggi…
Oggi è nato il mio primo figlio. E quando l’ho visto innocente ed indifeso ho temuto che un giorno anche lui sarà chiamato a scegliere. Ed io non voglio che finisca come mio padre o, peggio, come me. Rinunzio dunque a tutto. Con questa mia confessione denuncio le malefatte della mia famiglia ed il coraggio e la disperazione di mio padre. Ho dato istruzione ai miei avvocati di istituire una fondazione che destini il patrimonio della mia famiglia ad opere di bene. Non importa quali. Inizierò da capo. E se nulla lascerò a mio figlio gli farò almeno dono di una vita libera da ipoteche e da tentazioni capaci di annichilire un uomo. Riguardo a me, aspetterò pregando le conseguenze per aver rotto quel diabolico patto. Aspetterò fino all’ultimo respiro…fino a quando sentirò alle mie spalle un rumore e senza voltarmi chiederò: “Quien es?” ed una voce calda di lava risponderà:
“Es el Diablero…”

sabato, settembre 10, 2005

Quien es?

Quell’uomo scivolava negli avvallamenti del terreno e ricompariva diversi metri piu’ in la rispetto a dove era sprofondato. Si insinuava tra i rami e le fronde degli alberi ma sempre ben badando a non seminarmi. Era chiaro che voleva lo seguissi. Proseguimmo cosi per una buona mezz’ora. Ogni tanto, stanco, rallentavo e il vecchio amico di mio nonno rallentava anche lui. Per un istante ebbi la tentazione di fermarmi per vedere che cosa avrebbe fatto ma la paura di perderlo di vista ebbe il sopravento. Ad un certo punto, giunti in pressi di una parete di roccia, si arrestò voltandosi. Era perfettamente calmo e per un attimo dubitai dalla trasfigurazione cui avevo assistito quando era stato letteralmente risucchiato dalla foresta.
“Guglielmo…” disse come se fosse sorpreso di vedermi.
“Lei il mio nome lo sa…”
“Arturo…Arturo è il mio nome”
“Arturo…a cosa devo le sue attenzioni.” Pronunciai quelle parole aspettandomi di aver appena iniziato un lungo ed estenuante interrogatorio ed invece Arturi disse:
“Al fatto che sei il nipote di Franco ed il figlio di tuo padre…già..tuo padre. Un uomo coraggioso, forse un po stupido, ma coraggioso…”
“Conosceva mio padre?” chiesi cercando di dominare la rabbia.
“Eravamo buoni amici. Come diverremo io e te.”
“Amici?”
“Certo Guglielmo. Feci a tuo padre la stessa proposta che io faccio ora a te. E prima che tu me lo chieda ti dico subito che, al contrario di ciò che fece tuo nonno, rifiutò!”
“Rifiutò cosa? “dissi con il fiato che mi si mozzava nel petto per l’emozioni di scoprire qualcosa di mio padre che andasse oltre i freddi e banali racconti che udivo da sempre in famiglia.
“Rifiutò ciò che già era suo. Ciò che era di suo padre prima di lui: La ricchezza, il potere, il dominio su questa valle di tarati nati da incroci da cugini!” esplose in una risata che risalì la parete rocciosa.
“Perché avrebbe dovuto rifiutare l’eredità di mio nonno?”
“Perché gli dissi, come ora dirò a te, come la ottenemmo. La ottenemmo insieme questa ricchezza io e tuo nonno. Ciò che in questa valle non è della tua famiglia è mio Gughi…
Vedi tuo nonno non ha mai combattuto in montagna. Tuo nonno era un vigliacco. Imboscato nella cantina di una trattoria giù in paese rimase mesi asserragliato fino a dimenticare il calore del sole sulla pelle. Capisci? Per paura dei rastrellamenti, delle bombe, dei bombardamenti…ma tuo nonno era anche intelligente. Sapeva che dalla guerra, a stare attenti, c’era da fare fortuna. E al momento giusto seppe drizzare le orecchie. Lo riconosci il tuo eroico nonnino in questo racconto? Lo riconosci?” rise. Odia quella risata e strinsi la Lugher.

“La pistola tedesca…a suo tempo saprai anche come l’ha ottenuta…

Comunque tuo nonno, ascoltando molti discorsi dei nazisti che si fermavano nella taverna a mangiare e a godere della compagnia di qualche paesana ben disposta, scoprì che un reparto di SS, le teste di morto, aveva un po superato il limite. La maggior parte delle ricchezze che strappavano agli ebrei veniva ammassato in una grotta nei boschi insieme a ciò che parecchi tedeschi ed italiani pagavano per rilevare le imprese degli internati. Un bel gruzzolo, che pensavano di recuperare a guerra finita. Mi segui Gughi?”

Sapevo che mio nonno conosceva bene il tedesco per aver lavorato qualche mese in Germania prima della guerra, ma il resto era per me una novità. Una terribile novità.

“Bene, tuo nonno, seppe, quando ormai la guerra purtroppo agonizzava, che una colonna di americani stava giungendo in valle e che il reparto di Ss, recuperato il bottino, si sarebbe sciolto ed separatamente i membri avrebbero raggiunto paesi compiacenti. Devo dire che Franco in quel frangente mostrò un po di coraggio. Dopo anni di annichilimento, spronato da me, non lo nego, prese il coraggio a due mani. Rubò una motocicletta e corse incontro alla colonna dei liberatori. Raccontò al comandante che un reparto delle Ss, che si era macchiato di crimini orribili, stava tentando di fuggire verso la Germania. Ovviamente tuo nonno aveva tralasciato qualche dettaglio. Ben sapendo il percorso che i nazisti avrebbero fatto convinse gli americani ad organizzare un’imboscata. Inutile dirti che ben pochi nazisti uscirono vivi. E quei pochi che si salvarono, furono finiti da tuo nonno sul campo di battaglia. Approfittando della confusione che seguì alla battaglia, con la Lugher che ora impugni e che rubò ad un morto, finì tutti coloro che serbavano il segreto di quella grotta. Salvo uno ovvio. L’unico che salvò e fece curare e che convinse a farsi portare alla grotta. E li, sempre con quella pistola, lo ammazzò. Il resto lo immagini…”
Tutta la storia della mia famiglia, che mille volte avevo sentito raccontare da mio nonno prima che morisse e da mia nonna, si era sciolta davanti ai miei occhi. Quella immensa ricchezza di cui godevo dalla mia nascita non solo era rubata a chi l’aveva onestamente costruita in anni di sacrifici ma era stata anche conquistata assassinando gli aguzzini di quegli onesti e mai piu’ restituita. Un peso sordo i gravava sul petto. Stavo per lasciar cadere al suolo la pistola quando, assalito dalla rabbia, puntai verso Arturo.

venerdì, settembre 09, 2005

Deserto

Stamane, mentre pranzavamo al ristorante, un tedesco di mezza età ha estratto dal suo BMW 330 cabriolet un pc portatile. Si è connesso in rete e si informava sulle cantine nei pressi di Castagneto Carducci. Mentre addentavo l’agnello al forno con contorno di patate fritte ho pensato: “Capperi! Potessi avere anch’io un BMW 330 ed un Pc per connettermi in rete. Con il BMW farei il califfo con moglie e figlio e con il Pc, invece, potrei fare un tonificante tuffo nel conciliabolo! Chissà quali finezze teologiche ha proposto Conie in mia assenza! Chissà quali novità tecnologiche Tec ha proposto nel settembre infuocato delle presentazioni dei Big dell’elettronica? E Archie, Archie, fine e colto dicitore, che riflessioni avrà indotto nei moltissimi lettori? E vedevo i miei colleghi impegnati in squisiti dibattiti, pronti a sferzarsi l’un l’altro, e a coinvolgere nuovi adepti. Invidiavo gli spettatori di quel certame, di quel tenzone intellettuale. E poi, umilmente, mi dicevo: “Vedi Gughi, i ragazzi li soffochi! Con quei tuoi scritti barocchi e noiosi non fai che legare le mani di quei giovani intellettuali!” E mi sentivo in colpa, per i miei racconti alla Beautiful!. Ed è stato quindi con ansia che ho percorso gli ultimo 100 chilometri di A1. Zuppo e stanco sono arrivato a casa. Ho aiutato mia moglie, ho sistemato la macchina nel box, ho fatto un po di spesa ed ho lavato Riccardo. A qual punto ho buttato li” Hai bisogno di me?”. Mia moglie, che sapeva dove paravo, mi ha detto “no, no, vai pure al computer!”. In sotto fondo il piccoletto guardava le avventure di Winnie (se lo era meritato per la pazienza che oggi ha avuto) ed io ero quindi padrone del mio tempo. Mi sono connesso, prima ancora della posta, del sito della banca e di quello del fantacalcio (ognuno ha i suoi vizi…)mi sono collegato al Conciliabolo( in realtà nel mio pc è la home page). Ed ecco….

Il deserto….

Oltre a scoprire che il Connestabile non è in grado di riconoscere una pista da Bob in estate ( a proposito Connie quella enorme mucchio di massi bianchi in centro a Milano è il Duomo, quella roba con quattro enormi torri, un tetto ed un prato in mezzo con le righe e lo stadio P. Meazza, se vedi una enorme vasca piena d’acqua serve per nuotare, ed un lungo nastro d’asfalto con i mezzo un guardrail, cartelli, strisce per terra e colonnine di soccorso è la A1. Ma non è sempre cosi semplice. Adesso immagino che correrai per strada pensando di aver capito il meccanismo…se vedi una scala che va sottoterra non è sempre una cantina, a volte è la metropolitana…) scopriamo anche che Tec ha fatto un anno di matrimonio e sa riconoscere una pista da bob in estate. WOW ragazzi. E non oso immaginare cosa abbia fermato l’architetto da formulare qualche riflessione sul nesso tra le brioches e le mura di Gerusalemme. Ho dato anche uno sguardo ai contatti: Wow ragazzi. In una settimana ne avete fatti quasi quanti ne facciamo in un giorno normale…

Dai ragazzi, l’estate è finita…è tornato Guglielmo!

“Sit tibi copia, sit sapientia formaque detur, inquinat omnia sola superbia, si comitetur” Inciso su una pietra, nel chiostro del Krak des Chevaliers

Un anno

per fortuna, un anno fa, non veniva giù l'acqua che vien giù oggi!
per fortuna di mia moglie, ovviamente.
Tec

martedì, settembre 06, 2005

Semplicità

Vado in vacanza a Cervinia da 10 anni, oramai. Ci passo brevi periodi d'estate, d'inverno, qualche week-end, cose così.
Non che sia un fanatico della montagna, intendiamoci, è solo per dire che da sempre quando percorro il sentiero che porta al famigerato Lago Bleu, mi imbatto in una costruzione strana. Ogni volta a domandarmi: "ma che diavolo sarà?". Ha un che di diroccato, di incompiuto e - al contempo - di futuribile.
Quest'anno passeggiando in compagnia del Tec - che per la cronaca non è nè un montanaro nè un frequentatore abituale della montagna - ho ripetuto l'antica domanda "sai che non so che cosa sia?!".
Il Tec, con la medesima naturalezza con cui Newton ha raccolto la mela caduta dall'albero, mi dice "è una pista da bob".
La folgorazione è stata di tali dimensioni che ancora ci ripenso. Del resto il genio è questo: semplicità.

venerdì, settembre 02, 2005

Per una settimana...

Latiterò dal Blog!

A presto!

Guillaume

Da Connestabile a Furetto

Quest'anno ho fatto qualche giorno di vacanza con quella sagoma del Connestabile. Erano anni che non avevamo l'occasione di passare qualche giorno assieme a cazzeggiare e a raccontarla su. E' stato bello.
Una delle cose più divertenti è stata vedere il Connestabile, un esserino, per chi non lo conoscesse, precisino, pulitino, educatino trasformarsi in un-secondo-uno di fronte ad una bancarella di libri vecchi.
La trasformazione da Dr. Jekill a Mr. Hyde è istantanea: dalla postura possente, eretta, diritta, si ingobbisce che Leopardi sembra Van Damme. Da flemmatico, comincia a scardinare l'ordine (sigh!) dei libri e li tira fuori, li osserva un nanosecondo e li ripone. a cacchio. nel frattempo le mani si insudiciano, le unghie si colorano, perline di sudore fuoriescono dalla fronte. Chiude le orecchie (ho provato a dirgli: "C'è qui questa modella americana, bionda occhi azzurri formosa che vorrebbe passare un'oretta sola con te..." e non ha sentito).
Il tutto dura fino a quando tra le mani non riesce a rimanergli un libro. Che centinaia di persone prima di lui hanno scartato (ci sarà un perchè, no?). Con fare disinteressato chiede il prezzo: "Scusi" sembra dire "quanto viene sto cencioso libro impolverato che tu hai pagato un euro se ti è andata male acquistando una biblioteca?". Il tizio: "3 Euro". Il Connestabile lo acquista e passa i seguenti 25 minuti a bearsi dell'affare. Vale almeno 50 Euro.
Ora mi chiedo: Se valesse veramente quella cifra lì, perchè non ne fai una professione? quale altro lavoro (a norma di legge) ti consente un ritorno sull'investimento del 1666%?
Tec

Lampi giallognoli...

Chi era quell’uomo? E cosa voleva da me?
Corsi in casa cercando mia nonna. La trovai intenta a preparare la tavola.
“nonna…” dissi trafelato.
“Cosa è successo Gughi?”
“Nonna…un tizio…un amico del nonno…uno strano. Con la faccia sconvolta dai tic. L’ho incontrato al parco in paese. Deve aver fatto la guerra con il nonno o qualcosa di simile. E adesso era li…che mi spiava…”
Mi nonna impallidì. Vidi che fece enormi sforzi per controllarsi e dunque riprese:
“No..No…non mi dice niente. Ma sei sicuro che ti spiava? E’ quasi buio la fuori. Sarà stato qualche animale…dai vai a lavarti le mani che è pronto!”
Si girò e riprese a sistemare coltelli e cucchiaia.
Dalla sua reazione compresi che nascondeva qualcosa.
Durante la cena parlammo del piu’ e del meno senza toccare l’argomento. Pensai che se avessi trovato un momento propizio forse mia nonna mi avrebbe detto qualcosa.
Finita la cena dissi che ero molto stanco e mi ritirai in camera mia. In realtà andai in soffitta a frugare in mezzo ai cimeli di mio nonno. La prima cosa che cercai e trovai era la Lugher che mio nonno aveva preso in guerra. L’aveva sottratta ad un ufficiale nazista che aveva ucciso. La pistola era in buone condizione perché io, in memoria del mio avo partigiano, l’avevo sempre tenuta ben oliata. Mi nonno, anni dopo la guerra, aveva trovato un artigiano che produceva proiettili per quella pistola e ne aveva comprati una discreta quantità. Il giorno seguente, per sicurezza, avrei sparato, con qualche precauzione, dei colpi di prova. Infilai una manciata di colpi in tasca e avvolsi la pistola in un panno che infilai nei pantaloni. Dopodichè frugai tra vecchie foto e documenti in cerca di notizie di quel tizio. Interruppi la ricerca verso mezzanotte e mi disposi per la notte. Non lessi nulla quella sera ed al posto di un buon libro, sul comodino al mio fianco, posai la Lugher carica.


I giorni seguenti trascorsero tranquilli e quasi iniziai a convincermi che quel vecchio era solo un po tocco e probabilmente aveva già trovato qualcuno da ammorbare con il suo alito pestilenziale e la sua saccenza. Mi sbagliavo.

Bighellonavo come al solito per il paese cercando una ragazzina che avevo incrociato qualche volta. Era molto carina. Gli occhi verdi ed i capelli biondi lisci che era solita raccogliere sulla nuca. Piu’ volte avevamo incrociato i nostri sguardi ma nessuno aveva trovato il coraggio di iniziare un discorso. Vagavo dunque in cerca di quegli occhi ma l’unica cosa che trovai fu il vecchio amico di mio nonno. Lo vidi imboccare la strada che portava verso casa mia e poi verso i monti. Si muoveva circospetto camminando rasente ai muri. Trascinava il piede sinistro e teneva il braccio destro, con il polso come spezzato, davanti al petto. Non si avvide di me e continuò dunque il suo cammino. Sulle prime mi nascosi dopodichè decisi di seguirlo. Mi assicurai che la Lugher di mio nonno, che avevo provato qualche giorno prima, fosse ben salda nei pantaloni e mi gettai all’inseguimento. Era abbastanza facile seguire quell’uomo poiché si muoveva piuttosto lentamente. Badavo solo a lasciare tra me e lui una curva o, finche ce ne furono, qualche angolo. Passammo davanti a casa mia ed il vecchio proseguì verso l’albergo. La strada divenne piu’ stretta ed inarcata come un dorso di mulo. Ad un certo punto, ad un centinaio di metri dall’albergo, la mia preda si fermò. Non dimenticai mi ciò che vidi. Ed ancora oggi, che scrivo, provo qualche brivido nel raccontarlo.
Quell’uomo,m all’improvviso, cambiò postura. Si voltò verso di me ben spando che io ero li che lo osservavo. Con il volto sconvolto da un ghigno mostruoso mi fissò con occhi che lanciavo lampi giallognoli, con un balzò si getto oltre il margine della strada e fu come risucchiato dall’oscurità del bosco. Mi pento di ciò che io feci istintivamente: sfilai la Lugher dai pantaloni, la armai e mi gettai al suo inseguimento…

giovedì, settembre 01, 2005

Breve precisazione

Vogliamo definire un minimo i personaggi?
Avere un minimo di ambientazione?
Creare un minim0 di tensione?
Suscitare curiosita' nel lettore?
Pemettere al suddetto di intuire la trama per poi smentirlo?

O vuoi due righe del tipo:

Un tizio ha perso il padre, il nonno è ricco, incontra un amico del nonno un po strano ed allora scopre che....

Lo preferisci?

Se sei in ansia, caro Tec, ti chiamo sul cellualare e ti dico come va a finire...


Guglielmo

...e gli amici...

Tornai a casa e trascorsi il pomeriggio leggendo in terrazza. Ognitanto, come di consueto, interrompevo la lettura e lasciavo spaziar losguardo verso le montagne. A ridosso della casa della mia famigliaripidi e massicci si innalzavano infatti i fianchi di due montagne.Lasciando salire lo sguardo verso la loro vetta si aprivano ampieferite di roccia color del piombo. Solo guardando con attenzionequelle croste di roccia era possibile scorgere venature nere e sabbia.Salendo ancora , su quelle che ormai erano pareti, il margine dellaferita era ricoperto da erba scintillante nella quale svettavano radialberi. Le prime dritte sentinelle lasciavano allora il postoall'esercito di tronchi i cui rami sembravano avvinghiarsi tra diloro e le cui radici parevano aggrovigliarsi al possente dorsoroccioso. Tra un tronco e l'altro era possibile scorgere la cupa edimpenetrabile umidità del bosco che da li, valicata la cresta,ridiscendeva compatto sull'altro versante per risalire verso la vettadi un terzo monte posto in mezzo ai primi due.
Le ombre della sera iniziarono a colare dai margini del bosco.Colarono verso il paese da cui partiva l'ampio nastro d'asfalto chesembrava salire sino al valico e che costeggiava la nostra proprietà.In realtà la strada, inoltratasi nell'oscurità del bosco, perdeva lasua baldanza e diveniva poco più che una mulattiera per la quale erapossibile il passaggio di un auto alla volta. Quella strada siarrestava infine bruscamente di fronte ad un vecchio albergo ad unasola stella i cui fasti del passato parevano ormai essere dimenticati.Da li partivano tre ampi sentieri che si snodavano verso le valliadiacenti seguendo tortuosi cammini impossibili da scorgere da valle.
Quando giunse il tramonto, per poter continuare a leggere in attesadell'ora di cena, accesi qualche candela ed una torcia elettrica.Avevo infatti ideato una specie di spallaccio dove tenevo fissata latorcia puntata sul libro che leggevo. Ricorrevo a questo stratagemmaquando saltava la luce, cosa che accadeva spesso, o quando, perl'appunto, leggevo su quella terrazza priva di prese e punti luce. Lagiornata era quasi conclusa e solo l'enorme croce posta sul monte piùin alto era illuminata dal sole. Le fiamme delle candele, che fino apoco prima danzavano pallide nella luce, acquistarono potenzarischiarando anch'esse le pagine. Posai dunque il libro che stavoleggendo in grembo, mi pare di ricordare che fosse un libro diSciascia, e fissai il riverbero del sole che svaniva dalla croce.Mentre alzai lo sguardo notai che nella fitta boscaglia prospicientealla casa c'era qualcosa di strano. Un brivido scivolò dalle orecchioverso la schiena quando mi accorsi che due occhi giallastri mispiavano dal buio. Con un gesto fulmineo ebbi la presenza di sfilarela torcia dallo spallaccio ed indirizzare il fascio di luce verso ilpunto che aveva attratto la mia attenzione Quegli occhi, cheevidentemente si erano abituati all'oscurità, rimasero feriti daquella luce intensa perché i rami vibrarono come se un grosso animalesussultasse per la sorpresa. Fu con orrore che, solo per un istante,scorsi tra le fronde che si scuotevano, un volto in preda agli spasmi…

Di padre in figlio...malgrado i fratelli...

"Non mollare!" gridava, "Non mollare insisti, dai, dai!"

Alzai lo sguardo e compresi che era rivolto ad un bambino che stavafacendo i capricci. Credo volesse un gelato, o qualcosa di simile, edi suoi genitori stavano cercando di farlo ragionare come fanno igenitori prima di perdere le staffe. "Manca poco a pranzo! Per merendaprendiamo un bel gelato, vero papà?" diceva la madre. Il bimbo parevaquasi convincersi ma, sentendo gli incitamenti di quell'uomo, tornavasubito sui suoi passi riprendendo le urla con maggior vigore. Dopoalcuni minuti il padre prese il piccoletto per un braccio e gliassestò una sberla. Mentre veniva portato via il bambino lanciava urladisperate e ricevette così, per nasconder la vergogna, una secondarazione di sberle. Cercai dunque, armato di un sorriso dicomprensione, lo sguardo dell'uomo che con tanta foga aveva istigatoquella ribellione pensando di trovarlo dispiaciuto. La primaimpressione che ebbi incrociando quegli occhi fu che quell'uomo miconoscesse poichè mi sorrise cordialmente come si fa tra persone inconfidenza, la seconda, che scacciai subito dalla mia mente sentendomiquasi in colpa, fu che le sue parole avessero raggiunto lo scopo chesi prefiggevano. I suoi occhi, che brillavano enormi sul volto cottodal sole, esprimevano infatti una rabbiosa soddisfazione per l'astio el'incomprensione che aveva seminato tra padre e figlio. Come si faquando s'incontra lo sguardo di un matto rimasi impassibile e tornaial giornale ed al sacchetto della brioche. Dopo qualche minuto,durante il quale mi ero immerso nuovamente nella lettura, con gioia miaccorsi che quell'uomo era andato via. Durò un istante."Posso?" lo sentii quasi sibilare alle mie spalle."Prego?" Mi voltai.Di fronte a me stava un uomo di circa un metro e settantacinque. Nonera massiccio ma pareva sodo ed animato da una forza animalesca.Restava quasi gobbo, il capo reclinato verso il petto e gli occhiprotesi in avanti, come se stesse per portare un attacco. Il bracciodestro era rannicchiato davanti al torace e la mano pendeva come se ilpolso fosse spezzato. Il braccio sinistro era lungo il fianco."Posso sedermi?" riprese."Certo!" dissi lasciando che la mia parte beneducata prendesse il sopravvento."Adoro questo parco…mi ricorda quando ero bambino!""Non è così vecchio questo parco giochi" risposi io."Certo…certo…venivo a giocarci quando ancora era parte della Villa…""Mi scusi…non volevo certo darle del bugiardo!""Non saresti il primo!" Rispose lui abbandonandosi ad una risata."Mi piace venire qui. Prendere una brioche e leggere il giornale."Dissi io per riempire il silenzio che lo scambio precedente avevaformato."Anche a me…mi piace veder i bambini. Sono animati da quella purezza etrasparenza che noi abbiamo perso tanti anni fa" disse lasciandogirare lo sguardo come se potesse leggere l'anima di ciascuno di queifanciulli.Non riuscii a trattenermi: "Ho visto cosa ha fatto a quel bambino. Loha fatto litigare con suo padre! Dovrebbe vergognarsi..".Ero sinceramente indignato da quell'uomo e parlai dunque con ilcoraggio dell'adolescenza.Per tutta risposta rise"Oh, figliolo mio, se fosse tutto qui il male…quel bambino aveva solo bisogno di un aiuto per comprendere cosavoleva ""Voleva solo un gelato…""No. Voleva ribellarsi a suo padre!" disse quasi ruggendo."Voleva ribellarsi a suo padre" riprese" come tutti prima o poi facciamo.""Oh" riprendendo il tono mellifluo" forse non dovrei dire a te questecose…a te che tuo padre nemmeno lo hai conosciuto! Ma comunque ci sipuò ribellare anche a un padre che non c'è piu'…""Coma fa a saperlo?" chiesi ben sapendo che nessuno era all'oscurodella storia della mia famiglia."Come potrei non saperlo? Sei il nipote di Franco. Eravamo amici io etuo nonno…prima che morisse,ovviamente."Mentre parlava, lasciava vagare lo sguardo inquieto ed il volto interosembrava preda di una serie orribile di spasmi. Solo i capelli, cheformavano un onda grigiastra ed unta sul capo, sembravano fissati sulcranio."Amici da molto…?" chiesi sospettoso."Dalla guerra…già…ci conoscemmo durante la guerra.""Era anche lei con i partigiani?""No…No…diciamo che combattevo anch'io nell'ombra…ora devo andare uglielmo. Guglielmo, giusto?""Si…Guglielmo!""A presto, allora". Si alzò e se andò senza darmi modo di chiedere il suo nome...
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