mercoledì, gennaio 30, 2008

Ai confini della realtà: la consegna del pacco!

Ebbene sì, nel giorno del Signore 30 gennaio 2008, dopo aver telefonato direttamente alla filiale Milano 4 della Sda, finalmente l’agognata consegna è stata effettuata!
Semidistrutto, sporco, ma con il contenuto ancora intatto è finalmente fra le mie mani.
So che la vostra curiosità ha ormai raggiunto il parossismo ed è giusto che vi accontenti svelandovi per cosa ho dovuto sì duramente battermi.
Il dvd è la registrazione dell’allestimento de “Le nozze di Figaro” di W. A. Mozart per il Festival di Salisburgo del 2006 con direttore di orchestra Nikolaus Harnoncourt: un genio.
Il libro invece è il romanzo “le anime morte” di Gogol´ N, o, come giustamente sostiene mio suocero, le anime erano vive, poi sono rimaste dieci giorni recluse in un pacco….
Felice come una Pasqua esco dall’ufficio e mi reco alla mia fumetteria di fiducia per ritirare gli arrivi di oggi e passare una piacevole serata.
Entro nel negozio, saluto il proprietario e mi fiondo verso la mia casella che però è desolatamente vuota.
“ Mi spiace, oggi non è arrivato nulla, colpa del corriere che ha saltato la consegna”……………….

lunedì, gennaio 28, 2008

Ai confini della realtà: la consegna del pacco il pacco della consegna

All’ennesima mancata consegna, venerdì sera mi sono rivolto per l’ennesima volta al call center di SDA spa.
Questa volta ho dismesso i panni dell’innocente cittadino in attesa di un plico ma ho utilizzato l’esperienza quasi decennale in spedizioni per l'azienda in cui lavoro.
La signorina, per altro gentilissima, che mi ha risposto, di fronte a cotanta conoscenza delle loro più intime procedure mi ha confessato che il benedetto pacco non è stato ancora consegnato non perché gli autisti vedendo il casino davanti alla casa non si fermano, ma proprio non lo hanno mai preso in carico.
Dai loro terminali infatti risulta che la mattina presto (ragazzi, preparano le spedizioni alle quattro del mattino) il collo era regolarmente messo in spedizione, poi annullata perché lasciato in magazzino dal corriere.
Mi è stato proposto di andare a recuperarlo io, ma di fronte alle mie richieste economiche per l’assunzione giornaliera come loro dipendente credo abbiano optato per portarmelo loro.
A domani la fine (spero) di quest’avventura.
Restate in ascolto!!

Attenzione!

sta arrivando e immagino che l'Architetto sia già in fibrillazione.

sabato, gennaio 26, 2008

Io rivoglio il Bolla!

Bentornato Fracanappa!

Premetto che l’esclusione del Gino Bolla è una vergogna. Ha espresso idee dure. Non condivisibili dai repubblichini e vandeani che affollano il nostro blog ma pur sempre idee. Le idee che non riguardano la massima di Voltaire (“non condivido le tue idee ma sono disponibili…”) sono quelle che inneggiano all’odio, alla disuguaglianza ed al razzismo. E di queste, nella dura requisitoria del Poeta della Certosa, non vi era traccia.

Il Papa alla Sapienza non ci doveva andare. Il Cattolicesimo, sino a prova contraria (e non vedo prove se non nella mia anima), è una religione come un’altra. Il suo primato si esercita sulla coscienza delle persone e non sulla scienza. Il discorso del Papa, all’inaugurazione di un anno accademico, era semplicemente fuori luogo. Se il Rettore della Sapienza avesse invitato un Rabbino o un Mufti cosa sarebbe accaduto?

Al di la del fatto (nulla sarebbe cambiato se Benedetto avesse parlato alla Sapienza) è stata la reazione dei cattolici a sorprendere: adunate oceaniche, manifestazioni, discorsi da perseguitati, chiamata alle armi da parte di porporati.

In difesa di cosa?

In difesa di intere Regioni nelle mani di movimenti cattolici? In difesa di intere Università in mano a associazioni studentesche, professori ed assistenti cattolici? In difesa di interi pezzi del sistema economico in mano a personalità che gravitano intorno alla Chiesa? In difesa di una Chiesa che su ogni temi inerente il vivere civile non si limita a dire la sua ma orchestra consenso? (perché ci arrabbiamo tanto se un mussulmano ci dice come dovrebbe vivere un buon mussulmano nel nostro Paese? Di quale primato gode la religione cattolica nel nostro paese per non limitarsi ad un semplice appello alle coscienze ma travalicando il suo ruolo sino a diventare forza politica?)

Si poteva ragionare sulla lettere dei professori della Sapienza. Non si è fatto per farla diventare, insieme al penoso caso Mastella, il detonatore di un Governo minato dai nipoti di Lenin.

Le scene dal Senato (il parlamentare che mangia la Mortadella e grida “merda” in un aula ridotta a quello che era durante il ventennio, è l’emblema delle destre di questo Paese) sono disgustose.

I megafoni del regime si sono subito accessi per convincere tutti che siamo salvi dalla dittatura di Prodi ( le uniche colpe che Tec è in grado di elencare riguardano il suo tono di voce. Inflazione, evasione, Pil, indebitamento non sono da considerare.) che è ora di tornare a votare con una legge elettorale che al momento pare in grado di regalare al Circo Barnum una nuova stagione di inaugurazioni di viadotti, stazioni e autostrade. Una nuova stagione di sorprendenti dichiarazioni di risultati macro strabilianti. Una nuova stagione in cui gli amici e gli amici degli amici possano sedersi su sedie e poltrone di varie dimensioni e materiali.

Veltroni ha detto qualche anno fa che si sarebbe ritirato Avevano detto lo stesso G. Washington, Cincinnato e Goffredo da Buglione (ho visto la sua spada, dietro la porta della sacrestia dei francescani a Gerusalemme, sul Golgota). Tutti tornarono sui loro passi e nessuno li definì bugiardi.

Altri hanno pianto a Gerusalemme e poi si sono alleati con quelli che ancora marciano sotto la celtica e con gli anfibi. Altri hanno detto che le legge elettorale andava cambiata ma ora, certi della vittoria, dicono che è perfetta. Altri difendono uomini condannati per Mafia (appoggio esterno, collaborazione, favoreggiamento….sempre MAFIA è) e poi straparlano di giustizia. Altri, quando vengono condannati, si affrettano a dire che i magistrati (si imparano a scuola i tre poteri che garantiscono la Democrazia) sono fuori controllo. Altri straparlano di famiglia e valori ma la loro vita non è immacolata.

Questi sono inquietanti.


Guglielmo, il Maresciallo

venerdì, gennaio 25, 2008

L’Italia e i pacchi

Stiamo parlando del famigerato format di Rai1? Nemmeno per sogno.
Voglio farvi partecipare in diretta, altro che Grande Fratello, al mio tentativo di ricevere un pacco attraverso la mitica SDA express.
Tutto nasce dal malsano desiderio di tenere separate la mia vita privata da quella lavorativa.
Cliente affezionato di IBS, solitamente lascio il recapito dell’ufficio, cosa possibile grazie alla disponibilità delle nostre receptionist.
Questa volta però ho voluto che la consegna avvenisse presso il domicilio dei genitori della mia compagna.
Sono persone gentilissime con una particolarità preziosissima: sono praticamente sempre a casa.
Sul citofono del loro condominio è appeso un cartello in cui si segnala che eventuali raccomandate e pacchi per i condomini possono essere lasciati a loro.
Cosa volere di più?
Ebbene sono quattro giorni che SDA express non consegna il mio pacco per “ass. destinatario contattare call center”.
La via in cui abitano i miei gentilissimi suoceri de facto è piccolina e su di essa si affaccia l’uscita di una scuola e dalle 16 alle 16.30 è piuttosto intasata dalle auto dei genitori che attendono l’uscita dei figli.
Quei fetusi dei corrieri di SDA vedono che non riescono a parcheggiare a due centimetri dal recapito, ma dovrebbero parcheggiare più in là e dunque invece di portare il mio pacco a piedi (un DVD e un libro, peso massimo 200 grammi) tirano dritto e non consegnano.
Ma questo ovviamente non è possibile, loro effettuano le consegne è il destinatario che è assente (en passant ex ufficiale alpini brigata Julia è da tre giorni di vedetta sul balcone; ho un suocero serio io!).
Riusciranno i nostri eroi ad entrare in possesso del mitico pacco?
Restate in ascolto e non perdetevi il prossimo episodio di: Ai confini della realtà; la consegna del pacco, il pacco della consegna.

welcome back

un caloroso benritrovato a Fracanappa!

forza, un bel post infarcito di cultura!

le regole le sai...
attendo con ansia i commenti di gughi non appena rientra in possesso di una connessione internet...

tec

giovedì, gennaio 24, 2008

fracanappa

Fra', non scrivi, ma quando lo fai, lasci il segno!
andate a cercarvi il suo ultimo commento...

tec

ps: ti rinvito come contributor... parteciperai quando avrai modo e tempo, dontuorri

a casa.....

ecco, ora vai al colle, dai le dimissioni, prendi la tua tuta da sci, la tutina per correre, la tua bici da corsa, quella faccina un po' così e soprattutto quel tono di voce insopportabile e te ne vai...
nel frattempo, referendum, governo di transizione, legge elettorale, poi tutti a votare.
stavolta, fate la cortesia di presentarvi con una coalizione seria: gli uni e gli altri. Via dai maroni i centristi, gli estremi da una parte e dall'altra. soprattutto i comunisti che sono di una tristezza solo a nominarli.
spero che l'attuale quasi-ex presidente del consiglio sparisca dalla scena politica a vita, che di lui rimanga un debole ricordo.
spero che silvio si liberi di casini.
spero che valter se ne vada in africa come promesso da fazio (cosa che ha fatto poi sparire da you tube).

la mia speranza maggiore: Gianfranco Presidente del Consiglio!

tec

sabato, gennaio 19, 2008

Dal blog di beppe grillo

Ok non sarà una fonte di quelle amate da noi, ma questa è una chicca
"inizio citazione"
Veltroni ha mentito in pubblico a milioni di italiani in diretta televisiva. Nel programma di Fabio Fazio: "Che tempo fa" nel 2006. Voi comprereste una macchina usata o un partito democratico da un bugiardo? La televisione permette di dire il falso. Nessuno lo ricorderà. Nessun giornalista servo lo ricorderà. La Rete invece ha una memoria formidabile.
Topo Gigio disse, prima di essere eletto sindaco part time di Roma per la seconda volta, che dopo il mandato si sarebbe ritirato dalla politica. E affermò con aria di sfida: "Vedremo se sarà vero o no”. Ebbene, sappiamo che è falso. In un altro Paese la sua carriera sarebbe finita, da noi è appena iniziata.
Testo:
"Fabio Fazio: Dicono che lo scontro dovrebbe essere tra lei e Casini. Questa voce a lei è arrivata mai?
Walter Veltroni: Guardi, sono arrivate tante voci. Sull'Economist c'era scritto Fini ed io.
Fabio Fazio: Lei c'è sempre però. Questa è la costante.
Walter Veltroni: E' la sicurezza che non ci sarò. Il fatto di esserci sempre è la garanzia che io non ci sarò. Davvero io considero che se farò di nuovo il sindaco di Roma nei prossimi cinque anni, alla fine di questo secondo quinquennio io avrò concluso la mia esperienza politica.
Fabio Fazio: Davvero?
Walter Veltroni: Sì, perché non bisogna fare politica a vita: bisogna continuare a fare le cose nelle quali si crede facendo altro. Ci sono tante cose che si possono fare. So che quando dico questo tutti mi guardano dicendo "Eh guarda che furbacchione, dice così ma non è vero!". Ne parleremo tra cinque anni, vedremo tra cinque anni se sarà vero o no."

"fine citazione"

inquietante....

venerdì, gennaio 18, 2008

Addio ai monti

Bellissima settimana.

Satura di polemiche, minacce, accuse, scenate isteriche...ma anche post bellissimi. Evocativi. Struggenti.

Io adoro il Conciliabolo.

Manca solo Archie. Un grande. Forse il piu' grande di tutti noi. E come tutti i grandi scende in campo solo quando il rumore del ferro sale al cielo piu' alto delle urla dei combattenti.

Come saprete settimana prossima latiterò. Sarò in una citta "straniera". Sulla mappa ho cercato la piscina piu' vicina all'albergo dove alloggio. Ho ritirato "Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay" di Chabon in libreria. Ho tracciato il percorso che mi porti alla caserma dove ho passato tre mesi a lungo sognati.


Questa è la mia settimana: lavoro, carta, acqua e ricordi....

Cercherò rapide intromissioni con connessioni fugaci e a pagamento.

Domani, nella battaglia, pensate a me...

Il Maresciallo

Cosa farò da grande (Album di Famiglia)

questo post, rimosso dall'autore, verrà sostituito con disegni d'autore...o del tutto cancellato

giovedì, gennaio 17, 2008

15000 chilometri

...le prime volte che si andava all'asilo, matteo si avvinghiava a me. strillava, piangeva. mi guardava con due occhi così, quasi a dire: dove vai? torni? 
chissà dove diavolo va questo papà. ma soprattutto torna? perche' ai bambini piccoli magari queste domande vengono in mente. e allora li rassicuri, dici loro che papà sa badare a se stesso. che ne ha passate tante e ne e' sempre venuto fuori... e alla sera quando matteo mi vede tornare a casa sono sorrisi che si sprecano. anche ora, che comunque all'asilo ci è abituato, capita che ci sono dei giorni dove sembra accettare questo destino di doversi separare da me per un po' di tempo, ma lo sguardo triste e preoccupato me lo lancia.
sorrido le volte che capita: che bimbo sciocco, non capisce che torno?
.......
da qualche giorno, mio papa' e' andato a circa 15.000 chilometri di distanza (according to google earth). anziche' aiutare il prete della parrocchia sotto casa, e' andato da un altro, bel grosso, alto due metri, con due mani così. in un posto letteralmente in culo al mondo (mi si passi il francesismo, ma quando per andare in un posto ti sciroppi più di 24 ore di volo in tre tranche, ci vuole, il francesismo). 
quando l'ho salutato, aveva lo stesso, identico, fottuto e sicuro sguardo che ho con matteo al mattino all'asilo. 

tec

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ora pro nobis

...il testo è stato cestinato dall'autore

mercoledì, gennaio 16, 2008

"Paùpa"....

 Matteo è sempre stato un bambino coraggioso. A volte un po' troppo... ma tantè: se c'è una stanza buia ci si getta dentro, portandosi dietro, fino allo stipite, il suo amico Cecce (Francesco) di ben 3 anni. Il quale, saggio come sanno esserlo solo gli anziani, ha una fifa tremenda. Matteo adora farsi chiudere nell'armadio. Si getta dal fasciatoio nella vasca, di testa. 
Stasera, mentre lo accompagnavo a letto, mi ha indicato un orsetto di peluche. Non gli è mai piaciuto... l'ho preso, gliel'ho messo in braccio e lui si è bloccato. Mi ha guardato e ha detto: "papà! paùpa!"... per un attimo l'ho guardato, cercando di capire cosa fosse "paùpa"... poi ho visto i suoi occhietti e ho capito. 
Mi ha detto: "papà, ho paura"...
Ma il papàè lì apposta, per fargli passare le paure. Ho preso il trudy, l'ho picchiato, staccato un braccino e un occhio e detto a mio figlio: "hai visto il papà? ha distrutto l'orsetto... hai ancora paura?".
"NO!" ha risposto lui...

tec

ps: nessun peluche è stato maltrattato per questo post.

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La Scemenza. più incivili dei Turchi

Così dovrebbero ribattezzare l'università di Roma. Si vede che la monnezza di Napoli è salita un po' più su riempendo il cervello di quei 67 professori che hanno agitato ad hoc i neo-sessantottini. ma del resto si sa che l'università non è più luogo di educazione bensì di intruppamento e di appiattimento.Perchè il vietato vietare è stato tradito, ancora una volta, da chi a suon di falce e martello o compasso e righello non ha voluto,anzi ha vietato che il Papa parlasse, per di più sulla pena di morte, manco sull'aborto, sulla pena di morte!Stiamo davvero alla frutta, più incivili della Turchia, che tanto temevamo, perchè lì il Papa c'è andato e s'è pure trovato bene....che vergogna!

Primo Post

questo post, rimosso dall'autore, verrà sostituito con disegni d'autore...o del tutto cancellato.

Thinnovation

Il Bach, che attendeva il keynote di steve per scegliere il computer da comprare, penso sia soddisfatto. Si comprerà un macbook. o un imac.
Gli sconsiglio (steve, forgive me!) il macbook air.
Il macbook air è un gran computer. Con i limiti tecnologici (ancorchè superati rispetto alla concorrenza) di un computer che è alto 1,94cm.
Ha un disco fisso da 60gb, ci metti dentro quasi nulla. Non ha un'unità dvd (se non opzionale ed esterna). Niente firewire (che non serve a Bach, ma tant'e').
E' un computer utilissimo a chi si muove. E che quando torna a casa/ufficio si connette ad un altro mac o a time capsule o ad una san qualsiasi.
Ma se deve essere l'unico mac, beh, secondo me è un po' poco. A meno che non si voglia andare in giro a fare i fighetti... ma per quella cifra pretendo un ritorno sull'investimento molto alto (la canalis verrebbe a letto con me se dovesse vedermi con il mba? Hey, io e archie abbiamo già l'MBA!!!)

Tec

ps: io lo prendo, anyway.....

martedì, gennaio 15, 2008

Dopo il keynote di steve...

Una domanda legittima

“Babbo Natale può morire?”.

Questo mi ha chiesto Riccardo nel pomeriggio del 25 dicembre. Il perchè, era inutile anche da chiedersi. Un tizio, che nemmeno conosciamo, solo perchè siamo stati genericamente bravi (ma Riccardo è bravo davvero) fa lavorare alacremente come schiavi un turba di folletti durante tutto l’anno e poi, a Natale, per festeggiare degnamente il dono più’ grande che Dio abbia ritenuto di farci, ci riempie il soggiorno di regali. Non solo. Il panzone, dopo aver mangiato qualche biscotto, bevuto un bicchiere di latte e preso una manciata di biada per le sue renne, dispone i regali in casa organizzando scherzi, trucchi e giochi vari. I regali poi sono stati selezionati con amore. Alcuni richiesti, altri intuiti dal panzone stesso, altri ancora progettati come parte di un processo di crescita.

Chi non si preoccuperebbe della salute di un simile uomo?

“Perchè me lo chiedi?”

“Perchè voglio che mi porti sempre i regali!”

Cosa avrei dovuto dirgli? Se sapesse che Babbo Natale non esiste (ho paura a scrivere questa frase. Mi rassicura sapere che il Prof non sa leggere...o almeno, cosi dice...) forse proverebbe tristezza. Se fosse piu’ grande però direbbe “Ma quanto mi amano i miei genitori, nonni, zii...”.

Allora, con un tono che spero ricorderà quando sarà piu’ grande, ho detto: “No...non può morire. C’è da sempre e sempre ci sarà...”.

Alla fine, anche quando Babbo Natale non ci sarà, spero resterà in lui il ricordo di questi Natali sereni e felici. Babbo Natale non ci sarà piu’ ma resteranno i tuoi genitori, con le loro lezioni ed i loro esempi, pronti quando finirai i soldi, quando sarai tamponato nel cuore della notte o quando proprio non saprai piu’ dove sbattere la testa.

Non saranno come Babbo Natale, ma insomma...

Guglielmo

Gino

E' giunta l'ora di un nuovo Conciliabler!

Gino Bolla, un giovane di belle speranze, si aggiounge al nucleo storico!

Ci apsettiamod alui un ricco contributo!

Benvenuto!

Il Maresciallo

lunedì, gennaio 14, 2008

Pistorius

La questione è spinosa. E' spinosa non tanto perchè complicata, ma perchè l'ondata della politically correctness, ha reso praticamente impossibile dire che se uno è senza gambe è diverso.
Dire, sostenere, sottolineare che qualcuno sia diverso, non è un insulto. C'è molto più rispetto nel mio chiamare gli handicappati, handicappati che non chiamarli "portatori di handicap", quasi che l'handicap sia un qualcosa da (sop)portare in giro e non una caratteristica della persona...
Pistorius non è normale. Punto. Non ha le gambe. E' veloce, certo. Ha due protesi che per correre così veloce gli provocano dolori vari. Ma non è normale. Non può correre con una persona con due gambe. Nessuno dice che sia meglio o peggio di un corridore con due gambe. E' diverso.
Come e' diverso un ragazzo che conobbi 6 anni fa. Ha una gamba in meno. Corre in bici più forte del 90% dei ciclisti. Mi lasciò lì, in pianura e corse contro il vento, un po' di sbieco, per il peso e la forza impressa su un solo pedale.
A cena alla sera era normale, normalissimo: rideva, scherzava, immagino gioisse e soffrisse come tutti. Ma in bici, lui si sentiva diverso.
Tec

Chabon Vs Biondillo

Ho appena finito di leggere “Il sindacato dei poliziotti Yiddsih” di Michael Chabon e mi sono tuffato in “Con la morte del cuore” di Gianni Biondillo.

Il primo è un libro denso. Nel 1948 Israele è stata cancellata dalle mappe. La diaspora trova rifugio in un lembo di terra che, generosamente, gli Stati Uniti mettono a disposizione. Un distretto federale, che gode di particolari autonomie, spalmato su un lembo di Alaska. Trascorsi ormai quasi 60 anni il distretto sta per essere restituito allo stato dell’Alaska e gli ebrei, che lì avevano trovato una casa, si ritrovano nuovamente nella centrifuga della Storia.

E’ in questo clima che Landsman, un poliziotto il cui lavoro verrà spazzato via a breve, e la cui vita privata è naufragata in uno squallido albergo di Sitka (questo il nome del distretto)si troverà ad indagare sull’omicidio di un uomo che da giovane è stato, per molti, il potenziale Messia.

La storia è bella ma non stupefacente. Un discreto giallo. Ma il giallo, ritengo, è solo un pretesto per parlare degli ebrei. Ed è qui che Chabon da il meglio di se. Costruisce, ispirandosi alla ricchissima letteratura che lo ha preceduto, un intero mondo. Le strade, i quartieri, le case, i locali, i piatti tipici, un’economia, una storia. Un mondo appunto, ricchissimo e denso in cui si muovono personaggi profondi e ricchi di sfumature. Il dramma di una patria precaria e di una identità sempre in discussione. Le divergenze e le lotte (per il ritratto delle quali Chabon è stato criticato negli Stati Uniti) che lacerano ed hanno lacerato il popolo ebraico. Il rapporto tra Stati Uniti, Israele e paesi arabi. Questi sono i temi che si leggono in filigrana nelle pagine. Una scrittura intensa e a tratti bellissima che trova la sua sublimazione nei dialoghi.

“Con la morte nel cuore” è un poliziesco. La trama è semplice ma incalzante. Biondillo non è Cahabon ma è capace di mettere su pagina istantanee della nostra città e della sua eterogenea popolazione. I ragazzi fuori dai bar, le ragazzine cresciute troppo in fretta , gli sbirri sulle volanti che sciamano a sirene spiegate, i condomini come alveari, i ponti della ferrovia i parchi della periferia invasi dai pitbull. Un libro semplice e divertente le cui pagine scottano tra le mani.

Chabon invece è un bravo scrittore con enormi potenzialità. Chabon è capace di emozionare il lettore e le emozioni sono quello che rendono gli uomini migliori. Le emozioni sono capaci di mostrarci la nostra vita sotto una nuova luce e di farci percepire le emozioni altrui. Landsman ci guida nel cuore degli ebrei del ‘900.


Guglielmo

domenica, gennaio 13, 2008

Fiction

Una Fiction non si nega a nessuno.

Tutti, dai Boss sino a Padre Pio, hanno loro fiction.

Tutti incensati e lodati.

Ora si rivendicano fiction sul Barbarossa e su Craxi.

Se per il secondo è passato qualche hanno sul primo non abbiamo avuto nemmeno la grazia di assistere ad un processo.

Che importa.

Resto in attesa di una fiction celebrativa ed assolutiva su Nerone, Attila, Gengis Khan e Bin Laden.

Gughi

Clint

Ieri sera, nel mio appuntamento settimanale con il cineforum, ho visionato “Lettere da Iwo Jima” di Clint Eastwood . Un film bellissimo e toccante.

Mentre le immagini della sanguinosa battaglia di Iwo Jima, vista con gli occhi dei difensori, si srotolano sullo schermo lo spettatore si accorge che, pur non parteggiando per i giapponesi, un’istintiva solidarietà umana scatta.

Come non sperare che si salvi il panettiere strappato alla propria famiglia e messo sulla strada tra Tokyo e Washington?

Come non sperare che il colonnello ed il generale che con senso del dovere difendono le proprie famiglie e la propria patria trovino una fine onorevole?

Se è facile dire da che parte sia il giusto, in questa battaglia piu’ difficile è distinguere nell’animo di ciascun soldato, americano e giapponese, il giusto. Da una parte e dell’altra, dai Comandi sino all’ultimo fante, si sprecano gesti di codardia ed odiosa malvagità, di generosità e sublime eroismo.

Cosa deve fare in guerra un soldato che combatte dalla parte sbagliata ma che difende ( o almeno crede di farlo) la propria casa e la propria famiglia? Cosa un soldato che combatte dalla parte giusta ed invade un Paese straniero?

Lo dice una madre in una lettera ad un soldato americano caduto nelle mani dei nemici: “Fai la cosa giusta.”.

Alla fine siamo chiamati noi, in ultimo, a dire cosa sia la cosa giusta. Anche se schiacciati in un meccanismo o calati di forza in una situazione possiamo sempre dire “no…” o comunque cercare di fare la cosa giusta.

Eastwood è stato capace di dire che anche dall’altra parte c’è il bene ed anche in noi c’è il male.

Prima di fare un film su qualcuno e qualcosa (ma anche prima di perdonare e riabilitare) bisognerebbe far passare anni. Documentarsi. Capire alla luce della Storia. Riflettere.

Questo ha fatto Clint Eastwood con Iwo Jima. Ma lui non è solo un grande regista. E’ un uomo libero.


Guglielmo

martedì, gennaio 08, 2008

Giubbe Rosse

I futures sono strumenti finanziari nati per proteggere dagli imprevisti i produttori di frumento (o grano, ma Tec sicuramente se lo ricorda...). Il produttore di frumento vendeva ad un prezzo prefissato, ad una determinata scadenza, una certa quantità di frumento. In questo modo si proteggeva da eventuali fluttuazioni negative di prezzo sapendo a priori quanto avrebbe incassato per la sua produzione. L’acquirente, all’opposto, proteggendosi dal rischio di prezzi al rialzo, bloccava il prezzo della partita di frumento che gli necessitava.

Il presupposto era quindi la presenza di una certa quantità di frumento da consegnare e ritirare alla scadenza. E’ evidente che una delle controparti, in base al prezzo del frumento sul mercato alla scadenza prefissata, si trovasse a pagare/incassare di piu’ o di meno di quanto offrisse in quell’istante il mercato.

Nel tempo il strumento, con evidenti caratteristiche difensive, si è trasformato, venendo meno la presenza del bene sottostante (in pratica le controparti spesso non avevano mai visto un campo di frumento) in uno strumento speculativo. Una scommessa, quindi, sull’andamento del prezzo di un bene.

I futures sul petrolio sono dunque questo: una scommessa sull’andamento del prezzo del barile di petrolio. Ma come si fa a scommettere sul prezzo che il barile di petrolio avrà, per ipotesi, a dicembre 2008? Si ipotizza quale sarà la domanda di petrolio, quale sarà la situazione mondiale (guerre, rivolte, rivoluzioni, attentati a strutture petrolifere e via dicendo), la capacità estrattiva, i nuovi giacimenti scoperti, le tecniche estrattive, le previsioni sulla stagione invernale, sull’introduzione di motori ad acqua e via dicendo.

In base a questi parametri, al prezzo di oggi del barile e ai dati storici, posso stabilire quanto varrà il petrolio tra 12 mesi. Ovviamente è difficilissimo fare una previsione.

Il punto è che i futures da semplice previsione, scommessa in pratica, si trasformati in indici attendibili. Se oggi il future sul petrolio con scadenza dicembre vale circa 95 dollari il mercato già da oggi, scambia, su barili veri, che poi finiscono nella mia Toyota, al prezzo di quasi 95 dollari.

Succede anche in borsa. Chi compra le Fiat guarda cosa fa il future sull’indice Spmib a marzo (una scommessa su quanto varrà la borsa di Milano a marzo: in pratica se Fiat e gli altri titoli del paniere saranno a prezzi alti o bassi).

Ma non finisce qui. Chi compra il future guarda, come è ovvio, il prezzo del cosiddetto sottostante (nel caso del petrolio, il costo, oggi, di un barile di petrolio sul mercato di New York).

Qualcuno (o un concerto di operatori) dotato di una certa forza finanziaria potrebbe, volendo, speculare sul future del petrolio facendolo salire (è “sufficiente” continuare a comprare il future) ed in questo modo far salire il prezzo del barile reale che a sua volta influenza il prezzo del future.

Tutto a vantaggio di chi possiede future sul petrolio e riserve di petrolio (sotto terra o stivate in barili).

Di questo parla Scarioni (Eni) e chi ipotizza che il petroli sconti un 20/30 % di speculazione sul prezzo al barile.

Ma chi specula? Chi trae vantaggio?

Ricorda un po' la barzelletta delle Giubbe Rosse che chiedevano allo stregone indiano come sarebbe andato l’inverno. Ogni volta che le Giubbe Rosse, dopo aver aumentato le cataste di legno in previsione del freddo, tornavano a chiedere previsioni, l’inverno era sempre piu’ rigido. Alla fine, dopo aver tagliato intere foreste, le Giubbe Rosse chiedevano che metodo utilizzasse lo stregone per le sue previsioni: “Non vedi”rispose lo stregone dopo averli portati sulla cima di una montagna, “quanta legna stanno accastando le Giubbe Rosse?”

Ecco, i futures funzionano così.


Guglielmo

lunedì, gennaio 07, 2008

Pace!

L'uscita di Harry Potter segna, per chi ha una moglie fanatica, un'oasi di pace...
l'attenzione che la suddetta moglie dedica all'Opera è tale da farle dimenticare il marito.
E questa è cosa buona.
Peccato che sia l'ultimo e che non sia riuscito a trovare altre saghe che l'abbiano appassionata così tanto!
In ogni modo, godiamoci queste sere di silenzio......
tec
ps: lo so gughi, l'idea è venuta fuori dalla nostra telefonata.

Inscatolare

Passato il Natale, l’albero assume un’aria inquietante. Il calore che emanava si dissolve. Il suo splendore gonfio di luci e palline nausea l’occhio ormai sazio di argento, rosso ed oro. In fretta, come se zavorrasse la partenza verso il nuovo anno, lo imballiamo segnando che si è rotto un puntale, che mancano luci bianche da esterno e colorate da interno.

Cosa resta di questo Natale?

Federico che si sveglia prestissimo e suo fratello che tenta di farlo riaddormentare cantandogli una canzoncina nel timore che la casa prenda vita e che il panzone ancora non sia passato.

L’istintiva scaramanzia di Riccardo gli impediva di dire che sarebbe stato travolto dai regali ma in cuor suo ci sperava (augurandosi che il fratello, noto randagio, restasse travolto da un carico di carbone gallese).

Resta la faccia di Riccardo la mattina del 25 di fronte ai pacchetti appesi ai chiodi sulle pareti del soggiorno, nascosti nell’asciugatrice, il monopattino nella doccia e la sua scatola, vuota ed impachettata, sotto il divano. Le sue euforiche riflessioni di fronte a quel Babbo Natale cosi’ generoso. Le ricostruzioni fantasiose del processo che porta dalla materia grezza al pacchetto sotto l’albero. Anche di fronte all’irrazionale piu’ assoluto, il Professore (il soprannome è stato premonitore...) deve capire e trovare una spiegazione attraverso decine di domande e ricostruzioni da sottoporre al nostro vaglio.

“Come fanno i folletti a fare i regali?”, “Dove lascia la slitta Babbo Natale?” “Come fa ad entrare in casa?”

Resterà la telefonata tra Davide e Riccardo che, dopo la Befana, facevano il punto sui regali ricevuti e scoprivano che la Befana aveva portato loro lo stesso libro.

L’albero è stato riposto ma restano i ricordi. Ben presto svaniranno, inghiottiti dal ricordo di giorni mitici in cui per qualche ora siamo tornati a rivivere le ore precedenti all’Avvento con lo stesso spirito di quando eravamo bambini.

Il 26 poi è stato invece un giorno doloroso e pieno di paura.

Solo ora, si può, insieme all’albero, archiviare quella dura giornata.


Guglielmo

Forse non tutti sanno che...

...il Tec, prima di essere Tec (o meglio, quando ancora non c'era tanta Tec-nologia Apple in giro) era un fanatico di reggae. Lo era a tal punto che se questo blog fosse stato aperto 20 anni fa, lui si sarebbe chiamato Bob.

E dunque gli chiedo, cosa hai combinato??

venerdì, gennaio 04, 2008

Mi pare giusto...

...che le cose siano tornate, almeno qui, al loro posto.

Breve riflessione in margine all'emergenza

Da una parte.
Una regione in mano alla criminalità organizzata. La paralisi di attività economiche, infrastrutture e vie di comunicazione. La (buona parte di) popolazione connivente (nella migliore delle ipotesi) con i criminali: blocchi nelle strade. Illegalità in ogni dove. Rischio malattie e diossina (anni dopo il colera!). Sprechi su sprechi. Un libro denuncia, affilatissimo ed implacabile. Una città in ginocchio.
Dall'altra.
Un presidente che governa la regione da otto (8) anni. Lo stesso presidente è stato il sindaco che ha governato il capoluogo regionale dal 1993 al 2000. Nel 2001 è stata eletta sindaco (e poi riconfermata nel 2006) una esponente dello stesso (attuale) partito.
*****
Ebbene, in quale paese al mondo, a fronte di quanto sta accadendo ora a Napoli, il sindaco sarebbe rimasto attaccato pervicacemente alla poltrona? E il presindete della regione? Ma non solo: neanche un rigo di critica nei titoli dei giornali si legge contro questi signori che non nomino (per puro disgusto). Niente: come se il sindaco e il rpesidente della regione siano lì per caso a fare chissà cosa, e non abbiano responsabilità alcuna, e sia ctutta'più colpa del commissario straordinario (ma chi ha ricoperto questa carica in precedenza?), e si debba convivere con l'emergenza e via disocrrendo (il solito immobilismo del meridione...).
Not in my backyard, si dice: non volgio la discarica nel mio cortile. Seguendo questo principio, per assurdo, nulla potrebbe essere fatto in alcun luogo.
La realtà è che il governo di un paese (di una città, di una regione), un governo credibile, deve sapere prendere decisioni impopolari e attenuarne semmai l'impatto sociale.
Un'ultima nota. Ma se gli organi di governo della città e della regione fossero stati del centrodestra, cosa avrebbero scritto i giornali (domanda retorica, lo sappiamo tutti)? E quali azioni avrebbero intrapreso le procure (altra domanda retorica)?
In conclusione delle due l'una: o questi signori sono conniventi con chi gestisce il business dei rifiuti, e allora sono colpevoli, oppure non sono in grado di risolvere il problema, e allora sono incapaci. In ogni caso, mi piacerebbe vedere una campagna mediatica seria sul punto...
Che schifo.

Eco!

Nessuno vuole discariche vicino a casa. Nessuno vuole vivere in una città che galleggia in una bolla di smog.

La popolazione, rabbiosa, si lamenta dell’inquinamento, della puzza, dei tumori, della tosse dei bambini.

Qualche settimana fa la Bignardi, su La7, intervistava Letizia Moratti. Come un mastino la conduttrice braccava il Sindaco sullo smog. La Moratti, sulla difensiva, magnificava le virtù dell’Ecopass e le iniziative a venire della sua amministrazione.

Ma se fossi stato Letizia avrei interrotto Daria e le avrei chiesto: “Ma lei qui, come ci è venuta?”.

Perchè tutti si lamentano ma nessuno è disposto a fare un passo indietro o ad accettare un disagio per fronteggiare la situazione.

A Napoli non fanno differenziata (troppo faticoso), non vogliono discariche ( legittimo) e nemmeno inceneritori (troppi fumi tossici). In sostanza la monnezza dovrebbe smaterializzarsi da sola.
A Milano viene introdotto l’Ecopass e la gente si rivolta nemmeno avessero tassato il pane o Sky.

D’accordo con le inefficienze, gli sprechi, le ruberie trascorse ma da qualche parte bisogna iniziare.

L’Ecopass è un primo passo. Può essere migliorato ma è il segnale che l’amministrazione ha iniziato a considerare l’inquinamento di Milano come un problema serio. In centro non vado mai ma se dovessi andarci tutti i giorni avrei diverse alternative: cambiare macchina ( e prendere una euro 4) andare in tram e metro o evitare di muovermi. Tutte queste scelte ridurrebbero il mio impatto ambientale.
E’ inutile lamentarsi quando non siamo pronti a delle rinunce. E’ inutile maledire le amministrazioni quando non siamo disposti ad un compromesso o ad una rinuncia anche economica.

L’inquinamento non si può cancellare. Si può ridurre, spostare, razionalizzare ma non annullare.
La soluzione auspicata dai cittadini sarebbe che lo smog sparisse dalla sera alla mattina. Che l’immondizia svanisse. Possibilmente senza cambiare uno stile di vita.

Ed invece a questo siamo chiamati: a cambiare uno stile d vita che è un suicidio.

La causa dell’inquinamento non sono gli altri ma siamo noi che non differenziamo, usiamo troppo la macchina, troppo il riscaldamento, compriamo beni inutili....
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