sabato, settembre 29, 2007

L'ho provato per 1 minuto...

...e devo dire che mi e' sembrato di utilizzare un oggetto che arrivava da almeno 5 anni nel futuro...

venerdì, settembre 28, 2007

i bonzi

quando dici bonzo pensi al tibet. e all'oppressione della cina.
difficile, fino ad ora, associare la cosa alla birmania. anche perchè moltissimi sono lì a chiedersi: dove cazzo è la birmania? Beh, è lontanuccia. Intanto non si chiama più birmania, ma myanmar e questo da meno di vent'anni. lì c'è una dittatura, militare (e che altro? esistono dittature popolari?).
la birmania confina con vari paesi, tutti, nessuno escluso, democratici: la cina (guardacaso amica dei militari), il bangladesh, l'india, il laos e la tailandia.
della birmania non frega un cazzo a nessuno, non c'è una "resistenza" comunista (con il bel faccione da mettere su di una qualche maglietta accanto al che), non si sventolano bandiere birmane durante scioperi o manifestazioni sindacali (mentre qualcuno mi dovra' spiegare cosa c'entri cuba e la palestina con la cgilcisleuil) e non è alla ribalta (at least fino a pochi giorni fa) in ambito internazionale.
e' così ignorata che il nostro presidente del consiglio nel memorabile discorso alle nazioni unite non l'ha neanche citata (vabbeh, questo è un altro paio di maniche: non ha citato un granchè).
al momento si parla di sanzioni. o meglio, gli USA parlano di sanzioni. l'UE sta "valutando".
andando al sodo lì c'è un po' di petrolio e del gas.
interessa a nessuno?

mercoledì, settembre 26, 2007

Dott

Non mi dilungo ma oggi nel firmamento dei laureati (junior) brilla una nuova stella.
La mia.
La gioia più grande è stata vedere i miei fieri di me.

martedì, settembre 25, 2007

Ci voleva prodi?

E' proprio vero, i governi di sinistra fanno cose di destra.

Una cosa sfuggita ai più, riguarda il recente "ok" dato da Parisi ai nostri soldati (meglio, corpi speciali) che per la prima volta nella storia della repubblica sono stati autorizzati ad un'azione di guerra in territorio estero senza le regole di ingaggio. Insomma, non era mai capitato che qualcuno dicesse: ragazzi, fate fuoco a volontà!

Diliberto ha un bel frignare sul ritiro delle truppe, soprattutto detto mentre due agenti del sismi erano in mano a persone il cui unico dialogo è col coltello che serve loro a tagliare le teste.

La realtà è che si è creato un precedente. E ora, la coperta che ci danno (cfr. Codice d'Onore) è sicuramente un po' più ampia.

Tec

domenica, settembre 23, 2007

...di luce.

Sulla scrivania, intonsi, “Il sole 24 ore” e “Corriere”. Nelle grosse aziende arrivano un numero di copie limitate. Finiscono nelle mani dei pezzi grossi i quali, in genere, non li leggono. Osservando con attenzione si può però vedere che Archie si è già letto di corsa la pagina “Sport” e il commento di Aldo Grasso. Sul “Sole” invece spera compaia qualche sgravio o agevolazione sulle vetture per i dirigenti.

Sparsi per l’ufficio, gettati con noncuranza ed aperte in maniera compulsiva, scatole di costosa elettronica di consumo e sacchetti di negozi di vestiti di Bond Street (London – UK).

Copie dell’”Economist” ed cartellette ben archiviate tappezzano le pareti.

Archie si dedica quindi al mantra del dirigente. Cambia la Sim card tra i tre telefoni indrotazione, getta uno sguardo al Pc (vezzosissima la tastiera del Pc. Un vero pezzo d’archeologia. Una tastiera Ibm degli anni 80/90 introvabile. Se chiedessi direbbe: “Mi trovo bene con questa! Quei plasticoni moderni non li reggo!”), probabilmente per vedere se è qualche Dvd ordinato in Australia è in arrivo e poi si alza. Mentre sta per uscire arriva una sherpa. Intimidito dice “Posso?”.

Archie lo guarda: “Cosa cazzo vuoi?” dice il suo corpo. Le sue labbra dicono: “Dimmi..”
Escono. Archie rientra dopo pochi minuti. “In questo posto si passa la giornata a pararsi il culo! Vado a ritirare la macchina!”.

Come ogni dirigente vero, esce in maniche di camicia. “Hura!” dice al cellulare “esco!” immagino parli con la segretaria. Prima di uscire invia un Sms al capo del personale. Ecco il testo: “Suggerimento flash: convenzione con meccanico per riconsegna auto aziendale. Best: incaricare sherpa. Verifica contratto aziendale!”

Rientra dopo 25 minuti circa. Si siede al pc. Si stiracchia e, in un commento che condivide con me, inserisce una parola in inglese. Non è una di quelle che conosco. Sto per mandarlo a cagare e lui, sforzandosi, trova la traduzione in italiano. Non conosco nemmeno questa e mentalmente lo mando a cagare.

Si getta sul pc. Fissa un documento in Power Point scritto da qualcuno dei suoi adepti. Deve essere una presentazione. Aggiunge una virgola. Cambia una parola. Sorride soddisfatto. Il suo lavoro è compiuto. “E’ una presentazione. Settimana prossima sono in Ungheria!”.

Si getta di nuovo sul pc. Apre un motore di ricerca e comincia a digitare.

“Gulasch&best food&hungary”. Trova un ristorante magiaro a Budapest. Che il goulasch sia ungherese lo ha scoperto, nella mezz’ora precedente al mio arrivo, sul sito

http://www.budapestinfo.hu/it/tempo_libero/cucina_ungherese .

Si catapulta sul sito British Airways e, come un manager efficiente, cerca una coincidenza tra Budapest e Milano che faccia scalo a Londra per 4 ore. Alla Royal Albert Hall c’è la mostra “Star Trek: the Millennium!”. Imperdibile. cerca di capire se il volo offre la cena a bordo e se è compreso qualche dolcetto menta, cioccolato e fichi.

“Ho un colloquio, adesso. Vado a spremere uno per una posizione che si è aperta tra i miei ragazzi.”
“Quanto durerà?” buttò li.
“Un’ora, un’ora e mezza”
Penso che la Gestapo impiegasse piu’ o meno lo stesso tempo nei luminosi anni del terzo Reich ma mi limito a dire: “Non è un po tantino?”

“Siamo qui a difendere la democrazia. Non a praticarla….” Sorride e scivola via dietro la porta smerigliata.

Dopo un’ora e 45 circa lascio l’ufficio di Archie. Il colloquio è ancora in corso.

“E’ di pietra! Non cavo nulla da questo!” dice prima di salutarmi.
“Prova con la tortura dell’acqua” mi vien da dirgli ma taccio. Evidente che il giovine ha fatto suo il mio motto: “Quando parli con il capo taci. Ogni cosa potrà essere usata contro di te.

Concludo con alcuni consigli sul colloquio perfetto da sostenere con Archie.

Archie: “Parlami di te.”
Candidato. “Molti anni fa, in una remota galassia…” (“Star Wars- la trilogia”)

A: “Dove pensi debba andare questa azienda?”
C:”Là, dove nessun uomo è mai giunto prima d’ora…” (“Star Trek”)

A: “Ti piace leggere?”
C:”Condivido l’opinione di Grasso. I telefilm come “24”, “Lost” o “Heroes” sono nuove forme di narrativa. Un nuovo Mark Twain, ne sono convinto, si annida tra quegli sceneggiatori.”

A:”La nostra diretta concorrente ci sferra un attacco sulle tariffe. Che ordine dai?”
C:”Signor Scott, su gli scudi! Signor Sulu, curvatura 9!”

Frasi da non dire, mai!
“Guarda Archie., Mi chiedo spesso cosa facciano gli ingegneri a dirigere le aziende. Fosse per me li metterei in sgabuzzini fumosi a riparare televisori”. Le conseguenze potrebbero essere gravi. Quasi quanto quelle in cui incorre chi blocca con il deretano l’ascensore.


Archie è questo. Fatti di pietra e di luce…





Guglielmo

Di pietra e...

Nei giorni scorsi, per abbeverarmi alla viva fonte del sapere manageriale, sono stato in visita presso la sede dell’azienda nelle cui firmamento brilla, luminosa, la stella di Archie.

Archie, camicia a righe e nodo della cravatta freschissimo, si è palesato nell’atrio per accompagnarmi ai piani alti.

Già in ascensore Archie aveva modo di manifestare malumore apostrofando un incauto con : “Ce la faremo ad arrivare al 5 piano?”.

Il malcapitato, la cui carriera a questo punto è a rischio, aveva la colpa di porre il deretano tra le fotocellule dell’ascensore per tardarne la partenza ed attendere due valchirie del marketing (in questo tipo di aziende tre quarti delle persone lavorano nel marketing, l’altro quarto ambisce a lavorarci).

Le due ci hanno apostrofato con un “Ciao!”. Nelle grosse aziende, i cui utili vengono riversati in tasche anglosassoni, l’ultimo dei fattorini saluta l’amministratore delegato con un bel “Ciao!” dandogli poi, ricambiato, del “tu”. La ragione non va ricercata nella assenza del tu e del lei in inglese ma nel semplice fatto che “Ciao! Cosa cazzo hai combinato in quel lavoro? L’aumento te lo puoi scordare!”è piu’ diretto di : “Buongiorno! Cosa cazzo ha combinato in quel lavoro? L’aumento se lo può scordare!”.

Siamo dunque arrivati nell’ufficio di Archie. Subito sono rimasto colpito dalla luce. Un’ampia vetrata sembra assorbire la luce solare. Una metafora da gotico catalano. Il dirigente vive nella luce (non trama, ma vive di cristallina trasparenza) e (è) di luce.

Le dimensioni dell’ufficio fanno già capire al cospetto di chi trovi. L’ufficio di Archie è ampio, tanto da poter essere utilizzato da due o tre sherpa, ma non cosi ampio da determinare uno spreco di spazio. Tre sedie nere, di pregevole fattura, disposte intorno ad una penisola, emanazione diretta della scrivania in cristallo di Archie, parlano di dure riunioni e brainstorming (tempeste di cervello).

La sedia di Archie, le cui multi regolazioni dicono ai postulanti “io sto seduto su questa sedia ore ed ore per garantire il benessere della tua famiglia ed il tuo mutuo e necessito di una sedie massimo confort”, si staglia sullo sfondo della luce milanese abbagliando così gli interlocutori.

Sparsi per la stanza, una cella monacale aziendale, i simboli del potere.

Piccolo poster di quelli che il sottoposto rimira quando interloquisce con il superiore immaginando, e drammaticamente tale sogno rimane per sempre confinato nell’onirico, di strapparlo dalla parete per farne scempio nell’intimo del possessore.

“Il capo rompe le palle(disegno di due palle da tennis) ma è sempre il capo”. Un simile poster se lo può permettere solo un capo e che non riceve visite da nessuno dei suoi capi. Dice quindi semplicemente due cose : “io sono il capo, rompo le palle, ma sono il capo e nessuno dei miei capi verrà mai qui perché se i miei capi mi devono parlare io prendo un aereo e volo a Londra!”.

Il prossimo passo è un modellino del Millennnium Falcon o della Uss Enterprise e una foto di Arche con William Shatner (il capitano Kirk) o Harrison Ford e Chubecca.


Segue...

sabato, settembre 22, 2007

Falce e carrello /bis

Ho letto qualche recensione del libro, e l'ho pure ordinato.
So già che oltre al buon Gughi, anche il simpatico aemilius, avrà qualcosa da ridire.
Ma nel libro ci sono fatti. Fatti che se non veri i coop-isti avranno modo di far rettificare. O che se invece veri, dovranno da un lato ingoiare o ignorare (scommetto sulla seconda...).
Si racconta nel libro della Melandri che blocca la costruzione di un Esselunga a Bologna (terra rossa, eh!) per dei ruderi etruschi. Iniziativa lodevole: il nostro patrimonio va salvaguardato. Salvo poi, una volta ritiratasi Esselunga, concedere alla coop la possibilità di insediarsi DOPO aver acconsentito a che i ruderi venissero rimossi...
ma come dicevo, questo è un fatto che potrebbe non essere vero.
La cosa certamente vera è che la coop ha un'imposizione fiscale del 17%, le aziende commerciali del 43%.
E' concorrenza leale questa?
Io, che ho solo una laurea in economia e un MBA, penso di no... ma forse quale illuminato marxista potrebbe ricordarmi le storie dell'extraprofitto che tanto hanno giovato ieri all'USSR e oggi a Cuba, Cina e Corea del Nord!
tec

venerdì, settembre 21, 2007

Falce e Carrello

Il libro c'è.
A 81 anni, Caprotti se ne frega delle conseguenze e farà partire l'azione legale...
Attendiamo nel corso delle prossime settimane la (inutile) difesa delle Coop da parte di Gughi.
Tec

giovedì, settembre 20, 2007

Non bisogna mai andare in Germania, Giorgio

Ho passato un paio di giorni in Germania. In un'amena località che ha visto anche il buon Architetto protagonista...
Ho respirato aria nuova: andrò infatti ad intraprendere un'altra strada professionale.
Ma non è di questo che vorrei scrivere. Quanto di come, piuttosto, negli ultimi anni mi sia mancato il confronto con persone di altre nazioni. Per quanto Gughi avesse da ridire dei miei riporti (filipe, pepe e consuelo...), mi piace passare la serata a sentire i racconti di uno che dice: sono Al, arrivo dal Texas (rimane da capire perchè tenda a sottolineare Texas e non USA, ma sarà oggetto di approfondimento in futuro). O bere una birra con un polacco e un inglese.
E' bello vedere come al di fuori della nostra piccola provincia, gli eventi del mondo siano visti in modo diverso. E allora c'è il tedesco che ti racconta simpatiche barzellette sui soldati italiani nella seconda guerra mondiale (per poi sentirsi ricordare di El Alamein, sto crucco), o l'inglese che spara a zero sui prezzi di Venezia, o il francese che parla male di napoli. O di come vedano la Guerra al terrore. Il mondo musulmano. Sarkozi, Bush, Merkel...
E' bello. E arricchente. O per dirla come Guareschi: il che è bello e istruttivo.
Tec
ps: domanda di cultura: il titolo da che film è tratto? come si chiamava la moglie di Giorgio? Qual è il minuto esatto del film durante il quale viene detta la suddetta frase? Chi era l'attore che faceva Giorgio?
:-)
 

lunedì, settembre 17, 2007

The Power of dream II

Sono stanco di questo governo o mi hanno fatto stancare di questo governo?
Sono stanco di Mastella e ogni volta che leggo sotto la sua foto “il Guardasigilli” mi chiedo: ma io ho votato per mettere Clemente alla giustizia e sentirlo dire, come se ci fosse da spiegarlo, che “la giustizia italiana non va al traino di nessuno”. Meno male che lo ha precisato ai ragazzi della McLaren (è cosi sorprendente e scandaloso che in uno sport dove si guardano i millesimi qualcuno si ingegni a scoprire le carte dell’avversario? Nessuno osa dire che in fondo, alla fine, fa parte del gioco anche questo. È lo stesso che comprare l’arbitro o un avversario o in fondo, in uno sport dove il materiale conta quanto l’uomo, è bello scoprire che a parità di mezzo la Ferrari o la McLaren hanno davvero un piloto con qualcosa in più o un team capace di far fruttare un piccolo dettaglio al meglio?).

E quindi, come scrive Panebianco sul Corriere, chi ha votato Romano attendendosi miracoli si scopre imbufalito con il centro sinistra e si innamora di Beppe Grillo?

Pendo che la gente sia davvero stanca dei privilegi della politica e dei suoi costi. Quando sento Casini o Fassino che parlano di politica e anti politica me li immagino avvolti in lenzuola bianche tipo Atene che, con la “Repubblica” di Platone sotto braccio ed un tomo di Kierkegard in tasca, parlano per sofismi del futuro.

Perché io non voglio che abbassino le tasse. Non voglio un aumento di 768 euro in busta paga. Vorrei solo che vendessero una rete rai, che facessero una legge sul conflitto d’interessi ed una legge elettorale dignitosa. Vorrei che iniziassero un programma serio per la raccolta differenziata in Campania e che vendessero Alitalia e non la ricapitalizzassero in toto per la terza volta in pochi anni. Iberia, Air France e Ba erano messe peggio di Alitalia qualche anno fa. Oggi macinano utili ed hanno immagini vincenti. La coda di Boeing dipinta con la Union Jack trasuda orgoglio e ti dice “Dove andare? New York? Ti porto io a 344 euro tasse incluse!”. Vorrei provare lo stesso orgoglio vedendo il tricolore su un boeing.

Invece, sono pronto a commetterlo, questo governo chiuderà lasciando aperti questi problemi.
Quello di cui abbiamo bisogno noi, ma anche altri paesi, è di un uomo con una visione. Qualcuno che guardi oltre i prossimi 10 anni e sia capace di dirci qualcosa che ci faccia levare in piedi e sorprenderci. Qualcuno che parli come noi e che, come noi, sia incazzato per gli sprechi e le inefficienze stupide.

Grillo è quest’uomo? Direi di no, però, ma non ci voleva uno scienziato, ha capito cosa vuole l’elettore. Grave sarebbe se nessuno, a destra o a sinistra, fosse in grado di replicare, con parole e con fatti, ad un comico.


Guglielmo

The power of dream

Sto leggendo “La cattedrale del mare”. Se andaste a leggere la sua recensione lo trovereste sommerso di complimenti e lodi. La realtà è che è un buon libro che si può fare a meno di leggere. Vi si narrano le mirabolanti avventure di un giovane catalano tra il 1320 ed il 1400. Sullo sfondo di Barcellona il nostro eroe si eleva, tra prove di coraggio ed un culo, diciamolo pure, che fa sembrare Gastone Paperone un accanito giocatore di macchinette mangia soldi, da servo della gleba a barone. Sono a tre quarti del libro e non mi sento di escludere che Arnau, il protagonista, scopra, nelle ultime pagine, l’America o, nel tempo libero, resusciti Lazzaro e scopra la pila. .
Tra i pochi aspetti positivi del libro ricordo l’ambientazione di Barcellona ed un resoconto della vita quotidiana catalana nel cuore del medio evo. Basta a fare un romanzo? No. Perché se fossi stato affascinato da Barcellona e dalla sua storia mi sarei procurato una guida turistica o un saggio. Oltre a ciò le parti descrittive e quelle storiche sono piazzate a bella posta ogni tre o quattro pagina e non riesco a non immaginare il nostro Ildefonso Falcones che, gli occhiali danzanti tra il monitor Philips e qualche libro di storia preso in biblioteca, scopiazza qualche pagina che lui ritiene ad effetto. In alcuni punti è persin avvertibile la fatica di riempire la pagina.
Snobismo? No.

Un paio di anni fa fui consigliato da un collega sulla lettura de “ L­’ombra del vento” di Carlos Ruiz
Zafon. Un romanzo leggero, ambientato nella Barcellona del 1945, che travolge il lettore ed è parimenti travolto dalle lodi su Ibs. Ero preso dalla febbre di finirlo. Ricordo i posti dove lo lessi e come le ombre che scivolavano a valle dalle montagne o i volti stanchi dei pendolari della Milano- Asso sembrassero prendere vita dalle pagine di quel romanzo. Lo fulminai in tre giorni.

Ma in quel libro l’autore aveva intagliato dei personaggi memorabili e dalla battuta irriverente e tagliente. Mio zio Mario una volta mi ha raccontato che per leggere “Papillon” non è uscito di casa per quasi due giorni. Avvinto dal romanzo ha sospeso la sua vita per due giorni per vivere quella di una recluso nell’isola del Diavolo. Un grande romanzo è così. Non ci trastulla con dettagli architettonici delle cattedrali catalane o con spiegazioni buone a riempire pagine. Ci divora. Ci obbliga a dimenticare il nostro quotidiano promettendoci lussuriose pagineal nostro rientro a casa. Non siamo piu’ tristi impiegati ma carcerati in cerca del soffio del vento, piloti di aerei postali precipitati sulla cordigliera andina, giovani ardenti d’amore o affogati nella droga. Sbirri sbandati o soldati con il volto sfregiato. Scrittori diventati sceneggiatori a Los Angeles o impegnati a risalire il Tamigi con due amici ed un cane. Bambini orfani a Kabul.

Vogliamo chiudere la pagina e dare di gomito al vicino sul tram sussurrandogli: “Cazzo che libro….!”

E quei libri hanno il potere del sogno perché frullano il quotidiano e dietro i suoi banali segni ci mostrano l’assoluto. I loro autori sono uomini che, chiusi tra quattro mura, costruiscono un universo. Hanno il potere. Il potere del sogno.

Ad ogni modo, non è sempre domenica, darò ancora fiducia a Ildefonso.

Vediamo quanto ne abusa….


Gughi

Scoop!


Chissà come sarà contento il Tec!

venerdì, settembre 14, 2007

So, cosa state pensando....

Nei giorni scorsi, dopo lunga meditazione, ho acquistato la seconda serie di Magnum P.I.
Non creo che le acquisterò tutte (sono 8) ma le prime 4 probabilmente si.

Magnum P.I. è un telefilm particolare. Quello che piu’ mi ha incuriosito sono i commenti fuori campo e gli sguardi che il protagonista rivolge allo spettatore ("So, cosa state pensando..." dice spesso). Come se sapesso che noi siamo li a vedere Thomas racconta le sue vicende mettendo in risalto la sua goffaggine nell’affrontare la vita. Come un eterno bambinone , come spesso viene accusato di essere, Magnum rappresenta il bambino che resta in ogni uomo e che ogni uomo vorrebbe restare. Senza grosse responsabilità, se non sfuggire a Zeus ed Apollo, il nostro eroe, senza rate per la macchina, senza affitto e senza mutui, si limita a risolvere brillantemente qualche caso, tenersi in forma ed avere qualche storiella leggera con hostess di passaggio. Magnum non ha pensieri e cerca di assecondare le sue passioni ed i suo gusti proprio come ognuno di noi vorrebbe fare. Attraversa l’isola per trovare la sua birra preferita e corre a casa per visionare la partita Esercito contro Marina. Le sue incombenze piu’ gravose, che lo rendono nervoso e depresso, consistono al massimo nel lavare la Ferrari o dar da mangiare ai “ragazzi”. Magnum non ha obblighi. Di rado mette la giacca e, complice il clima tropicale, si veste sempre sportivo indossando improponibile camicie hawaiane che su di lui, sono il tocco naif definitivo.

Magnum è sempre senza soldi e questa assenza in realtà lo libera da ogni pensiero. Non ha bisogno di nulla perchè lui, nullatenente, ha già tutto. Ha un passato di cui essere orgoglioso: ha combattuto per il suo paese (è uscito da tre, dico tre, turni in Vietnam) ed ha servito nei servizi segreti della Marina. Ha una macchina bellissima(per la quale non paga nemmeno l’assicurazione), una casa in paradiso, accesso al King Kamehaeha Club e, ciò che piu’ conta, dei veri amici.

Quale uomo non vorrebbe avere un gruppo di scapoloni sempre pronti alla gazzarra?(Tec in questo è fortunato: ha Giacomo e MAAAAAAAAX!)

Quando Thomas, uscito in canoa, rimane intrappolato, in balia di uno squalo, nel Molokay Express (corrente che va dal Messico all’Alaska senza scalo) tutti i suoi amici si precipitano nell’Oceano per cercarlo. Quando qualcuno lo minaccia o ha bisogno di un aiuto per le sue indagini ecco che tutti, bonariamente rampognandolo, si mettono al suo servizio.

Magnum è pieno di ironia ed alcune puntate, le più leggere, sono davvero spassose. Rileggendo l’elenco delle 160 puntate ne ricordo ancora alcune e sorrido ripensando alle scene piu’ divertenti.

Ma ciò che piu’ amo di Magnum è che mi ricorda quando ero bambino prima (ricordo i primi episodi che vedevo con i miei genitori) e ragazzino poi (quando prima di scuola programmavo il video registratore).

Non ho mai visto la puntata finale e forse questo rende ancora piu’ affascinante la serie.

Spero che pubblichino tutte 8 le serie. La prima, nemmeno a dirla, me l’ha regalata Tec. Non ha l’elicottero, non è stato con me in Vietnam, non verrebbe a cercarmi nel pacifico ma uno che ti regala la prima serie di Magnum....

Gothica

Stamattina, accompagnando la Susy in un centro commerciale, mi sono smarrito tra le mura di un grosso distributore di elettronica. Per ovviare alla croniche difficoltà di comunicazione cellulare che mi attanagliano indugiavo di fronte alla parete attrezzata degli auricolari. L’addetta alla parete, baciata dalla natura con un peso più o meno pari ad una cassaforte tipo banca di Zurigo ma non con altrettanta generosità munita in altezza, saltellava nei pressi inguainata in un tanga bianco che sbucava per intero dai pantaloni e che sottolineava una vistosa scritta gotica tatuata sulle reni (credo indicasse le istruzioni per l’uso).

All’improvviso l’aria veniva squarciata da un improvviso vagire di un bambino. L’impalcabile lagna, con lieve accenti metallici, proveniva da un prestigioso cellulare imbustato borsello di un altro utente interessato agli auricolari.

“prontooooo!” urlava cercando di sovrastante il martellante pezzo musicale che immagino avrebbe dovuto indurmi all’acquisto compulsivo.

“No! No! Sono a casa!” ridacchiava senza imbarazzo.
“Ehhhh. Ho fatto qualche lavoretto in casa e mi sono incriccato la schiena” urlava mentre, piegandosi nei jeans attillati, frugava tra gli accessori esposti all’altezza dei suoi piedi.
“No...no...rientro lunedi. Spero mi passi!” diceva rialzandosi con agilità insospettabile in un lesionato alla colonna vertebrale.

Abbandonata la parete degli auricolari mi sono diretto verso l’uscita.

Quante cose si imparano nei centri commerciali.

Guglielmo

giovedì, settembre 13, 2007

Dei geni!

martedì, settembre 11, 2007

United we stand

Io sto con gli Stati uniti d'America. Right or wrong is (somehow) my country.

venerdì, settembre 07, 2007

imparare....

C'è chi sa come trattari i propri clienti.
Visto che Apple ha ribassato il telefono di 200 dollari dopo due mesi, Apple darà un buono di 100$ agli early adopters.
Roba nuova, nel mercato consumer.
Tutto questo per dire che il nuovo ipod touch è già stato ordinato. Archie, divertiti con lo zune!
;-)

tec

ps: bach, dirmi che eri giù ti faceva schifo? potevo portarti sulla "retta" via, ho ancora delle amiche interessanti lì giù!

Super Messia

In onda dalle 8.30 alle 9.00 su Radio24 c’è Melog, trasmissione sui media e, aggiungo io, di cultura popolare.

Nicolini, il conduttore critico televisivo, traendo spunto dal mondo della Tv e dell’informazione “insegue pensieri” e riflessioni.

Da qualche giorno si parla di eroi, partendo da “Heroes” telefilm culto in onda su Italia 1, in chiave un po’ particolare. Il giornalista infatti accosta le vite e le virtù dei santi a quelle altrettanto mistiche dei super eroi. Sante medioevali si confrontano con eroi Marvel.

Facile pensare che il bisogno di eroi, super eroi e santi emerga nelle fasi piu’ tormentate del cammino dell’Umanità.

Ma è oggi che la trasmissione ha toccato il culmine. Citando un articolo apparso su “La civiltà cattolica”, rivista dei Gesuiti, ha fatto un parallelo tra Superman e Gesù.

La vita ed i poteri di Superman evocano in effetti alcuni episodi della vita di Gesù. Sono citazioni volute o inconsciamente gli autori si sono lasciati influenzare?

“Di quale salvatore ha bisogno il mondo?“ si chiede dunque provocatoriamente il gesuita?

Di un salvatore come Superman o un salvatore come il Nazzareno?


Ho letto di recente “Medioevo simbolico” e sono rimasto affascinato dalla vitalità del simbolismo nel medioevo. Con noia ho guardato la nostra società omologata dove l’unico simbolismo munito di potenza è quello dei marchi (il baffo della Nike o la mela della Apple hanno un potere evocativo immenso. Come i simboli delle cattedrali rimandano ad altro.). Ma leggendo questo breve articolo, che vi allego, ci si accorge che i simboli spesso sono dove non ci aspettiamo.

La nostra realtà, in ogni sua forma, affonda le radici nel passato. Spesso remoto. È divertente capire da dove arrivino certe consuetudini, abitudini o appunto simboli che spesso fanno parte del nostro quotidiano.

Anche il mondo dei super eroi può essere fonte di ispirazione. In Kill Bill volume 2 viene chiamata la filosofia dei super eroi.


Guglielmo


La civiltà Cattolica

Uomo di nicchia

Un uomo di nicchia lo conoscete anche voi L’uomo di nicchia, come direbbe Venditti, “non ha dubbi mai”.

Ha comprato la macchina con il miglior rapporto qualità prezzo. L’auto che ha dato dentro è stata sopravvalutata di brutto (si parla di un errore del concessionario) e poco importa se dopo 5 minuti dall’acquisto ha scoperto che la macchina, un diesel, non ha il filtro antiparticolato e quindi non può circolare nei giorni di blocco.

Veste polo Fred Perry che un suo cugino, che scopa con una che fa il curatore fallimentare, ha preso da un fallimento di una boutique di Roma. Ve la vende, in buona fede, e qui risiede il dramma, al prezzo di favore di 40 euro (la buona fede e non i 40 euro sono il dramma). Poco importa se quando la lavate una volta diventa la metà di quella originale che avete e dalle maniche si stacca una peluria blu tipo Yak.

Suo figlio è un gigante, mangia tutto, va a letto prestissimo, non si sveglia mai di notte, guida il fuoristrada e risolve equazioni lineari di terzo grado. Poco importa se, invitati a cena a casa sua, vi avvedete che il fanciullo mangia incollato alla tv, l’unica parola che dice in maniera compiuta è “VACCAGARE!”, non va a letto prima delle 23 e solo dopo che la madre lo ha cullato per 56 minuti ed il padre ha fatto la danza Aka dei Maori nel lettone matrimoniale ( nel resoconto del giorno dopo comparirà anche che il bimbo, alle 03.00, si è ripresentato nel lettone costringendo il padre ad una nuova Aka e a completare il sonno sul divano).

Ha comprato la casa nel momento di bassa del mercato, ha stipulato il mutuo al Prime Rate stimato dall’Ocse nel cinquantennio 1955-2005, la metratura ideale per la sua famiglia, con vista sui Mari Egeoe Caspio e sulla piana di Giza (“Se guardi bene, sussurra dal terrazzino, puoi vedere l’Empire State Building”) e a pochi chilometri dal centro di Milano (“Da qui in 5 minuti sei in autostrada e li in 20 minuti sei in Duomo. Mia moglie prende l’autobus ed in 18 massimo 18 minuti e 50 secondi è in Corso Magenta”). Poco importa se la casa, una mansarda con inclinazione delle pareti e del soffitto che sfiora i 78 gradi (“Ma qui in mezzo ho 2 metri e 70!” che tornano utili per il figlio gigante “Il mo pediatra, per inciso il migliore della regione, e con regione intende l’Unione Europea, dice che è nel 187mo precintile), senza balconi, con la carta velina al posto delle pareti, che dista in effetti 25 minuti del Duomo ma a condizione di effettuare il tragitto con una Honda CBR600, il polso di Melandri, alle 02.00 di notte dopo che la Protezione Civile ha comunicato che è in corso un’epidemia di colera (invitando la cittadinanza a stare in casa) ed un allagamento, che non rende viscido l’asfalto, ha fatto saltare tutti semafori.

Consoce a menadito ogni decreto legge nel quale ci si possa insinuare. Se un congiunto subisce un’operazione, anche banale, lui sa che esiste una Legge, nella quale lui rientra e anche se non rientra non gliene frega un cazzo, che prevede che possa stare a casa dal lavoro un giorno. Poco importa se, con straordinari quanto meno discutibili, ha accumulato banca ore per 6 anni.

Al mare va in una casa in Liguria di proprietà della zia. Non paga affitto e nemmeno spese (“La casa è li a far niente…”). La casa è bellissima, in posizione favorevolissima. Vicina al mare, vicina all’isola pedonale, vicina al parcheggio, al supermercato, alla chiesa, alla locale missione dei Gesuiti, al commissariato, ad una base dei Marines, ad una stazione di ascolto della Cia e al giornalaio. Il mare, nemmeno a pensarlo, è bandiera blu, e pulitissimo.

Conosce a menadito i benefici del contratto aziendale e li sfrutta al massimo. Si fa fare fatture false o gonfiate da medici compiacenti per ottenere rimborsi non dovuti da assicurazioni e mutue varie e li pone in rimborso in piu’ di una.

Inizia ogni frase dicendo “La mia fortuna è che…” e vi elenca una serie di situazioni a lui favorevoli che lui sfrutta in maniera sfacciata.

Tutti noi possiamo riconoscerci in una di queste descrizioni. Ma pochi, gli uomini di nicchia, in tutte…


il Maresciallo

mercoledì, settembre 05, 2007

400.000

Eravamo 400.000 all'agorà dei giovani un evento, se mi è permesso dirlo, controverso. Un gesto molto lontano dalla mia sensibilità e molti di quelli che erano lì era lontani dalla mia storia, dal mio percorso religioso. Eppure eravamo tutti lì per il Papa, per Benedetto XVI che, come non mai, in questi mesi è sotto attacco. Per me l'agorà ha voluto dire questo: andare dal Papa per sentire cosa voleva dirci per dimostrargli che gli sono vicino oserei dire che gli voglio bene.
E' stato impressionante sentire il silenzio di 400.00 ragazzi quando parlava lui, un uomo così è davvero grande.Quindi "God save the Pope!!" e buon inizio a tutti

domenica, settembre 02, 2007

estate

parafrasando vacanze di natale: "e anche questa estate, ce la semo levata dai cojoni"...

e' stata una bella estate. tre settimane di mare:
1) la più intensa quella passata da solo con mio figlio a fare danni. non proprio quello che si chiama vacanza, ma certamente una delle esperienze più belle.
2) comprensiva di due giorni con la mia pro-zia di soli 93 anni, alla fine era come avere due bambini.
3) la scena più intensa matteo che si trova di fronte a sua mamma dopo 6 giorni di distacco: tre secondi interminabili e lo scoppio di un riso interminabile.
4) i giorni con mio fratello
5) il mare calmo e pulito che non vedevo da anni in quel posto (marta ha tirato su 3 roscioli col secchiello)
6) agorà 2007: abbiamo visto un paese invaso da migliaia di giovani (e non). complimenti (ironici) a chi si è portato i bambini di pochi mesi a fare la due giorni. e grazie per avermi fatto allungare la strada di 35 km per tornare a milano!
7) complimenti ad un anziano signore che ha offerto un gelato ad una ragazza polacca e mi ha chiesto di farglielo sapere in inglese.
8) l'aperitivo. con la mia famiglia. e con il connestabile!
9) le due telefonate con gughi
10) la corsetta con mia sorella sotto l'acqua (ma piove, dice lei dopo 10 minuti che avevamo iniziato e che te frega! rispondo io)
11) il miglior commento sull'incontro con il papa: signora fuori di casa al passaggio di una parrocchia di roma: ma questi che c'hanno il papa tutto l'anno, proprio qui devono venì?
12) il fritto misto
13) le gelaterie che non mi facevano pagare il cono vuoto a matteo. e quelle che me lo facevano pagare 10 centesimi (barboni!)
14) i gavettoni a ferragosto
15) il gollo e il tittatto!

tec
ps: il miglior commento del blog è quello di Emanuela di Bisanzio. propongo di segare il bacelliere e sostituirlo con lei!
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