lunedì, ottobre 30, 2006

Fede!

Il piccolo Federico, da poco entrato nella schiera dei cristiani, è un soggetto particolare.

Se il fratello, che appena nato dava già segni dell’ipercinesi che lo avrebbe caratterizzato negli anni a venire, il nosro eroe ha subito dato segni della sua naturale compostezza.

Dopo infatti un primo vagito poco entusiasta, Federico si è ritirato nella sua incubatrice per meglio acclimatarsi alla nuova frenetica realtà. Li, al calduccio, deve aver stabilito che la sua priorità è sopravvivere. Affrontare cioè un ambiente, riconosciuto sostanzialmente ostile, nel migliore dei modi.

Il primo passo, deve essergli sembrato facile: nutrirsi.

Il piccolo, infatti, accetta con pazienza ogni tipo di trasferimento ed emozione purchè gli orari dei pasti vengano rigidamente rispettati e non gli si pongano limiti all’accesso della sua unica fonte di sussistenza: la sua mamma.

Il secondo passo, come ciascuno di noi farebbe, è stato individuare un modello da seguire. Chiunque , istintivamente, cercherebbe nella sua cerchia, quello che meno fatica e che meglio affronta l’ambiente circostante.

La scelta, per quanto ovvia, è caduta su Riccardo. Del resto chi rappresenta il vincente in un gruppo di tre individui dove due corrono, si affannano, portano pesi, cucinano, lavano, stirano mentre ne esiste un terzo che, in sostanza, fa quello che gli passa per la testa?

Perchè prendere a modello uno che scompare per 9 ore al giorno e quando torna a casa entra in una centrifuga di circostanze quando ne esiste uno che arriva a casa viene, cambiato, nutrito ed intrattenuto sino all’ora del riposo?

Ed allora ecco che quando Riccardo entra in una stanza il piccolo Federico si estasia. Lo guarda rapito da uno stile di vita maestoso. Senza un ghello in tasca è in sostanza proprietario di una struttura completamente al suo servizio. Due servitori, auto pronta nel box, videoteca fornita, cuoco che attende ordini...

Ma ogni cosa è migliorabile. L’iperattività di Riccardo deve essere sembrata energeticamente
troppo dispendiosa e, in alcuni casi, oggetto di rimprovero o comunque foriera di pericoli e rischi.

Il nostro ha dunque scelto la via dell’osservazione (quasi con piglio da verista/naturalista erede della scuola di Emile Zola) e della meditazione. Gli effetti, oltre ad un distacco sublime dalla cose terrene, è stato l’accumulo di una burrosa adipe sulla faccia e le gambe.

La pappagorgia del nostro eroe è infatti degna di un salumiere uscito dal “Ventre di Parigi” e lo sguardo, vigile ma distaccato, è lo sguardo che uno squalo potrebbe riservare ad un nuotatore che si affanna a sfuggirgli. Fin dai primi giorni ha mostrato infatti una notevole capacità di mimetismo che gli ha permesso di farsi ben volere dal fratello e di osservare la situazione con attenzione.

Se in palestra Riccardo scuoteva la struttura dalle fondamenta il nostro si limita a qualche trazione e scossone per soddisfare il suo papà. Dopo una ventina di minuti, distrutto da cotanto lavoro, si ritira nel suo lettino.

Il bagnetto è affrontato con lo spirito giusto. Novello Adriano si immerge nella sua personale Terme imperiale in cerca di benessere e pulizia limitandosi a compiacere i suoi schiavi con un dolcissimo sorriso.

Insomma, finchè dura il nostro Federico pare intenzionato a succhiare il midollo della vita.

Guglielmo
Creative Commons License