venerdì, giugno 30, 2006

La fine è il mio inizio

Sto finendo di leggere "La fine è il mio inizio" di Tiziano Terzani.

Terzani è un giornalista ed ha scritto diversi libri di viaggio. È stato, per intuito e fortuna, testimone di eventi epocali che ha descritto con lucidità e passione. Poteva diventare direttore di banca , parlamentare, opinionista da salotto o direttore di giornale. Invece lui, seguendo l’istinto, è sempre stato sul campo, girando l’Asia con occhi sinceri.

In “Pelle di Leopardo“, dove descrive la guerra del Vietnam dalla parte del nord, spiega con semplicità il perchè della sconfitta degli Usa. Nell’introduzione della ristampa l’autore, con onestà, riconosce che quello che ai suoi occhi era parso un sogno si è trasformato in un incubo.

Dalle Curili descrive, durante il crollo dell’Impero Sovietico, la disillusione di chi, credendo ai principi della Rivoluzione d’Ottobre, aveva rinunciato a tutto per presidiare quell’angolo di mondo dimenticato.

Quello che colpisce di questo libro, una sorta di intervista fatta dal figlio, è l’onestà con cui Terzani descrive se stesso e la sua vita. Narra successi e sconfitte soffermandosi sulle sue umane debolezze senza mai innalzarsi sopra nessuno.

Quella di Terzani è una spiritualità, conquistata duramente sul campo, che gli permette di scorgere tracce di divino in ogni cosa.

Ammette, malgrado da molti sia considerato una specie di santone, che non ha, malgrado gli anni trascorsi in India, raggiunto alcuna illuminazione e di come lui si senta a metà del guado verso l’illuminazione. Dell’India, che tanto ama, coglie le contraddizioni ed i limiti

Questo libro, semplice, mi ha lasciato diverse cose su cui riflettere. In particolare Terzani racconta la sua illusione per il socialismo e la sua realizzazione in diversi paesi dell’Asia. Racconta di come all’inzio si sia infiammato per quei laboratori di eguaglianza e di come l’illusione si sia dissolta nel sangue e nella brutalità.

Se ci si poteva aspettare che Terzani ci invitasse dalla sue pagine ad intraprendere tutti il pellegrinaggio in India, si resta delusi. Tiziano dice invece che la spiritualità uno la può trovare anche a casa sua, semplicemente spegnendo la televisione ed andando, una sera d’estate, a vedere con i propri figli le lucciole nei prati.

Come ci sarebbe bisogno di giornalisti così in u n paese dove persino i moviolisti si piegano al potere....

Guglielmo

mondiali!

Mi stupisce come nessuno di voi abbia parlato di intercettazioni, di formazioni, di partite, di ciò che ha popolato il mondo sportivo nelle ultime 3\4 settimane.
Partiamo dall'Italia, per ora vinciamo ma non convinciamo, Lippi si è dimostrato un allenatore schizofrenico (gli interisti lo sapevano già), ma chi è questo Del Piero?? tutte le volte che lo vedo in campo (per adesso troppe) mi viene voglia di fare strage di uccellini. Alex continua a reclamare l'occasione, l'opportunità della vita..poverino.
La vera sfida ora è vedere se Totti farà come Baggio nel '94, non so se vi ricordate, io ero un bambino, ma il divin codino ci portò per mano fino in finale, speriamo che Francesco si confermi campione (o meglio si affermi) e trascini questa Italia...
Connie fammi un veloce commento sull'esclusione di Basso dal Tour, ma da quando gli indiziati sono già colpevoli?

martedì, giugno 27, 2006

Un manager in famiglia

Quando i generali romani tornavo vittoriosi veniva organizzato il Trionfo. Il condottiero attraversava Roma tra ali plaudenti di folla mentre il suo esercito, al seguito, lo dileggiava e spernacchiava. I soldati irriverenti dovevano ricordargli affettuosamente le sue umane debolezze per impedirgli di montarsi la testa.

Non è per questo che mi accingo a scrivere le seguenti righe, giacché nessuno è piu’ umile di Archie, ma solo per il piacere di celebrare il nostro eroe....

Archie è una macchina da guerra. Addestrato nelle campagne londinesi e nei lander tedeschi ha acquisito una mentalità manageriale di altissimo profilo che non tarda mai a manifestarsi anche nel quotidiano.

Qualche giorno fa io, lui ed i nostri figliuoli ci trovavamo al Parco Sempione per il nostro incontro settimanale. I ragazzi erano gasati a mille perchè stavamo per salire a bordo delle macchinine elettriche e, a seguire, giro sul trenino elettrico. Allora io, per ingannare il tempo, ho buttato li: “ Chissà quanto guadagnano con questi giochini...?”

Finiti due giri di pista Archie era giunto alle seguenti conclusioni:
Aveva calcato un paio di indici di bilancio e stabilito che c’erano margini di guadagno interessanti sull’attività ma il personale era poco motivato e comunque sovra dimensionato e si rendeva necessario dismettere la piccola ferrovia circondata da nani in gesso e per sostituirla con un piu’ pratico degassificatore. Infine doveva essere necessario permettere ai genitori di pagare il gettone tramite sms ed installare sulle macchinine almeno un collegamento wap per permettere ai genitori di controllare il saldo del conto corrente ed i programmi tv della serata. Contattava dunque il legale della sua azienda per lanciare un’opa ostile sulla struttura. Ma non era finita li. Osservando i nostri figli si è accorto che c’erano bambini piu’ piccoli che già guidavano da soli le macchinine. Ha dunque chiamato i due a colloquio ed ha approntato su due piedi una scheda di valutazione. I due piloti sono dunque risultati insufficienti e invitati ad applicarsi con maggior vigore. In caso contrario verrà a tutti e due sospesa l’erogazione del premio natalizio 2006.

Mentre i ragazzi giocavano sullo scivolo Archie mi parlava di una posizione libera nel suo gruppo e dei criteri per assegnare il ruolo vacante. Io, per puro spirito di conversazione, ho chiesto: “Ma puoi scegliere anche qualcuno fuori dall’azienda?”
“No...” ha detto lui con aria inquisitoria “perchè me lo chiedi?”
“Ma così...per curiosità...” hi risposto imbarazzato.
“ Se vuoi mandami un curriculum che vediamo va...”

lunedì, giugno 26, 2006

Adesso...

...capite come ci si sente a tifare Juventus!

Personale - non ne posso più

Visto che questo è un web log, approfitto per scrivere:
- mi manca mio nipote, che è al mare
- non ne posso più della politica italiana
- non ne posso più di Di Pietro
- non ho votato al referendum e chissà cosa hanno capito quelli che hanno votato
- non ne posso più di Prodi che "se vince il no, ridurremo il numero dei deputati": perchè, di grazia?
- non ne posso più che ogni volta l'italia "o dentro o fuori", perchè le altre squadre?
- non ne posso più dei calciatori che non hanno le palle
- non sopporto i giornali con le intercettazioni
- non sopporto i moralismi sulla la Gregoraci (chissenefrega, in generale)
- non ne posso più del "sistema Juve che pagava gli arbitri", si? come?
- non sopporto "allora diamo lo scudetto agli onesti",
- non sopporto il lunedì
- voglio andare in vacanza

venerdì, giugno 23, 2006

Andrea

Qualche giorno fa mi trovavo in coda all’Esselunga con la Susy. Davanti a noi, con un casco da motocross imbottito di pelo, un golfino rosso a tema natalizio, un paio di occhiali in bachelite usciti da un catalogo postal market del 1974, pantaloni sopra la caviglia e mani che sarebbero sembrate sporche anche ad un ragazzino delle favelas, c’era un tizio.

Aspettavo che desse in escandescenza brandendo una bottiglia di birra “Fidel” rotta quando....

“Andrea!” ho urlato.

Lui mi ha scrutato come se stesse uscendo dal suo personale cosmo e ha urlato “Fermo! Non dirmi niente! Dunque....”

Roteando gli occhi pallati al ritmo dei ricordi che scartabellava, aggiungeva piano piano dettagli alla mia figura.

“Guglielmo!” ha urlato alla fine.

Io e Andrea siamo stati compagni di liceo per 5 anni. All’epoca era noto per essere un bastian contrario: nei giorni di manifestazione, se tutta la classe entrava lui stava fuori e se tutti stavano fuori lui entrava. Prendeva sempre posizione in solitaria e, se le opinioni erano due e la classe era spaccata, lui inventava una terza posizione. (alle ultime elezioni avrebbe probabilmente votato per l’annessione alla Polonia).

Il suo look era già all’epoca sopra le righe: salopette “Think Pink”, calzari alla frate Cionfoli e spesso non indossava magliette o camicie. (in inverno si concedeva una maghlietta della salute).

Alla fine del quinquennio si presentava a scuola con capelli lunghissimi e barba sfatta reduce da notti insonni passate come volontario sulle ambulanze o trascorse a pescare in Liguria.

Ho sempre pensato che la sua fosse solo una posa e che ben presto sarebbe stato riassorbito dal sistema. Quando poi mi comunicò che avrebbe intrapreso Medicina immaginai che presto, dopo aver diffuso qualche malattia ormai scomparsa dal medioevo,avrebbe comprato la sua brava Slk.

Invece era li, come lo avevo lasciato 16 anni fa, con la stessa risata esplosiva e con lo stesso disincantato entusiasmo che aveva per ogni cosa.

“Cosa fai?” ho buttato lì.
“Mi sto specializzando.”
“Come specializzando?” ho detto sorpreso, ma non troppo.
“Eh, sono tornato dall’Uganda da un paio d’anni. Li facevo il dottore. Un po di tutto...ma in particolare mi ero specializzato in ginecologia. Quando sono tornato non mi hanno riconosciuto niente ed ho dovuto iniziare da capo.”.

Con occhio esperto ha valutato la pancia della Susy e ha fatto un paio di domande tecniche.
L’ho incalzato sull’Africa.
Viveva nel bush degli altopiani dove il cielo mozza il fiato e l’orizzonte è chiuso da montagne innevate. In mezzo a guerre e pastori nomadi dal grilletto facile, cercando di imparare la lingua del posto, si è conquistato la fiducia della popolazione curando tutti senza guardare colori e bandiere.. E’ tornato in Italia perchè la moglie, con due bambini, di cui uno bisognoso di cure, non ne ha piu’ voluto sapere. Andrea, si strugge di nostalgia per l’Africa e pensa di tornare presto in Uganda.

Nel suo modo di raccontare vedevo ancora traccia di quella passata voglia di sorprendere ad ogni costo e di uscire da ogni regola e schema. Mi sono chiesto se questo suo percorso di vita sia solo voglia di stupire portata all’eccesso e se questa voglia di anti conformismo gli sia sfuggita di mano sino a diventare una malattia.

Abbiamo ricordato i tempi andati con nostalgia. Alla fine, prima di salutarci, gli ho detto:
“Pensa che mia moglie mi fa: “Guarda quel tizio col golfino con questo caldo!”. Quando ti ho riconosciuto le ho detto: “Ne ha fatte di peggio...!”

“Ti piace?” mi ha detto soddisfatto “L’ho trovato per terra qualche giorno fa!”

Caro vecchio Andrea...

Guglielmo

mercoledì, giugno 21, 2006

Libri

Mia moglie mi ha diffidato. Lo ha fatto quando mi ha visto uscire da un Feltrinelli Village con “Il maestro e margherita”. Il fatto è che quando mi capita di leggere la recensione di un libro mi pare che la mia formazione, senza quel tomo, sia incompleta. Lo stimolo principale nasce da www.Ibs.it.
Inserisco nel motore di ricerca una parola o un autore ed osservo la sfornata di titoli. Pilucco quà e là finche mi convinco di aver trovato il libro perfetto. A quel punto scatta l’ossessione. Cerco il momento in cui potrò visitare una libreria piuttosto fornita. In genere le opzioni sono: sabato mattina Feltrinelli Village (poco fornita e con il prof che corre di qua e di là piluccando libri e dicendo: “Questo è il mio preferito!”. L’ultima volta l’ha fatto con un libro di Vespa e mi sono accertato che non sapesse leggere)), durante la settimana, Feltrinelli - Piazza Piemonte (tra uno sbadiglio e l’altro di Tec) oppure il massimo è Libri e cose a Bonola (raramente e con i minuti contati) o sabato sera in zona Duomo con la Susy che tranquilla spulcia anche lei tra gli scaffali.
Il massimo invece, quando la pulsione è irrefrenabile, è l’acquisto via internet. Dopo mi sento in colpa ma comincio a scrutare lo stato dell’ordine in attesa che diventi “in consegna”.
Quando il libro entra in mio possesso lo soppeso, ne rimiro i caratteri e ne studio la copertina.
Una volta acquisito il libro comincio a pianificarne la lettura. Lo posizione mentalmente nel piano delle letture a venire e pregusto l’istante in cui la prima pagina, ancora densa di mistero, scivolerà sul mio indice umettato.

A volte poi, se aspetto un libro in uscita, attendo con ansia la pubblicazione per poi catapultarmi in libreria a comprarlo prima che scompaia dagli scaffali.(Ora sono in attesa di Mordecai... e de “Il consiglio d’Egitto” che mi ha promesso mia madre).

La Susy, stanca di vedermi accumulare piu’ libri di quanti ne possa leggere, mi ha messo in guardia da quella che definisce una mania.

Ciò che non sa è che il piccoletto sabato, mentre compravo il libro di Bulgakov, era in fibrillazione perchè voleva lo portassi all’Iper a guidare i carrelli a forma di macchinine. Io lo blandivo promettendo una giro lungo tra gli scaffali ed intanto mi affrettavo ad appropriarmi del libro nemmeno lo stessi rubando ma lui quando gli ho detto “compro un libro e andiamo via” ha urlato disperato ed in lacrime nel Village semideserto: “Ma perchè? Ne hai già tanti!!”

E’ passato al nemico...

Guglielmo

Napoleone e Lafayette

Eravamo a tavola. Il piccoletto, spalando sogliola e patate della Nuova Caledonia (solito misto patate e zucchine), metteva in campo il suo campionario di faccette. Dopo aver cantato insieme in falsetto, per la gioia della Susy, “Grande, grande , grande” di Mina (il prof fa la faccia romantica e, emulandomi, raccoglie le manine sul petto sospirando) siamo passati alle domande sulla giornata.

Lui, chiedendomi dei nostri amici immaginari (Napoleone, Lafayette e la cosiddetta “mi(s)ciaglia”, protagonisti degli Arsitogatti), butta li tutto d’un fiato:

“Cosa hanno fatto oggi al lavoro NAPOLEONELAFAYETTEEDGAR E LA MISCIAGLIA?”
“Oggi l’han fatta grossa...” dico io.
“Raccontami!”
E li parte l’invenzione. Normalmente quelli che definiamo i “ragazzi” diventano protagonisti di allagamenti, incendi, furti, saccheggi di frigoriferi e distributori di gelato e reati d’ogni sorta. Chi si para sul loro cammina finisce inesorabilmente con il sedere morsicato ed inseguito dai due pattugliatori. (il piccoletto è convinto che i “ragazzi” trascorrano le loro notti pattugliando i dintorni della sua residenza per proteggerlo dal buoi. Una notte, immersi nel buio di un parcheggio, ha preteso che chiamassi Napoleone e Lafayette per proteggerci. Solo quando mi ha detto di aver visto gli occhietti dei due balenare nella notte si è tranquillizzato)

A quel punto è stato il mio momento di chiedere:
“Come è andata all’asilo?” Non ero ancora arrivato a “and...” che il piccolo mi ha interrotto”Bene, non ho fatto niente” e mi ha fulminato.
Allora ho ripreso:
“C’era il Niccolò?”
“Si!”
“C’era la Valeria?”
“No! E’ andata a Milano” ha risposto a vanvera.
Ho iniziato quindi ad inventare nomi di bambini:
“E il Michelino c’era?”
“Ma chi è Michelino?” risponde spazientito chinando il capo e mostrandomi occhi feroci.
“Il tuo compagno...”
“Io non ho amici che si chiama Michelino!” grida brandendo con un pugno sopra il capo un immaginaria bottiglia d’acqua con cui colpirmi.
“E Alessandro c’era?”
“Si!” dice lui calmandosi.
“E Giovannino?”
“Io non ho amici che si chiama Giovannino! Ma dai.....” Urla di nuovo imbufalito...


Stamattina, rientrando da una pedalata mattutina, l’ho trovato in pigiama che mi aspettava:
“Ciao papone!”” ha urlato le braccia al cielo.
“Ciao topo!” ho risposto con pari entusiasmo.
“Ascolta papi!”
“Dimmi.”
“Dobbiamo comprare la piscinetta per il Fede!”
“Fede?” faccio io. “E chi è ‘sto Fede?”
“Non cominciare!” Urla lui con gli occhietti ridotti a fessure ed il corpicino teso come un baccalà!”
“Mamma!” Urla correndo i bagno dalla Susy.

“Cominciamo! Mamy,il papà comincia!”

A quel punto, ormai il piccolo era in un crescendo rossiniano di tensione, non ho potuto far altro che giocare il jolly: “Allora, chi vuole aiutarmi a tirare fuori la Corolla dal box e a portarla su per il rampone?”
“Io!”” ha urlato virando dal furioso all’entusiasta e facendo scattare il braccino verso il cielo.
Tutto si è ricomposto...

Guglielmo

martedì, giugno 20, 2006

Se lo sa mio nipote Davide...

Usi e costumi (invero strani)

Ma tu guarda, certa gente è proprio sensibile...

venerdì, giugno 16, 2006

La guida galattica

Stasera corro alla Feltrinelli. Un simile passaggio merita la lettura di tutto il prestigios Tomo!


-Come ti senti? – gli chiese.
-Come un' accademia militare alla cerimonia del congedo dei cadetti promossi – disse Arthur - Sento dei pezzetti di me stesso che continuano a venire congedati.
Ford lo fissò alla cieca, nel buio.
- Se ti chiedessi dove diavolo siamo – disse Arthur con voce fioca – potrei poi pentirmene? –
Ford si alzò. – Siamo in salvo – disse.
- Oh. Bene! – disse Arthur.
- Siamo in una piccola cambusa – disse Ford – in una delle astronavi della Flotta Costruzioni Stradali Vogon. –
- Ah!- disse Arthur. – Questo è un modo di usare lìespressione "In salvo" che ancora non conoscevo.

Da "Guida galattica per autostoppisti

Guillaume

giovedì, giugno 15, 2006

VENDETTA TREMENDA VENDETTA

“Una delle cose che Ford Prefect aveva sempre trovato difficile comprendere a proposito degli umani, era che questi avevano il vizio di affermare e ripetere cosa assolutamente ovvie, come risultava evidente da frasi quali:”Che bella giornata! o Come sei alto! o Oddio, mi sembra che che tu sia caduto in un pozzo profondo nove metri: ti sei fatto male?”
In un primo tempo Ford si era fatto una sua teoria per spiegare questo strano comportamento. Aveva pensato che le bocche degli esseri umani dovessero continuamente esercitarsi a parlare per evitare di rimanere inceppate. Dopo aver osservato e riflettuto alcuni mesi, Ford aveva abbandonato questa teoria per un’altra. Aveva pensato che se gli esseri umani non si esercitavano in continuazione ad aprire e chiudere la bocca, corressero il rischio di cominciare a far lavorare il cervello [...]”.
“Guida galattica per autostoppisti”

Hasta, siempre...

Durante la nostra piovosa vacanza in Toscana ho avuto modo di conoscere un ragazzo argentino. Di genitori italiani Juan Pablo (detto Bunpablo dal prof) si trova in Italia per un periodo di circa tre mesi come animatore.

Qualche sera ha cenato al tavolo con noi e ne ho approfittato per parlare del suo paese e del sud america in genere.

Tra un “Bueno” e l’altro Juan Pablo,(28 anni) mi ha parlato dei generali, di Diego Armando, delle Malvinas , di Fidel, del Che, del default, della polizia corrotta, della carne argentina, della storia del Tango, del calcio....

Juan Pablo mi ha parlato dei minori rinchiusi nelle carceri con cui lui, professore di educazione fisica, fa volontariato quando può.

La sua capacità di comunicare mi ha regalato un piccolo viaggio in Argentina e la curiosità per quel paese.

Quando siamo partiti ho comprato qualche scheda per chiamare l’Argentina con il cellulare.

La sera prima, dopo lo spettacolo dell’animazione, la Susy ed io ci siamo avvicinati per salutarlo.

Quando ha visto il piccolo pensiero per lui si è commosso.

“Il mio cuore està pieno di gioia” ha detto nel suo buffo italiano.

Poi mi ha abbracciato e, a qual punto, qualche lacrima è scesa anche a me.

Averlo conosciuto mi ha fatto riflettere. Sul nostro cammino, quando siamo fortunati, capitano a volte personaggi così. Persone che, se abitassero vicino a noi, diventerebbero grandi amici con cui condividere avventure e sogni. Dobbiamo però accontentarci di fare tesoro delle poche ore trascorse insieme, lasciando germogliare i semi che sono stati gettati nel nostro cuore.

Ciao Juan Pablo

Hasta la victoria, siempre!

Guillermo

gran serata

gran serata ieri!
insieme al maresciallo ed al connestabile abbiamo girovagato per la mondadori alla ricerca di libri che ci accompagnassero lungo quest'estate afosa.
Al di là del fatto che i due non sanno come si approccia una libreria (e che diamine, salti a destra e manca senza senso), è stato showtime!
il connie tirava su libri a caso, citava opere minori dell'autore che reggeva in mano, decantando pezzi a memoria. tutto inventato.
il maresciallo, oltre ad importunare con il suo vocione i presenti, dispensava perle di saggezza: prendi questo, gridava brandendo un libro delle edizioni ES, dovete assolutamente leggere quest'altro, mostrando la raccolta di topolino.
io, dopo aver consigliato un giovine adepto mac nella scelta dell'alimentatore corretto, mi rifugiavo nel settore dei classici.
 
Peccato solo che alle 22, il maresciallo con la scusa di essere stanco si accomiatava, proprio mentre la serata entrava nel vivo.
E la cosa più triste è stato vederlo far finta di andare a casa per poi raggiungere altri amici (loro sì, amici veri) in una birreria...
 
tec

un capolavoro

Siete oramai abituati alle mie segnalazioni: rare sì, ma come rari sono i piccoli capolavori che riesco a scovare in libreira.
Ebbene, di recente mi sono imbattuto in un capolavoro di leggerezza e spasso: "Guida galattica per gli autostoppisti".
è un volume di culto, che scopro solo ora, ma denso di citazioni e rimandi, pieno di invenzioni colpi di scena, e personaggi divertenti. l'ironia non è però fine a se stessa, anzi, sengue una logica, un filo che si dipana per tutto il racconto e finisce per far scoprire piccole verità importanti.
Il tutto come in un film, (ed infatti così è stato, dal libro, è stato tratto un filmone).
Insomma vale la spesa: per non annoiarsi, per pensare, per scoprire che si possono trovare mille rimandi colti anche in un romanzo all'apparenza "facile".

 

Solo chi non conosce Adams si puo' sorpendere di trovare nel suo non sense il senso della vita. Alcune battute sono fulminanti.

 

Spesso cerchiamo la verità in libri colti. Ci affanniamo su pagine eccessivamente pastose pensando che siano altrettanto gravide di sapere dimenticando la grande lezione di Calvino: è nella leggerezza che troviamo le risposte.

Mordecai sta tornando...

martedì, giugno 13, 2006

A Frà, svecchiati!!!

Fracanappa,
per la miseria... quel cut&paste risale ai tempi in cui Internet si chiamava Arpanet!
facci una cortesia, copia roba NUOVA!!!
tec

A Fra', che te serve?

Mi stavo recando in segreteria per ritirare i ticket di maggio quando, dalla guardiola, la signora che custodisce la struttura mi ha chiamato a se.

“Hai idea di chi sia questo pacco?” ha detto indicando un grosso scatolone ingabbiato nel nylon.
Mettendo a frutto l’anno trascorso nell’Arma ho gettato uno sguardo all’indirizzo incollato sullo scatolone. L’indirizzo non riportava il destinatario ma solo il nome dell’azienda per cui lavoro.

All’interno della struttura ci saranno circa 300 persone e comprendere a chi fosse destinato il plico era un impresa. A questo punto, su iniziativa della segretaria sopraggiunta sul luogo del disastro, si è deciso di forzare i sigilli per vedere cosa il pacco contenesse.

In mezzo ai cuscinetti di plastica usa getta, coperto da depliant di cucina, è comparsa una scatola colorata. La foto sulla confezione non dava adito a dubbi: una ragazzetta con sguardo lussurioso teneva di frante alla bocca una lanuginosa massa rosa.

Si trattava, senza ombra di dubbio, di una macchinetta per fare lo zucchero filato.

A questo punto, frugando nella scatola, è comparso anche il destinatario.

Mi sono dunque fatto carico del voluminoso plico e sono rientrato nella sala in cui lavoro.

Dopo aver verificato l’assenza di superiori ho urlato: “Fracanappa, è arrivata la macchina per la fare lo zucchero filato...”

Non ha gradito...

Guglielmo

Per la gioia di Tec un “cut & past”

Qesto brano è la traduzione di un estratto dAl libro: “Disorder in the Court”, che raccoglie stralci di dibattimenti e interrogatori raccolti dai reporter nei tribunali americani.
Legenda
A: avvocato
T: testimone

Interrogatorio col dottoreA: Dottore, quante autopsie ha fatto su persone decedute?T: Tutte le autopsie che ho fatto erano su persone morte.
A: Si ricorda a che ora ha cominciato l'autopsia?T: Verso le 8:30 del mattino.A: E il signor Dennington era già morto in quel momento?T: No, stava seduto sul tavolo e si chiedeva come mai io gli stessi facendo un'autopsia...
(qui l'avvocato fa finta di non sentire la risposta... ma...)
A: Dottore, prima di cominciare con l'autopsia, ha provato il polso?T: No.A: Ha misurato la pressione sanguigna?T: No.A: Si è assicurato che il paziente non respirasse?T: No.
A: E' possibile allora che il paziente fosse ancora vivo mentre lei faceva l'autopsia?T: No.A: E come fa ad esserne così sicuro dottore?T: Perché il suo cervello stava in un vaso sopra il mio tavolo.
A: Poteva il paziente nonostante ciò essere ancora in vita?T: Si, è possibile che fosse ancora in vita e stesse praticando la professione di avvocato da qualche parte ...(questa risposta costò al dottore 3000 dollari di multa per oltraggio alla corte. Li pagò senza battere ciglio, ma con soddisfazione...)

venerdì, giugno 09, 2006

Ed ecco i risultati!

E' un vero e proprio record! Ci uniamo alla soddisfazione del governo tutto per il primo traguardo raggiunto.
Piace inoltre constatare che l'occupazione continua a crescere.
Evviva!

la macchinina

dopo poco meno di due mesi, il bonzetto comincia ad interagire con un tunnel che il padre gli ha regalato.
il tunnel, che per un essere umano adulto ha le fattezze di un arco di 40 cm di lunghezza, per lui è il traforo del monte bianco.
quando glielo presi, ci rimasi male perchè pur avendolo adagiato con tutte le accortezze del caso, il compagno bonzetto non accennava ad alcun interesse (cosa che invece per l'iMac G5 del papà non è mai accaduto....).
da ieri invece, pare avere un certo interesse per una cosa appesa al suddetto tunnel che assomiglia lontanamente ad una autovettura, che se opportunamente schiacciata emette un rumore noiosissimo...
il piccolo dimostra di avere tratti caratteriali del padre: non essendo in grado per il momento di coordinare le braccia, fa una fatica boia a cercare di afferrare la macchinina. ci prova, riprova, emette gridolini, sorride. poi si incazza.
come me.
tec

giovedì, giugno 08, 2006

Finalmente! Poi tocca a quell'altro

Mi pare una buona notizia

lunedì, giugno 05, 2006

Sport

Come ogni blog mi sembra giusto dare un po' di spazio alla chiacchera da bar.
Tralasciamo il calcio di cui si sente dire di ogni nefandezza (già odio quelli che tra poche settimane scriveranno lunghi e noiosi articoli per sviolinare il giuoco delle squadre africane..)
Vorrei porre l'attenzione su questa notizia che mi ha lasciato un po' perplesso, soprattutto dopo aver visto il video, ma come Gibo ti rimangi tutto?fai un po' la figura del cretino...Tec tu che sei dell'ambiente, come commenti? è peggio di Moggi..dico io il giorno dopo la gara faceva lo sbruffone davanti alla tv e oggi abbassa le orecchie è da la colpa alla vis agonistica..mah.
In mezzo a queste bassezze sportive sono sempre più affezionato al motoGp. Ho seguito dal vivo il Mugello, una gara da registrare...negli ultimi giri è successo di tutto Capirossi in rimonta ha raggiunto Valentino davanti sin dall'inizio e i due non hanno fatto calcoli di nessun tipo, erano lì e si divertivano come matti, si passavano in punti "pericolosi", si sfioravano in piega, han fatto spettacolo insomma.
Alla fine della gara il gesto più bello: un abbraccio..
non potrebbe essere sempre così?
p.s l'inter ha preso grosso...

venerdì, giugno 02, 2006

capisci d'internett?!?

Quando guardo chi e come finisce su questo blog mi stupisco del grado di alfabetizzazione informatica in Italia.
Va bene che il motore di google è "intelligente", ma che bisogno c'è di digitare:
"a meda dove festeggiare il compleanno bambino"?
Per non parlare di chi cerca versioni divx di da vinci code: su un blog?!? Eppoi, qualora uno di noi fosse a conoscenza di una versione comodamente adagiata su di un webserver, lo si sbandiera così ai quattro venti?
O per tralasciare chi cerca "culi brasiliani animati"... mmmmh, cosa sono, gif animate di sederi brasiliani? E poi, benedetto navigatore, metti il genere! Che magari ti capita il sedere di un brasiliano!!!
Poi c'è quello che ha bisogno di sapere "come dire ad una ragazza che la ami". La risposta sta nella domanda: DIGLIELO! E che diamine, sti giovini...
Per finire con quello che cerca "come scrivere una lettera per far riparare un danno da infiltrazione". Beh, da sinistra a destra, dall'alto al basso, in italiano e possibilmente con bella grafia! Oppure, prendi dei giornali vecchi, ritaglia le lettere o le parole e fai una bella lettera minatoria.
tec

So hoist up the john bs sail

Stasera, pensando che i milanesi fossero tutti al mare, ho deciso di andare a far la spesa con il comunista (che sarebbe Matteo, visto che tiene sempre il pugno chiuso) e il suo amico fassino (che è un peluche piccolo, magro, giallo e triste).
quelli che non erano in giro erano all'slunga: un carnaio.
matteo ha pianto fino alla seconda corsia, i suoi occhi dicevano: pà, c'è internet.. perchè dobbiamo andarci noi uomini? ..Che ci vuoi fare, piccolo

Poi è stato un trionfo. Massaie che ci lasciavano il passo, donnine che lo guardavano e dicevano "che bambolotto", "che bello", "quanto tempo ha?"...
E io che gongolavo che nemmeno patrick di striscia.

Ora dorme, il compagno Matteo... è bastato che gli cantassi la discografia dei Beach Boys...
"Sheriff john stone
Why dont you leave me alone, yeah yeah
Well I feel so broke up I wanna go home"...
tec
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