giovedì, dicembre 30, 2010

Il calcio moderno

Al lavoro per tirarmi fuori dagli impicci a pranzo parlo di calcio. Da queste esperienze prandiali nasce questa mia riflessione sul calcio moderno.
Negli ultimi dieci anni con l'avvento di internet e dei cellulari non siamo più abituati al fenomeno dell'attesa così ben spiegato da un grandissimo poeta come Rebora. Siamo ormai abituati ad avere tutto e subito: per un informazione basta che googliamo postponendo la parola wiki e subito abbiamo le informazioni adeguate per proseguire nel nostro lavoro; per sentire un amico basta che mandiamo un sms e abbiamo in 160 caratteri le informazioni che ci consentono di sapere come sta. Questo meccanismo è talmente esasperato che se qualcuno tarda a risponderci ci spazientiamo e incominciamo ad importunare l'amico con squilli, trilli, messaggi di stato su facebook finchè il poveretto non risponde.
Anche la lettura ne risente e i libri giacciono impolverati sugli scaffali cannibalizzati dai riassunti in rete per cui prima di comprare leggiamo le recensioni su internet, vediamo le stellette su ibs e poi, solo poi, procediamo all'acquisto che risulta anch'esso velocissimo, due click e la spedizione è garantita in 24\48 h. Niente più problemi di posteggio davanti alla feltrinelli in piazza piemonte, niente più vagare tra gli scaffali, niente più copertine che ci incuriosiscono e ci spingono a comprare qualcosa di più.
Tutto è ottimizzato e velocissimo.
Ci convinciamo che fa bene al portafoglio e fa bene a noi, meno stress, meno code, meno freddo. Il risultato è un imbarbarimento della lingua italiana e dei costumi. Niente più pazienza e niente più perchè, come, quando, non ma xkè, cm, qnd e nn.
Questo malcostume negli ultimi dieci anni ha contagiato anche il calcio italiano. Niente più progetti a lunga scadenza ma solo l'acquiesto di campioni già formati, già pronti alla vittoria, già vincenti. L'illusione dell'inter negli ultimi 5 anni in Italia (mi tocca dirlo) ha portato a credere che questo sistema funzioni, nonostante il presidentissimo abbia colto non molto, il rendimento vittorie\soldi è ancora, a mio parere, impietoso. Le illuminate dirigenze degli altri club si sono illuse a causa delle ultime vittorie che questo sistema funzioni e allora vediamo il milan che rimpolpa le file con giocatori bolliti che hanno la sfortunata coincidenza di costare poco (ronaldinho,beckam...) e lo stesso sta per fare la juventus (gilardino\toni). Il risultato è che i vivai italiani si stanno svuotando.
Il calcio italiano pagherà questa situazione, il mondiale è stato un campanello d'allarme.
Il vero metodo, anche nel calcio, è puntare sull'educazione dei giovani come ben dimostra il barcellona che nonostante la fallita remuntada ha portato il calcio spagnolo sul tetto del mondo come nazione e ad altissimi livelli in europa grazie alla sua cantera.
Si avrà in Italia la voglia di guardare a questi esempi? Ritornerà la pazienza?

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venerdì, dicembre 24, 2010

Natale

Per me il Natale è per forza legato al ricordo di mia nonna, a casa sua. Se penso alla festa di Natale mi viene naturale pensare a quei chiassosi pranzi che iniziavano la mattina con la benedezione del Papa su Rai uno e tra code di gambero e vitello tonnato si chiudevano con il mascarpone e il pandoro (o il panettone). La divisione in casa della nonna era rigorosamente dettata dall'età, i grandi nel tavolo rotondo che ancora troneggia nella casa ormai vuota e noi bambini sul tavolo in formica spostato per l'occasione dalla cucina alla sala. Solo adesso mi rendo quanto fossero buoni e pazienti i miei cugini, già grandi, adulti (in realtà penso avessero circa l'età che ho io ora) ma che giocavano con me e le mie sorelle a mercante in fiera ed altri giochi in tavola, spendendo l'intero pomeriggio con noi e portandoci pure al cinema quando magari avrebbero preferito andarci con le loro, al tempo, morose, ora mogli. Per noi, per me era scontato che essendo loro al tavolo dei bambini fossero un po' più simili a noi che ai nostri genitori e zii e quindi insomma dovessero per forza anche loro divertirsi a giocare. Chissà. La giornata poi si concludeva stancamente verso sera davanti ad un piatto di stracciatella, il brodo con l'uovo dentro.
Rimane mitica nella mia memoria quella volta, forse un po' prima di natale, che mio cugino ci disse :"Babbo Natale è morto, s'è ribaltato ieri in piazza duomo con la slitta, c'era un sacco di polizia!", se ci ripenso oggi mi metto ancora a ridere.
Buon Natale!
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