domenica, aprile 30, 2006

...pensa a me...

Quella notte, nemmeno a dirlo, non dormii. E non perché attanagliato dal dubbio ma semplicemente poiché tutto l’equipaggiamento per il torneo era da verificare ed approntare al meglio. I dubbi giunsero all’alba. La luce, sorgente dalla spume del mare, si irradiava senza incontrare ostacoli. Lungo la costa, sbuffi di nebbia, si spostavano pigramente verso l’interno. Alcune nubi, ora distanti, minacciavano lo svolgimento del torneo. La pioggia, come ben saprete, era nemica delle armature e delle prezioso cotte. Mentre passeggiavo con il mio destriero da battaglia e gli sussurravo parole capaci di risvegliare in lui la voglia di vittoria infilai le mani, per ripararle dal freddo, nelle tasche della pesante mantello che indossavo. La sinistra incontrò, nel fondo della tasca, il candido broccato che poche sere prima, ma ormai pareva un’eternità, avevo sciolto dai capelli di Eleonora. Ripensai a ciò che lei mi aveva detto in quella sera ed un dubbio, sottile ed insidioso come la nebbia che avanzava sulla compagna, si palesò ai miei occhi: Eleonora, essendo vicinissima alla Corte, doveva già sapere, quando mi invio Aude, che si sarebbe tenuto quel formidabile torneo nei pressi di Caen. Mi aveva dunque chiesto di perdere non un torneo qualunque ma proprio quel torneo. Per di piu’aveva scommesso con il Re un Ducato, e forse il suo futuro, su un duello singolo tra due cavalieri. Avrebbe potuto evitare di scegliere me e rivolgersi ad un altro cavaliere o, piu’ semplicemente, invece che chiedermi di pensare a lei, avrebbe potuto semplicemente dispensarmi dal giuramento che avevo fatto ad Aude. Ma le donne, incluse le Regine, non rispondono mai alle nostre domande piu’ semplici…

Mi stavo perdendo…il cavallo continuava a condurmi di qua e di la lungo i boschetti normanni. Il campo del torneo iniziava ad animarsi e piu’ il sole saliva più io sprofondavo nell’incertezza: a quale promessa avrei dovuto tener fede, a quella fatta alla Regina o quella fatta ad Eleonora? O piu’ semplicemente, Eleonora, mi aveva di proposito infilato in quel dilemma o semplicemente non se ne era resa conto? E ancora, pur arrivando a capire cosa voleva la donna non era meglio decidere in favore della Regina? Perdere il Ducato di Guienna significava perdere buona parte del potere e delle ricchezze che al momento le permettevano di tener testa al marito. La guerra per la successione ad Enrico e per il controllo dei possedimenti di Eleonora in Francia era arrivata al segno di non escludere persino l’assassinio…

La fedeltà, a quei tempi, era questione piuttosto complessa. La fedeltà era data agli amici piu’ intimi, agli uomini a cui si doveva omaggio per qualche terra o incarico e al Re. Ed anche qui, spesso, non ad un solo Re. Alcuni erano vassalli del Re di Francia per alcune terre e vassalli del Re d’Inghilterra per altre. Se alcuni degli uomini a cui si era legati da vincoli di fedeltà, parentela o omaggio entravano in conflitto spesso un cavaliere si trovava costretto a dover scegliere. Certo, ben conoscendo il meccanismo, nessuno avrebbe mai rinfacciato di aver, per cosi dire, tradito un legame piu’ debole in favore di uno piu’ forte. Ma spesso, di fronte a due uomini cui si era legati da ugual omaggio che si trovavano in conflitto, era necessario scegliere. Io, sempre, scelsi, di fronte a queste situazioni, di restar neutrale. Nessuno, passata la buriana, mi avrebbe potuto accusare di aver, mancato ad un giuramento. Ma questa volta, di fronte a due giuramenti opposti fatti alla stessa donna, in veste di donna e Regina, non sapevo che fare. Restare inattivo non era la risposta….


Gli araldi iniziarono a richiamare i cavalieri al campo di battaglia. I cavalieri esperti, i baroni ed i duchi erano soliti entrare nel vivo della battaglia quando il sole era già alto. Le prime schermaglie erano in genere affidate ai baccellieri che duellavano amabilmente nei pressi delle grandi tavolate dove gli altri si rifocillavano. Spesso accadeva che i combattimenti mattutini finivano con l’infrangersi sulle tavolate dei cavalieri e questi, rabbiosi, si gettavano nella mischia per vendicare l’interruzione delle libagioni. Quella mattina non accadde. Verso le 12 il grosso delle squadre entro in battaglia. Per tutto il campo si udiva il cozzo delle corazze e delle armi. Con i miei feci parecchi prigionieri e catturai parecchi splendidi cavalli che mettemmo subito al sicuro. Alcuni francesi, rientrati in gioco con altre armi e cavalcature, furono addirittura riscattati piu’ volte.

E quando facevo la mia apparizione in qualche mischia furibonda i mie lanciavano il mio urlo moltiplicando sforzi e risultati: “Ca, Dieu aide le Marechal!”

Si caricava lancia in resta, urtando, spronando e menando fendenti tremendi ma poi , solo con disciplina ed autocontrollo, avanzando tutti insieme, si potevano raccogliere i frutti degli temerari slanci. La vittoria fu splendente.

Finito lo scontro si sarebbe gareggiato tutta la notte in cortesia e saggezza di parole mentre gli araldi redigevano albo d’oro. Ma prima di gustare il frutto della vittoria dovevo ancora mantenere fede ad un giuramento.

Ad un cenno del Re, io e il signore di Lusignago, che spesso avevo battuto in Torneo, fummo chiamati alla palizzata. Era uno scontro a due. Ci saremmo lanciati l’uno contro l’altro ed avrebbe vinto chi, dopo aver scaraventato l’altro al suolo, sarebbe rimasto in sella.

Sulla piana dello scontro si fece silenzio. Il pubblico, che mai prima di allora, era stato cosi numeroso ( e mai, nei successivi tornei ne ricordai uno cosi…) lasciava scorrere lo sguardo dal palco del Re a noi. Di bocca in bocca era passata voce della tremenda scommessa fatta dal Re e dalla Regina e tutti aspettavano solo di veder uno dei due scornato.

Ci sistemammo sul fondo della palizzata che avrebbe protetto le cavalcature ed i impedito di scontrarci.

Il mio cavallo iniziò a trotterellare verso l’avversario.

“Aveva semplicemente chiesto a me di scegliere cosa fosse meglio fare? Salvare il Ducato e perdere me?”

Misi la lancia nella resta ed abbassai la celata. Sulla punta della lancia, ancora muovendosi lieve nel vento, stava il drappo cremisi donatomi dalla Regina.

“Forse voleva che, perdendo, rendessi omaggio alla donna…. ma cosi facendo avrei rovinato la Regina prima, e la donna stessa poi…”

Il signore di Lusignago mise lancia in resta ed abbassò la celata…

“…dovevo solo vincere. Perdere Eleonora e diventare uno degli uomini piu’ ricchi e potenti di Francia pur scontentando il mio Re.”

Aumentai l’andatura e lasciai vagare lo sguardo verso terra. La gualdrappa rossa e dorata del mio cavallo scintillava sull’erba smeraldo e la terra grassa ondeggiando al ritmo del galoppo che cresceva in potenza. Alzai lo sguardo verso l’avversario. Era, come di consueto per lui, troppo vicino alla palizzata. Individuai il punto tra scudo e la sella dove avrei infilato la lancia. Bastava avvicinarsi ancora. A pochi metri, con una lieve pressione delle ginocchia, avrei lasciato che il mio cavallo rallentasse (tutti i calcoli del Lusignago si sarebbero cosi infranti poco prima della sua corazza) e scartasse verso l’esterno in maniera quasi impercettibile ma, a sufficienza, per lasciare che la sua lancia scivolasse sulla mia spalla sinistra e che la mia si infrangesse sul suo petto. Non gli avrei fatto troppo male, avrei mirato sulla parte piu’ robusta della corazza.

Ora il galoppo era un rombo che si confondeva con quello del cielo. Di li a poco avrebbe piovuto.

Andate ad accrescere la vostra leggenda…perché questo, di voi, resterà…

Vorrei che esistessero davvero i cavalieri capaci di sublimi e disinteressati gesti

Cosa sapete delle segrete pene di non poter rendervi pubblico omaggio quando trionfo?

…temo,anzi ne sono certa, di veder svanire l’ultima illusione…

Con una lieve pressione delle ginocchia rallentai lievemente il furioso galoppo. Dal petto trassi il broccato candido che avevo sottratto ad Elenora quell’ultima notte e lo srinsi forte nel pugno guantato di ferro, feci scartare il cavallo verso l’interno e pensai, come mi aveva chiesto, a lei…

L’impatto fu tremendo. Tutto, per un istante, rimase sospeso. Nel silenzio di piombo calato sulle mie orecchie distinsi il rumore della corazza che si frantumava, del mio petto che gemeva e della lancia avversa che si spezzava come un albero colpito da un fulmine.

Caddi al suolo restando senza respiro. Vidi la gualdrappa nera del Lusignago sventolare sotto un cielo uniforme. Nella mano il broccato di Eleonora ed in bocca il sapore ferroso del sangue. Prima poche e poi una grandine di gocce batterono sulla mia corazza. Chiusi gli occhi….

“Domani nella battaglia pensa a me….”


Guglielmo

sabato, aprile 29, 2006

trovarsi nel 1800 senza rendersene conto

Per chi ha ancora le orecchie buone, il discorso di fausto "josef" bertinotti deve aver fatto l'effetto di una macchina del tempo.
tutto ad un tratto, un proliferare di operaie e operai, classi sociali, statalismo da quinto direttorio...
insomma, già l'idea di avere due ex sindacalisti come presidenti di camera e senato, mi fa venire l'orticaria (a che titolo un sindacalista va a dire all'imprenditore o al management di un'azienda cosa fare? io, negli alumni della mia business school non ho visto un sindacalista che fosse uno).
poi, se il tovarish fausto mi cita calamandrei (calamandrei!!!) e parla di montagne e partigiani... beh, io tiro fuori le mie canzoni della X Mas e penso ai Caduti che difesero i confini orientali contro gli amici, anzi, i compagni di Fausto.
che giornata infausta.
tec

venerdì, aprile 28, 2006

carabinieri

l'Arma non è come la vediamo su canale 5 con la marcuzzi.
ho da poco parlato con un mio carissimo amico che è sottoufficiale dell'Arma. è uno di quelli che vive sul campo, che lavorava anche venti ore al giorno. uno di quelli che passano sopra a tutto per l'Arma: famiglia, amici, affetti, salute...
poi a furia di tirare la corda, questa immancabilmente si spezza. e a 35 anni ti ritrovi sdraiato su un tavolo a farti mettere a posto le coronarie.
ma la forza che ha dentro lo ha rimesso in sesto: il cardiochirurgo che l'ha operato dice che è tornato meglio di prima, senza alcun residuo dell'infarto che lo ha colpito. e ora il mio amico spera che i medici militari lo riammettano in servizio. come prima, in servizio attivo. nella sua stazione.
e mi raccontava di come quanti del suo stesso grado abbiamo avuto lo stesso problema: il problema di una pressione che hai addosso 24ore 7giorni la settimana. riconoscimenti nulli, riflettori puntati. al minimo errore involontario, si possono ritrovare in mezzo alla strada e tutto perchè fa notizia un Carabiniere che sbaglia.
non ci sono solo quelli che vanno a nassiryia, e che diventano eroi. ci sono anche i Carabinieri come lui, che lavorano nell'ombra, che non si sentono dire grazie.
io spero che torni in servizio attivo. perchè se lo merita, alla grande, e perchè con gente come lui mi sento più sicuro.
tec

Indimenticabile...

Chi ispira Berlusconi: «Prodi è il nulla, un uomo di estrema sinistra. Montezemolo è un arcaico reazionario. D’Alema scappa davanti al terrorismo. E Bassanini... Bassanini è sordido, è un Dracula, un elemento chimico negativo, uno stronzo». Gianni Baget Bozzo, tra le ovazioni, al congresso di Forza Italia, 29 maggio.

giovedì, aprile 27, 2006

solo il silenzio

Mi sembra doveroso esprimere un pensiero sui fatti di sangue avvenuti stamattina.
Solo rispetto e cordoglio per quelle persone che, tutti i giorni silenziosamente, perdono la vita costruendo con le loro mani la Libertà e la democrazia.

gughi...

io penso che non mi vergognerò. mentre tu puoi cominciare a scavare una buca ove riporre la tua testa...
dai un occhio qui. Se vuoi ti presto il libro "il fascio, la svastica e la mezzaluna", è storicamente provato che il gran muftì di gerusalemme collaborò coi nazisti per la soluzione finale, tanto da avere il grado di colonnello delle SS. Ah, lo sai che era lo zio di arafat?
Se poi vuoi continuare a credere a winnie the pooh...
Così come, caro il mio bel faziosetto, è storicamente provato che i partigiani rossi non volevano certo uno stato libero. tanto è vero che praticamente nessuno restituì le armi alla fine delle ostilità, ma le tennero ben riposte e oliate nelle case del "poppppolo" pronte per la rivoluzione proletaria.
su, abbandona canfora, bocca e scalfari e leggi qualche libro di Storia!
tec

x archie's wife: ci sono, ci sono...

E' che non posso più andare sul conciliabolo dall'ufficio. e a casa sono, come dire..., in altre faccende affaccendato.
però vi leggo e potrei postare con questo metodo (cioè mandando una mail).
Avrei da scrivere su Bertinotti, su Prodi e la sua bella uscita del 24 aprile e la festa delle liberazione, su caruso e il diritto a fischiare (posso anche fischiare chi sostiene che i partigiani erano 230.000? che è una balla colossale. o posso fischiare chi sostiene che i partigiani rossi ci hanno liberato per amore della libertà? mentre volevano un bel regime comunista liberticida), su chi ha bruciato le bandiere di Israele e se vedete le foto c'erano solo arabi? che poi sono i nipoti di quei palestinesi che alleati dei tedeschi davano loro una mano nei campi di concentramento? (by the way, difficile ricordarlo? era difficile o complicato dirlo ieri sera a porta a porta?). o un post sui nostri Caduti in Iraq.
O, passando a cose leggere, un bel post sul mac book pro da 17"...
O un bel post sugli effetti del nopron su un lattante di 15 giorni...
 
ci sono e vi leggo...
tanto vi basti, as for now.
Tec

Comunicazione interna

BUON COMPLEANNO!

mercoledì, aprile 26, 2006

Le mappe di Google sul cellulare

Per chi ha un cellulare con Java installato (ormai quasi tutti...) suggerisco di provare ad installare gratuitamente il software di Google che permette di avere le mappe e percorsi di tutto il mondo gratis (si paga la connessione per scaricare le mappe)

L'indirizzo e' il seguente

www.google.com/gmm

assolutamente da provare

Da Vinci Code - Day 10

Nessuno che si cimenta? Io sono al giorno 10, in pari con le . :-)

Quasi quasi ci speravo...

Vergogna...

A volte ritornano...

Appena ricevuta la notizia che il buon Sly, dopo Rocky IV, andra' a fare pure Rambo IV.

http://www.avmagazine.it/news/cinema/858.html

Pare proprio che la profezia di Rocky XXXVIII in "l'Aereo piu' pazzo del mondo 2" si possa avverare! :-)

martedì, aprile 25, 2006

Che Paese...

Vergognosa la contesa tra Bertinotti e D’alema sulla presidenza della Camera. Mi chiedo se le preparino a tavolino queste sceneggiate o le improvvisino. L’ennesima conferma che la sinistra non impara mai.

Ieri sera è ripreso Report su RaiTre. Si parlava del finanziamento ai quotidiani da parte dello stato. Tra i vari quotidiano che approfittano (il termine giusto…) della torta (circa 600 milioni annui) c’era (Oltre a Libero, Unità e via dicendo…) pure l’inestimabile “Il Foglio”.

Il direttore, intervistato, ammetteva che un piccolo trucco, perfettamente legale, (basta che due deputati dichiarino che il giornale è organo di un movimento) per incassare la sovvenzione. Poi precisava che buona parte del finanziamento al quotidiano proveniva da contratti “di favore” (mi pare abbia proprio definiti cosi…) della Mondatori ovvero di Super Silvio.

Ma come?

Tec, qualche settimana fa, aveva difeso la piena autonomia del Foglio asserendo per di piu’ che tutti suoi giornalisti votavano per la Rosa nel pugno…di recente si è scoperto pure che la maggior parte dei giornalisti vota per Forza Italia…

Mah….

Sono poi sorpreso dalla proposta di Andreotti al Senato. Malgrado tutte le traversie e le ombre che si addensano da anni su quest’uomo ancora c’è chi lo tira in ballo per la seconda carica istituzionale delle Repubblica e lui, giulivo, gioca all’arzillo vecchietto…


Che paese….

Guglielmo

lunedì, aprile 24, 2006

E ora, GOVERNIAMO!!!

E infatti, la prima idea di Bertinotti è di "snellire" Mediaset...
cacchio che genio... e io che pensavo che i problemi dell'Italia fossero ben altri.
Bravo Fausto!
Sempre proiettato al futuro!!!
Ma va a lavorare, sindacalista!!!!!!!!!
tec

sabato, aprile 22, 2006

Domani nella battaglia...

Il giorno precedente il Torneo, che avevo comunque deciso di perdere, l’intera squadra di Enrico il Giovane fu invitata a corte. Ci recammo dunque a rendere omaggio al nostro Re ed a ricevere i giusti incitamenti per il confronto imminente. I tornei, all’epoca, non erano semplici giochi. Erano vere e proprie battaglie dove casate e Re si sfidavano nell’unico gioco che conoscevano: la guerra. In un tornei come quello era facile perdere la vita e la fortuna cosi come era altrettanto facile ingraziarsi i favori dei potenti. Per ciò che mi riguarda, nei tornei della mia gioventù, finita il confronto sul campo, ottenuti i riscatti dei cavalieri fatti prigionieri, ero un uomo ricco. Quando mi coricavo, a notte inoltrata, dopo aver pagato bevute, i debiti con maniscalchi, cerusici ed armieri ed gareggiato in liberalità con i miei compagni, ero piu’ povero dell’ultima alba che avevo visto e mi svegliva prestissimo per poter sfuggire ai creditori giunti troppo tardi.

Un cavaliere viveva nelle tensione del denaro. Se era necessario avere la borsa ben provvista per ben bruciare denaro in atti di liberalità ed amicizia accrescendo così la rinomanza acquisita in battaglia era ugualmente necessario, quasi un obbligo, disprezzare il denaro e tutte le forme di adorazione ed accumulazione che la borghesia gli dedicava. Sarebbe stata una vergogna, per un cavaliere, prestare ad interesse ad un compagno imprevidente in difficoltà o peggio cercare alleanze ungendo con la moneta. Sarebbe stato come nascondersi dietro steccato per non combattere. Ma erano quelli gli anni del massimo fulgore della cavalleria. Di li a poco anche i Re sarebbero diventati schiavi della moneta imparandone le potenzialità dai commercianti e dai banchieri. Di li a poco, la vergogna di restare dietro lo steccato, si sarebbe trasformata in astuzia…

Giungemmo di fronte al Re e, sotto la cotta che indossavo, il cuore iniziò a tumultuare quando mi avvidi che, al fianco di Enrico , stava, fiera ed indomita come di consueto, Eleonora. Il Re fece il suo solito discorso sulla superiorità inglese nel torneare (discorso che sino a pochi anni prima si sarebbe ben guardato dal fare…) ed io, che conoscevo a memoria il pezzo tanto da poterlo interrompere per concludere io stesso, cercavo di intercettare lo sguardo della Regina. Lei, non avevo dubbi, non mi degnava di uno sguardo cercando, in parte riuscendoci, di farmi innervosire. Ma sul più bello il Re si interruppe e mi nominò….
“Guglielmo!” disse Enrico” ha scelto voi….”
“Maestà! “
“Ascoltavate, Guglielmo?”
“Certo maestà, stavate ricordando Hastings…” dissi io con fermezza.
“Questo era il mio ultimo discorso…”disse il Re bonario.
“Stavo dicendo” riprese” che io e la Regina abbiamo deciso di fare una scommessa sul Torneo…Abbiamo deciso di affidare ad uno singolare scontro tra cavalieri, ai margini del torneo di domani, i dritti sul ducato di Guienna. Io ho scelto il Signore di Lusignago, Eleonora invece, a cui ho concesso di scegliere per prima, ha scelto voi…”
Il cuore mi si fermò nel petto. Sulle prime pensai che fosse tutta una montatura di Enrico per smascherare la mia tresca con sua moglie ma, notando che il viso del Re continuava ad essere benevolo, mi tranquillizzai.
“E per incitarvi alla battaglia ho pensato ad un premio anche per voi…concederò la vincitore la mano di Isabella di Clare…”
Isabella di Clare era, al momento, il miglior partito per un cavaliere. Significava possedimenti e rendite tanto da non dover piu’ temere per il futuro e tanto da entrar a far parte della ridotta schiera di uomini vicini al Re. Avrei vinto per la Regina, che avrebbe conservato il ducato di Guienna (ducato che il Re voleva per se ma che lei non aveva mai acconsentito a cedere) ed avrei ottenuto la mano di una donna non solo bella ma anche favolosamente ricca. La Regina, con uno sguardo a dire il vero freddo, mi investì del ruolo di suo campione. Considerai dunque superata la promessa fatta ad Aude. Era consuetudine che una dama, nel nome della quale un cavaliere combatteva, donasse un panno da issare nel momento della battaglia. Prima di ritirarmi omaggia dunque la Regina promettendole il massimo impegno per il giorno seguente. Lei, con un sorriso, lasciò scivolare nelle mie mani un panno cremisi e mi congedò cosi: “Ho scelto voi, Maresciallo, perché certa che servirete la vostra Regina con il massimo della lealtà e della fedeltà…”
Tornai all’accampamento e, poco prima di coricarmi, sistemai il panno che la Regina mi aveva donato. Scivolò a terra un biglietto sottile. Con la calligrafia che tanto amavo vi era scritto: “Domani nella battaglia pensa a me. Tua, Eleonora”…

Guglielmo

Eleonora

Trascorsi tre giorni nell’inattività. Al mattino del terzo giorno giunse nell’accampamento un contadino che chiedeva di me. Lo accolsi nella mia tenda chiedendogli cosa volesse.

“Una dama, mio signore, mi chiede di condurvi, da solo, in un luogo presso il fiume…desidera incontrarvi al riparo…”

Erano tempi oscuri quelli, inganni ed agguati si celavano ovunque. Decisi di seguire il villano e, dopo aver avvisato Giovanni, mio fratello d’armi, presi la spada. Il villano, vedendomi porre al fianco il fodero, si impaurì e dovetti faticar non poco nel convincerlo che non gli avrei torto un capello.

Giunti nel luogo stabilito, dal riparo di un boschetto sorse Aude. Aude era la dama di compagnia piu’ fidata di Eleonora e credo che tra di loro scorresse un sentimento di amicizia sincera.
Era scortata da due soldati della guardia personale di Eleonora che si tenevano a distanza. Mi accolse sorridendo. Diedi qualche moneta al villano e lo congedai.

“Guglielmo, Eleonora vi manda un messaggio…” i messaggi che Eleonora mi inviava, per timore che venissero intercettati, non erano mai scritti. Aude li imparava a memoria e spesso, ne ero certo, aggiungeva al messaggio stesso una sua personale interpretazione che, il piu’ delle volte, sconfinava nell’epico.

Si schiarì la voce e, con sguardo sognante, inizio la sua recita: “Guglielmo Caro, mi avete detto di esser pronto a darmi prova del vostro amore, bene vi chiedo dunque ciò che una Regina non chiederebbe mai ad un cavaliere al suo servizio…Volete mostrami il vostro amore…perdete…perdete il prossimo torneo singolare in cui vi batterete…” il sorriso di Aude, ironico ed dubbioso, era lo stesso, ne ero sicuro, che Eleonora aveva sfoggiato quando era stata certa che Aude avesse ben capito il senso del messaggio.

“Dite ad Eleonora che ubbidirò alla donna che mi chiede questa prova…e spero sappia bene cosa mi chiede…” Aiutai Aude a risalire a cavallo e tornai sui miei passi pensando a quale sarebbe stato il prossimo torneo. Al momento, ne ero sicuro, si trattava di un torneo di infimo ordine che si sarebbe tenuto in Aquitania. Avrei partecipato e , onorevolmente, perso. Non sempre però, il programma dei Tornei di primavera è così chiaro…

La voce, portata di villaggio in villaggio dagli araldi, si era propagato come fiamma in Francia, Fiandra, Borgogna, Poitou, Tourennam, Angiò, Normandia e Bretagna, incendiando i cuori di tutti i cavalieri.

I capo casata con i loro servitori e le loro squadre di cavalieri, i baccellieri in cerca di ingaggio o i semplici cavalieri erranti in cerca di gloria, al richiamo, si erano lentamente avviati, nel cuore della primavera del 1173, verso a Saint-Pierre-sur Dives, nei pressi di Caen,

Quel villaggio nel Ducato di Normadia era, all’improvviso, divenuto il teatro di uno dei piu’ memorabili tornei che la Storia ricordi. Un ampio tratto di campagna era stato di fatto svuotato dai contadini che lo abitavano. Furono recintate le inviolabili lizze dove i cavalieri, durante la battaglia, si sarebbero potuti riposare e rifocillare. Quel particolare tratto normanno, provvisto di innumerevoli boschetti dove i cavalieri avrebbero potuto fuggire o, alla bisogna , tendere agguati e con qualche assembramento di case ineguagliabile per organizzare piccoli capisaldi dove resistere agli urti dei nemici o attendere che gli avversari si sfiancassero in campagna, sembrava creato per torneare.

Da circa 3 anni, cioè da quando ne avevo 25, militavo nell’hotel di Enrico il Giovane. Enrico , Re d’Inghilterra, ma Re insieme a suo padre Enrico II, che l’unica cosa disposto a cedere ai figli era al momento solo il titolo di Re, era il piu’ generoso e liberale signore dedito ai tornei. Aveva lasciato l’Inghilterra, avara di tornei degni di tal nome, da diversi anni con la benedizione del padre che preferiva rifornirlo continuamente di denari piuttosto che vederselo poltrire e tramare al di qua della Manica.

La fama degli inglesi, ben meritata, era di essere ben al di sotto dell’abilità dei Francesi, dei Normanni ed invero di chiunque si definisse cavaliere.

Quando gli inglesi giungevano sul campo di battaglia i cavalieri avversari si spartivano, tra le risate di scherno, le loro bardature piu’ preziose e si contendevano gli ostaggi da conquistare sul campo e per i quali chiedere poi lucrosi riscatti.. Ma questo accadeva prima che io entrassi al servizio di Enrico. In pochi anni la fama degli inglesi fu capovolta ed i migliori cavalieri di ogni nazionalità ambivano a combattere sotto i colori del Plantageneto.

Io ero , per disposizione di Enrico II, mentore e maestro di Enrico il giovane, e proprio io, cadetto senza terra e dalle oscure origini, lo avevo investito, durante una delle numerose crisi con il padre, cavaliere.

I primi gruppi di cavalieri giunsero un paio di giorni prima dell’inizio del torneo. I Baroni si stabilirono a Caen mentre torme di cavalieri si accamparono ne pressi del campo di battaglia. Insieme a loro giunsero gli artigiani, i trafficoni, le prostitute ed i mercanti e, non ultima, l’intera Corte di Enrico II….

Guglielmo

giovedì, aprile 20, 2006

Un uomo, un voto!

Stamattina mi sono svegliato di buon ora. Ho atteso, invano, che Silvio, Claudio e Giulio passassero di casa in casa per verificare i voti espressi alle recenti elezioni per dimostrare, numeri alla mano, che al Monolocale mancano almeno 3/3,5 milioni di voti. L’altro giorno ad una ragazza che conosco ( e di cui conosce le simpatie) ho urlato: “Ue! Hai visto che hanno trovato in una cantna di Roma 2 milioni di schede? Non sono ancora state conteggiate ma pare siano tutte da attribuire a Silvio!”. Lei ha esultato: “E vai che vinciamo noi!”.

Poco dopo l’ho rincontrata “Ue! Sai che ho cercato ma non ho mica trovato l’articolo?”

E’ proprio vero che Silvio fa sognare…

Ultima riflessione: perché non trovano il coraggiosi dire che si tratta di brogli? Perché non danno il nome giusto alle loro insinuazioni?

Gughi

Acqua!

Il Signor Aldo ha circa 80 anni. Da pacifico e sommesso inquilino si è trasformato, negli anni, in rapace condomino. Ha nidificato al secondo piano della casa, primi del ‘900, in cui viviamo. Circa tre di anni fa i suoi polmoni, stanchi di anni di fatiche aggravate dal fumo, divennero carta vetrata nel suo petto costringendo il signor Aldo al ricovero. Io e la Susy, con una piantina del Viridea ed una sciarpa della Benamata, ci recammo a trovarlo. Se a Londra avessero accettato scommesse, lo avrei dato spacciato entro un mese. Tornò a casa piu’ vispo di prima, deciso a riportare ordine e legalità dove non c’era: il mio condominio. Lui è, autonominatosi con un putsch nel 1996, il caposcala. Da lui passano chiavi, lamentele, rimproveri, petizioni e via dicendo. Lui è la Legge.

Appena rientrato dal forzoso esilio il nostro, accostandomi con sospetta mansuetudine, mi chiese, gentilmente, se potevo portargli qualche bottiglia di acqua “Lievissima Allegra appena frizzante”.

Credo che se gli ispettori dell’Onu ne avessero trovato una bottiglia in qualche rifugio di Saddam, la guerra avrebbe trovato la sua “pistola fumante” (ritengo che quella normalmente frizzante non sia mai stata introdotta sul mercato e che l’ideatore si stato giustiziato in qualche postonei pressi della fonte di Vql Tadino).

In un filmato del National Geographic mostravano che un solo bicchiere della suddetta “Allegra” è in grado di far ruttare un rinoceronte di taglia media, mentre in un vecchio libro sulle fabbriche della Renault a Parigi ho letto che con una bottiglia si usava sgrassare i motori delle vetture con piu’ di 96.00 chilometri. Credo che il nostro Signor Aldo sia attuando una sottile forma di vendetta sui suoi polmoni…

In realtà dice che gli è stata suggerita da un medico ma io ritengo che lo abbiano voluto indirizzare l moto, poiché portare al secondo piano senza ascensore del nostro edifico Liberty due casse da 6 bottiglie è impresa che richiede cuori forti e cosce possenti.

Il ruolo di ascensore umano è stato quindi assunto da me che, almeno una volta alla settimana, ho il compito di portare nel locale cucina del nostro le due fatidiche casse. Per una questione di arrotondamenti il totale della spesa vie sempre arrotondato a 5 euro quando, in realtà, si tratterebbe di 5,25…ma il punto non è questo.

Il punto è che, se solo per una volta, salto la consegna o ritardo di un paio di giorni (“Ho anch’io i cazzi miei!” vorrei ululare al nonnino lungo l’androne, (che comodamente potrebbe accogliere uno degli ascensori delle Kuala Tower) quando mi chiede “Gughi…è l’acqua?”) l?aldo mi assedia. Come un rapace aspetta che, al mattino, io apra la blindata, ciabatta verso il corrimano di legno tossendo nervosamente, e mi chiede conto del ritardo. Io devo dunquer, con Riccardo alla mano, correre a precipizio dalla scale in silenzio, aprire il portone Maya dell’ingresso e catapultarmi sulla Corolla. Il vecchietto, lento ma non troppo, si è intanto fiondato all’interno di casa sua per poi scagliarsi alla finestra che da sulla strada (qualche volta mi aspetto che mi lanci qualche oggetto contundente). Da li, con segni degni di un segnalatore della Marina Britannica, mi fa intendere che “Perché non mi hai ancora portato l’acqua?”. Posso sfuggirli solo cantando a tutta forza all’unisono con Ricky il tema di Petr Pan e partendo tra i fumi delle sgommate delle mie Bridgestone.

Stamane è scattato l’allarme siccità. Da mie personali stime, supportate dal sito del Ministero della Salute, ho colacolato che un uomo di corporatura media di piu’ di 80 anni non può bere piu’ di una bottiglia di Levissima al giorno. Poiché al nostro ne consegno circa 12 a settimana, è facile calcolare un surplus (a meno che non lausi pure per usi domestici…) di almeno 2 bottiglie a settimana. Poiché mi sono trasportato in un addetto della Frisia/Sant’antonio (sto studiando di comprarmi un Ape con la ribalta in vetroresina) da circa 3 anni, ritengo che la scorta dell’Aldo si aggiri intorno ai 288 litri. Malgrado ciò, stamattina, mentre mi coordinava nel trasporto di un mobile dal primo piano al quarto, se ne è uscito con lo sguardo di uno che era appena uscito dal deserto algerino è cosi’ mi ha apostrofato: “Guglielmo! La temperatura sta salendo. Mi sta che sto bevendo un po troppo…e ho paura che le riserve ( e qui ha i rivolto le mani aperte verso il basso e, parallelamente al terreno ha mimato la mietitura) stiano calando…solo questa settimana facciamo doppia consegna?”. Ho annuito…

Ma non faccio tutto ciò per affetto al vecchietto e , nemmeno, per sentirmi piu’ buono. Tenendo infatti il rubinetto del caposala nelle mie mani godo, in realtà, della totale immunità. Posso lavare la bici in cortile con l’acqua condominiale, posso lasciare tracce fangose di pneumatici in ingresso e, se qualcosa non va, tipo la ricezione televisiva in questi giorni, posso mettere Big Aldo sulle tracce della responsabile della faccenda sapendo che, il mio vicino, si dedicherà alla vicenda con la massima solerzia…


Guglielmo

AAA - Vendesi...

bambino, maschio, nuovissimo. solo 7 giorni e mezzo.
ideale per nottambuli e per animare le vostre nottate.
piange a ritmo di house music.
grida come un forsennato.
il piccolo è in ottimo stato, e viene dato corredato di tutto: pannolini, cremine, vestitini, carrozzina, lettino e quant'altro.
insomma full optional
tec, che vorrebbe dormire un pochino
ps per chi è dotato del senso dell'umorismo di un frigorifero: STO SCHERZANDO!!!

Da Vinci code Quest on Google!

Il post di Bach sui numeri primi mi suggerisce di lanciare una sfida agli amici del Conciliabolo!

Google e Sony (mossa di marketing legata al lancio del film) hanno aperto un sito con una concorso legato al film "Da Vinci Code".

E' possibile iscriversi al gioco, che sara' poi accessibile dalla propria home page di Google: ogni giorno c'e' una piccola sfida di logica e di conoscenza dei simboli che appaiono nel libro, sfida che porta via solo qualche minuto. I giorni di sfida sono 24 e siamo gia' al terzo!

http://flash.sonypictures.com/movies/davincicodequest/

I partecipanti ad US, UK e AU partecipano anche ad un concorso, ma il gioco e' aperto a tutti.

Io ho gia' risolto gli indovinelli dei primi tre giorni, chi vuol partecipare? :-)

mercoledì, aprile 19, 2006

l'enigma dei numeri primi

Se anche voi siete "appassionati" di matematica e di numeri vi consiglio vivamente "L'enigma dei numeri primi" di Marcus du Sautoy edito da Bur.
Il libro partendo dalla matematica dei tempi dell'antica grecia, passando per l'università di Gottinga e arrivanto a Princeton attraversa la teoria dei numeri primi secondo le varie ipotesi che sono state fatte per spiegare la loro distribuzione e vari teoremi ad essi collegati.
A dispetto dell'argomento Sautoy riesce a descrivere in modo semplice le problematiche facendo anche trasparire gli stati d'animo e le personalità dei matematici che hanno affrontato questo vero e proprio dilemma.
Anche se sembra qualcosa di astratto la teoria dei numeri primi ci tocca più vicino di quanto possiate pensare,tutta la crittografia di internet è fatta attraverso algoritmi basati sui numeri primi (avete presente l'acronimo RSA?).
Si legge velocemente e con gusto, assolutamente da non perdere!

Valore di mercato

Si dice che Moratti voglia vendere l'Inter per 350/400 milioni di Euro.

Due fatti pero':

- la Juve, che ha un bilancio migliore (Inter -118MilEur lo scorso anno, Juve -3), piu' tifosi ed un marchio piu' forte, capitalizza ad oggi 211 milioni di Euro

- Pare sia pendente un versamento di qualche centinaio di milioni di Euro di tasse per il prossimo anno.

Chi si prende la squadra a quella cifra?

L'avventura del cavaliere

Il suo corpo caldo e morbido si accostò al mio. I suoi lunghi capelli castani, resi liquidi dalle lingue di fuoco che si alzavano dal camino, colarono sul mio petto. Poggio il capo nell’incavo del collo. Lungo la scriminatura notai fili grigi come spade. Li carezzai uno ad uno e le dissi che avrei voluto vivere al suo fianco sino a che tutti i suoi capelli non fossero divenuti argentati. Sorrise passandomi l’indice sulla guancia lasciando infine scivolare la mano verso il torace. Con la punta delle dita passò lungo la profonda ed irregolare cicatrice che scavava la mia carne dal petto sino alla spalla.

“Non credo” mi sussurrò” che vivrai tanto a lungo da vedere tutti i mie capelli grigi.”
“Quella ferita, è di tanti anni fa. Di quand’ero giovane baccelliere. Quando, solo, contro cinque sergenti..”
“Erano tre, l’ultima volta che me lo raccontasti…” disse baciandomi dolcemente.
“Erano cinque. Cinque sergenti, bada bene non nobili cavalieri, che picchiavano duro malgrado fosse un torneo secondario. Con un ignobile ferro, di quelli che in Fiandra si usano per abbattere le case dei cittadini, mi strapparono 13 maglie dell’usbergo tentando di disarcionarmi…”
“E non vi riuscirono perché tu ti ancorasti al cavallo con tanta forza che il sergente che maneggiava l’infame ferro fu trascinato a terra…” disse con occhi pieni di ironia.
“Questa di cui tu ridi è la leggenda del Maresciallo. E’ la mia leggenda…” dissi risentito come un bambino.
Scivolò su di me intrecciando le sue gambe alle mie. Mise i suoi occhi scuri nei miei.
“Lo sai quante volte ho sentito raccontare questa storia da mio marito? Lo sai quante volte l’ho sentita narrare dai menestrelli e dai tuoi cantori? Tante da arrivare ad odiarti…”
“Allora mi odi?” chiesi sorridendo.
“Ti amo..”
“A quanti cavalieri lo hai detto?” prima ancora che sulle sue labbra lessi la sua reazione nei suoi occhi. Con una forza insospettabile si sollevò dal mio corpo sollevandosi fiera e ferma in mezzo alla stanza.
“Dimentichi che sono una Regina…la tua Regina” calcò la voce sul “tua” e sul suo volto rimase dipinto un sorrise che ben prestò gelò.
“..e che il favore che godi presso Enrico lo hai conquistato anche tramite me…e forse è solo per questo che tu mi corteggi. E forse con i tuoi compagni, quando sei ubriaco fradicio dopo un torneo, ti vanti delle prodezza che fai non solo per il tuo Re ma anche per la tua Regina… ”il suo volto, a me cosi caro, era una maschera di rabbia.

“Il favore che ho conquistato presso vostro marito e vostro figlio l’ho conquistato sul campo. L’ho conquistato portando sullo scudo i colori del Plantageneto e non corteggiando voi…” mi resi conto che le parlavo come si parla ad una Regina ma lo facevo, e questo per un istante mi fece sorridere, giacendo nudo nel suo letto.

“Esci da questa stanza…”disse rifugiandosi dietro un paravento.

Scivolai fuori dalle lenzuola e mi rivestii. Ferito, non per ciò che lei pensava di me, ma per le intenzioni che mi attribuiva, raccolsi un prezioso broccato che le avevo sciolto dai capelli poche ore prima e mi apprestati ad andarmene. Prima di passare dalla porta segreta che si apriva dietro un arazzo sussurrai:
“Può anche essere che abbia cominciato a corteggiarvi per accrescere i favori che vostro marito nutriva per me ma solo un cieco può far a meno di veder quanto vi ami…e se volete ve lo dimostrerò!”

Scivolò via dal paravento, indossava una candida veste bianca su cui spiccavano i capelli castani e gli occhi neri.“L’amore” rispose “non chiede dimostrazioni…cosa pensate di fare, vincere un torneo per me? Non m’importa…vincetelo per qualche fanciulla che s’illude ancora che esistano matrimoni d’amore. Vincete per qualche dama convinta che in questa società di soldati esista spazio per amare. Trattate ogni donna come merce. Come la chiave per possedimenti di cui è erede o custode. Attendete solo che il vostro Re svenda, seguendo i capricci del momento o i delicati equilibri del potere, una vedova o un’orfana per farvi una vostra posizione tra i pochi uomini che contino qualcosa in questo Regno. Voi…un cadetto…fatto cavaliere in un’infornata unica con…quanti? Quanti sono stati fatti cavalieri con voi? Immagino…una cerimonia sommaria, alla fine della quale vi siete trovato con il vostro braccio, i vostro cuore ed un cavallo a malapena adatto alla battaglia. Andate ora, cavaliere. Andate ad accrescere la vostra leggenda…perché questo, di voi, resterà…”

“Siete ingiusta…a cosa posso aspirare se non a rari solitari istanti con voi? Cosa posso donarvi se non qualche vittoria? Cosa credete conti per me piu’ del sorriso che dipinge il vostro volto quando il nemico è schiantato al suolo da un colpo ben assestato? Cosa sapete delle segrete pene di non poter rendervi pubblico omaggio quando trionfo?”

Scoppiò a ridere e, cercando invano il broccato che avevo trafugato, raccolse i capelli con un nastro cremisi. “Come hai imparato bene…come hai imparato bene alla corte di mio figlio a recitare il ruolo del cavaliere…ma io, Guglielmo, sono una Regina…ho visto tanti cavalieri ed ascoltato tante nobile e graziose sciocchezze che nulla mi impressiona più…questa, caro il mio Campione, è solo politica. Credi che a Corte non si sappia di noi? Credi che anche questo nostro piccolo intrigo non faccia parte di un arazzo piu’ vasto a cui i Baroni e lo stesso Re lavorano giorno e notte? Ogni nostra parola, ogni nostro istante trascorso insieme potrà tornare utile, un domani, ad una qualunque delle fazioni in lotta per il potere…” sembrava che i suoi begli occhi stessero per uscire dalle orbite. Tutta la stanchezza e le preoccupazioni parevano ora raggrumarsi intorno a quegli occhi. In quell’istante non era piu’ la Regina superba capace di zittire chiunque, persino il Re suo marito, ma una semplice donna.

“Eleonora…hai detto bene. Quando mi hanno fatto cavaliere, insieme ad altri 23 miserabili come me, non ho acquisito nulla se non il potere di disporre di me stesso. L’unica cosa che so fare è battermi ed essere fedele. Fedele per quanto lo si possa essere quando si è legati in un gioco di fedeltà cosi complesso…”sorrisi e, fissandola, compresi di avere la sua attenzione “ io non ti corteggio. Mi limito ad amarti…amarti per quanto un cavaliere come me possa amare te. Lo hai detto tu, poco fa…Cosa credi che possa guadagnare da questa storia con te? Posso perdere tutto in un istante…un semplice tuo mutamento d’umore per me significherebbe la rovina…eppure sono qui…hai ascoltato tante false promesse e false parole da non saper riconoscere quelle vere…”

“Vorrei crederti Gughi…”disse avvicinandosi “vorrei credere che esista almeno uno dei cavalieri degli antichi racconti che i raffinati cantori narrano nelle immense sale di fronte ai bracieri fiammeggianti. Vorrei che esistessero davvero i cavalieri capaci di sublimi e disinteressati gesti.
Vorrei credere in quei cavalieri che errano solitari, sino quasi alla vergogna, per tenere fede alla promessa fata ad una dama. Invece è tutta finzione…è tutto in gioco in cui la posta è ben più grande del bacio di una dama o del suo amore…e lo sai anche tu…e non credo, mio bello ed audace cavaliere, che riuscirai a farmi cambiare idea…” si avvicinò ancora. La sua pallida mano carezzò i miei capelli come quelli di un bimbo e mi baciò.”le tue parole sono forse sincere ma le tue intenzioni, che sono le medesime di qualsiasi uomo in grado di guerreggiare che viva in questo Regno, sono in contrasto con queste parole…ora vai Guglielmo… “

La trassi ancora a me con forza. Oppose resistenza ma poi cedette. La baciai ancora con tutta la passione che il suo solo nome destava nel mio cuore “Non comprendi che ti amo?”

“lo so che mi ami “ disse in un sussurro che andava strozzandosi nel pianto “ sono solo una Regina vecchia e sciocca che non crede piu’ a nulla…e temo,anzi ne sono certa, di veder svanire l’ultima illusione…”

La strinsi ancora più forte “Non sei vecchia…” e le sfilai la candida veste…

Ritrovai il mio cavallo dove lo avevo lasciato e, nel cuore gelido della notte, mi diressi verso Caen con il cuore gonfio di nostalgia, per i suoi occhi scuri, l’odore del suo corpo ed il suono squillante della sua risata più sincera di cui solo io, speravo, conoscevo la timidezza…

domenica, aprile 16, 2006

Sembrava tutto buio...

Non sono portato per i compleanni. Dimentico le date anche delle persone care. Tra quelli che dimentico con piu’ facilità c’è quello del Tecnologo. Lui non si offende mai. Finge di credere alle scuse piu’ incredibili ed accetta il il regalo in genere con un paio di mesi di ritardo. Lui sa che questo non significa che non lo pensi o non lo consideri un amico vero e quindi si adatta. Per ovviare al problema, appena ho comprato il cellulare che ora possiedo ho fissato sull’agenda, per prima cosa, la data fatidica. Vedremo…

Non sempre però è andata cosi. Il 27 aprile (è la data giusta?) di qualche anno fa entrai in ufficio di buone umore. Poichè il mio amico Tec era un po depresso e vedeva buio dappertutto, malgrado fosse la sua natività, organizzai un simpatico gioco di società. Distogliendo tutti dalle loro attività ingiunsi di inviare un sms o una mail al mio amico augurandogli “Buon Compleanno”.

L’operazione fu un successo al punto che subito il Tecnologo fu sommerso di messaggi.

Tra i partecipanti vi era quella che all’epoca era la mia “compagna di banco”. Tra tutti i messaggi il Teconolgo scelse, per avviare un scambio di vedute, proprio il suo…

Inutile dire che io, con la mia solita lungimiranza, scoraggiai i due dal proseguire. Credevo infatti che i due fossero troppo diversi (forse lo sono e forse è proprio qui la chiave della riuscita del loro rapporto…) e che, vedendosi per la prima volta, il fuoco dei primi giorni si sarebbe spento…

Di quanto mi sbagliavo?

Direi di parecchio…inutile constatare per l’ennesima volta che la vita è una successione di scelte spesso irreversibili, guidate dal caso e che uno sbatter d’ali di una farfalla produce un uragano a migliaia di miglia di distanza…

Se il nostro piccolo Matteo un domani scoprirà la cura per qualche malattia tremenda, sarà il primo uomo a metter piede su Marte o semplicemente diverrà a sua volta un bravo ragazzo ed un buon padre e marito mi sentirò in parte, anche se minimamente, fiero partecipe.

Auguri Matteo e ricordati sempre che nella vita, quando tutto sembra buio, c’è sempre una scintilla in agguato pronta a far saltare in aria una polveriera…

Con affetto,

Il Maresciallo, che il 27 aprile di qualche anno fa entrò di buon umore in ufficio…

Buona Pasqua

Alle 13:10, Matteo faceva il suo ingresso trionfale nella sua dimora.
Dopo un giro turistico, durante ha gradito moltissimo la sua camera, la cucina, la sala. Ha espresso particolare gradimento per l'imac g5, qualche libro (la collezione di playboy, un testo sulla politica della destra nel dopoguerra, un libro di strategia di druker), le foto di mamma e papà il giorno del loro matrimonio.
Ha indicato infine il gughi come una concausa della sua esistenza, quando, mostrandogli delle email del 2001, gli ho letto la prima email della mamma e la mail di gughi. L'ho capito perchè ha gorgoliato un pochino...

Buona Pasqua, quindi, dal tec, dalla neo-mamma e dal piccolo tecnologhino che dormono uno accanto all'altra.

sabato, aprile 15, 2006

Buona Pasqua!

"All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva". Benedetto XVI

Buona Pasqua a tutti i contributors e ai lettori del conciliabolo!

venerdì, aprile 14, 2006

12 Aprile

A parte la nascita di un tizio che mi è antipatico (a voi scoprire chi), il 12 aprile è nato anche Tom Clancy!!!
tec

fulmine di guerra

stasera reggevo Matteo tra le braccia e mi si è avvicinata una della nursery. Le ho chiesto come dovrebbe tenerlo mia moglie per farlo attaccare al seno, visto che solo oggi ha cominciato a muoversi.
la domanda era più o meno: "se lo tengo così, lo attacca al seno destro o sinistro?"
risposta "suo o di sua moglie?".
scusa, testa di rapanello, da quando posso allattare mio figlio?
Sono solo io o anche altri hanno questa facoltà?

quanto t'ho amato...

e tu mi avessi chiesto: "Come stai?"
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t'avrei risposto "bene, certo sai"
ti parlo però senza fiato
mi perdo nel tuo sguardo colossale,
la stella polare sei tu mi sfiori e ridi no, cosi non vale
non parlo e se non parlo poi sto male

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l'ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
nell'amor le parole non contano conta la musica.

Se tu mi avessi chiesto: "Che si fa?"
se tu mi avessi chiesto dove andiamo
t'avrei risposto dove il vento va
le nuvole fanno un ricamo
mi piove sulla testa un temporale
il cielo nascosto sei tu ma poi svanisce in mezzo alle parole
per questo io non parlo e poi sto male

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
e non lo sai perchè non te l'ho detto mai
anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto e non te lo dirò mai
nell'amor le parole non contano conta la musica.

Quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai
non l'ho mai detto ma un giorno capirai
nell'amor le parole non contano conta la musica

Comunicazione di servizio

Il connestabile è pregato di piantarla di utilizzare le foto di mio figlio per attirare le colleghe nel suo ufficio e sedurle.
o al limite, riconosca al padre del suddetto figlio quantomeno lo ius primae noctis.
grazie
tec

Il prigioniero di Azkaban

E.D. si presenta davanti al grosso cancello grigio incrociatore puntuale alle ore 8.18 di un qualsiasi lunedi. Timbra e parcheggia la Golf nuova in un angolo nel quale incaute manovre non possano sfregiarne la scintillante scocca. Entra nell’enorme sala in cui lavora, saluta tutti, avvia il terminale della sua postazione, collega le cuffie tramite le quali colloquia con i clienti e di inizia la sua giornata lavorativa. Sono circa le 8.35. inizia, probabilmente, a sentire un po di pressione alla vescica. Getta uno sguardo alle code dei clienti e decide che può prendersi un paio di minuti per la minzione.

Sino a qui nulla di strano. Ma qui E.D., circa 30 anni, di Settimo Mil.Se, commette un errore imperdonabile. Entra infatti in uno dei 4 bagni situati al pianterreno, il piu’ vicino alla sala in cui lavora, ed si infila, le mani che già ghermiscono i bottoni dei Levi’s, malgrado tutti siano ugualmente puliti e egualmente vuoti, nel bagno di mezzo. Chiude la porta e gira la chiave fissa della serratura. Posso ora descrivere le sue sensazioni perché ciò che vado raccontare è accaduto anche a me, con la differenza che io, per pura fortuna, ne sono uscito. E.D., da ora il Prigioniero di Azkaban o, piu’ semplicemente il prigioniero, si riassetta la camicia nei pantaloni ed apre la serratura. Nulla. La chiave di plastica non fa cenno di voler ruotare. Il prigioniero, ancora tranquillo, getta la spalla destra, seguita da tutto il peso del suo corpo, sulla porta e cerca di aprire la serratura. Niente. Armeggia con la maniglia e la spalla ma nulla. Il panico, sottile, inzia ad infiltrarsi dalla griglia che alle sue spalle sbocca nell’impianto di condizionamento. Sono le 8.40.

“Cazzo!” dice quasi sicuramente sottovoce. Buona parte della forza che ora esercita sulla maniglia e sullo scivoloso pezzo di plastica nero che funge da chiave si disperde in quella parola rabbiosa. Ripensa alle volte in cui ha stentato ad uscire da quello stanzino piastrellato di bianco ed illuminato come una distesa artica dall’asettica luce al neon posta sopra lo stipite marrone.
“Cazzo!”. Immagina già la voce che dalle fondamenta della struttura sino ai piani alti scorrerà a breve di bocca in bocca in bocca. Da centro elettronico registreranno un aumento improvviso, quanto inspiegabile per chi non è li, di mail che partono dalla periferia dell’Impero per giungere sino ai colleghi che ora sono segretarie di veri pezzi da “90”, semplici addetti operativi o giovani rampanti in carriera. Di bocca in bocca…”Oh, un collega stamattina è rimasto chiuso nel cesso, hanno dovuto chiamare i pompieri per liberarlo!” la voce, come in tutti gli ambienti popolosi, si ingigantirà di bocca in bocca, qualcuno aggiungerà fronzoli barocchi ed il disastro sarà completo.

A questo punto si entra nel campo delle illazioni. Il prigioniero ha con se un cellulare? Lancia urla nel silenzio angoscioso dei corridoi che si riempiono normalmente solo dopo le 9? Sta di fatto che qualcuno viene avvisato. Con discrezione cerca di aiutare il malcapitato dall’esterno. Nulla…è necessario un intervento superiore. Viene avvisato il funzionario di sala.
Sono circa le 8.55. entro anch’io in sala. Capisco subito dal fermento che qualcosa non quadra. Raccolgo frammentari informazioni e vengo a conoscenza dei fatti nudi e crudi: “E.D. è chiuso in bagno! Quello che non funziona…” tutti i maschi della sala, almeno una volta, hanno rischiato di rimanere bloccati li dentro.

A questo punto lo spirito del reporter prende il sopravvento. Mi armo del mio Sharp GX25 (con registratore vocale e macchina digitale incorporata) e mi catapulto in bagno. La situazione è tesissima. Il prigioniero parla con voce alterata. Ai piedi della porta, deposti come fiori alla memoria, giacciono impotenti una pinza, un martello ed un cacciavite a stella. In ginocchi di fronte a loro un addetto della manutenzione saltato fuori da non so dove. Scatto un paio di foto per documentare l’evento (torneranno buone la prima volta che si esce a bere una birra con i colleghi…) cercando di cogliere lo sguardo impotente dell’addetto. Ii funzionario urla ordini oltre la porta:
“Aspetta! Mettila su chiuso, ora gira! “
“No! No! Ascolta”
“Prova a girare dall’altre parte! Adesso! non gira???”

Capisco che la situazione è delicata. Siamo sull’orlo del crollo nervoso per il povero E.D.. e’ dunque mio dovere accelerare il processo. Prendo, senza averne l’autorità, la direzione dei soccorsi.
“Provi con la pinza!” ordino all’addetto. Finge di non ascoltarmi. Mi avvicino dunque alla maniglia, raccatto la pinza ed inizio a lavorare intorno alla serratura. Niente. Vista la mia sostanziale incapacità il funzionario riprende il controllo delle operazioni. A questo punto però il prigioniero di Azkaban ha perso la pazienza. “Cazzo. Ascoltami!” urla oltre il sottile pannello di laminato e formica che lo separa dalla civiltà, “Dovete smontare tutta la serratura! E’ rotta!”. Intanto ha ripreso in me lo spirito del reportage d’alto profilo. Avvio dunque la registrazione di brani della conversazione. La mia presenza è ormai di troppo. Prima di tornare in sala, con la voce rotta dal panico urlo, “ E., vuoi che butti giu’ la porta???” la risposta è inequivocabile “MAVAFFANCULO!”.

Il funzionari trattiene a stento le risate e riprende il controllo. Il manutentore inizia dunque a smontare la serratura. Rientro in sala, ma prima di iniziare a lavorare, metto in grio qualche voce sinistra. Nell’ordine:

“Il prigioniero di Azkaban non è solo, ma si è chiuso in bagno in compagnia.”
“E. è prigioniero dalla sera prima ed ha dormito in bagno”
“E.D. è un fannullone e le inventa tutte per non lavorare”
“Il prigioniero di Azkaban è svenuto e si sta valutando l’ipotesi di utilizzare una jeep ariete per liberarlo”
“Sta arrivando una squadra di “Bomberos” di Lisbona specializzati nella liberazione di prigionieri nei cessi aziendali.”
“E.D. ha svitato la grata dell’aria condizionata e sta strisciando, come in “La Grande Fuga” lungo i condotti in acciaio.

Alle 9.40, finalmente, E.D., di Settimo Milanese è libero. Iniziò a far circolare la voce che sia stato pagato un riscatto. Appena il prigioniero di Azkaban rimette piede in sala alcuni si alzano in piedi e lo applaudono. Solo il rispetto della normativa interna ci impedisce di correre ad abbracciarlo.

Alle 9.41 il centro elettronico ravvisa un aumento dell’attività di posta elettronica aziendale…


Guglielmo

giovedì, aprile 13, 2006

ieri a quest'ora

sono diventato papà!

potrei scrivere sulla falsariga di gughi e narrare cosa sia passato nelle 17 (DICIASSETTE) ore che sono trascorse da quando mia moglie ha perso le acque a quando Matteo è nato...

potrei cercare di dire cosa ho provato la prima volta che l'ho visto o quando stamattina alle 9 e 30 l'ho preso in braccio e l'ho guardato bene bene...

potrei narrare le mie gesta: l'assistenza al cesareo di Marta, io che me la faccio sotto quando vado dal dentista o vedo una macchia di sangue. dottore "mi raccomando stia lì seduto e non guardi) ; tec "tranquillo, se ho fatto economia e non medicina un perchè ci sarà!".
Poi ho intrattenuto una simpatica conversazione con l'anestesista sulle chiavette usb: mia moglie mi ha fatto notare che forse era il caso che si occupasse di lei e non pensasse alle meraviglie tecnologiche che stanno per arrivare sul mercato.

O quando, mentre ero con marta per sostenerla durante le contrazioni, e le infermiere mi invitavano a non guardare le altre pazienti (e così dicevano ai di loro mariti). Ma dico io, secondo te sto a guardare una donna che soffre? sto a guardare una che, con tutto il rispetto, di attraente non ha nulla? tutta sudata, sofferente, col fisico da omino michelin? o forse che mi sia preoccupato se il tizio che sta a 3 metri da me è li a guardare mia moglie? maddai...

o raccontare delle telefonate, messaggi, email che ho ricevuto. confidenze da colleghi truci, duri, austeri che mi hanno detto che si sono commossi per me...

ma non racconto nulla. matteo è nato 24 ore fa. e questo, per chi ha vissuto un momento così, sa cosa possa significare. e per chi non l'ha vissuto in prima persona è un esordio a provarlo. perchè la fine del tunnel c'è (anche quando pensi che non sia così e avresti voglia di scappare; e comunque hai vicine sia fisicamente che mentalmente tante care persone) e poi si dimentica tutto. e dopo è gioia!

tec, papà!
ps: auguri Matteo, buon primo complegiorno!
pps: lo zio connie è andato fuori di melone!!!

Un augurio

Riceviamo e, volentieri, pubblichiamo.

Nel mio ufficio, seduta di fianco a me, c'è una ragazza che avevamo collocato in un progetto presso un cliente, progetto che poi è fallito.
Per questo motivo, dato che ha un contratto fino a maggio, l'abbiamo fatta venire qui da noi e si sta occupando dell'aggiornamento del data base.
Questa ragazza ha la terza media. Il padre di lei, dopo aver fatto 6 figli con la moglie, ha pensato bene di scappare a cuba con l'amante lasciando alla moglie l'incarico di tirare su 6 figli.
Così lei è cresciuta in mezzo a 5 fratelli. Non trova lavoro, se non come call center, tutti lavori di qualche mese.
Alla sera, finito di lavorare da noi alle 18.00 va a fare le pulizie fino alle 23.00.
E' un po' lenta, fa fatica a capire, forse ha un lieve ritardo dovuto probabilmente anche alla sua scarsa scolarizzazione.
Sta di fatto che qualche volta, forse presa dalla foga del lavoro e dalla fretta, son stata un po' brusca con lei quando dovevo ripeterle le stesse cose 10 volte.
Lei comunque è sempre stata carina e gentile, parla volentieri delle sue cose e si racconta.
Ieri mi dice:
"A me piace il chinotto"
e io le rispondo "anche a me, è buonissimo"
lei:"davvero ti piace?"
io "si certo"
Lei " allora domani lo porto".
Questa mattina è arrivata e dalla borsa ha tirato fuori una lattina di chinotto, l'ha messa sulla mia scrivania e pomeriggio la berremo insieme.

Questo piccolo gesto inusuale e gentile che una persona così pura ha avuto nei miei confronti mi ha commossa anche se non l'ho dato a vedere.
Mi viene in mente una frase che XXXXX mi ha citato poco tempo fa, presa da un libro:
"la verità deve essere per forza semplice, la devono capire anche i bambini".

Io ci credo ragazze, ci credo veramente che sia così, perchè non posso pensare che dietro tutta questa bellezza ci sia qualcosa di complicato, di nascosto, che non si faccia conoscere e che non sia raggiungibile anche da persone come lei, che non sanno scrivere correttamente nemmeno in italiano.

Non posso credere che la verità non si sveli, non appaia nuda e semplice a tutti quelli che la vogliono cercare, proprio come disse un Signore 2000 anni fa: "Ti ringrazio Padre, che hai nascosto tutte queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e ai piccoli le hai rivelate"

Buona Pasqua

martedì, aprile 11, 2006

Una riflessione

Finito il clamore e le alterne sfortune, ammessa la sconfitta (Silvio certo non ha vinto), sarebbe opportuno muovere le prime riflessioni serie sul risultato delle elezioni. Vorrei evitare di rinfacciare alla sinistra ciò che andavano dicendo ("ha fatto questa legge per non farci vincere!" mentre hanno una larga maggiornaza alla camera proprio in virtù di questa legge), vorrei evitare anche di fare la stretta conta dei voti (vedeteli voi, sono interessanti) o di andare a contare le schede. Vorrei solo sottoporre alla vostra attenzione una riflessione. Siccome mi piace la Politica - quella seria - e le sue categorie eterne, ho fatto de "il principe" la mia personalissima bibbia. In uno dei capitoli più interessanti - il xiii - rubricato "de militibus auxiliariis, mixtis et propris", si tratta di quali milizie il Principe debba fare uso e perchè.
Afferma il Machiavelli che "uno principe pertanto savio, sempre ha fuggito queste arme e voltosi alle proprie, e ha volsuto più tosto perdere con li sua che vincere con li altri, iudicando non vera vittoria quella che con le armi aliene si acquistassi". E' tutto molto chiaro, a mio parere. La politica italiana pare non aver imparato nulla negli ultimi 500 anni, anzi. E allora eccoci qui, a tribolare, a titolare cose false - come stanchi cori da stadio alla fine del match - e a pensare che il sol dell'avvenire splenda per noi... fino a quando ci accorgeremo del fatto che la vittoria è ben altra cosa, e che forse cosa peggiore di non saperla distinguere è solo non saperla sfruttare.


Noi fummo i gattopardi, i leoni, e dopo di noi verranno le jene e gli sciacalli

Dalla Casa ad un solo locale: la Camera

Sono state elezioni durissime da cui il Paese esce diviso ma non lacerato. La fase finale della campagna, durante la quale Berlusconi ha fatto appello alle paure piu’ profonde del Paese, ha chiamato a raccolta tutti gli elettori per quello che, per volontà dei due schieramenti, si trasformato in una sorta di Giudizio di Dio.

Il sottile divario che separa i due schieramenti si giustifica cosi. L’Unione, anche grazie alla nuova legge elettorale, ha vinto. Negarlo è ingiusto e da irresponsabili. Ingiusto perchè la maggioranza c’è. Irresponsabile perchè questo risultato è, proprio perchè risicatissimo, frutto della democrazia.

L’Unione è ora alla prova del fuoco. Speravo si giungesse a questo punto. Al punto di dover dimostrare che quello che per mesi è stato definito il punto debole sarà invece il punto di forza: la coesione.

Ribadisco ciò che ho detto : chi governerà, deve governare tenendo conto del risultato appunto risicatissimo.

Bisogna ritrovare la capacità di legiferare in sintonia con l’avversario politico tenendo come unico obiettivo il bene del Paese. La proposta di Angius di assegnare la presidenza di una delle camere all’opposizione mi sembra vada in questo senso.

Nei prossimi giorni spero che i toni del Conciliabolo si plachino e si torni a parlare di politica serenamente ed anche di altro.

Il primo passo verso la normalizzazione di questo Paese è che la Casa delle libertà riconosca la sconfitta.

Prima di lasciare la mia veste di polemista militante allego l’ultima Ansa di stamattina...


Ansa .Roma ore 13.4: Romano Prodi” La campagna....elettorale....è stata dura e sfibrante. Alcuni Blog hanno dato un forte sostegno all’Unione cercando di tenere desta l’attenzione degli elettori. Ringrazio in particolare Guglielmo, il Maresciallo, del blog progressista “Il Conciliabolo”, per il sostegno attivo e la lucida vis polemica....”


Guglielmo

Dell’ interpretazione del dato statistico

Dopo l’ infelice uscita di Berlusconi sul numero di c... che votano a sinistra è immediatamente circolata la battuta nella quale si dava la matematica certezza della vittoria dell’ Ulivo, in quanto i c.... sono necessariamente il doppio delle teste di c....
Mi auguro che non sia stata questa la metodologia applicata nelle proiezioni diffuse per tutto il pomeriggio di ieri.
Questa considerazione infatti è viziata dal limite di tutte le metodologie quantitative: quello di poter considerare appunto solo l’aspetto quantitativo di un fenomeno e non quello qualitativo, che quando si abbandona la sfera delle scienze fisiche è spesso predominante.
Se è infatti indiscutibile che il suddetto numero di c... è doppio di quello delle teste di c... è altrettanto indiscutibile che in natura si presentino a coppie, quindi uno di sinistra e uno di destra.
Se si fosse fatta questa semplice considerazione l’ esito di questa elezioni avrebbe potuto essere ampiamente previsto.

Beh, l'aria è già cambiata!

Io sono sempre stato critico, ma Prodi è grandios: ha già sistemato la mafia. Evviva, ci attendono magnifiche sorti e progressive!

Fuga di cervelli...

Isoradio

Ammettiamolo, quando sono usciti gli Exit poll ero convinto che la serata elettorale sarebbe stata un trionfo. Lentamente, con il calare delle tenebre, si è affacciato lo spettro di un capovolgimento clamoroso.

Dopo il torneo intercontinentale di calcio con vasca da bagnetto per neonati tenutosi in corridoio mi sono attaccato alla tv.

E’ stata una serata incredibile. Saltavo di qua e di la seguendo Fede, Mentana, La7 e Vespa. Il dibattito era pacato, al limite dell’ironia. Luxuria guardava spaesata Mentana e poneva domande ingenue che forse Mentana voleva rivolgere a lei. Alemanno fiutava l’aria e sentiva odore di ribaltone. Scajola continuava a ricevere bigliettini con il logo del suo partito su cui i risultati della Campania si sembravano volgere per il meglio. Le telecamere del tg5, libere dai lacciuoli della par condicio, spiavano alle spalle del Ministro.

La festa in Santi Apostoli veniva rinviata di ora di in ora ed ogni collegamento era il pretesto per sommergere di fischi l’inviato di Rossella. I minuti passavano e la pastiglia, come la chiamava Mentana, era sempre piu’ simile ad un’aspirina pronta per essere spezzata.

Sugli schermi continuavano a scorrere i dati percentuali del Senato quando oramai era chiaro che contavano poco. Nessuno che chiarisse che alla fine erano un paio di regioni nelle quali si giocava tutto. Il centrosinistra intanto continuava ad accanirsi sulla legge elettorale senza capire, o fingendo, che la legge influiva nulla (a meno di creder che con le preferenze potessero cambiare le percentuali...) anzi...

Fede, addirittura gradevole, continuava, insieme ai suoi ospiti, a difendere Silvio ed eleggendolo a vincitore vero del tenzone.

Intanto la pastiglia si assottigliava anche alla Camera. Sul niente si continuava a discutere del futuro e tutti si sbilanciavano senza conoscere bene la legge es senza essere sicuri dei risultati. Scajola ed Alemanno continuavano a sorridere, darsi di gomito e scambiarsi bigliettini. Ad un certo punto, sorpresi a sgomitarsi da Mentana, ammettevano candidamente “Siamo compagni di banco anche in Consiglio dei Ministri!”.

Alle 2 ero tentato di mollare ed andare a letto ma non ce la facevo a staccarmi dal video. La beffa era in agguato e volevo, da buon interista, sorbirla tutta sino alla feccia. In un momento di scoramento, quando il sorpasso del monolocale sembrava certo, ho pensato “Cazzo ma io non vinco mai?” e mi sono sentito parecchio triste. La serata proseguiva. Iniziava il balletto di Fassino ed il dato della Campania sembrava sempre piu’ in bilico. Pannella iniziava lo show “Partitocrazia, democrazia, plutocrazia, Rosanelpugno e abolizione del Concordato”.

Mancavano 45 minuti alle 3 e bastava fare un paio di conti per capire che la Camera era del centro sinistra. Nessuno però, in tv, sembrava farci caso sino a che Vespa, a mente con gli amici, diceva che malgrado il margine fosse sottile era ormai irrecuperabile.

E qui esplodeva la gazzarra. Un Fassino tesissimo e provato dalla lunga campagna elettoprale scendeva in sala stampa e, nello stupore generale, mio compreso, si denunciava vincitore. Prodi, dal palco dei Santi Apostoli, pronunciava il discorso della vittoria. Io, come tutti, restavo attonito. La Camera era vinta ma il Senato? Si può governare un Paese cosi? Secondo me no. Secondo Scajola pure perchè, perdendo la sua simpatia, si scagliava contro il comizio sudamericano e parlava di golpe. Mentana, equilibratissimo, ribatteva che si trattava di operazione di facciata piu’ che legittima. Su Rete 4 intanto, Fede interrompeva il dibattito per rispondere al suo cellulare? Chi era?
Una signora da Londra che voleva sapere che fine aveva fatto il suo voto! Come è disponibile Emilio con gli elettori. Addirittura da il suo cellulare per spiegare che fine ha fatto il voto dei residenti all’estero. Sta di fatto che dopo qualche frase di circostanza riprendeva il dibattito. Dopo poco Fede si lanciava in un monologo contro l’affermazione di vittoria di Fassino.

Bondi, intanto, affidava a Mentana un messaggio che lasciava poco sperare sulla tranquillità dei giorni a venire.

Erano le 3.03.30 secondi, scandiva Mitraglia, la notte era conclusa. Andavo a letto con una sensazione di angoscia. Il paese è diviso.

Mi sono addormentato pensando alle parole sensate di Veneziani “Chiunque governi deve capire che non può governare contro nessuno...”.

In automobile, stamattina, la prima stazione intercettata era Isoradio.”Traffico intenso intorno a Roma!” Ho temuto si trattasse di carri armati...era solo un incidente.

Guglielmo

ah, ecco

anche gli osservatori internazionali, concordano nel dire che:

At the very least it appeared clear that Mr Prodi, if asked to form a government, would have too little control of the Senate to implement a serious economic reform programme. He would be completely dependent on his hardline communist and other radical allies for his Senate majority.

E' una vittoria a metà, comunque vada al Senato. Prodi non sarà in grado di riformare un beato cazzo.
Ed è questa la cosa più preoccupante, perchè, come già espresso, il potere di rifondazione comunista, farà sì che l'approccio ai problemi del 2006 sarà quello del 1848.
Tutto questo non è triste. E' grave.

Io sarei per l'estensione della XII disp. transitoria e finale della costituzione anche al partito comunista (alla fine, per me, pari sono).
Tec

hanno vinto, lasciamoli governare

alla fine, 8 mesi passano veramente in fretta.
tec

lunedì, aprile 10, 2006

La politica e le vecchie volpi

Un volpone della Prima Repubblica ha gia' capito tutto: con questo sostanziale pareggio, Intini vede un bel governo di decantazione che, per impossibilita' materiale di votare nel breve visto le elezioni del presidente, ci "traghetti" fino all'autunno.

Speriamo che per allora le cose siano un po' piu' chiare...

terrore...

come sapete, dalla finestra del mio ufficio si vede la stazione centrale.
si vedono i primi deportati verso la siberia. sono scene strazianti. orde di comunisti hanno cominciato ad assembrare alcuni avversari politici, li rapano a zero, e a calci, sputi e pugni li caricano su questi treni che hanno fatto arrivare direttamente dall'unione sovietica.
è terribile, donne che con un braccio reggono i loro bimbini e con l'altro cercano di convincere i bolscevichi a risparmiare i loro mariti, per lo più impiegati e dirigenti.
operai in tuta blu, insieme ad alcuni imprenditori di confindustria ballano e suonano in piazza. il lambrusco scorre a fiumi.
alcuni camerati sono stati giustiziati di fronte all'hotel gallia, simbolo del capitalismo.
le prime cartelle esattoriali sono partite da via ugo bassi... l'ici è triplicata.
alcuni precari sono stati fatti assumere obtorto collo alle imprese dai componenti delle rsu.
si respira terrore e paura.
tec

Resistere....

Mi sono arrovellato tutto il week end. Ero deciso ad andare sino in fondo ed abbandonare il Conciliabolo per punire il gesto provocatorio del Connestabile.

Un’uscita teatrale melodrammatica sarebbe stato un modo meraviglioso per concludere questa esperienza.

In realtà il Conciliabolo e Guglielmo mi mancherebbero troppo e non posso pensare ai miei lettori in balia degli altri bloggers....

Faccio dunque mio l’appello di Borrelli: “Resistere, Resistere, Resistere....!”

Guillaume

domenica, aprile 09, 2006

La psicosi del brodo di cappone

Michele Serra:Tratto da “L’espresso”, n.7, 2006
Più o meno ogni giorno, da mesi, gli esperti ci spiegano che ci si può ammalare di aviaria solo attraverso il contatto diretto con un uccello migratore ammalato. Sono stati individuati cinque modi principali per contrarre il virus: 1. Leccare un cigno morto; 2. Andare appositamente in Asia e voltolarsi nudi nella cacca di pollo per almeno un'ora; 3. Inghiottire al volo un tordo crudo; 4. Pulire con la lingua un cornicione imbrattato dai piccioni; 5. Limonare con un barbagianni. In Asia il virus è endemico tra gli uccelli di ogni tipo da una diecina d'anni, ma sono morte solo poche decine di persone, in condizioni igieniche pessime e tutte a causa di uno dei comportamenti sopra descritti.Statisticamente, è molto più facile morire per un incidente domestico che per l'aviaria: ciononostante la gente crede che una casa senza crocchette di pollo e con la canna fumaria intoppata sia un luogo protetto. E che tenere in giardino due rottweiler nevropatici sia molto più sicuro che avere una gallina. È in questo clima che in Italia dilaga la psicosi del pollo assassino. Milioni di consumatori sono convinti che i petti di pollo, il brodo di cappone e le uova sode uccidano all'istante non solo chi li mangia, ma anche chi li nomina. Questa pollofobia non ha alcun interesse per i virologi, ma appassiona gli studiosi di psicologia di massa. La domanda che è alla base di questa disciplina venne formulata, alla fine dell'Ottocento, dal medico tedesco Otto Trauber, nel suo famoso saggio “Ma la gente, è cretina?”. Trauber aveva studiato a lungo la credenza popolare secondo la quale, se una donna con le mestruazioni tocca una pianta, la fa appassire. Fece un esperimento: chiese a cento donne mestruate di toccare un mazzo di fiori. Il mazzo, ovviamente, non appassì, ma la centesima donna, un'obesa di Düsseldorf, inciampò avvicinandosi al vaso e schiacciò i fiori. Al dottor Trauber apparve chiaro che l'esperimento aveva dimostrato empiricamente ciò che anche la logica suggerisce: e cioè che non esiste rapporto tra mestruazioni e stato di salute della flora. Ma le protagoniste dell'esperimento non furono di questo parere: vedendo i fiori schiacciati, si considerarono colpevoli collettivamente del triste epilogo, piansero a lungo e picchiarono duramente il dottor Trauber perché le aveva indotte a rovinare dei fiori così belli.Trauber elaborò il suo postulato scientifico più celebre: “La gente crede solo a quello in cui vuole credere”, che è il titolo del suo secondo saggio. Il terzo, scritto poco prima di morire, era un malinconico testamento scientifico: “Questi qui non la capiscono neanche se gliela ficchi in testa a martellate”, accolto severamente dalla critica del tempo che giudicava l'opera di Trauber antipopolare e contraria allo spirito positivista dell'epoca. Al di là delle controverse teorie di Trauber, non c'è dubbio che diversi accadimenti, dalla sua morte ai giorni nostri, avvalorano almeno una parte delle sue conclusioni. Comportamenti e convinzioni privi di qualunque supporto razionale (come la paura di contrarre l'aviaria mangiando pollo) hanno spesso larghissima diffusione. Dall'idea che esista davvero l'impero sommerso di Atlantide, con i tritoni, le sirene e tutto il resto, all'idea, ancora più pazzesca, che esista la Padania. Dagli avvistamenti degli Ufo soprattutto sui cieli che sovrastano le birrerie e i pub, al miracolo economico previsto dal governo italiano. Dalla convinzione che le piramidi siano state erette dagli alieni, a quella che la mafia riuscirà finalmente a costruire il ponte sullo Stretto."La gente", scriveva Trauber nel suo diario, "crede nelle cose più assurde, e lo scienziato vedrà sempre le sue confutazioni razionali infrangersi contro il muro della credulità. Per questo lo scienziato è triste, e la gente è contenta". Fa impressione pensare che Trauber scrisse queste righe senza sapere che, dopo la sua morte, si sarebbero affermate la gemmoterapia e Berlusconi.

venerdì, aprile 07, 2006

Lo avevo detto...

Raccolgo la provocazione e l'invito del Connestabile...

Addio...


Guglielmo, Il Maresciallo

L'Iscariota

Nel 1999, grazie alla generosità di mia nonna, partecipai ad un pellegrinaggio in Terra Santa. Il terrore che qualcuno mi riconoscesse sul pulmann carico di anziani e pensionati che partiva verso Linate fu sostituto ben presto dalla curiosità per quella terra che spesso ricorreva nelle mie letture.

Visitando Israele ciò che più mi colpi fu la forza dei luoghi. Veder di fronte ai miei occhi la terra in cui Gesù è nato,è vissuto ed è morto fu sconvolgente.

Il sottile Giordano, sulle cui sponde per pochi metri esplode una rigogliosa vegetazione che lascia rapida il passo ad terra resa polverosa dal sole e dal vento, Gerusalemme al tramonto, il lago di Tiberiade placido ma capace, mi raccontarono i marinai del posto, di diventare improvvisamente burrascoso come i suoi fratelli maggiori, i sassi di Betlemme e Nazareth, le incisioni di giochi ed insegne lasciate dalla legione Scorpio sul pavimento di pietra della Torre di Davide

I luoghi descritti dagli evalgelisti presero forza e si materializzarono di fronte ai miei occhi in tutta la loro grandezza le parole del Vangelo.. La vicenda di Gesù non era piu’ parola ma era diventata la vicenda, concreta, quasi tangibile, di un uomo. Credere solo dopo aver visto non è segno di gran fede, lo ammetto, ma tornai da quel viaggio credendo alla vicenda terrena di Gesù ed al suo epilogo.

La vicenda del cristo è una vicenda affascinante. Una storia che mente umana fatica a comprendere e ancor di piu’, credo, possa ver concepito ed ideato.


E’ con curiosità quindi che attendo la pubblicazione del Vangelo di Giuda. Ritrovato negli anni Settanta nel deserto in Egitto e rimasto in una cassetta di sicurezza a Long Island, New York, per 16 anni prima di venire acquistato dall'antiquaria di Zurigo Frieda Nussberger-Tchacos nel 2000 ed
ora finalmente tradotto.

La figura di Giuda, dalle prime anticipazioni, non solo ne uscirebbe stravolta ma addirittura capovolta. Sarebbe stato infatti lo stesso Gesù ad indurre Giuda al tradimento condannandolo cosi’ all’infamia e ad un percorso personale drammatico.

Quali altre novità conterrà questo scritto? Quanto sarà in contraddizione con.ciò che abbiamo sino ad oggi accettato come granitico della vicenda umana del Figlio di Dio? La Chiesa potrebbe mettere (o rimettere) in discussione i Vangeli?

Vangeli apocrifi ce ne sono a decine, vedremo se questo sarà l’ennesimo....

Guglielmo

Ma il fondo monetario dice...

... che siamo più ricchi.
Certo non lo dice Prodi, ma non si può avere tutto dalla vita.

La trattativa si fa serrata....

Ora Silvio offre anche la tassa dei rifiuti...

Se mi ricarica anche 50 euro sul cellulare ci sto e domenica voto il monolocale delle libertà...


Guglielmo

giovedì, aprile 06, 2006

Il coraggio della verita' /2

E' una gran mossa. punto.
1) ora non sarà necessario comprare un pc.
2) se mi si impallera' windows, avro' sempre mac os.
3) potro' scegliere le applicazioni migliori in funzione delle rese sui sisop
4) la quota di mercato di apple crescera'
5) i prezzi scenderanno
6) finalmente apple potra' entrare nel mercato business in modo piu' aggressivo

per me e' la pacchia!
e io, comunque, non installero' mai xp, ho visto che pero' bootcamp consente il double boot con linux...
come diceva bill gates ieri sera nel film che ho visto: tieni gli amici vicini e i nemici ancora piu' vicini. e piu' vicini di cosi'....

tec
tec

Il coraggio della verita'

Prima si continua a postare su Apple di qui, Apple di la', come 'e figo Steve, quanto e' coraggioso...

Poi si rinnegano anni di indipendenza scegliendo l'archiettura INTEL, e tutti a dire sempre che e' un grande, infine ci si porta a casa il nemico: come mai il nostro amico Tec non fa un bel post celebrativo??????

Io sono un conservatore

Nelle cose che contano. E non solo.

E Goldrake per chi voterebbe?

15:21 Calderoli: "Bin Laden voterebbe Prodi"
"L'atteggiamento di contrasto del terrorismo islamico fino ad oggi tenuto dal centrodestra, rispetto a quello ambiguo e indefinito del centrosinistra, mi fanno pensare che, se oggi fosse attuale la proposta della sinistra di dare il voto agli immigrati, Bin Laden, secondo me, voterebbe per Prodi o per la sua coalizione" dice il leghista Roberto Calderoli

E poi...

Cosa ti porta a pensare che sui voti a sinistra solo per partito preso?
Che si voti senz aver valutato limiti e pregi?
Che si voti solo per votare contro?
Che non si conoscano le sfide del futuro?

Se ne parla da mesi, si è argomentato..dove eri?

Sei tu che sei prevenuto...sei tu ossessionato da bisex, transgender e comunsiti.

Pensi che un omosessuale non possa guidare un paese?

Su che base?

Sei tu che puzzi di 900... senza nemmeno il 1000 davanti...


Gughi

Parola...

Bellissimo post Tec finalmente ci hai detto perchè voti come voti.

Vorrei poteri rispondere ma rientro ora dalla piscina e l'afflusso di ossigeno al cervello si è ridotto ulteriormente...

Il prossimo post senza possibilità di commentare e me ne vado...

Spero di essere stato abbastanza chiaro...

il Maresciallo

massì....

Massì... i numeri taroccati, l'attacco alla democrazia, i coglioni, l'ubriaco, il delinquente, le televisioni di regime, il regime stesso, la dittatura mediatica, la disoccupazione che cresce...La sinistra che prepara un programma di 280 pagine (che nessuno di voi ha letto!) incentrato ad personam (silvio) e non sul programma in sè. Un programma che mischia le carte da una pagina all'altra... ma ancor peggio, un programma che puzza di vecchio, obsoleto, desueto, antistorico.Non vedo l'ora che arrivi lunedì sera... E poi vedremo il parrocodicampagna mortadellone all'opera: vedremo cosa riuscirà a fare! Vedremo come terrà le redini di una coalizione piena di bisex (pecoraro scanio), transgender (luxuria), comunisti (veri: bertinotti etc), ex comunisti, cattolici, socialisti (Craxi!!!), radicali, no global...Una coalizione che definire eterogenea è un eufemismo...Per non parlare dell'anomalia del fatto che sia confindustria che sindacati si sono dichiarati concordi al programma (sempre quelle 280 pagine). Che sarebbe come dire, per chi non ha colto, che diavolo e acquasanta la pensano allo stesso modo! E non è concertazione. E' presa per il culo.

E vedremo cosa accadrà al mondo del lavoro... Dove quantomeno, con la riforma biagi, c'è gente che se anche viene definita precaria, paga contributi, è tutelata da un punto di vista assicurativo e previdenziale, lavora in regola e non in nero... Chiamiamoli precari... Ma non mi sembra che tutti noi si viva in una situazione di maggior serenità e protezione. Perchè son cambiate le cose nel mondo e di questo dobbiamo tenerne conto. Il posto fisso, la carriera nella stessa azienda (c'è gente che è nata in ibm e ci è morta), sono tutte cose del secolo scorso. Rimanere ancorati ai paradigmi del passato non serve ad un beneamato cavolo. Serve solo a ritardare una morte certa. Il "campo di gioco" è cambiato... Devono cambiare le regole. Arrovelliamoci sull'articolo 18, massì.... Poi arriva getronics olanda che chiude la filiale italiana. E cosa abbiamo fatto? Abbiamo discusso di sesso degli angeli. E non ci siamo accorti che una nuova rivoluzione ci marciava sulle teste.... Andiamo avanti a vedere il mondo con gli occhi della seconda metà del 900... quand'anche non siano occhi del 1848 e la chiave di lettura sia scritta nel manifesto del partito comunista (uno spettro si aggira per l'Europa......maVAACAGHER!)

Non che il centro destra sia la panacea... Ma il centrodestra di oggi, lasciando perdere le coglionate del suo leader, è l'unica parte che ha visto che bisogna cambiare, approccio e forma mentis. Mentre non ho visto la stessa lettura nel centrosinistra (nè tanto meno nella sinistra). Una coalizione che pensa "vecchio". Come quelli che dissero che nel mondo ci sarebbe stato posto solo per 6 personal computer (seee, a casa mia ce ne sono 6 e siamo in due!)...
la scelta mi sembra che sia quindi fra chi, penso io, ha capito che i paradigmi sono cambiati e chi non l'ha capito. fra chi userà un set di strumenti nuovi e chi no.

E quindi fate un po' come vi pare... ma non fermatevi alle apparenze, ai trucchetti da campagna elettorale, alle frasi fatte, ai santoro, fede, floris, vespa, mentana, ferrara... scrostate le stronzate che impacchettano i programmi e guardate oltre. se poi, la vostra opinione, vi porta a pensare che il centro sinistra sia in grado di affrontare il futuro... beh. tanto meglio. ma almeno non avrete votato a contrariis solo perchè vi sta sui maroni un tizio!
questa secondo me è politica, il resto sono cazzate.
tec
ps: questo post non lo potete commentare.

La fiaba del povero panettiere

C’era una volta in un paese lontano lontano un giovane panettiere.
Nel suo paesino oltre a lui c’era solo un altro maestro d’arte bianca, ed un altro ancora in un paesino ancora più piccolo lì vicino.
Fra i tre la concorrenza era forte, perché i paesini erano piccoli e la gente poca.
Il giovane panettiere era un tipo vitale, aveva tanta voglia di lavorare, ma si era sposato con una ragazza bellissima, aveva avuto un bambino stupendo e voleva avere del tempo libero per poterlo passare con loro.
Gli altri due invece erano vecchi e logori, non avevano altro nella vita che il loro forno.
Lavoravano sei giorni su sette e in estate anche la domenica, inoltre consegnavano il pane a domicilio gratis.
Un giorno il giovane panettiere distrutto da questa vita logorante si sfoga con un suo vecchio amico:
“Eh, caro te! Tu sì che stai bene, hai un lavoro fisso, hai tutti i fine settimana liberi e puoi andare in vacanza.
Guarda me: la notte a fare il pane, la mattina a consegnarlo e il pomeriggio a fare torte, non ce la faccio più! Mai un momento di tempo per godermi la famiglia, mai un giorno di ferie, perché se chiudo gli altri mi rubano i clienti”.
“Non ti sembra di esagerare? Rallenta un attimo, anche se perdi qualche cliente non sarà la fine del mondo. Non puoi ammazzarti di lavoro”, replicò il suo amico.
“Stai scherzando? Ho una moglie ed un figlio da mantenere, il mutuo della casa, il leasing dei nuovi macchinari, devo cambiare la macchina. Non sono mica ricco come te, io!”.
“Io guadagno milleottocento euro al mese, anch’ io ho il mutuo da pagare e non ho i soldi per cambiare la macchina.
Non sto male ma non puoi dire che sono più ricco di te che sei un panettiere”.
“Eccome se sei più ricco di me! Io una volta che ho pagato la rata del mutuo, il leasing dei macchinari, lo stipendio al garzone, i contributi e le tasse, mi avanzeranno al mese sì e no duemila euro!”.

Bad artists copy. Great artists steal

ieri sera ho visto "the pirates of Silicon Valley". E' la storia dalle origini al 2001 di Apple e Microsoft. O meglio, la storia di Steve Job e Bill Gates.
E' un bel film, ben fatto. Interrotto dalla voce narrante di chi affiancò i due pionieri del personal computing.
Il film lancia un messaggio chiaro: steve e bill sono due lati della stessa medaglia. il primo più sognatore, il secondo più pragmatico. il primo, quando propose all'ex ceo di pepsi cola di diventare ceo di apple, gli disse: vuoi continuare a vendere acqua zuccherata o fare la Storia? Il secondo che citava i detti della mafia (teniamo vicini i nemici, ma ancora più vicini i nemici).
Accomunati entrambi dallo stesso motto: i cattivi artisti copiano, i grandi artisti rubano.
Tratteggia bene anche le personalità dei fondatori di Apple e Microsoft... hippy l'uno, borghese di harvard l'altro. entrambi pirati: uno per il bene del mondo, l'altro per il bene proprio.
Il film si chiude con uno scambio di battute fra steve e bill. quando, litigando per il fatto che gates aveva rubato l'idea dell'interfaccia grafica a jobs, lanciando così windows sul mercato prima di macintosh, steve dice: "ma noi faremo delle cose più belle" e gates risponde:"tu proprio non hai capito... non ha nessuno importanza... " e così è stato. windows è leader incontrastato del mercato dei sistemi operativi. ed è anche più "brutto".
tec

mercoledì, aprile 05, 2006

Just do it!

Stasera, su Canale 5, sta andando in onda la ricostruzione scientifica della giornata di oggi. Il messaggio, gridato a gran voce, è che è una vergogna, una indicibile vergogna, che Prodi rifiuti un sereno confronto con Berlusconi a Canale 5.

Se prendessimo un inglese, un francese e forse anche un bulgaro e spiegassimo che un candidato si rifiuta di andare ad un confronto Tv organizzato in una televisione dell’avversario non credo che troverebbe molto da dire. Se poi al suddetto, dopo un corso di italiano, facessimo vedere nell’ordine Pivetti, Ferrara, Martelli, Belpietro, Fede, il direttore di Studio Aperto, il nostro penserebbe che solo un coglione(vero stavolta…) si presterebbe ad un simile dibattito tv. Se poi avesse visto “Diario elettorale “ a sera tarda su Italia1 allora correrebbe all’aeroporto in cerca del primo volo per lasciare l’Italia.

Invece stasera Confalonieri e Rossella gridano allo scandalo. Gridano alla prova di regime. Denunciano che il centro sinistra (che controlla l’informazione) ha impedito il dibattito ed ha pure impedito un confronto tra Silvio ed alcuni giornalisti. Ferrara si presenta imbavagliato su La7 e Capuozzo ricostruisce con minuzia l’attentato liberticida di mortadellone Prodi (detto per inciso Prodi sta alla sinistra come io a Ronaldhino: non c’entriamo un cazzo se non per i dentoni storti. Se fossi un timorato di Dio voterei il Mortadella a occhi chiusi.)

Fede, infine, venerdi sera ( a campagna conclusa) si presenterà su Rete4 annunciando le dimissioni. (vogliamo scommettere che dirà che viene zitito dalla sinistra e che una eventuale vittoria di Prodi lo oscurerà mentre sullo sfondo scorreranno immagini della primavera di Praga?).

Silvio, scorrevo su Mediavideo, ha detto che la sinistra, se vincerà, imbavaglierà la Chiesa (ho cercato si capire se lo avesse promesso Prodi ma sono rimasto deluso, non era vero).

Insomma tutto si è capovolto. L’arroganza è arrivata al segno di far dire ai dipendenti dei Mediaset (cioè di un gruppo legato a Publitalia, che in pratica monopolizza la raccolta pubblicitaria italiana, e Mondatori, che controlla oltre il 50% del mercato editoriale del Paese) che il legittima rifiuto di Prodi al confronto su Canale 5 ed in altre trasmissioni Mediaset è un attentato alla libertà …

“Noi” ha tuonato Confalonieri “abbiamo il dovere e diritto di cronaca…abbiamo 27 anni di professionalità. Abbiamo sempre rispettato la par condicio….” (vorrei invitarlo a dare uno sguardo sereno a “Diario elettorale”. In particolare in cui mentre Prodi sbadiglia in sottofondo scorre la musica di Gianni e Pinotto o quei gustosi pezzi in cui Super Silvio attraversa Roma in mezzo ad un tripudio di bandiere e cori tipo “Chi non salta comunista è, è”)

Pazzesco…

E qualcuno si permette di dire che il Corriere è un giornale di sinistra. Un giornale che tra i suoi editorialista ospita personaggi equilibrati spesso vicini alle idee del monolocale delle libertà, che ha avuto il coraggio (rimettendoci…), in puro stile anglosassone, di dire da che parte si schiera, il cui patto di sindacato non è esattamente un Soviet (http://www.borsaitalia.it/ alla voce Rcs) e che brilla per la varietà degli interventi.

Io non amo i cori. Non leggo Repubblica, non leggo l’Unità e tanto meno il Manifesto perché so che sono faziosi ed eccessivi. Mi chiedo quindi come uno, che voglia farsi un’idea di voto, possa comprare il Giornale e possa persino credere alla sua obiettività. Mi sembrano quelli che ascoltano Scarpini su Inter Channel per sapere come gioca l’Inter: i ragazzi, per quel romantico di Scarpini, sono sempre 11 leoni…

Il ruolo dei giornalisti, in una democrazia, è fondamentale. Sono coloro che dovrebbero offrire i parametri per poter giudicare chi dice il vero e chi no. Sono coloro che dovrebbero avere i mezzi per mettere alla prova le dichiarazioni dell’uno e dell’altro. Sono coloro che devono verificare che il cuore pulsante della Costituzione e della democrazia non venga graffiato.

In questo paese i giornalisti sono, se dicono cosa pensano, nel migliore dei casi accusati di essere comunisti e screditati ( I post di questo Blog in cui il Corriere veniva accusato di essere di sinistra solo per aver preso una posizione ne sono la prova. Che giornale, ribadisco, è piu’ corretto di quello che dice “Attenzione, non ti sto dando ora un’informazione, ma una mia opinione”?). Altri, invece, sono ostaggio, come tutti lo siamo, della necessità di lavorare.

Parlare di libertà suona ormai retorico. E quindi, per non eccitare gli animi dei benpensanti, non ne parlo. Parliamo di arroganza allora. Esiste un modo, domenica e lunedì, per mostrare a molti che non siamo un paese di coglioni che tutto beve e che a tutto crede. Basterà fare una croce nel quadrato giusto.

Io lo farò…


Guglielmo, il Maresciallo

Un vecchio pezzo per Pangolino...

Mia nonna, 83 anni, si accoccola lieve sul mio letto e sfoglia curiosa il Corriere. Il lunedì mi chiede sempre "com'è andata l'Inter ieri?". Io sospiro e l'aggiorno. Non le spiego che dalla Coppa Campioni si passa all'Uefa in un attimo e che lo scudetto ormai lo vince anche la quarta. Non vuole sapere informazioni su allenatore, squadra o giocatori (mi chiede solo di Ronaldo, perché colpita dal dramma umano). Vuole solo sapere "come va l'Inter: vince o perde?". Vuole saperlo perché era la squadra (e lo è ancora di sicuro) di suo marito. Grazie a lui, io tengo all'Inter. E' il suo modo di ricordare e di ricordarmi il nonno. Ero un bambino di 5 anni, confuso tra Juve e Milan, che poco sapeva della vita. Due genitori e un fratello milanista e una vita praticamente segnata. Il nonno, reso saggio dall'età, mi allungò 10 mila lire (25 anni fa non erano caramelle) in cambio della mia fede. Senza esitazione vendetti l'anima dal Diavolo. Destino segnato. Ho perso scudetti e Coppe Campioni, ma ho trovato la mia squadra e un legame con mio nonno, scomparso. La nonna sfoglia curiosa il giornale di ieri. Ha capito che le notizie sono fresche anche il giorno dopo. Vede Sacchi e dice "ma Sacchi l'hanno ritirato fuori un'altra volta? Non l'avevano cacciato?". Sorrido e per lei vale come risposta. Io intanto frugo in Internet cercando risposte: Romario non è mai arrivato o è arrivato ed è già ritornato in Brasile? Leggo e intuisco che è già scontata la partenza di Vieri a fine anno. Cercherò, dunque, di non affezionarmi troppo.

Guglielmo

Non è un paese per vecchi

Ne ho orecchiate diverse, e contrastanti, ma le recensioni si sa, valgono poco.
Il nuovo libro di Cormac McCarthy è un buon romanzo, che si legge d'un fiato. Il tema è la frontiera, per quel che vale, ma c'è un tema nascosto che lascia stupiti.
Il romanzo narra di una caccia all'uomo, e ha uno stile, se vogliamo, cinematografico, dialoghi dall'inchiostro ancora fresco, e scene memorabili. Poi, di tanto in tanto, ci sono delle pause e, in corsivo tra un capitolo e l'altro, appare una sorta di diario del protagonista: lo sceriffo.
Ebbene, da trattenere il fiato come quando lessi per la prima volta "Le città invisibili" di Calvino: la stessa ossatiura, e il medesimo uso della spiega della storia: è tutta lì, nei pensieri dello sceriffo, come lo era nei dialoghi di Marco Polo e del Khan.
Il tema nascosto lascio ad altri andare a trovarlo, ma sapete cosa c'è in questo libro - e non la vedevo da tempo? C'è la verità.
Questo è un consiglio e basta: il volume vale più di quel che costa.

Non è un paese per vecchi

Ciao Amore...

Ci sono storie d’amore che si trascinano per anni. Non abbiamo il coraggio di chiuderle perchè vediamo una fiammella di speranza all’orizzonte e crediamo sempre che tutto debba cambiare per il meglio. Ed invece nulla cambia. Le delusioni si susseguono ed il nostro cuore si restringe sino, quasi, ad inaridirsi.

Io mi sento così. Amo l’Inter. La amo da 30 anni. Sussulto, quando percorro il sottopassaggio Patroclo e vedo sbucare nella nebbia del mattino le possenti mura del Peppino Meazza. Sogno, sogno il Capitano (mio capitano...) che solleva al cielo la Coppa dalle grandi orecchie. Sogno il mio bandierone (comprato il 5 maggio) che sventola sul balcone. Ed invece....

E quindi, come tutte le storie d’amore, anche questa è finita....l’illusione in frantumi.

Vattene Amore, vattene Moratti. Porta via i tuoi capelli sempre troppo lunghi, i tuoi sorrisi imbarazzati, gli occhiali pieni di ditate, le dichiarazioni inutili a Tele Lombardia, i mille giocatori che hai comprato, i mille bidoni inguardabili che ha rivestito dei sacri colori, la corte dei miracoli di cui ti circondi e, visto che ci sei, pure Recoba...

Hai messo pacchi di soldi ma hai dissipato la montagna d’amore che circonda questa squadra. La prima squadra per tifosi (La Juve non conta. E’ facile e da deboli essere Juventini. Tifare per chi ha il potere e tutto vince perchè è arrogante) e la più affascinante. Ora basta...

Perchè è vero che dobbiamo esserti grati per i soldi ed i sacrifici ma non hai preso la Solbiatese o il Saronno, hai preso l'Internazionale Milano...

Lascia a Del Vecchio e lasciaci tornare a sognare...

Ciao Amore...


Guglielmo
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