venerdì, novembre 12, 2010

L'impunito!

La classe di Riccardo è simile ad carcere in rivolta. Ogni giorno qualcuno finisce fuori dall’aula, finisce in segreteria o con una nota a piè di pagina. Ciò che mi ha sempre sorpreso è che il nostro eroe, notoriamente alimentato da una pila all’uranio, non fosse mai stato espulso dal consesso degli alunni civili. Qualche mattina fa, dopo che avevo colto qualche incongruenza nelle sue cronache scolastiche, l’ho messo alle strette mentre lo portavo a scuola: “Riccardo…” “Dimmi…””non è che per caso qualche volta sei stato mandato fuori dalla classe e non me lo hai detto?”. Un gelo artico, rotto solo da un mugolio sommesso, è calato nella vettura. Riccardo è esploso in singhiozzi. “Una volta.,..due volte….tre volte…”
“ma scusa perché non me lo hai detto???” ho detto poco conciliante.
“Perché avevo paura!!!!”
“Paura di cosa???”
“Della punizione!!!”
A quel punto sono partito con un concione, in effetti un po pesantino sulla fiducia e le bugie il tutto farcito da una punizione epocale: tre giorni senza tv! “Uno perché sei uscito! Due perché non ce lo hai detto…e non è finita qui…”.
Giunto a scuola Riccardo si è avviato mesto verso l’ingresso. A metà strada ha iniziato a piangere.
“Riccardo…torna qui…perché piangi?”
“Perché ho paura?”
“Di cosa???”
“Di andare ancora fuori….se mi giro a parlare…o se gioco con le matite (giocare con le matite, se lo conosco, significa tentare di costruire la Piramide Di Cheope)…”
“Riccardo…” ho detto un po intenerito” cerca di non farti mandare fuori…se succede…pazienza…”
Ci siamo abbracciati e salutati.
Nel pomeriggio il nostro è stato assalito da diverse paure:
A) Babbo natale avrà registrato l’evento con conseguente impatto sul carico della slitta?
B) Quali punizioni, da me vagamente accennate, si sarebbero ancora abbattute sul suo capo?

Alle 19 sono quindi stato raggiunto telefonicamente dal reo.
“papà….”ha attaccato con tono piagnucolento “Se babbo natale ha visto e non mi porta i regali?”
“Ricky….sai a me cosa fa arrabbiare di Babbo Natale?”
“no….”
“Che lui non ascolta mai i genitori…lui perdona tutti i bambini e non tiene mai conto di niente di quello che fanno….insomma è un po troppo buono….”
“Ah…”ha detto tranquillizzato.
“Quindi stai tranquillo…”
Mi è rimasto il pensiero di aver sbagliato qualcosa. Di averlo minacciato troppo duramente. Di averlo quindi costretto a nascondere di essere stato inviato fuori dalla classe piuttosto che affrontarmi.
Dopo un paio di giorni Riccardo era ancora triste. Piu’ per le possibili sanzioni provenienti dal Polo Nord che non per quello che aveva fatto.
Mi ronzava intorno in attesa di assoluzione.
Alla fine, ero in cucina, l’ho preso vicino a me.
“Riccardo….quello che mi ha fatto arrabbiare è che tu mi abbia nascosto la cosa. Può capitare di uscire dalla classe. Può capitare di sbagliare. Di fare qualcosa che non va. Ma io ti vorrò bene sempre. Qualsiasi cosa tu faccia io non smetterò mai di amarti. Mi arrabbierò. Ti punirò. Ma sarò sempre al tuo fianco. Qualsiasi cosa accada e qualsiasi cosa tu faccia. Sempre…”

Lui ha capito. Gli occhi gli si sono riempiti di lacrime e mi ha abbracciato forte.

Ieri Susanna è andata a parlare con la maestra e con la maestra di musica di Riccardo.

Tutte due, illuminandosi, lo hanno definito un bravo bambino....


Gughi
Creative Commons License