domenica, febbraio 26, 2006

La maga di Lissone

Ieri io la Susy e Ricky ci siamo recati a Lissone. Lo scopo era quello di farci fare qualche preventivo alla luce dell’inevitabile rivoluzione che avverrà nella nostra vita tra pochi mesi.

Ci siamo focalizzati su una semplice soluzione con letto, letto a cassettone e armadio ponte.
La nostra prima tappa è stata in una specie di palazzone zeppo di mobili. Dopo aver individuato il mobile oggetto dei nostri desideri ci siamo recati all’ingresso per farci fare un preventivo.

Prima ancora di arrivare al bancone una pescatrice di clienti si è avvicinata con sguardo languido:
“Avete bisogno?”
“Si!” ho risposto io, “avremmo bisogno di un preventivo…”
“Seguitemi…come ti chiami bel bambino?” ha detto rivolta al Richard Gere dei piccoli.
“Riccardo!” ha sentenziato il piccoletto.
“Che bel nome!”Se avesse detto “Braccobaldoshow, sa, mio padre è un fanatico del segugio rincoglionito!” la risposta sarebbe stata la medesima.

Arrivati nel cubicolo della Maga Circe di Lissone sul tavolo sono comparse fogli e matite:
“Cosi non disturbi…” ha detto.
Subito dopo sul pc è comparsa la cameretta dei nostri (si fa per dire..) sogni.
Noi volevamo:
letto, colonna con cassettiera, armadio ponte e stop.

La bionda ossigenata è partita con una filippica alla conclusione della quale mi era parso di capire che lei, per una serie di svariati motivi, ci suggeriva di comprare il solo letto. Intanto guardavo mia moglie con sguardo interrogativo ma, vedendo che non si perdeva una sillaba della nostra ammaliatrice, ho pensato di avere qualche problema di comprensione.

“Quindi ”ho buttato li “lei ci dice di comprare solo il letto?”

La brianzola non era di questo parere. Ci vendeva tutto il pacchetto e, con un sovrapprezzo non esplicitato, ci forniva una splendida libreria ad angolo dove i nostri figli avrebbero potuto posare i loro orsi e le loro macchinine.
Allora, con un certo “savoir faire”, ho chiesto:
“Senta, ma nel totale, quanto incide la prestigiosa libreria su cui i miei figli dovrebbero posare orsi e macchinine?”
“Signor…si chiama?”
“Guglielmo, Il Maresciallo…”
“Signor Guglielmo, qui non si parla di soldi. Si parla di una libreria ad angolo dove i suoi figli possono posare le macchinine e gli orsi. Che quando entra dalla porta l’impatto è notevole. Mogano, rovere, ciliegio. Lo sa chi li fa questi mobili? Un artigiano! Un vero artigiano! ( si trattava di un mobile in laminato, quindi l’unico artigiano nell’intero processo produttivo era probabilmente la signora delle pulizie del capannone dove fanno i mobili). Non dovrei dirglielo, signor…”
“Guglielmo”
“..ma…” e qui ha iniziato a guardarsi intorno. Ha fatto scivolare le mani sotto la sua scrivania per verificare che non ci fossero microfoni, si è alzata e ha chiuso la porta sul corridoio e ha sibilato:
“qui ci sono molti artigiani che fanno camerette. Ma lui è il migliore. E’ un uomo meraviglioso. Una bella presenza! Un uomo presente insomma! Le sa cosa voglio dire vero?”
“Certo!” ho buttato li.
“E’ proprio una bella persona…” ha proseguito. A quel punto ho pensato che le mani dell’artigiano in questione non lavorassero solo sui laminati delle camerette ma, occasionalmente, pure sulla nostra mastodontica venditrice.

“Se tra 15 anni lei torna qui perché vuole allargare la cameretta lui c’è ancora! Se vuole lo chiamo e lo conosce!”
“Guardi non è il caso…” a quel punto ho sfoggiato il mio sguardo migliore di fronte ai venditori.
Lo sguardo che dice ” Guarda figliola qui solo due parametri sono in gioco: prezzo e qualità. Tutti fuochi d’artificio che stai sparando a beneficio del pubblico pagante hanno lo stesso effetto di un colpo do pistola contro la Uss Missouri: niente. Le tue cazzate sulle mani dell’artigiano hanno il solo scopo di farmi innervosire…quindi…” lo stesso che sfoggiai di fronte al venditore Toyota che, dopo avermi detto la cilindrata della macchina, il prezzo e fattomi intendere che quella che lui aveva in magazzino era l’ultima uscita dalla catena di montaggio per un po’, disse arrogante: “La fermiamo???”.
“Perché dove va???” ( al momento dell’acquisto definitivo portai Big Sandrone che strappò 500 euro di sconto dall’ultimissimo prezzo dicendo che un concessionario ci faceva quel prezzo. Il venditore sapeva che Big bluffava ma se voleva vendere quello era il prezzo…cedette)


Ma non avevo fatto i conti con la Susy…

Mia moglie, che non è ingenua ma si fida delle persone che ha davanti perché è incapace di mentire, e pensa che per tutti sia cosi, la guardava invece rapita.
La Circe ha dunque giocato l’asso. Mi ha fatto passare per un padre taccagno e ha sparato la bordata:
“Sa…la mia vicina…quella di pianerottolo…lo sa cosa intendo…da questo artigiano ha fatto tutta la casa! Lo sa cosa vuol dire? Che se qualcosa non va quella viene da me e suona! Suona, capisce!??” e qui, un po sovraeccitata, forse pensando all’ultima visita dell’artigiano a casa sua, mimava lo scampanellio tipico brianzolo “Din, din, din!”.
E’ stato troppo.
“Bene, bene, ottimo…magari torno io nel pomeriggio e la fermiamo questa prodigiosa cameretta!”
Riccardo ha posato le matite, la Susy si è infilata la giacca e la circe, dopo averci lasciato regolare preventivo, ha detto l’unica cosa sensata da quando eravamo entrati nel suo antro: “ Poi…magari…vediamo un po di sconto…”.

A quel punto abbiamo visitato uno Showroom del mobile. Il venditore era di quelli tosti. Pensionato che occasionalmente ritorna venditore e che, dopo rapido sguardo, aveva capito pure che da bambino desideravo un cane.
“Dimmi!” ha detto.
“Noi vorremmo una cameretta: letto, anta con cassettiera, ponte e letto a cassettone!”
“Forse ho un’offerta!” ha detto.
“Ci copra di offerte, ci copra letteralmente di offerte!” ho detto.
“Ho capito!” In meno di 48 secondi aveva tracciato schizzo di quello che volevamo con misure, dato il prezzo con sconto definitivo, tempi di consegna, pagamento ed uno spruzzo di colore locale.

“Ok!” ci pensiamo e poi ripassiamo.

Ma non avevo fatto i conti con la Susy…

Mentre mi allontanavo per qualche secondo seguendo Ricky che si nascondeva dentro un mobile il venditore sentiva l’odore del sangue. Al mio ritorno la Susy era scomparsa. Era passata nel reparto “camerette Extra lusso per figli di magnati arabi “ e li si lasciava irretire dal vecchio venditore.
Ancora pochi secondi e il peggio sarebbe accaduto. Il venditore era già alla storia del vecchio cliente che dopo 8 anni dalla vendita della cameretta lo veniva a cercare per regalargli una bottiglia di Veuve Cliquot per l’ottima riuscita del manufatto laminato. Dopo pochi istanti sarebbe passato alla storia avuta da sua figlia con l’artigiano.

A fatica, mentre il venditore ci inseguiva, ho strappato la Susy da quel negozio.

Saliti in macchina, dopo un po di silenzio, l’ho ricondotta alla ragione ma un dubbio, rapido, mi ha attraversato la mente:

“Avrai mica dato qualche caparra di nascosto?”

Si è limitata a sorridere…

Guglielmo
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