venerdì, agosto 31, 2007

Moral Hazard

Lo Stato è una mamma.

Non paghi il mutuo? Ci penso io!
Hai fatto un mutuo troppo gravoso? Pago io!

Cosi come negli Usa qualcuno , da noi, per salvare capra e cavoli, propone che lo Stato si faccia garante dei mutui in mora.

Ma che messaggio si manda?

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/08_Agosto/31/gasparrini_mutui_intervista.shtml

giovedì, agosto 30, 2007

Don Sante

Radio Radicale, questa mattina, ha mandato in onda la conferenza stampa di Don Sante.

Non credo sia possibile in poche righe, e sopratutto le implicazioni sono tantissime, poter fare una riflessione sul celibato e sulla castità dei preti.

La testimonianza dell'uomo è però di quelle che colpiscono. Con estrema semplicità e sincerità questo prete ha mostrato il cammino che, da giovanissimo seminarista a prete adulto, ha fatto nei confronti delle donne.

Le sue parole, in particolare quelle riferite alla sessualità, mi hanno riportato alla mente le parole di un prete che accompagnò il mio pellegrinaggio in Terra Santa(in realtà una vacanza pagata con alcuni risvolti spirituali di non poco conto) : il vero peccato, disse in sostanza, non è il sesso. I peccati veri, quelli che rattristano Dio, sono altri.

Don Sante ha ricevuto lettere indignate e minacce. In una, un'anziana signora, si diceva sconvolta dall'idea di ricevere la comunione da un uomo che la notte precedente aveva giaciuto con una donna. Il coraggioso prete, perchè con coraggio ed onestà parla del suo rapporto con la Donna e del casto innamoramento che prova a vivere, risponde che nella sessualità non risiede necessariamente il peccato e che ben altri sono i peccati che attanagliano i preti.
Perchè, si chiede Don Sante, la Chiesa tollera il matrimonio per i preti ortodossi e anglicani convertiti al cattolicesimo ma rifiuta il dialogo con i preti cattolici?

Sono domande e riflessioni. Non sono provocazioni. Credo valga la pena, all’interno della Chiesa ma anche tra i fedeli, affrontare l’argomento e cogliere il disagio di chi dedica una vita alla Comunità e a Dio.

Guglielmo

martedì, agosto 28, 2007

Una castagna notevole

Riccardo è, di piede, un mancino di un certo livello. Munito di una discreta castagna (quando prende la rincorsa bisogna accertarsi che non vi siano autostrade alle sue spalle entro un raggio di 2,5 chilometri altrimenti lui nel prendere la rincorsa ne invaderà la corsia) e di notevole mira. . Elegante nella falcata(quando corre sembra sempre che stia per cadere perchè tiene la testa in avanti come un supereroe della Marvel), agile nelle movenze e sorretto da un fisico da decatleta brilla naturalmente nell’arte pedatoria. Sin da infante ci siamo duramente allenati in corridoio per perfezionare quello che non esito a definire il dono.

Ora, navigando su internet, mi avvedo che El Cuchiu Cambiasso e El Tractor Zanetti, consci delle potenzialità della citta e subdorando la presenza di un talento sopraffino, hanno deciso di aprire una scuola calcio.

Dopo avre preso visione dei costi, dei regolamenti e dell’equipaggiamento (prestigiosa maglietta Adidas) ho chiamato la madre del virgulto mettendola di fronte ai nudi fatti.

“Ci siamo Susy! Ho trovato lo sport per il Ricki per quest’inverno!”
“Hum...”
“El Cuchu e il Capitano hanno aperto una scuola calcio”
“E chi sono?”
“El Cuchu Cambiasso e il capitano Zanetti!”
“Hum...e dove? Ci manca solo la scuola calcio! Non avevi detto: niente cose impegnative, vicino a casa. Senza stress per il bambino?!!!??”
“Si. Ma mi riferivo alla scherma, alla pallacanestro, al nuoto ma non all’arte pedatoria! Possiamo affossare così la carriera di Riccardo?”
La madre del talento iniziava dunque a ridere senza comprendere le implicazioni.
Alla fine ho lasciato perdere. Mi sono accorto che i bambini piu’ piccoli accettati sono del 2002. Il prof è del 2003. le assurde regole della scuola non sono sicuramente tarate su gioiellini di 4 anni. Non resta che rinviare il tutto all’anno prossimo.
“Va bene Susy...hai ragione. Lasciamolo crescere senza pressioni.... in fondo deve solo divertirsi”

Per scrupolo ho inviato una mail. “Per giovani talenti dalla formidabile castagna è prevista una deroga?”

Binocolo

La galleria è buia. Inghiotte le auto nel suo cavo gelido e dopo un’ansa di freddo sputa i bozzoli d’acciaio su una lunga rampa di cemento sospesa su una gola ricoperta di alberi. Dal fondo, se non fosse coperto dai motori e dal ronzio delle gomme sull’asfalto, sarebbe possibile udire lo scorrere spumeggiante di un torrente. A destra si estende Erba e in fondo, oltre una costa, la notte è possibile scorgere le luci, quasi immobili, dei voli che scivolano verso Linate. Una parete scabra, fradicia d’estate e gelida in inverno, illuminata dal sole solo per pochi giorni all’anno, costeggia la ferrovia. Pare attendere che il paese a monte gli scivoli addosso per farlo a pezzi.

Il paese, che chiameremo X, è chiuso alle spalle da una ripida collina. La morbida e scoscesa pendenza sui cui si adagiano le case si interrompe bruscamente trasformandosi in una parete di roccia. Sul fianco destro, perforata dalla galleria, una collina imponente. La strada, che si infila in una gola larga nel punto più ampio una quindicina di metri, fugge via retta verso montagne grigie.

X è dunque adagiato in una teatro naturale. Chiuso da ogni lato, l’estro edificatore dei locali trova sfogo negli ultimi brandelli di terreno rimasti liberi.

La configurazione del terreno, un poggio circondato da monti, fa si che ogni villa, condominio e casa sia affacciata sulle altre. Questo asseconda, e non di poco, la naturale predisposizione del locale al pettegolezzo. Immagino dunque che il silenzio, rotto solo dallo smarmittare di potenti moto da cross e sgommate di macchine all’ultimo grido, si in realtà una forma di mimetismo. Le case sembrano disabitate ma un occhio allenato, dietro le tende o le persiane socchiuse, può scorgere occhi desiderosi. Entrando da forestiero nella gelateria locale è possibile, come in un western di Leone, sentire il respiro fermarsi. I volti girarsi e poi, nel rapido riprendere del vociare, è possibile udire commenti vari sulla propria ascendenza e affiliazione o sulla casa in cui si è in affitto. Lo stesso, passeggiando in paese, avviene passando nei pressi dei rari crocchi di anziani che si godono il fresco sulle soglie di casa. Il mimetismo si interrompe solo in un caso: quando c’è da sfoggiare. La nostra vicina ci ha detto tre volte che aveva messo l’aria condizionata in casa, utile come una Ferrari Modena in un parcheggio dell’Esselunga, e che l’aveva pagata parecchio. Solo quando le ho chiesto la cifra si è quietata. Lo stesso vale per le magliette tecniche da montagna che ogni tanto stende. “belle ! Belle! Tengono asciutti...ma costano!”. L’unico modo per non sentirla piu’ è urlare dal balcone: “QUANTO!”.

Nei giorni scorsi Susy si è poi accorta di una stranezza. Rimirando le montagne dal nostro terrazzo, mentre io armeggiavo con il nostro barbecue a nolo, si è accorta di uno strano scintillio da una delle finestre del condominio in cui vivono i suoi. Al primo piano, dove abitano due anziani che per tenere sgombra la visuale della loro finestra tagliano o avvelenano le piante un po esuberanti, ha avvistato il signor Y con in mano un binocolo puntato sulla nostra casa. Cosa pensasse di vedere non è dato sapere. Certo non piu’ di Sbuzzy impatellato che saltellava di quà e di là, Ricky che urlava, io che armeggiavo con la griglia e Susanna che apparecchiava. Da allora, prima di sedermi a tavola, rivolgo un affettuoso saluto verso i due anziani osservatori (forse scrutano il cielo in attesa di Zero giapponesi) invitando i nostri bambini a fare altrettanto.

Guglielmo

lunedì, agosto 27, 2007

Ricchi premi!

Le modalità ideate per combattere la guida in stato di ebbrezza sono parecchie.

Campagne che invitano almeno uno degli occupanti di una vettura a non stordirsi di alcool.
Premi, biglietti per lo stadio, ingressi gratuiti in discoteca per l’autista sobrio ed altre regalie distribuite dagli agenti di Polizia. Insomma lo Stato, e noi tutti, ci accontenteremmo che in un mese quattro amici a turno non si stordiscano sino a non poter guidare.

Nell’ultima pacchetto di proposte per la lotta alla piaga delle stragi del sabato c’è pure il sequestro della vettura. Però qualche anima candida si è levata chiedendo di non procedere al sequestro se l’auto in questione è l’unica auto della famiglia.

Non tocca dunque al padre di famiglia giudicare se il figlio sia affidabile? se mio figlio prende la mia macchina ed esce il sabato sera non devo io preoccuparmi di sapere se mio figlio, pur maggiorenne, sia affidabile e non costituisca una minaccia per la vita altrui? Se sbaglio o nemmeno mi preoccupo non dovrei pagare anch’io?

In questi pochi provvedimenti c’è, a mio avviso, la sintesi del problema. Nessuno ha responsabilità. Non le famiglie e non lo stato (che assegna patenti e dovrebbe essere responsabile di un minimo di educazione civica nelle scuole). E se troviamo uno solo (nemmeno Dio era cosi generoso perchè ne pretendeva almeno 10 per salvare una città dalla Sua collera) sobrio lo dobbiamo premiare.


Se ogni sabato sera, ed ogni sera a rischio, ci fossero buone probabilità di essere fermati per un controllo allora gli incidenti si ridimensionerebbero di parecchio.
Sino ad allora continueremo a ritenere normale che i ragazzi si ammazzino di alcool ogni sabato e riterremo normale che un padre non si preoccupi e non intervenga ogni qualvolta trovi il figlio sfatto nel letto il mattino successivo.

Gughi il Censore

Ricominciamo!

Sì, lo so, poi cambierà tutto e con la squadrina che abbiamo non andremo lontano, ma è sembre bello cominciare così.

giovedì, agosto 23, 2007

forza inter!

E il matteo, dotato di supertele nero e azzurro è ora, a soli 16 mesi, un tifoso neroazzurro!

mercoledì, agosto 22, 2007

dal mare

13 giorni lontano dal mio macbookpro, ne sento la mancanza. Ieri notte l'ho anche sognato. C'è di peggio, scoprire da tua moglie che tuo fratello esce col tuo migliore amico. Migliore amico, che non più tardi di due settimane fa ti ha pure bidonato. Grazie, giacomo! Tec from the beach

martedì, agosto 21, 2007

Prudenza

Il mio Sbuzzy sta imparando a camminare. Domenica, mentre camminava spedito tenendosi ad una mia mano, l’ho lasciato. Lui ha fatto 5/6 passi restando anche in piedi. Quando poi si è reso conto di essere da solo si è pesantemente buttato sul sedere. Da li in poi, appena capisce che sto per sfilare la mano dalla sua, si getta per terra. Nel pomeriggio siamo andati in un parco. L’ho messo sullo scivolo e, sempre tenendolo per le mani, l’ho fatto scivolare. Poi l’ho rimesso sul castello in bilico sul baratro. Lui, in cerca di emozioni, voleva buttarsi giù ma era intimorito. Sporgeva allora il busto cercando, con la mano destra, di afferrarsi ad una delle mie mani.

Appena sentiva il semplice contatto, capendo dunque che io vigilavo, si gettava.

Federico è un po pigro ed un po prudente. Da settembre, quando la Susy riprenderà il lavoro, la sua semplice vita avrà un bello scossone.

Ne vedremo delle belle...

Guglielmo

lunedì, agosto 20, 2007

Diana

In una vecchia e nobile villa coperta di muschio vive una cagnetta da caccia di nome Diana. Sulla strada che percorriamo per andare da casa a comprare il gelato si affaccia il cancello di ferro battuto da cui è possibile vedere una piccola porzione del giardino di quella elegante casa.

Riccardo, che in genere teme i cani, percorre rispettoso il vialetto di accesso cosparso di ghiaia e, sporgendosi verso il cancello, con un tono dolcissimo chiama: “Diaanaaa, Dianaaaa”.

Quando lo ascoltiamo a me ed alla Susy viene da ridere ma ci commuove anche il modo con cui chiama Diana. Non ordina e non prega. Come qualcuno che si affacci alla casa di un altro lui chiama dolcemente la sua amica come dicendo : “Sono qui, Se hai voglia di qualche coccola ti aspetto”. Qualche volta Diana non compare. Ed allora Riccardo, senza insistere, si ritira , dicendo “E’ a nanna” oppure “ non c’è” o “sta mangiando”. Ed allora, comunque lieto, torna sui suoi passi.

A volte invece, dopo il primo richiamo, Diana compare da dietro un muro di pietra. Ha gli occhi nocciola ed i fianchi agili di chi corre per vivere.
Si affianca al cancello ed aspetta che, prudente e rispettoso, Riccardo poggi la mano sulla sua testa o sul suo fianco. Dopo qualche coccola e qualche parola affettuosa Riccardo torna sulla strada asfaltata. Lei, fissandolo, rimane immobile. Lui allora, sempre con quel tono e agitando le manine al cielo. “Devo andare! Ciao Diana, vai dal tuo papà!”

Ci sono frangenti della vita dei nostri bambini che ci rimangono impressi nel cuore. Ed a queste immagini che ci rifacciamo quando pensiamo a loro. Crescendo, immagino, resteranno indelebilmente impresse nei nostri ed a queste, anche quando saranno grandi faremo riferimento per definire come i nostri figli sono.

Di Riccardo, piccolissimo, serbo questi ricordi. Lo porto all’asilo. Posso quasi sentire il rumore delle rotelline del sua cervello mentre fissa la strada che scorre al suo fianco. Di li a poco sparerà qualcuna delle sue domande. Di li in poi, fino a che non ci saluteremo, mi sommergerà di domande e di sue riflessioni. Lo vedo in mare, questa estate in Toscana. Le onde, per lui, sono possenti ed alte. Incurante, i braccioli di Cars, si getta tra i flutti. Il mare lo scuote, lo rovescia, lo allontana da me e dal materassino. Lui, lo sguardo verso le onde, continua ad avanzare improvvisando stili di nuoto sempre diversi. Sembra non stancarsi e non scoraggiarsi. Continua a risalire sul materassino, sbalzato in aria sprofonda in acqua per poi tornare ad emergere. Tossisce, spazza via l’acqua dal volto e torna a muoversi. Io lo guado e gli urlo per incoraggiarlo : “Richard!”
“Le proud’homme!” risponde lui sapendo che significa “coraggioso”.

Guglielmo

sabato, agosto 04, 2007

scoop!

Il connie sta dando il gelato a mio figlio. Che si stia preparando per qualcosa? Gughi in compenso manda sms a connie senza mandarli a me, pensa che non li capisca? Bah! Buone vacanze! Tec
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