mercoledì, gennaio 31, 2007

un impegno politico serio e attento

Se sono vere le parole di visco, la cosa è inquitante: "meno tasse appena sarà possibile".
Un politico non può e non deve dire "appena sarà possibile".
Un politico deve avere, nonostante tutto, una visione di medio periodo, deve sapere quali effetti macroeconimici produrrà quella simpatica finanziaria che ci hanno propinato. Altrimenti è un marinaio che non sa nemmeno navigare: attraccheremo non appena sarà possibile. Intanto abbiamo 20 galloni d'acqua per 300 persone...
Visco, per parafrasare il tuo presidente del consiglio, "ma siamo matti?"
 
il tec

martedì, gennaio 30, 2007

Ambrogio

Venerdì, in occasione della spesa settimanale, mi sono recato nel mio solito supermercato di fiducia. Con il carrello carico di spesa, battendo in velocità anziani che si trascinavo nelle corsie subendo il loro supplizio di Tantalo quotidiano (“Sarai condannato ad andare a fare la spesa ogni giorno!”), e con un occhio al Corriere appena acquistato cercavo la fila meno lunga.

Dalla visione panoramica che il settore “Elettronica e video” mi concedeva subito balzava all’occhio la cassa numero 11.

L’unica concessione alla mia corsa verso la cassa era una bottiglia da un litro di “Menabrea Speciale” una confezione prestigiosa in occasione del bimillenario della mia birra preferita.

Arrivato alla cassa, la pagina sportiva aperta sulle confezioni dell’acqua adagiate sul seggiolino del carrello, gettavo uno sguardo alla cassiera.

Con orrore, vero, scoprivo che si trattava di Ambrogio. La snella coda che si dipartiva dalla sua cassa non aveva il dolce sapore dell’efficienza e della rapidità che inebria il consumatore ma l’acre odore che impregnava l’aria Dresda dopo il passaggio della terza ondata di bombardieri inglesi: la morte dello Spirito.

Il nostro eroe, che ho già studiato in passato, ha uno stile lavorativo tutto suo.

Gli occhi fissi verso la schiena della suo collega, il gomito sinistro appoggiato sul bordo del bancone, tanto rigido da far temere un’invalidità che tutto perdonerebbe, e la mano destra che, con la velocità e frequenza con cui si apre e chiude il ponte di Londra, sposta la merce dal nastro mobile al lettore ottico.

Questo stato catatonico, che impedisce di rispondere anche con un semplice cenno del capo al saluto del cliente, si protrae per minuti, interrotto solo dal passaggio di riviste e giornali.

In questo caso Ambrogio getta uno sguardo ai titoli e per alcuni istanti, tanto fuggevoli da sembrare un illusione del cliente, sembra vivo.

Dopo diversi minuti e due clienti arrivava dunque il mio turno. Ambrogio, con lo stesso piglio, passando la mia spesa ma, nel cuore del conteggio, incappa in quella che il mio capo, amante dell’efficientamento, definirebbe una criticità: la mia Menabrea (ormai pronta per i festeggiamenti del trimillenario) era infatti priva del codice a barre. Un addetto propositivo (altro mito del mio capo) cosa avrebbe fatto? Avrebbe immediatamente chiamato il collega con il tesserino per inserire a mano i prezzi e poi, infervorato dal fuoco divino, avrebbe chiamato il direttore non solo segnalando l’anomalia ma, e qui Archie fa scattare il premio in denaro per i suoi apostoli, proponendo una soluzione.

Ma Ambrogio, che ha troppi pensieri per farsi carico di queste criticità, ha adottato la soluzione più semplice: ha accantonato la bottiglia in attesa di tempi migliori (troppo semplice continuare a battere la spesa mentre attendevamo l’arrivo del collega).

A carrello svuotato, con il sospetto ancora vivo che non abbia battuto l’acqua, il nostro fissava la bottiglia di Menabrea con l’intensità di una lampadina bruciata.

Fedele al motto “obbedivo agli ordini” Ambrogio ha preso il telefono ed ha cominciato, come una velocità insospettabile, a battere numeri a casaccio sulla tastiera. A questo punto ho buttato li: “Cosa dice…vado a vedere il prezzo della birra e poi la battiamo?”.

Lui, piuttosto piccato per questa iniziativa imprevista, ha ribattuto : “NO! NO! Non basta. Io devo segnalarlo!”

A questo punto la coda alle casse, compresa la sua, era diventata imponente. Il nostro continuava a battere numeri sulla tastiera del telefono e , ogni tanto, si fermava, lo sguardo fisso nel vuoto carezzando la Menabrea morbosamente.

A poco piu’ 5 di metri, stipata di commessi indaffarati, stava l’assistenza clienti. Con un cenno Ambrogio avrebbe potuto richiamare l’attenzione di qualcuno ma lui, imperterrito, ci dava dentro di telefono.

Uno normale avrebbe desistito: “ Guardi si tenga quella cazzo di birra e mi dissequestri!”.

Non io. Volevo la mia Menabrea e volevo vedere il “punto di rottura” che ognuno, come ricorda la Du Maurier, ha.

Il tempo passava. Ambrogio cominciava a dare segni di cedimento. La mano iniziava a tremare. Le labbra ad incresparsi in un sorriso di schifo per la situazione in cui era finito. Era uscito dall0oblio per finire sotto l’occhi di bue della notorietà. La fila cominciava da incazzarsi ed io, che non davo cenno di insofferenza o cedevolezza, minacciavo di andar via con quella cazzo di birra nel bagagliaio della mia Ibiza.

“Un prezzo alla 11! Un prezzo alla 11” urlava con voce strozzata nell’altoparlante del Super. Niente.

“La colpa”diceva isterico Ambrogio “è di chi organizza il lavoro! Non ha messo qualcuno ai prezzi! Io non so cosa fare!”. E qui la natura di Ambrogio si è palesata. Non solo fa il minimo per non essere licenziato ma ce l’ha pure con chi gli da lavorare. E questo suo comportamento, che lui crede si ispiri al Comandante Che, in realtà ha come unico risultato quello di scaricare il suo lavoro sui colleghi e di danneggiare l’immagine dell’Azienda che gli da il pane e di quelli che con lui condividono la fatica quotidiana per il pane.

Di Ambrogi è pieno il mondo e tutti, chi più chi meno, ne incontra e ne subisce a iosa.

Il cliente dopo di me, che aveva riempito il nastro con la sua spesa e che quindi non poteva andar via, sembrava una guardia giurata. Temendolo armato ho lasciato perdere: “Guardi, lasci perdere. Non importa. Prenderò la confezione per il quadrimillenario…”

Ambrogio è ripiombato nello stato catatonico. La mia Menabrea è stata accantonata di fianco alla cassa, dove sarà rimasta sino a fine turno, e il problema non è stato ne risolto ne segnalato.


Il Maresciallo

sabato, gennaio 27, 2007

La misericordia di Dio

E' ciò che salverà parecchie persone. In primis il giornalista de l'espresso che è andato a confessarsi (per finta, primo peccato) per poi spiattellare ciò che i sacerdoti gli hanno detto (secondo peccato), il tutto per sostenere la tesi che i preti non sono allineati al Papa (terzo peccato).
Ora, a parte qualche vecchietta di 90 anni, nessuno è senza peccato...
Poi, cosa voleva dimostrare questo senza dio? Che i preti nel segreto del confessionale vanno incontro a chi si pente sinceramente?
Il bello della nostra religione è il perdono che ci viene concesso, ogni volta. (per le donne di bello c'è anche che nessun prete per ora ha detto di andare a casa a menarle perchè è giusto così)
Al nostro giornalista va bene che non ha avuto a che fare il Dio dell'Antico Testamento
altrimenti a quest'ora era a bruciare da qualche parte. E cosa ha ottenuto? Ha ottenuto di dimostrare che non sa un cazzo di cattolicesimo... perchè anche un bambino che si prepara alla prima Comunione sa che la Confessione è un Sacramento dove il prete fa da tramite. e lo fa per Qualcuno così misericordioso che mi perdonerà per l'odio che provo ora...

il tec

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venerdì, gennaio 26, 2007

9 mesi e 14 giorni

è il tempo che ci ha messo Matteo a prendere la prima febbre.
la madre è in preda a scenari apocalittici, dopo aver insultato il
piccolino perchè ci ha svegliati solo 9 volte stanotte (io l'ho
sentito un paio di volte, ma non faccio testo).
effettivamente col naso rosso, gli occhi lucidi e seduto sul
seggiolone che rifiuta anche la tisanina, con la testa appoggiata a
lato, fa tenerezza.
pare ti guardi chiedendoti cosa gli stia succedendo e perchè non ha
la forza per fare i soliti danni.
e non sorride nemmeno al "bubusettetete".
povero piccolo!

il tec

giovedì, gennaio 25, 2007

i giovani d'oggi

La notizia dei due ragazzi che di san benedetto del tronto (a proposito, io nelle marche mi sono sempre "divertito" parecchio, if you know what i mean...) che durante un'assemblea non solo hanno fatto quello che hanno fatto, ma si sono fatti pure riprendere, è andata finanche al tg5.
ora, giovini: FATEVI FURBI. e che diamine.
in primis, citare il grande bill clinton che definì il sesso orale come non sesso (andate a vedervi youtube e cosa disse e imparare a memoria, pause incluse). in secundis, farsi filmare... MAI LASCIARE PROVE.

e in fine un appello a quel genitore che intervistato al tg5 ha detto di essere preoccupato per il figlio (che non è coinvolto).
preoccupato de che?
come ho detto a mia moglie, se mio figlio facesse una cosa del genere, scatterebbero applausi. se lo facesse con una prof, poi, standing ovation.

il tec

ps: discorso diverso qualora mi capitasse una figlia, ma come ben sappiamo, si usano due pesi e due misure. la mia futura figlia, sarà una brava suora di clausura, che gli uomini sono tutti maiali.

coniglio mannaro

Era scappato in fretta e furia, come se avesse paura o si sentisse colpevole di qualche cosa.
A me piace pensare che si sentisse in colpa... ripagare in quel modo una città e dei tifosi che l'avevano trattato troppo bene.
e mi stupisce che i cugini siano tutti in brodo di giuggiole per aver preso un giocatore che non ha poi mantenuto tutte le promesse.
Come al solito il tempo farà tirare il bilancio, io adesso penso (e godo al pensiero) che il Milan stia spendendo una barca di soldi per nulla.
 
Tec
 
ps: mi piacerebbe sapere il parere di Big Sandrone...

Yvonne

Yvonne De Carlo, 84 anni è una attrice di origine canadese di secondo piano ma con un curriculum pieno di film e telefilm.

La ricordo, bambino di 7 /8 anni, nei film di pirati degli anni ’40 e ’50.

Impersonava eroine passionali e coraggiose. Guardandola sognavo avventure esotiche in cui io e lei solcavamo i mari sul nostro vascello a caccia di tesori ed emozioni. Il nostro amore, sempre contrastato, si nutriva di passione e coraggio. Spesso, separati da nemici impalcabili o padri incuranti dei nostri sentimenti, dovevamo lottare e soffrire per sublimare il sentimento che ci univa.

Il nostro amore, puro e platonico, non scemava mai anche quando qualche bell’imbusto al servizio del Re, la faceva vacillare.

Non ricordo nemmeno un titolo di film da lei interpretato. La ricordo, la sciabola sguainata e in costume da piratessa (camicia bianca, gile nero, pantaloni e stivalacci) mentre la chioma corvina fluttua nel vento al ritmo delle vele. Gli occhi, neri e fiammeggianti, fissi sull’orizzonte.

Yvonne è morta qualche giorno fa. A memoria, direi che è stato il mio primo amore.

Un bacio ed una preghiera.


Guglilemo

martedì, gennaio 23, 2007

ascensori...

Il palazzo che ospita la mia azienda è di 12 piani. Siamo in 600 qui dentro. E ci sono 5 ascensori. Di questi, uno serve solo i primi 3 piani. Ne rimangono 4 che coprono tutti e dodici i piani. Inoltre questi 4 sono quelli logisticamente più comodi. Questi ascensori sono anche lenti come la fame...
Mi capita, di recente di fare su e giù per 4 o 6 o 8 piani. E mi è già capitato in un paio di occasioni di notare un simpatico comportamento. Le chiacchiere vengono scambiate per qualche minuto sulla porta dell'ascensore. Tenendolo bel bloccato.
Poco fa salendo, glien'ho dette due... e le due comari si sono pure risentite....
tec

lunedì, gennaio 22, 2007

23 anni...

il 22 gennaio del 1984, durante il superbowl, venne trasmessa una pubblicità (da quando c'è la televisione, il superbowl è il momento più ambito per la pubblicità e allora la videro 86 milioni di americani). In quella pubblicità si diceva: "perchè il 1984 non sarà come 1984" (richiamando Orwell). Il committente sostanzialmente comunicava una cosa: anche noi " utenti" possiamo controllare la tecnologia. La tecnologia non è in mano al governo, alle azienda, ai cattivi... noi possiamo renderci liberi. E accanto a questo messaggio, alla fine dello spot (il cui regista era Ridley Scott) Apple ha presentato il Macintosh. Il primo computer con il mouse e l'interfaccia grafica ad entrare sul mercato.
Sono passati 23 anni e qualcosa è andato storto: Gughi continua a chiedere aiuto a suo fratello per far funzionare il suo computer (che comunque non è apple....). E anche il Connie non scherza..................

Tec
lo spot è su youtube.

Dello scrivere di politica

In USA è nato un nuovo quotidiano che annovera, tra i suoi collaboratori, i migliori analisti politici americani (a prescindere dal colore). Si chiama "the Politico", immagino in ossequio alla tradizione classica della Politica (con la maiuscola), l'antica grecia, Roma, e l'Italia di Machiavelli e Guicciardini in testa.
Da noi - per come ci siamo ridotti - un giornale così potrebbe chiamarsi solo "Il mio campanile" o meglio: "Il mio orticello".

sabato, gennaio 20, 2007

Apocalypto

Sono stato al cinema a vedere l'ultimo film di Mel (a proposito cerro maggiore non mi fa impazzire).
Devo dire che mi ha lasciato abbastanza perplesso, molto sangue, molto splatter ma sempre giustificato, quasi mai fuori posto. Anche l'estrema violenza del film, non colpisce negativamente, rimanendo ben inserita nella storia,mi colpisce perchè porta a qualcosa, non è mai fine a se stessa. I personaggi sono ben sviluppati e il film, quasi muto, non è pesante ma scorre bene per tutta la durata. Tuttavia finita la proiezione lo spettatore rimane con una domanda:"ma mel, dove volevi andare a parare?"
La citazione iniziale non è mai ben sviluppata e tutto rimane un po' implicito. Fantastica la figura paterna e la tesi che al proprio destino non si può sfuggire e che ognuno di noi è destinato a qualcosa di grande.

mercoledì, gennaio 17, 2007

I poteri forti

La gloriosa cavalcata dell'Armata Nero Azzurra rischia di infrangersi contro una normativa di bilancio a dir poco stringente : possibile che uno non possa fare in bilancio ciò che vuole?

Possibile che non si possa iscrivere a bilancio un ragazzino della Primavera a 27 milioni di euro e poi passarselo da Milan ad Inter per 68 volte realizzando ognuna una plusvalenza di qualche milione di euro al colpo?

Incredibile!

I poteri forti si sono svegliati ed ora insidiano la pulzella d'Orleans del calcio italiano!

Massimo sempre con te!

Brigata "Bilanci in libertà"

martedì, gennaio 16, 2007

Zio!

Ieri sono diventato zio per la settima volta!

Nella Contea di Montgomery (Maryland) è nato il piccolo Alessandro Michael!


Guglielmo

sabato, gennaio 13, 2007

9 punti control'effetto serra

1) Basta acqua in bottiglia. Se in Africa bevono acqua dalle pozze noi possiamo bere l’acqua del rubinetto dell’acquedotto milanese. Nel mio condominio, dove le bottiglie sono relativa recente scoperta, si sprecano gli ultraottantenni quindi non credo che l’acqua sia tossica. Il mitico Tozzi (Quello di Gaia che prima o poi esordirà in trasmissione esordirà: “Siamo qui, nel culo di un ornitorinco, per verificare il processo...”) ha seguito il percorso dell’acqua dell’acquedotto romano stabilendo che è purissima. Così si evitano diverse esternalità che vanno dalla plastica delle bottiglie
all’inquinamento prodotto dal trasporto delle bottiglie stesse. I supposto benefici dell’acqua in bottiglia sono infatti vanificai dalla merda che poi respiriamo nell’aria. Io metto in tavola l’acqua in brocca (al momento sono l’unico consumatore di casa). Questo scongiura anche la demenziale proposta di privatizzare l’acqua pubblica. Mossa provata in paesi del terzo mondo dalla Banca Mondiale e che ha avuto esiti disastrosi. L’acqua è e di tutti!

2) Sostituire gradualmente (visti i costi) le lampadine di casa con lampadine a basso consumo.

3)Sensibilizzare gli utenti di casa a spegnere le luci quando escono da una stanza con la mitica frase di Big Sandrone “Mica lavoro all’Enel!” o in alternativa “Attenti all’effetto serra!”

4) Ho staccato il videoregistratore dalla presa. Uno studio inglese ha stabilito che un paio di centrali inglesi sono dedicate allo “stand by” degli elettrodomestici. Per lo stesso motivo spengo il televisore non dal telecomando ma dal televisore stesso.

5)Cerco di comprare prodotti che abbiano un packaging ridotto. Biscotti avvolti uno per uno, incartati come vetro di Burano inquinano come Suv.

6) Riduzione del consumo di detersivi in casa: pulisco la piastra con l’aceto e riduco sapone e shampoo.

7) Utilizzare la macchina solo quando è necessario. Grazie ad una convenzione dell’azienda per cui lavoro inizierò (salvo casi estremi) a fare la spesa on line.

8) Consumare di meno. Inutile possedere centinaia di oggetti (Dvd, cassette, cellulari e ammenicoli vari) sostanzialmente inutilizzati che hanno ricadute ambientali per la produzione e lo smaltimento.

9)Pensare, prima di fare o comprare, i costi ambientali delle mie azioni.


Una piccola goccia, che parrà ridicola, ma se tutti riuscissimo ad attuare anche pochi di questi punti i benefici sarebbero altissimi.


Gughi, che teme il caldo...

venerdì, gennaio 12, 2007

il nuovo che avanza

Interessante notare come la notizia di maggior rilievo dopo caserta siano i 100 miliardi stanziati per il sud.
Interessante notare come nè il Corriere nè Repubblica hanno l'accortezza di spiegarci per cosa verranno utilizzati quei soldi.
O si descrive un bel piano strategico, e a quel punto si discute nel merito, o io mi sento legittimato a non starci.
Perchè leggere di soldi mandati giù per qualcosa che, al quattrocentesimo tentativo di seguito, non avrà alcun risultato, non è che mi dia fastidio, mi fa proprio incazzare.
Insomma, io mi sarei leggermente rotto di tirare la carretta al Mezzogiorno.
Che si tirino su le loro belle manichette e si mettano a laurà.
tec

giovedì, gennaio 11, 2007

La bomba

Dopo qualche giorno di pressioni Riccardo ha promesso che la sera di Natale avrebbe rinunciato al pannolino. La sera di Natale, assicurandogli che il Panzone gli avrebbe tastato il sederino e ricompensato la parola mantenuta, il nostro ha rinunciato alla protezione notturna.

Al mattino, insieme ad una montagna di pacchetti, une letterina del Panzone faceva mostra di sé sull’albero di Natale. Nella lettera, complimentandosi per il coraggio e la lealtà, il vecchio barbone segnalava che sotto il divano aveva lasciato un presentino extra.

Riccardo, con la bocca spalancata dalla sorpresa, estraeva dunque un pacco monstre contenente niente popò di meno che il vascello originale di Capitan Uncino in compagnia di Peter Pan e pirataglia varia.

Insomma: un trionfo!

La sera dopo il piccoletto tentava di rimettersi il pannolino ma il timore di un controllo a sorpresa di Babbo Natale, con conseguente ritiro del Vascello, lo convinceva che ormai la strada della libertà notturna era imboccata.

Ma qui iniziavano i problemi. Per qualche notte Riccardo ha bagnato il letto. La sua abitudine di andare a letto con un barile d’acqua non era d’aiuto. Il professore, al risveglio nella notte, iniziava a sentirsi a disagio ed in imbarazzo nel denunciare il pigiamino fradicio.

Alla fine ho giocato la carta placebo. Ho messo un po di zucchero in un cucchiaino da caffè, ho aggiunto un goccio d’acqua e mi sono presentato da Riccardo.

“Quando ero bambino” ho esordito “anch’io facevo la pipì a letto e la mia dottoressa mi ha dato una medicina che era una vera bomba. Con questa non farai piu’ la pipi’ a letto!”

Ricky, fiducioso, ha buttato giù.

La mattina dopo era asciutto come la sera prima. Il piccolo era estasiato “Ha funzionato papà!”.

Piu’ tardi, camminando verso l’asilo, mi ha sussurrato :”Hai fatto bene a tenere quella medicina di quando eri bambino per me!”.

“L’ho tenuta apposta....è proprio una bomba....”

Qualche sera fa, in quello che ormai è un rito ma che presto interromperemo, gli ho porto il cucchiaino dicendo “E’ una bomba...BUM!”

“Papi, ma quando è andata giu’ hai sentito BUUM?”

“Si! Ho sentito un BUM dalla tua pancia.... È proprio una bomba....”

Continua a funzionare.


Gughi

mercoledì, gennaio 10, 2007

Ricaricatevi voi!

 E' interessante notare come alla vigilia del summit del governo a Caserta, la prima preoccupazione di Bersani sia quella dei costi di ricarca delle prepagate.
 Ora, anche io penso che la ricarica sia un costo che rappresenta per il distributore (tabacchino o banca) e per l'operatore praticamente un utile netto (anche se entrambi sostengono dei costi per una ricarica), e che i volumi di ricariche giustificano un abbassamento del suddetto costo. Penso anche però che la prepagata sia una "anomalia"/"caratteristica" tutta italiana.
 Se proprio vogliamo andare a spulciare le voci di ricavo di un operatore telefonico, mi domando come mai sopravviva ancora lo scatto alla risposta (che wind, all'epoca, non praticava e infatti aveva presto un buon numero di subscriber che facevano telefonate corte), o come mai i costi legati al traffico dati siano così alti (lasciamo perdere i geni che scaricano i film con il cellulare, vah).
 Però la cosa che mi fa innervosire di più è che sia il governo a dover intervenire. Sulle ricariche si era già espressa l'autorità garante delle telecomunicazioni. Se non è stata seguita, delle due, una: o non ha potere e non serve a nulla, o ha potere e deve farsi valere. E penso, non tanto alle ricarche quanto agli operatori virtuali dei quali si parla da anni ma in Italia non si fa nulla (anche se il modello, forse non funziona, vedi Virgin).
Penso anche che il governo debba intervenire su questioni un po' più serie: perchè benzina e gasolio sono aumentati seguendo il rialzo del petrolio fino a quota 70 e passa e oggi che è a 55 il prezzo non è sceso? Perchè quando acquisto un litro di gasolio finanzio ancora la missione in Kosovo (se non la campagna d'africa?). Perchè, sempre per stare nel territorio di Bersani, non c'è ancora una vera liberalizzazione delle utilities? Perchè, per toccare il governo, le pensioni non si toccano? 
Ma se il problema oggi è il costo di ricarica, ne dobbiamo fare di strada.....
tec

martedì, gennaio 09, 2007

Il Conciliabolo: anticipazioni...

Cio' che il Connie per cortesia e, oserei, deferenza, lascia a me è di mettervi a conoscenza del tanto agognato apple phone. Un mix fra mac os, ipod e telefono.
A giugno sarà nelle tasche degli ammmericani, nel Q4 da noi. Insomma abbiamo tutto il tempo per sperare in qualche operatore telefonico che faccia un bel accordo per un bel abbonamento (chi ha orecchie per intendere, in tenda, gli altri in camper) e via!
Da parte mia, i soldi li ho già nascosti dai primi rumors di due anni fa....

Tec

ps: connie, raccontaci un po' del tuo nuovo blackberry pearl. (il giorno che trovo una tariffa flat tipo 10€/mese ti faccio vedere io come si fanno funzionare certe cose....)

anticipazioni...

Lascio a Tec ciò che è di Tec, ma vi anticipo che:
- ridurrò drasticamente il numero di libri (siano essi antichi, da collezione, in edizione limitata, nuovi, autografati o semplicemente "desiderabili") che comprerò nel 2007;
- risparmierò su tutto quello che posso (tranne che per i regali a mia moglie, vista la sua pazienza e l'amorevole tenerezza con cui mi guarda ora... come fossi uno scemo);
- provvederò a sottrarre e a rivendere piccoli oggetti di cancelleria che trovo in ufficio (nastro adesivo, gomme, graffette);
- sì, mi impegnerò al lavoro, per poter raggiungere i parametri del sospirato bonus;
perchè io quel meraviglioso, stupefacente telefono lo devo avere!
Quale? Tec: provvedi tu ad indicare al volgo!

p.s. ringrazio il mio vicino di casa che, molto cortesemente, avendo a cuore i miei propositi di risparmio, mette a mia (?) disposizione una fantastica rete wi-fi aperta... verinais (cfr. Borat)

sabato, gennaio 06, 2007

F.

F. ha tra i 60 ed i 70 anni. E’ la madre di un’amica di Susanna. Un giorno, in visita a casa sua, feci deragliare la conversazione, un rischio ben poco calcolato, interrompendo i soliti convenevoli sui bambini con un: ”Lo sta leggendo Lei? Bello?”.

Era “Il periplo di Baldassarre” di Amin Maalouf. Le, come investita da un fascio di sole, si illuminò: “Bello…se vuoi te lo presto…”.

Non accettai ma, sulla fiducia, il giorno seguente lo acquistai e lo divorai. Da li, incontrandola nuovamente per caso, mi suggerì qualche altro titolo di Maalouf. Imparai così a conoscere ed amare questo scrittore.

Accade così che, le rare volte che ci vediamo, studiamo a lungo la situazione attendendo il momento migliore. E poi, tra le ironie di sua figlia e mia moglie, in pochi minuti comprimiamo titoli ed autori. F. ha un modo di curioso di fare quando parla di libri. Lascia vagare il suo sguardo verso l’alto come se nel firmamento, di fronte ai suoi occhi calmi, scorressero infinite parole e lei, scovandole sin dietro le nubi, scegliesse le piu’ belle ed adatte.

Lo scambio è divenuto reciproco e nel tempo, grazie a lei, ho conosciuto Oz, Yeoshua, Grossman, Rampini. E quando cito un autore che conosce e che amo, prima che io possa dica alcunché, mi dice, con il volto di un’innamorata : “Bellissimo!”.

Cosi’ ha detto di Tiziano Terzani che legge da anni.

E’ bello scoprire qualcuno che ama gli stessi libri che amiamo noi. E’ bello scoprire di aver condiviso le stesse emozioni di fronte alle stesse pagine. L’altro giorno, in visita da lei per le nostre festività, le ho chiesto a bruciapelo: “Qual è il suo preferito di Maalouf?”.

“Leone l’Africano” ha risposto senza esitare.

“Anche il mio…ma sa quale libro mi ha fatto piangere ed io non ho mai pianto leggendo?”ho detto.
“Gli scali del levante” ha sospirato lei.
Le ho sorriso.

Prima di uscire, allora, mi ha raggiunto . Quasi imbarazzata, carezzando la copertina di un vecchio libro, mi ha detto “E’ molto bello. Il mio autore preferito…”.

Mi ha messo in mano una vecchia edizione Longanesi de “La famiglia Moskat” di Isaac Singer.

L’ho iniziato a leggere la sera stessa. E’ la storia che si snoda dai primi anni del ‘900 della famiglia di Reb Meshulam Moskat, un ricco ebreo di Varsavia.

Un libro denso come il sangue dove la comunità ebraica di Varsavia riemerge dalle tenebre della
Storia in tutta la sua ricchezza e complessità.

E la storia dei Moskat ma anche la Storia di un popolo lacerato tra la nostalgia del passato e la modernità. Terrorizzato dall’assimilazione e quindi dalla scomparsa come popolo e sognante una terra dove diventare nazione. La Storia di un popolo scelto da Dio e impastato di un misticismo e di una spiritualità oggi sconosciuti.

Uno di quei libri, che si leggono di rado e che sono scritti solo dai grandi, dove alcune frasi e parole sfolgorano sulla pagina. E leggendole si rimane sospesi per alcuni istanti perché si ritrova un pezzo della propria vita o si comprende un pezzo di quella degli altri.

Alcune frasi sono dolorose e taglienti:”Caro Padre che sei nel cielo, cancella il capitale che hai investito nel Tuo popolo d’Israele. Poiché chiaramente, Onnipotente Iddio, non ti renderà alcun profitto!”

E la storia di una società antichissima radicata in riti e tradizioni di millenni prima. Un popolo in perenne esilio che comprende che l’unico modo per sopravvivere e tener viva la patria che ha nell’anima. Un popolo travolto dalla modernità e che poco a poco perde la sua identità.

E l’avrebbe persa, probabilmente lentamente, se di li a poco, su quel popolo splendido e tragico non fosse giunta la bestiale furia nazista che non distrusse “solo” un popolo ma che precipitò una civiltà ed una cultura luminosa in uno degli abissi piu’ profondi mai concepito dall’Uomo.

“La morte è il Messia”

Guglielmo

Io sto con Sciascia

La polemica sui professionisti dell’Antimafia, originatasi 20 anni fa sulle pagine del Corriere, torna in questi giorni d’attualità. Ad un articolo che esortava i protagonisti dell’attacco a Sciascia a chiedere scusa allo scrittore siciliano è seguito un articolo sull’Unità ed una contro replica di Ostellino ancora sul Corriere.

In sintesi, almeno così l’ho capita io, Sciascia fu accusato di rompere il fronte Antimafia rendendolo di fatto inefficace. Alcuni, giornalisti noti, arrivarono ad insinuare che il nostro fosse addirittura colluso con la mafia e si arrivò addirittura a descriverlo vestito di bianco con panama in testa , intento a sorbire granite in noti caffè in odore di mafia.

La polemica, a mio parere, cadde nel grottesco. Sciascia, che come ogni siciliano immagino sappia cosa sia la Mafia (se non fosse cosi radicata nella società non sarebbe definita l’anti-Stato e va da se che averci avuto a che fare non significa essere colluso o complice), credo si limitasse ad una questione di metodo. Una critica ad un sistema di lotta che stava diventando appunto professione con tutte le storture legate a questa trasformazione.

Oggi la polemica ritorna con gli stessi toni. Ciò che sorprende è che a distanza di 20 anni ancora non si sia in grado di fare il punto della questione. La Mafia non ha vinto ma non ha nemmeno perso: ha subito colpi mortali e ne ha inflitti di tremendi. Ma si è trasformata adattandosi alla sfida dello Stato. Ma credo che guardando alle parole di Sciascia si potrebbe forse dire che aveva torto o ragione.

Ciò che indubbio e che ancora oggi chi, in situazioni di emergenza o presunta tale, critica il metodo (vale per l’Iraq, vale per l’Iran, vale per la presenza dei Mussulmani in Italia e vale insomma per ogni questione che divide) non passa semplicemente per uno che ha un’idea diversa per arrivare allo stesso risultato ma per un disfattista, uno privo di valori o, peggio, un traditore dell’occidente e del proprio Paese.

Ieri, Ostellino, faceva un paragone con la Resistenza. A suo dire l’antifascismo è stato fatto passare per sinonimo di democrazia quando in realtà era una miscuglio di democratici e totalitaristi (affermazione tutta da valutare) e chi osava rompere questo fronte veniva messo, come accadde a Sciascia, alla gogna. In seguito, a sentire i tanti revisionisti di oggi, il mito della Resistenza avrebbe cancellato la verità sulla fine del Fascismo e sulla Liberazione. La causa di tutto: la sinistra che ha monopolizzato la Resistenza stessa.

La cosa mi ha fatto riflettere.

Nell’Arma dei Carabinieri, nel dopoguerra, i reduci della resistenza furono in pratica accantonati e costretti quasi a nascondere il loro passato a beneficio di parecchi reduci di Salò. Solo negli anni ‘80 alla Bandiera dell’Arma fu concessa, su pressione del Generale Dalla Chiesa, la medaglia d’oro per la partecipazioni di diversi militari alla Resistenza. La storia del nostro Paese è invece costellata di golpe e trame piu’ o meno nere in cui parecchi reduci di Salò hanno giocato ruoli importanti. Di recente dagli archivi americani è emerso che alcuni membri della X Mas (reduci di Salò…) appoggiarono i banditi della banda Giuliano nell’attentato di Portella della Ginestra contro braccianti ed operai che festeggiavano una vittoria della sinistra alle elezioni.

Nella lotta al comunismo e nel legittimo tentativo di contenimento dell’egemonia sovietica spesso si scese a compromessi che non solo limitarono la sovranità italiana ma furono solo coperture per interessi particolari che poco avevano a che fare con la Ragione di Stato.

Scrivere queste cose oggi o in passato, come fece su altri temi Sciascia, significa essere tacciati di comunismo e di essere “trinariciuti”.

Se lo scopo, il contenimento dell’espansione sovietica, era legittimo, troppo spesso questo nobile movente fu invece il pretesto per manovre illecite che attentavano in alcuni casa alla Democrazia. La critica a questo sistema non era tollerata e non lo è ancora.

E’ piu’ comodo dire che la Resistenza è un mito che e che gli sbandati dell’Esercito che si unirono alla Resistenza difesero l’onore come chi si schierò con i Nazisti nella Repubblica di Salò (nulla toglie alle buone intenzioni di alcuni che lo fecero ma questo non significa che fu onorevole).

E’ piu’ comodo dire che la critica di Sciascia fu legittima mentre la critica all’Iraq o al metodo con cui la sinistra fu tenuta lontana dal Governo per decenni è pretestuosa e proditoria.

Sarebbe bello che lo stesso atteggiamento fosse applicato in tutti i campi. Indipendentemente dla sentirsi di destra o di sinistra.

Io sto con Sciascia…sempre…


Guglielmo

giovedì, gennaio 04, 2007

L'apprendistato di Duddy Kravitz, di M. Richler

Sono passate diverse settimane da quando ho terminato di leggere "L'apprendistato di Duddy Kravitz", di Mordecai Richler e solo ora riesco a scriverne.
L'inizio, come anticipatomi dal Tecnologo, è lentissimo, per chi ricorda la prosa de "La versione di Barney", ma passate le prime 100 pagine, il romanzo comincia a correre e volare.
Il titolo promette e poi mantiene: è la storia dell'apprendistato di un ragazzo con mille problemi e una ossessione. La famiglia è un peso, una condanna, la città - il paese - i tempi - in cui vive non sono altro che barriere e catene, ma una frase, quasi un karma, lo sprona ad andare oltre a non ammuffirsi: "un uomo senza terra non è nessuno". Ed ecco allora che alla prima occasione Duddy si lancia a testa bassa e usa tutto e tutti, disperatamente, per raggiungere il suo obiettivo. Naturalmente ci sono nel libro momnenti divertenti, puro stile Richler, e momenti di grandissima pietà. Duddy non dimentica la sua famiglia, non dimentica il padre e il fratello, anzi fa di tutto per aiutarli.
Questo il succo della storia. E' uno di quei romanzi che mi vien da definire "di avventura, di altri tempi" perchè di questo proprio si tratta: una volta si rischiava - buttarsi in una impresa! - mentre ora siamo tutti sazi e disperatissimi, a cercar il posto fisso, a ragionare di nulla. Certo la spasmodica ricerca di Duddy ha dei costi, non lo metto in dubbio (e non voglio svelare nulla), però...
meglio di certo piattume!

martedì, gennaio 02, 2007

wii

Immagino che tutti, gughi compreso, abbiate sentito parlare della wii.
E' la rivoluzionaria console di Nintendo che, loro dicono, rivoluzionerà il modo di giocare.
Se andate a vedere i filmati, noterete le esperienze di gioco.
Il controller, per farla breve, ha un sensore di movimento che permette di giocare in modo più realistico.
Leggendo le notizie e seguendo i siti, si scopre che c'è gente che ha spaccato il plasma perchè gli è partito il controller, cha ucciso il gatto, fatto male al bambino, distrutto finestre. Insomma un danno continuo.
Io, grazie a Connie e al cielo, al momento ho solo male ad un braccio e un livido su un dito picchiato con violenza contro una sedia giocando a bowling.
tec
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