martedì, ottobre 31, 2006

Audizione parlamentare

Questa è la trascrizione di una seduta di audizione in cui assistiamo al confronto Sciascia (onorevole componente della commissione "Moro") e Prodi.
Sapete, il giochino e il piattino eccetera eccetera.
Ebbene, leggetela e ditemi (se volete) cosa ne pensate.

Il link è questo.

lunedì, ottobre 30, 2006

Fede!

Il piccolo Federico, da poco entrato nella schiera dei cristiani, è un soggetto particolare.

Se il fratello, che appena nato dava già segni dell’ipercinesi che lo avrebbe caratterizzato negli anni a venire, il nosro eroe ha subito dato segni della sua naturale compostezza.

Dopo infatti un primo vagito poco entusiasta, Federico si è ritirato nella sua incubatrice per meglio acclimatarsi alla nuova frenetica realtà. Li, al calduccio, deve aver stabilito che la sua priorità è sopravvivere. Affrontare cioè un ambiente, riconosciuto sostanzialmente ostile, nel migliore dei modi.

Il primo passo, deve essergli sembrato facile: nutrirsi.

Il piccolo, infatti, accetta con pazienza ogni tipo di trasferimento ed emozione purchè gli orari dei pasti vengano rigidamente rispettati e non gli si pongano limiti all’accesso della sua unica fonte di sussistenza: la sua mamma.

Il secondo passo, come ciascuno di noi farebbe, è stato individuare un modello da seguire. Chiunque , istintivamente, cercherebbe nella sua cerchia, quello che meno fatica e che meglio affronta l’ambiente circostante.

La scelta, per quanto ovvia, è caduta su Riccardo. Del resto chi rappresenta il vincente in un gruppo di tre individui dove due corrono, si affannano, portano pesi, cucinano, lavano, stirano mentre ne esiste un terzo che, in sostanza, fa quello che gli passa per la testa?

Perchè prendere a modello uno che scompare per 9 ore al giorno e quando torna a casa entra in una centrifuga di circostanze quando ne esiste uno che arriva a casa viene, cambiato, nutrito ed intrattenuto sino all’ora del riposo?

Ed allora ecco che quando Riccardo entra in una stanza il piccolo Federico si estasia. Lo guarda rapito da uno stile di vita maestoso. Senza un ghello in tasca è in sostanza proprietario di una struttura completamente al suo servizio. Due servitori, auto pronta nel box, videoteca fornita, cuoco che attende ordini...

Ma ogni cosa è migliorabile. L’iperattività di Riccardo deve essere sembrata energeticamente
troppo dispendiosa e, in alcuni casi, oggetto di rimprovero o comunque foriera di pericoli e rischi.

Il nostro ha dunque scelto la via dell’osservazione (quasi con piglio da verista/naturalista erede della scuola di Emile Zola) e della meditazione. Gli effetti, oltre ad un distacco sublime dalla cose terrene, è stato l’accumulo di una burrosa adipe sulla faccia e le gambe.

La pappagorgia del nostro eroe è infatti degna di un salumiere uscito dal “Ventre di Parigi” e lo sguardo, vigile ma distaccato, è lo sguardo che uno squalo potrebbe riservare ad un nuotatore che si affanna a sfuggirgli. Fin dai primi giorni ha mostrato infatti una notevole capacità di mimetismo che gli ha permesso di farsi ben volere dal fratello e di osservare la situazione con attenzione.

Se in palestra Riccardo scuoteva la struttura dalle fondamenta il nostro si limita a qualche trazione e scossone per soddisfare il suo papà. Dopo una ventina di minuti, distrutto da cotanto lavoro, si ritira nel suo lettino.

Il bagnetto è affrontato con lo spirito giusto. Novello Adriano si immerge nella sua personale Terme imperiale in cerca di benessere e pulizia limitandosi a compiacere i suoi schiavi con un dolcissimo sorriso.

Insomma, finchè dura il nostro Federico pare intenzionato a succhiare il midollo della vita.

Guglielmo

gli allarmi di gughi

A parte che io compro regolarmente un paio di tod's visto che non posso prendermi la barca, e non ci trovo nulla di male!
 
Ma dico, ha senso non prendere style una volta al mese?
Allora, diciamo che gli inserti fanno un po' pietà: qualcuno ha sentito la mancanza di magazine le ultime settimane? (quando per lo sciopero è saltato per ben due volte). Io un po', visto che è la mia lettura da tazza. Ma a parte questo ho ripiegato su altro.
Chi legge Io Donna? Se non fosse per il libro in pillole e le lettere delle donne allo psichiatra, sarebbe da buttare.
Caro Gughi, spostiamo il discorso sui contenuti... Tu dici che comprerai meno plastica: ottimo. Io riciclo i sacchetti dell'esselunga fino a che non perdo la spesa per strada. Ma ciò che facciamo noi, incide meno di zero.
 
Vuoi scagliarti contro la società del tutto e subito? Guerra persa in partenza. Quando a 6 anni Riccardo ti dirà che tutti, e sottolineo tutti, i suoi compagni di prima elementare hanno il cellulare cosa farai? (stesso dicasi per Matteo). Te lo sei mai chiesto? Renderemo i nostri figli dei "diversi" dalla massa? Faremo loro combattere una guerra che è nostra? Quando Matteo mi tornerà a casa piangente perchè tutti hanno il cellulare cosa dovrò fare? (e la domanda è seria, lascia stare che cambio i cellulari come le mutande).
 
Tec
ps: quasi dimenticavo, Io Donna è anche interessante per la pubblicità di lingerie, e che diamine! 

Mutamenti

Sono spaventato dai mutamenti climatici. I continui allarmi, i ghiacciai che si sciolgono, gli orsi polari che annegano perchè sfiancati dal troppo nuotare in cerca di ghiacci, l’aria irrespirabile di Milano, le stagioni sconvolte, le tempeste tropicali che investono Milano come fosse in India...


Che pensare? Che mondo ci hanno lasciato e che mondo lasceremo?

E’ fin troppo semplice invitare a guardare nell’immondizia per vedere quanto consumiamo. Quanta corrente (ho tacitato la mia coscienza installando un paio di lampadine basso consumo), quanta plastica, quanta carta, quanta acqua....

Anche avere figli dovrebbe interrogarci su quanti figli in realtà ciascuno di noi potrebbe/potrebbe fare.

Ma del resto la crescita dei consumi è esponenziale. Se ripenso alla mia infanzia, nemmeno poi tanto lontana, sicuramente l’energia inquinava di piu’ma i consumi erano ridotti di parecchio.

Basta guardare le edicole. Le tonnellate di inutile carta infarcita di pubblicità che ogni settimana allegano ai quotidiani che senso ha se non quello di produrre altro inquinamento e generare nuovi consumi?

Prendiamo Style, l’allegato mensile del Corriere.

Un plico infarcito di pubblicità ed articoli che riguardano, se va bene, il 5% della popolazione. Beni che hanno come unico scopo quello di generare un desiderio di consumo nel lettore (a quanti importa le possibili motorizzazioni di una Audi Q7, circa 70.000 euro di macchina? Ma quanti “frustrati” dall’impossibilità di comprae un Q7 o la nuovissima coupè Cayenne “ripiegheranno” su paio di Hogan da 200 euro o su qualche bene un pò piu’ abbordabile per sentirsi parte del mondo “Style”?)

Questo è solo uno dei molteplici esempi. Nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa ma se non sono le grandi industrie, le grandi imprese, il governo, i comuni (la scintillante Roma di Veltroni ha una percentuale di riciclato ridicola...) a muoversi che senso ha lanciare continuamente allarmi sul clima?

Nel mio piccolo cercherò di fare qualcosa. Smetterò di comprare il Corriere quando è abbinato a “Style”, di compare meno plastica per natale ai miei figli, di non compare il Cayenne che desideravo tanto, di farmi travolgere meno dall’ansia di avere, possedere, consumare...

Difficile, perchè la logica che oggi domina è quella del consumo, del tutto e subito,della crescita continua e costante del Pil...

Nella speranza che gli orsi bianchi si allenino meglio...

Guglielmo

mercoledì, ottobre 25, 2006

la pupa, il secchione e il deputato

 Che abbia fatto tutto quel can can la pupa e il secchione mi è sembrato esagerato: ragazze bellocce che non distinguevano dante da un indiano, non sapevano chi fosse bertinotti o hitler.
Tale can can mi sembra ancora di più immotivato rispetto al quasi-silenzio del servizio de Le Iene sui nostri parlamentari che non sanno, nell'ordine: cos'è la consob, che pyongyang è una città e non un tizio cinese, che il Darfur non è un modo di fare le cose di fretta...
Insomma, non dico che per fare il parlamentare ci voglia un dottorato di ricerca, ma quantomeno una base di cultura minimale.
Avere in parlamento persone così mi fa rabbrividire: su che base legiferano? sugli ordini di partito? (nella speranza che chi emana le direttive sappia qualcosa). Che poi, se è vero che li abbiamo votati noi, è maggiormente vero che li hanno messi in lista i partiti, senza che ci fosse concessa una qualche alternativa.
Pensavo che la terza narice di guareschiana memoria fosse per lo più estinta, e invece resiste, resiste da più di sessant'anni. Per chi non lo sapesse, la terza narice consente di versare il cervello all'ammasso e far entrare direttamente le direttive del partito.
Che tristezza!
 
Tec

martedì, ottobre 24, 2006

Longevità

Io questo lo sospettavo.

giovedì, ottobre 19, 2006

Cuore di tenebra

Riccardo, nei giorni scorsi, si era reso protagonista di un episodio inquietante. Istigato da Andrea, il caratteriale, sulla via di ritorno da casa aveva sputato sulle macchine in sosta.

Lo avevo blandamente ripreso spiegando che non bisognava seguire i cattivi esempi e che il gesto in se era deprecabile.

Ieri Riccardo si è ripetuto. A differenza della volta precedente, l’ho desunto dal racconto della Susy, l’istigatore è stato mio figlio.

Mia moglie ha dunque richiesto un mio intervento.

Già qui ci sarebbe da dire. Perchè devo intervenire io? Cosa posso dire io che non può dire anche lei?

Al mio rientro, verso le 19.45, Riccardo, visionando Cenerentola, stava consumando sul divano le “castagnette” che amorevolmente avevo preparato per lui al mattino.

Dopo aver cenato, mentre si preparava per la notte, l’ho chiamato in cucina.

“Cosa hai fatto oggi?” ho chiesto duramente.
“Cosa...?” ha detto lui. Nei suoi occhi, in un lampo, ho visto che ripercorreva la sua giornata in cerca di zone d’ombra. Deve averne trovata piu’ d’una perchè è rimasto in sospeso attendendo che focalizzassi la richiesta.

“Hai per caso sputato sulle macchine mentre tornavi dall’asilo?”
“Si...”
“Cosa ti avevo detto?”
“Che non si fa...”
“E allora perchè lo hai fatto?”
“Perchè volevo...”
E’ intervenuta Susy per sottrarlo al confronto: “Andiamo a lavarci io denti Riccardo...”.
Lui ha colto al volo la mossa della madre e si è defilato.

In questo preciso momento la realtà si è sdoppiata. Il padre ha visto una cosa, la madre, testimone del confronto, un’altro.

In quelle parole, nel suo sguardo, nel suo atteggiamento, io ho letto una sfida. Una sfida alla mia autorità. Mia moglie, invece, nel tono di voce ha sentito un’incrinatura. Un accenno di magone struggente che mostrava come il pargolo si fosse pentito del dolore arrecato.

Rapidamente ho meditato le seguenti soluzioni: prenderlo di peso ed assestargli un paio di sberle sul sedere, continuare il monologo o minacciare una giusta punizione.

“Se vengo a sapere che hai sputato ancora sulle macchine per tre sere non vedrai cartoni animati! Chiaro?” ho concluso.

A questo punto il piccoletto ha dato segno di capire che non scherzavo e che la mia disapprovazione aveva raggiunto il colmo.
Qui, sua madre, ha letto disperazione. Il panico, a sentir lei, si è impossessato del virgulto.

Dopo il lavaggio denti e le solite abluzioni serali il piccoletto, sereno, è venuto a salutarmi.

“Mi racconti cosa è successo ai micini al lavoro oggi?” (ogni sera mi invento una storia con i micini, Lafayette, Napoleone che devastano il mio posto di lavoro e mordono sederi a destra e manca tra i miei colleghi).
“Non so se sei stato abbastanza bravo perchè ti racconti la storia....”

A questo punto il piccoletto, desolato, è tornato sui suoi passi. Mano nella mano di sua madre, dopo pochi istanti, è ritornato indietro.
Sua madre ha messo la manina di Riccardo nella mia e ha detto: “Dai...fate pace...”

A questo punto ho accompagnato Riccardo a letto. L’ho intrattenuto sulle vicende dei micini ed alla fine, visto che era realmente mortificato, ho detto:
“Riccardo, saresti contento se qualcuno sputasse sulla Corolla?”
“No...”
“E allora...non devi farlo nemmeno tu...”“Ma, Andrea...”
“A me non interessa di Andrea. Interessi tu. Quello che tu fai...”
“Io sono stanco!” ha detto stizzito tentando di farmi tacere.
“Ricky.” Ho ripreso conciliante” a volte capita di sbagliare. Basta capirlo e non commettere piu’ lo stesso errore.”
“Ho sbagliato papà...” ha detto sinceramente contrito.
Questa frase ha spalancato un baratro davanti alla mia anima. Aver posto mio figlio di fronte all’errore ed all’inadeguatezza mi è parso, per un istante, mostruoso. Si sarebbe mai ripreso da una simile rivelazione?
“Io ti voglio bene. L’importante è che tu capisca che certe cose non si fanno. Adesso che hai capito è tutto a posto e so che non lo rifarai!”

Rinfrancato mi ha baciato e si è preparato ad affrontare la notte.

Susanna, dopo 20 minuti, è venuta da me.
Nell’ordine ha detto:
Riccardo è geloso di Federico.
E’ molto stanco.
Quell’Andrea ha un influsso negativo sul nostro piccolo Ignazio da Loyola.
La novità dell’asilo lo disorienta.
Mi aspettavo dicesse:
E’ il suo modo di lottare contro l’invadenza della auto nelle nostre città.
E’ sconvolto dal finale di Pocahontas.

Ma non ha osato tanto.

L’unica soluzione, l’unica logica ed accettabile, non l’è nemmeno passata per la mente.

Anche Riccardo, nel suo piccolo, come tutti noi ha un ombra nel cuore. E’ quella porzione, spesso incontrollabile, dove alloggia il nostro cuore di tenebra. Dove si realizza la nostra adesione al male.

Ma questo, per una madre, è inconcepibile. Nessuna madre ammetterà mai che nell’amino del figlio esista questa zona d’ombra. Nessuna madre ammetterà mai la finitezza del figlio e mai ammetterà che quest’ultimo sia posto di fronte ai suoi errori ed alle sue debolezze.

Persino nella Bibbia , nella parabola del figliol prodigo, la madre è assente. E non perchè non è rilevante ma perchè è assodato che in qualsiasi caso riaccoglierebbe il figlio che “ha ucciso” i genitori. E’ il padre che riaccoglie il figlio, perchè è il padre che lo ha posto di fronte a se stesso ed alla realtà.

Per questo hanno inventato i padri...per ricordare ai figli che tutti abbiamo un cuore di tenebra...

Guglielmo

E allora?

A volte Repubblica è fenomenale.
Occhei, alcuni Carabinieri sono stati a Guantanamo a interrogare dei prigionieri. E, udite udite, non hanno (forse) informato la magistratura. E allora?
Vediamo la cosa da un altro punto di vista. Guantanamo brulica di terroristi (quelli presi per sbaglio sono stati poi rilasciati, infatti). Alcuni di questi hanno soggiornato in Italia. Mi sembra il minimo che qualcuno di noi faccia un saltino a Cuba e, tra un Cuba libre e un po' di rum, ci scappi qualche domanda per sapere se qualche amico dei terroristi (o resistenti? mah) ha in progetto, chessò, di far saltare San Petronio...
L'articolo di Repubblica dove vuole arrivare? Voleva che qualche Magistrato facesse un viaggio a Cuba? Voleva che lasciassimo in pace i prigionieri? (che tra l'altro sono ingrassati tutti).
Non so... Notizie come questa non capisco dove vogliano arrivare.
Tec
 

mercoledì, ottobre 18, 2006

sondaggi

La fonte non è certamente Silvio.
In tre mesi, secondo il sondaggio in questione, il governo è passato da un bel 63% a uno schifido 45% come indice di gradimento.
Ora speriamo solo che faccia la fine di Wild West e Circus..........
Prodi a casa!
Tec

martedì, ottobre 17, 2006

Balbo

Italo Balbo, il Ras di Ferrara, è stato un personaggio complesso: soldato, politico, abile governatore della Libia, eroe dell’aria...

La sua vita, ricca di avventure e coraggio ma anche di episodi poco onoervoli, si concluse il 28 giugno del 1940 a Tobruk, in Libia.

Intorno alla sua morte nacquero, da subito, infinite leggende dure a morire. Durante una missione, dallo scopo altrettanto oscuro ( si recava nel tardo pomeriggio in un avamposto sul confine con l’Egitto con tutta la sua corte di amici e consiglieri politici e militari), fu abbattuto da fuoco amico mentre, sorvolando la rado di Tobruk, si apprestava ad atterrare.

Il progressivo distacco di Balbo dal fascismo mussoliniano, manifestatosi con il dissenso verso l’alleanza con la Germania e verso la successiva entrata in guerra, fu subito rintracciato come la possibile causa dell’abbattimento da fuoco amico.

Le indagini immediatamente successive al disastro puntarono verso la fatalità. La rada di Tobruk era stata appena bersagliata da aerei inglesi ed il sopraggiungere del velivolo di Balbo era stato scambiato per una seconda ondata nemica.

Per anni il Duce fu accusato di aver complottato contro l’unico in grado di fargli ombra ma le prove non furono mai trovate.

Parecchi militari italiani, testimoni e protagonisti dell’abbattimento, rivendicarono il colpo fatale infarcendo la storia di dettagli sempre piu’ confusi e fantasiosi e che finirono per dare ragione ai teorici del complotto.

Pochi anni fa Folco Quilici, figlio di Nello, passeggero del velivolo pilotato da Balbo, ha ricostruito gli eventi di quella giornata sentendo i testimoni e raccogliendo la documentazione inerente all’incidente.

Tutto, alla fine, lascia pensare che si sia trattato di una fatalità( che certo non dispiacque al Duce...) che, complice la voglia di protagonismo di molti, e la voglia di complotto, si trasformò in mistero.

Restano aperti alcuni interrogativi che forse gli storici sveleranno in futuro: dove andava Balbo a quell’ora (era già pomeriggio inoltrato e si trovava nel deserto tra Libia ed Egitto)?

Chi doveva incontrare dopo quella tappa a Tobruk?

Secondo Quilici Balbo, accompagnata dal suo Stato Maggiore, si recava ad un appuntamento con giovani ufficiali egiziani per unirli nella lotta contro gli inglesi.

Ciò che è certo è che il giorno seguente all’incidente un aereo inglese sganciò sul luogo del disastro una piccola capsula. Al suo interno, il comando aereo inglese del nord africa, esprimeva il suo cordoglio per la sorte del trasvolatore atlantico.



Guglielmo

C'è Storia e Storia

Per chi ha letto le opere di Giorgio Pisanò (giornalista che un giorno dovrà essere rivalutato per le sue inchieste non solo sul Fascismo, ma anche sui "segreti" d'Italia), leggere Pansa non porta a soprese particolari.
 
Ho sempre detto che "Il sangue dei vinti" c'era già tutto in alcuni libri di Pisanò. Ma mi fa piacere che qualcuno più accreditato di Pisanò quantomeno agli occhi di chi non va oltre la vulgata di partito, riesca a diffondere delle verità storiche che non sminuiscono la resistenza, ma la collocano nel giusto posto della Storia.
 
La resistenza ha avuto persone di spicco (molte di queste ignorate perchè non comunisti, come Sogno) che hanno combattuto per Ideali veri e democratici. Ha avuto anche chi combatteva per sostituire una dittatura con un altra (parlo dei comunisti, per chi non intende, per chi non abla). E ha avuto anche parecchie persone che hanno calvalcato l'onda emotiva del momento per regolare dei conti in sospeso: vicini di casa, antiche rivalità... 
 
Viene da chiedersi come mai, a sessanta anni di distanza, la resistenza sia collocata nella categoria "Intoccabili". E non si possa studiare con occhi storici e non politici.
 
Tec

il monolocale di gughi si è dimezzato

Chi non ricorda il post stizzito e provocatorio di gughi?
Tutto tronfio dei 4 milioni di sinistri che avevano votato le primarie dell'ulivo. E invitava a far fare lo stesso esperimento nella casa delle libertà.
Beh, pare che alla fin fine, non è che siano stati 4 milioni a votare. Ma la metà, che è 2, per chi è corto in matematica.
Barbi, il fiduciario di Prodi, non smentisce nè conferma, dice solo che deve finire i conti. In un anno, ipotizzando di contarli a mente, poche ore al giorno, dovrebbe aver finito da un pezzo, ma si sa, senza un pallottoliere è un esercizio difficile.
Aspettiamoci i sagaci commenti di gughi, che ribatterà parlando di mediaset, di villa certosa, dei vulcani di silvio... e non dirà nulla sulle menzogne del suo presidente del consiglio ("non metterò le mani nelle vostre tasche" R.P.).
Più che un esempio di democrazia partecipativa, l'ennesima prova, della sinistra, che a mischiare le carte è maestra. E che, prima ancora di prendere per il culo gli italiani, lo fanno ai loro stessi elettori, che avranno sì votato sotto lo sguardo vigile di Lenin (come diceva gughi), ma che non si sono accorti di essere, una volta ancora, dei burattini nelle mani dei loro compagni.
Tec

domenica, ottobre 15, 2006

retorica?



sarà retorica, sarà uno sport poco pulito, sarà tutte le cose negative di questo mondo... ma il ciclismo riesce ancora a commuovermi. Come ieri, quando ho visto arrivare Bettini da "solo" sul traguardo del 100° Giro di Lombardia e scoppiare in lacrime.
Pochi giorni dopo la morte di suo fratello.
tec

sabato, ottobre 14, 2006

quousque tandem abutere patientia nostra?

Per quanto tempo ancora saremo disposti a farci prendere per il culo?

giovedì, ottobre 12, 2006

Aiutatemi a ricordare

Com'è che le chiamavate? Ah, sì: leggi ad personam

mercoledì, ottobre 11, 2006

Iwo Jima

La storia degli Stati Uniti si a intorno alla storia delle sue bandiere.

Nella notte tra il 13 ed il 14 settembre del 1814, durante la battaglia di Baltimora, Fort McHenry fu sottoposta ad un devastante bombardamento da parte delle navi inglesi che incrociavano nelle acque antisanti. Alle prime luci dell’alba, tra le macerie e gli incendi, indomita sventolava ancora la bandiera americana. La scena ispirò Francis Scott Key he in quell’istante compose“The Star-Spangled Banner.”, l’attuale inno americano.

La bandiera è oggi nel Museo di Storia Nazionale di Washington, coccolata dagli scienziati ed onorata dai visitatori.

Un’altra bandiera che ha segnato l’immaginario collettivo americano e quella che venne issata nel marzo del 1945 sul monte Suribachi, nell’isola di Iwo Jima.

La nostra visione eurocentrica ha impedito agli storici di approfondire la guerra del Pacifico con la stessa attenzione con cui è stato analizzato il teatro di guerra europeo.

In pratica gli Stati Uniti, durante la Seconda Guerra Mondiale, combatterono due guerre contemporaneamente.

Le difficoltà logistiche, l’isolamento in cui vivevano i soldati, costretti a combattere nella jungla e con rare possibilità di licenza e riposo in luoghi “civili”, e l’accanita resistenza dei giapponesi, resero la guerra con il Giappone una prova ben piu’ ardua del confronto con i tedeschi.

Sulla foto, divenuta una dei simboli dei Marines e degli Stati Uniti, ci sono diverse versioni.

La bandiera ritratta nella foto, già immortalata nel monumento in bronzo del Memoriale dei Marines ad Arlington, giace in un angolo sperduto del piccolo museo che si trova al Navy Yard di Washington. Lo visitai con mio cognato qualche anno fa. Un piccolo museo, in un angolo dell’immensa base, che ripercorreva la storia del Corpo dei Marines dalle “Hall of Montezuma” sino al Vietnam. Tra divise ed armamenti, in una bacheca di legno e vetro, la bandiera del Suribachi.

Sulla storia di quella bandiera, e sulla sanguinosa battaglia di cui fu protagonista, Clint Eastwood ha girato un film in uscita nei prossimi giorni.

Vogliono, i ragazzi del Conciliabolo, organizzare una bella serata con visione di “Flags of our fathers” e cena Texana?

Sarebbe momento di aggregazione e riflessione....resto in attesa....

Per riscoprire la magia della luce delle torce ...

martedì, ottobre 10, 2006

riderei come un pirla anche io...

...se avessi incassato fra i 100 e i 200 milioni di dollari per il mio sito.
Da notare il VC Sequoia che ha investito 11.5 milioni di dollari un anno fa e oggi ne porta a casa circa 480 (non confermati).
 
Ok, anzichè star lì coi denti in bocca, partoriamo qualche cazzata, la facciamo diventare famosa, poi la vendiamo a google, e alla fine ci videoriprendiamo mentre ridiamo alla faccia di tutti?
 
tec

Penna Bianca

Forse non tutti sanno che sono iscritto al Glorioso Politecnico, di quei pochi che lo sanno ancora meno sanno che in questi ultimi 4 mesi sto lavorando all'interno del progetto delle 150 ore. In poche parole ti danno 10€ all'ora per svolgere alcune mansioni, nel mio caso "custode" di un'aula. Il lavoro è di per se semplicissimo, devo stare in un'aula e assistere durante le lezioni il professore o fornire della strumentazione chi si presenta previa firma su un registro. Il pagamento viene effettuato tramite bonifico bancario. Proprio per questo motivo in questi giorni mi sono trovato a dover scegliere ed aprire un conto in banca. La procedura (per voi che avete movimenti di svariate decine di migliaia di eurazzi) è di per sè semplicissima, uno va nella banca che più gli aggrada e apre un conto. Totale: 10-15 minuti. Per la mia forma mentis scegliere un conto significa chiedere svariati consigli ad esperti del settore (laureati, laureandi e operatori) e alla fine trovare il punto di intersezione tra la curva della mie esigenze e la curva di offerte delle varie banche. Il modello matematico, molto semplice, consiste nell'interpolazione di alcuni dati tramite splines(per avere una risoluzione ottima), plottare tutto in matlab e leggere sugli assi cartesiani quali sono le coordinate (x offerta,y domanda) e alla fine decidere. Il processo è lungo ma ne vale la pena, la scienza poche volte si sbaglia. Tutto questo processo è inficiato dalla figura paterna che con un pragmatismo degno di Charles Sanders Peirce mi stordisce di esempi per poi giungere alla conclusione che la mia analisi è poco accurata se non totalmente sbagliata. Il mio mondo di analisti ed esperti è spazzato via da una serie di colleghi che hanno provato tutti i conti e in special modo quello scelto da me e sono rimasti totalmente delusi, addirittura qualcuno ha perso molti soldi. Questa volta però non mi sono dato per vinto, citando esperti (che mantengono con la mia famiglia gradi di parentela) ho citato le interessantissime condizioni, ho parlato di tassi, bonifici,mav, rid e molte altre cose di cui nemmeno so il significato preciso (ho preso spunto dagli orali universitari, non è importante quello che sai ma quanto sei sicuro di quello che dici). Ha vinto la mia tenacia alla condizione,però, che stamattina andassi in banca per chiedere consiglio.Accompagnato da mia madre che mi sprona ad ostacolare l'autarchismo paterno, siamo andati dal direttore:penna bianca. Penna bianca sapendo ben poco di quello di cui stavamo parlando ha subito spostato l'argomento sulla classe artigiana che oramai paga tutto tramite internet e che quindi un conto on-line non è niente di speciale, anzi. Sono uscito dalla banca un po' spaventato, se il direttore è così, come sono gli impiegati agli sportelli?
E' meglio quindi un conto in cui il rapporto con questi soggetti è ridotto al minimo e ognuno è "faber fortunae suae"?
E i miei soldi come sono investiti dalle banche?Finanziano progetti per sfruttamenti minorili in india?

facciamo che ci capiamo

 Allora, vieni a casa mia, io ti faccio fare quello che vuoi, a patto che rispetti delle regole elementari: ti pulisci le scarpe prima di entrare, non fumi dentro casa, se vai in bagno riabbassi l'asse, mangi con le posate e non con le mani, se ti siedi sul divano non ci appoggi i piedi sopra e così via.
Ora, se invece, una volta che sei a casa mia, decidi, putacaso, di fare una scuola dove, magari..., insegni anche le a mettere i piedi sul divano, e io ti dico: no, aspetta un attimo; per la scuola devi avere delle autorizzazioni . e tu decidi di farla ugualmente... beh, per me stai pisciando fuori dal vaso. E allora, da bravo padrone di casa, dovrei mandarti fuori a calci nel culo.
Ecco, nella vita reale, questo non accade, perchè c'è sempre qualche pirla pronto a giustificare chi mette su una scuola araba e, senza aspettare le autorizzazioni del caso, comincia a fare le lezioni.
Io li manderei tutti in Iran...
tec
 
 

lunedì, ottobre 09, 2006

Dobbiamo pensare...

Eutanasia

Ci sorprendiamo quando la religione islamica si trasforma non solo in religione di Stato ma in Stato.

Ci sorprendiamo quando è la religione, con i suoi precetti, la fonte normativa di un paese.

Quando questo accade da noi, non solo non ci scandalizziamo ma anzi assistiamo ad una generale
levata di scudi per giustificare quella che non è ritenuta un'intromissione ma una prerogativa.

Vale, questo, per l’eutanasia.

Ha diritto lo Stato di disporre della vita dei cittadini?

Se un uomo valuta che la sua condizione non è piu’ “vita” e, senza ledere alcuno, decide quindi, senza pressioni o condizionamenti, di porre fine alla sua vita, che diritto ha lo Stato di impedirlo?

Anzi...il sapere che quello che si vive non è una condanna “ a vita”, ma che anzi una via di fuga (fuga dal doloro, fuga dal sentirsi peso, fuga dalla perdita di dignità,) è garantita, non sarebbe uno sprone a vivere ed anzi a sentire l’orgoglio del “tenere duro” nonostante tutto?

E se comunque ad un certo punto le ragioni per “vivere” venissero meno, non sarebbe lecito lasciare che ciascuno disponga, liberamente, della propria vita?

Le motivazioni cristiane sono personali. Ognuno, al momento della scelta, ha modo di valutare e scegliere e, alla farei conti con la propria coscienza e con il giudizio divino.

Ma non si può vietare a tutti per legge ciò che è un precetto religioso di alcuni (anche di una maggioranza).


Guglielmo

venerdì, ottobre 06, 2006

X i contributors...

Attenzione che grazie al mortadella, non potremo più riprodurre articoli (in toto o in parte) di terzi.
siccome sono io quello che è registrato, o se vogliamo metterla in un altro modo, il responsabile, gradirei non avere grane.
questo non si applica a fracanappa che questo weekend sarà segato dalla lista.
tec

ma chi traduce i titoli, tira-e-molla?

Ieri sera stavo guardando Dr. House - MD su Sky (oh yeah... ho fatto sky!). Mentre guardavo la puntata pensavo alla traduzione italiana della serie: Dr. House, Medical Division. Ora, anche i sassi sanno che MD in inglese, non è inglese, ma latino: medicinae doctor. Qualche traduttore deve aver fatto una cappella...
Ma, perchè dobbiamo per forza far la figura dei peracottari?
Tec
ps: sono d'accordo con il precedente post dell'architetto. infatti quest'anno tifo juventus.

giovedì, ottobre 05, 2006

La squadra degli onesti?

Non si direbbe proprio...

Non mi ricordo nemmeno piu' chi diceva che forse, alla fine, i rapporti tra Inter e Telecom non erano cosi' estranei allo scandalo sul calcio basato sulle intercettazioni!

squola (finanziaria/n+1 - scusa gughi...)

Pare che nella finanziaria ci sia qualcosa anche sulle bocciature.
Un calcolino che dice che a fronte della riduzione del 10% dei bocciati si otterrebbe un risparmio.
Bene... Benissimo!
Si va a scuola e si va avanti se si merita di andare avanti, altrimenti si ripete l'anno. E che diamine!
La scuola deve formare i ragazzi e prepararli alla bolgia della vita vera...
Che messaggio si passa ai giovini se tutto è facile?
Io li vedo i neo assunti da me: tutto e subito, il loro motto. Abituati ad andare avanti non su meriti acquisti, ma per il semplice trascorrere del tempo.
Al di là della prosopopea, della supponenza, del pensare "so tutto io", hanno dietro un vuoto pneumatico. E non tanto di nozionismo (cosa è successo nel 1979 in medio oriente? boh...), quanto di quella capacità di analisi, le cui basi si apprendono a scuola.
Più mandiamo avanti degli zocconi, peggio è per tutti, e il risparmio di oggi, avrà dei costi sociali domani.
tec 

mercoledì, ottobre 04, 2006

Un cestino robusto

Un grazioso cesto di legno, il fondo di compensato ormai sfondato, giaceva abbandonato tra macchie di urina di cane, sul bitume gibboso del marciapiede di fronte a casa mia.

Sistemando il fondo di compensato, operazione facilissima, si poteva ottenere un robusto cestino per gli attrezzi o un elegante porta giornali.

Il manico, solido come il resto della struttura, sembrava in attesa di mani rapide che però avessero il coraggio di vincere l’imbarazzo di trarre da un mucchietto di rifiuti il prezioso scarto.

Volevo farne omaggio a Big Sandrone ma poi, pensando al suo box trasformato in magazzino ed alle numerose cantine praticamente murate di “roba”, ho glissato.

Ma altre mani, guidate da occhi che avevano ben soppesato quello che a sguardi superficiali sembrava un semplice scarto, erano pronte all’azione.

Una donna sui 40 anni, vestita elegante, ed appena uscita dall’ufficio indugiava intorno alla preda non decidendosi a farla sua. Spiava me e Riccardo, in attesa sulla porta, aspettando una nostra distrazione. Ma noi, forse sottilmente punti dall’imminente scomparsa del cestino, non ci allontanavamo dal mucchio di sacchi.

Leggeva annunci incollati sui pali, guardava biciclette dai prezzi pazzeschi esposte nelle vetrine vicine, ma restava di guardia al cestino.

Dispettosi, aspettavamo. Doveva sudarsi quel prezioso cestino. Io e Ricky, dopo un pò, ci allontanavamo versa la macchina perdendo di vista la donna.

Facendo in macchina il giro dell’isolato la ritrovavamo. Camminava a testa alta, ondeggiando indifferente il cestino come fosse parte dei suoi accessori quotidiani.

Fermi sulle strisce, fingendoci bloccati dal serpente di acciaio e plastica di fronte a noi, la aspettavamo al varco.

Vedendola arrivare l'ho guardata negli occhi con sguardo complice e sconfitto. Le sue guance si sono colorate di porpora. Un lieve imbarazzo subito vinto dall’indifferenze. Ha continuato a camminare, facendo volteggiare, come Capuccetto Rosso nel bosco, il suo cestino faticosamente conquistato.

Guglielmo

Gughi, me lo spieghi tu? (finanziaria/n)

Il titolo vuole essere privo di ironia.
Nella finanziaria è stata innalzata l'età per la scuola dell'obbligo. Dai 14 ai 16.
Si può essere d'accordo o meno, tuttavia, accanto all'innalzamento dell'obbligo non vi è stata alcuna riforma nel merito. Che si fa in quei due anni? Non era forse un provvedimento da inserire in un più ampio disegno di riforma scolastica? C'era così fretta?
 
La domanda che pongo è la seguente (ironica o no, ma è l'unica lettura):
non è che l'innalzamento dell'obbligo è stato fatto in relazione all'aumento del rapporto alunni/insegnanti da 20,qualcosa a 21?
 Così, guarda caso, gli insegnanti in meno sulle statistiche, non spariranno dalla realtà vista la necessità di dover insegnare per ulteriori due anni. E così i sindacati non dicono nulla.
 
Ci vorrebbe veramente meno ipocrisia
tec
 
PS: qualcuno crede veramente che nel 2008 rivedremo tutto indietro? Non è una figura di merda lanciare il sasso (leggi: aumentare le tasse) e ritirare la mano (leggi: ve le ridiamo fra due anni)
PPS: pare che bruxelles obbligherà a rivedere la manovra sul tfr. per fortuna.

martedì, ottobre 03, 2006

In caso di rissa

Ieri Riccardo si è reso protagonista di una rissa al limite dell’incredibile. La sua insegnante, Nadia, al momento della riconsegna, guardando la Susy con occhi sgranati si è limitata a dire:
“Non lo conoscevo così...non si riusciva a dividerlo da Andrea...”.

Andrea è quello che mia madre definiva, quando io ero bambino, un “caratteriale”.

“Caratteriale” nell’accezione di mia madre, è un bambino aggressivo, instabile emotivamente, umorale e difficile alla relazione ed all’inserimento coerente nella dinamica di gruppo. Quello che in pratica mio padre, nella sua accezione, definirebbe una testa di cazzo.

Il soggetto in questione circola infatti per l’asilo con un passo rigido, marziale (ricorda quasi il passo dell’oca), provocando con pugni e calci gli altri bambini. Mostra giochi di sua proprietà invitando gli altri bambini al gioco per poi negarli.

Gli occhi azzurri, chiarissimi, quasi trasparenti, ricordano le descrizioni che fecero coloro che ebbero la fortuna (si fa per dire...) di vedere da vicino Hitler. A ben guardare anche il ciuffo del soggetto, è il tipico riportino in voga nella Gioventù Hitleriana negli anni immediatamente successivi al 1938.

Non vorrei, con questa descrizione, dare l’impressione di un padre schierato.

In realtà ho cercato di capire. Dopo un breve preambolo sulla fiducia e sulla sincerità che deve regolare i nostri rapporti ho chiesto al giovine virgulto di narrarmi la vicenda.

Il piccoletto, ovviamente, ha subito messo le mani avanti: “Ha iniziato lui!”. Avendo ben capito che è chi inizia che conta...
“Raccontami bene...” ho detto con voce comprensiva.

“Allora...io stavo giocando...l’Andrea cattivo (in effetti su questo bambino gravano dei preconcetti che forse lo inducono a tener fede all’immagine che tutti hanno di lui...) è venuto e voleva i miei giochi e mi ha spinto. E poi è arrivata Giada e anche lei lo ha picchiato PUM PUM PUM” intanto a mano aperta mimava i fendenti.

Domande mirate sulla vicenda ottenevano come unico scopo quello di confondere ulteriormente le acque. Quando nel racconto sono comparsi Lafayette, Napoleone (degli Aristogatti...), la Legione Romana “Fulminante” e Capitan Uncino ho capito che la verità sulla rissa non sarebbe mai emersa.

Allora ho cambiato strategia. Mentre dentro di me mi sentivo gratificato di non essere il solito padre che dice al figlio “Colpisci forte, colpisci duro e colpisci per primo” ho iniziato a citare l’episodio in cui, con somma magnanimità e spirito pacifico, Simba, protagonista del Re Leone, perdona il perfido Skar.
“Solo quando Skar torna a colpire Simba alle spalle, allora Simba reagisce”.

“Se un bambino arriva e ti spinge, tu non reagire...ti allontani dicendo “Non voglio picchiarmi con te!”. E’ piu’ forte chi non reagisce di chi picchia senza motivo. Se poi sei messo alle strette, se il bambino cattivo insiste, e non hai alternativa, allora difenditi con tutta la tua forza! Hai capito...?”
“Si papi!”“Devi essere forte e generoso come Simba!”
“Si papi!”
“Allora...ricapitolando...se si avvicina un bambino, ti spinge e si vuole picchiare tu cosa fai?”

Lui ha sorriso con aria complice, di quello che è andato oltre, e fiero mi ha detto “ Gliele suono!”

Ho ritenuto opportuno spiegare al piccoletto la memorabile “presa ascellare da parte di sentinella” e l’utilizzo del Tonfa (specie di manganello) nell’ordine pubblico.


Guglielmo

Finanziaria

Vista la situazione del Paese, vista la situazione dei conti ed i continui richiami dell'Unione Europea al rispetto dei parametri, era forse illusorio attendersi una finanziaria con caramelle e pupazzetti per tutti....

Guglielmo

lunedì, ottobre 02, 2006

time frame

Secondo rovati, l'amico di prodi, i tempi dell'affare telecom sono diversi da quelli di tronchetti.
A chi credere?
Io credo a chi ha detto che le prove sono a disposizione della magistratura. E quindi credo a Tronchetti.
Rovati, pur essendosi dimesso, non riuscirà ad impedire un ruzzolone, quanto meno di immagine, al nostro presidente del consiglio.
ruzzolone che, nonostante tutto (smentite, dimissioni, "ma siamo matti?"), è già bello che cominciato.
tec

finanziaria /2 - Parliamo di TFR?

Ora, può essere che da quando mi sono laureato sono passati anni, può anche essere che da quando ho preso un MBA siano cambiate delle cose, però...
Com'è che il governo considera il 50% del tfr un'entrata? Una volta, nelle facoltà di economia, era un debito...
Poi: il governo lamenta la mancanza di investitori istituzionali in Italia, per incentivarli cosa fa? Toglie loro del business...
Infine, giusto per mettere la ciliegina su questa torta di merda, constringe le aziende a ricorrere alle banche.

ma ovviamente Prodi ne sa più di me di economia...
gli chiederei magari di non pigliarci per il culo........
grazie
tec

Suv!

Fabio Grosso è scandalizzato. La vendetta dei possessori utilitarie, a suo dire, si è consumata. “Se c’è da pagare...pagherò...” dice amaramente.

Il suo Suv (ignoto) gli costerà come minimo 250 euro in piu’!

Ce la farà? Basteranno i 350 mila euro (lordi o netti, l’angosciante dilemma degli azzurri) di premio ricevuti per Berlino?

La polemica è esplosa. Perchè un Suv deve pagare ed una berlina pari cilindrata e peso no?

Ragionevole quesito. Quello che scandalizza, come la querelle estiva dei rivoltosi dei mega yacth costretti a pagare una tassa di approdo in Sardegna, è che questa gente (miracolati del calcio, della televisione e della politica) si lagnano per un balzello (una patrimoniale mascherata...ammettiamolo...) che per le loro tasche è ridicolo.

In proporzione è come se per un aumento del biglietto del tram di circa 2 euro annui una torma di pensionati inferociti scendesse per le strade minacciosa (supponiamo che Fabione guadagni 3 milioni di euro. 220 euro su 3 milioni sono lo 0,000073 del suo reddito. Proporzionato su un reddito di 25000 euro si tratta di circa 2 euro...).

Ma spingiamoci piu’ in là. Pensiamo che un azzurro, per aver vinto i Mondiali e quindi, in teoria semplicemente avendo fatto il suo dovere, ha incassato circa 180.000 euro. Consideriamo la pubblicità e i ritocchi di contratto che avrà ottenuto.

A questo punto immaginiamo che il suo Paese, cosi prodigo sino ad oggi, gli chieda 300 euro per una finanziaria che, giusta o sbagliata, cerca, magari non riuscendoci, la fascia piu’ povera della popolazione. E lo fa tassando un auto chiaramente di lusso e che inquina.

E lui cosa fa? (lui come altri mille miracolati...) si lamenta....


Guglielmo

cambiamo le regole di ingaggio

il primo che ride gli si fanno saltare i denti a colpi di HK MP5.
facile.
tec

grazie Prodi!!!

In attesa di un post di Gughi sulle "bellezze" della finanziaria del mortadella, e in attesa del mio più generale di questo, comunico che secondo Prodi sono uno "Ricco", visto che, secondo la tabella di pagina 7 de Il Sole 24 Ore di oggi, io pagherò più tasse.
Grazie!
Era quello che mi aspettavo da un governo di merda come questo: mosse parastatali per il controllo delle aziende, calare le braghe al primo sciopero (vedi Bersani e i tassisti), e un bel aumento delle tasse.
Sarà politicamente rischioso andare in piazza... ma stavolta io ci vado. Echeccazzo...
Tec
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