giovedì, maggio 31, 2007

Banda di Fratelli

Si avvicina l’anniversario dello Sbarco in Normandia. Malgrado non conosca la precisa disposizione della batteria di Veiville, Archie, con una leggendaria lungimiranza, mi ha regalato “Band of Brothers”. Miniserie di Spielberg e Hanks sulle avventure della Compagnia “E” della 101 divisione tratta dall’omonimo saggio di Ambrose. Insomma, il massimo dei massimi.

Avevo avuto sentore quando Archie mi aveva impedito, con scuse puerili, di acquistare il cofanetto su E-Bay. Ho fatto qualche ricerca su E-Bay per vedere le ultime operazioni concluse sul cofanetto ma non avevo trovato nessun acquisto da parte di Archie Boy.

Il 26 mattina, dopo la Polo Fred Perry della mia famiglia, la Susy mi ha detto: “ E vedrai che regalo Archie...”

A quel punto era una certezza. Si prospettava una celebrazione spettacolare. Tutta la serie in progressione dal 01 giugno sino alla mezzanotte del 05 giugno. Due episodi a sera e speciali a go go.

Alla fine quando Archie mi ha messo il voluminoso pacchetto tra le mani ho capito che non aveva badato a spese. Il prestigioso cofanetto in latta si svelava dietro la preziosa carta da regalo.

La vecchia versione, gentilissimo omaggio di Bach, è stata archiviata e sostituita dalla summa enciclopedica.

Che dire.....grazie Archie...


Gughi

lavori e cancelli

Capita nella vita che due persone che rappresentato, ciascuna per la propria parte, il Bene ed il Male, capita, dicevo, che si siedano di fianco e parlino.
Capita, che in nome di quelle persone, la gente arrivi anche a litigare. Un po' come faccio io con tutti quelli che sono utonti di windows...
Poi li senti parlare e capisci che, in fondo, sono due facce della stessa medaglia. Due persone che hanno cambiato il nostro modo di vivere e lavorare. Due persone che non possono fare a meno di odiarsi, ma che, se proprio non si amano, si stimano come se stessi.
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What's the greatest misunderstanding in your relationship?
Jobs (deadpanning): We've kept our marriage secret for over a decade now.
Gates (after a silence): I don't think either of us has anything to complain about. … I miss some people who've left the industry. It's nice to have someone like Steve around.

Jobs: When Bill and I first entered the industry, we were the youngest guys in the room, and now we're the oldest. I tend to think of things in terms of either Dylan or Beatles songs. And there's that one line in that Beatles song, "You and I have memories longer than the road that stretches out ahead," and I think that's clearly true here."
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tec

venerdì, maggio 25, 2007

per chi fosse interessato

Joost™ the best of tv and the internet

Ho gli inviti.

tec

giovedì, maggio 24, 2007

Un duro rientro

Stamattina, dopo che avevo gufato per settimane, gridando ai colleghi milanisti “CAMPIONI D’EUROPA!”, mimando in continuazione la sollevazione della Coppa dalle grandi orecchie e spargendo fotocopie di una civetta con sotto scritto “seguirò la partita con occhi attenti” , ho pagato fio.

Al mio arrivo, sulla postazione di lavoro, ho trovato un palloncino copia, a dimensione naturale, della Coppa e una sciarpa rossonera.

Incurante, ho sollevato la Coppa al cielo come Maldini mostrandola a tutti i colleghi presenti agintandola come fossi ad Atene.

Mantenere l’aplomb in queste situazioni è essenziale.


Gughi

martedì, maggio 22, 2007

Liberta' di stampa?

Premetto: sono un avido lettore del Corriere della Sera.

Amo il suo formato: all'occhio disattento puo' appaire che io lo sfogli un po' a caso, in realta', come molti, ho il mio schema. Sport, Economia, Spettacoli, le lettere all'ambasciatore Romano, gli Esteri e poi si parte da pagina 1 in avanti.

Se provo a leggere cosi' la Repubblica finisco per accartocciare le pagine e a chiedermi dove sia lo Sport (dopo il cinema di Milano?) e perche' l'Economia non si trovi vicino al paginone centrale

Quindi, sebbene adori il Corriere e debba riconoscere che spesso ospita voci anche discordanti (Ostellino puo' piacere o meno, ma poco c'azzecca con la linea editoriale predominante), mi chiedo che affidabilita' possano avere le valutazioni che leggiamo su quanto accade oggi nelle grandi aggregazioni bancarie.

Ricordo che quando viaggiavo per lavoro, leggevo spesso sui giornali inglesi quanto la Fiat fosse vicina alla bancarotta, nonostante il Corriere (di cui Fiat e' uno dei principali azionisti) commentasse distrattamente quanto accadeva. E quando GM pago' 1,5 miliardi di euro pur di non affondare con la stessa Fiat (e forse i fatti di oggi danno torto a quella decisione), il Corriere plause alla capacita' di Marchionne di recuperare quei soldi, mentre la stampa estera commentava come GM si fosse liberata di un peso scomodo e non redditizio.

Come quindi leggere (e fidarsi...) attraverso questa lente distorta quello che avviene oggi nella fusione Unicredit/Capitalia? (a proposito: mi hanno insegnato che le fusioni non esistono ma esistono solo le incorporazioni: infatti la nuova entita' si chiama... gruppo Unicredit!)
Il gruppo Unicredit ha direttamente il 2,1% di RCS (tramite la ex Capitalia); e' inoltre primo azionista di Mediobanca che ha il 13,2% sempre di RCS. E tramite Generali (di cui Mediobanca ergo Unicredit e' primo azionista...) ha un altro 3,6% di RCS.

E come leggere inoltre con serenita' le notizie che riguardano Telecom, se tra le banche che hanno preso il controllo del gruppo da Pirelli c'e' sempre Santintesa che ha il 5% di RCS? E' davvero una grande difesa della italianita' o cosa? Infine... non dimentichiamo che in questo giro Generali sono uno dei primi soci di Intesa (altro pezzo di RCS sotto controllo) e con loro (e Mediobanca!) sono entrati in Telecom.

C'e' da chiedersi davvero quanto, in un paese in cui le Banche controllano ormai tutto e si controllano tra di loro, ci si possa fidare di quello che si legge sulle banche e sulle aziende se le stesse banche possiedono anche i giornali.

E' sano? E' normale?

Per fortuna oggi il presidente di Santintesa chiede alle banche, tramite il meccanismo delle fondazioni, di uscire dai giornali e da RCS in particolare : ma se questa notizia arriva dai giornali medesimi, come possiamo fidarci che ci stiano davvero dicendo la verita'?

giovedì, maggio 17, 2007

classe politica

Mi stupisce sempre come la nostra politica sia arretrata.
Guardate qui.

martedì, maggio 15, 2007

Sbuzzy

Federico non gattona. Si muove, sul modello delle meduse, sfruttando la forza trainante dei piedini e quella propulsiva del sedere. Balzella come un matto per casa alla ricerca del fratello e poi, quando lo trova, fluttua nei suoi pressi. A volte lancia una pallina e, saltellando, la insegue per tutta la casa oppure, perso nei sui pensieri, armeggia con qualche gioco con la testa piegata verso l’oggetto della sua totale attenzione. Quando mi vede sorride. Susanna, un po gelosa, sostiene che abbia un debole per il suo papà. Non passo molto tempo con lui, Riccardo tende a monopolizzarmi, però lo stesso siamo in sintonia. La sera, quando Riccardo guarda la televisione, ogni tanto mi siedo vicino a lui e, tra di noi, mettiamo Sbuzzy. Sbuzzy Boy (“Come si chiama tuo fratello?”chiede qualcuno “Sbuzzy Boy!” risponde con orgoglio Riccardo) gongolante, si appoggia con tutta la sua massa grassoccia a me, felice di essere sul divano a vedere la tv.

Stamattina è arrivato nel lettone verso le 6.00 al traino della Susy. Lo sentivo scivolare e spingere nel letto per avvicinarsi a me. Mezzo addormentato l’ho cercato tra le lenzuola. Lui, con una manina morbida e burrosa, mi ha preso un dito e, mi è parso, tirasse la sua mano verso di lui. L’ho tirato a me ed appena l’ho guardato ha iniziato a sorridere. Siccome ancora non ha imparato a dire “papà” gli dicevo “pa pa pa pa pa pa pa pa”. Lui, senza emettere rumore, fissava le mie labbra e poi mimava, boccheggiando come un pesce, l’agognata parola. I suoi occhietti blu, animati da qualche giorno da una curiosità viva e da attenzione, seguivano attenti la lezione. Prendeva allora fiato ed esplodeva in un “Maaammaaa!”. La Susy gongolava (come sanno essere crudeli le madri...) ma il mio piccolino non demordeva e si rilanciava all’assalto: “Mamamama!”

Il suo curriculum continua ad ampliarsi. Oltre a battere le mani ha imparato anche a sputare la pappa. Un giorno, per caso, a sputacchiato in giro un po di pastina. Riccardo, l’egemone, ridendo si è quindi avvicinato a Fede. “Fallo ancora!”gli ha sussurrato tentatore nell’orecchio.. A Federico non è parso vero. Protagonista per un momento ha iniziato, ad ogni cucchiaiata, a sputare in giro tra le risate e gli applausi del fratello. Dopo un po siamo intervenuti redarguendo Riccardo ma pure lo sputatore folle. Riccardo, impersonando ora il fratello giudizioso e fiutando il mutamento del vento, si è quindi tramutato in Savonarola. “No! No! No Fede, non si fa così! Non si sputa!” ed intanto scuoteva il ditino e, dal suo scranno, si sporgeva verso il seggiolone. Ma ormai Sbuzzy era protagonista e nulla, se non la minaccia della scomparsa del piatto (come poi è accaduto) lo avrebbe distolto da quel potente gesto tanto rivoluzionario e luminoso. Alla fine, minacciato della sopsensione del desco, ha desistito. Già perchè Sbuzzy è uno paziente ma che non venga privato del cibo.

Guglielmo

il Mereghetti

L’altra sera ho visionato l’inguardabile ultimo 007. Bravi gli attori ma la trama molto fragile. Per di piu’ il film è infarcito di pubblicità nemmeno troppo occulte. Computer, auto, orologi, cellulari...tristissimo.

Ma non è di questo che devo scrivere. Perchè il giorno seguente, commentando il film con alcuni colleghi, mi è venuta in mente la scena di un film in cui lui e lei, teneramente abbracciati, per testare la loro affinità, si confidavano su chi per loro fosse l’unico ed inimitabile 007.

Alla fine i due, all’unisono, dichiaravano rifedrendosi a Conner: “Scottish forever!”

Beh, nessuno (eravamo una decina), me compreso, ricordava di che film si trattasse.

Ho inviato la seguente mail ad Archie:

Qual è il film in cui loro due, innamorati a letto si chiedono, per provare la loro affinità, chi sia il vero Bond-007?

E lei dice "Scozia forever" riferemdosi a connery????

Risposta dopo circa 7 ore:

“Slevin patto criminale. Gran film. visto lo scorso anno al mare! Cinema Splendor. Sedie un po vecchie. Ottime patatine, bibite fresche. Buona ventilazione e ottimo Sorround. Imprecisioni sonore su colpi d’arma da fuoco oltre il calibro 5,65. Granatura di colore buona. Telone vecchio. Ottima copertura internet.”

Chiosa finale

“Lo sai che Connery ha tatuato quella frase sul braccio?”

Leggendario Archie....

Guglielmo

lunedì, maggio 14, 2007

Giustizia

Ammirevole come le corazzate di Mediaset si siano schierate a difesa degli indagati di Rosignano Flaminio.

Giornalisti ed opinionisti tutti concordi nel segnalare che qualcosa non quadra. Prontissimo il TG5 a dare spazio ai sospettati per consentirgli di ipotizzare che i bambini, probabilmente, sono stati vittime di qualcosa ma a casa loro. Vittime, in sostanza, dei loro stessi genitori.

Uno degli indagati, secondario ovviamente che sia tra gli autori di "Buona domenica", intervistato a casa sua ha dichiarato "Questa non è la casa degli orrori!".

Tutti hanno diritto alla difesa. Ma in tribunale. Che i giornali o le tv si prestino a fare da pulpito a degli indagati non è corretto. Che i giornalisti si schierino lo è ancor meno.

Ma ormai, da Cogne in poi, ognuno si sente in diritto, pur non essendo poliziotto o giudice, di dire la sua. Si imbastiscono processi e spesso nemmeno troppo in buona fede.

La vicenda dell'asilo è agghiacciante. Personalmente non credo che i sospettati siano colpevoli. Sarebbe incredibile che tutto si sia svolto con tanti complici e sotto gli occhi di una pese intero.

Però credo che sia legittimo indagare e capire senza intromissioni e spettacolarizzazioni.

Prima di tutto perchè le vittime sono dei bambini e con questo can can li si espone ad una seconda violenza.

Dovrebbe calare una coltre di silenzio e di rispetto per chi, ancora bambino, è stato caricato da un fardello.

Guglielmo

Io c'ero!



sabato, maggio 12, 2007

la verità

la verità è che, come sta scritto sopra, siamo amici. e anche quando ci mettiamo in tre contro Gughi, alla fine sappiamo che in caso di bisogno, tutti e tre corriamo da lui: un consiglio sul bimbo, un'operazione in banca, un'informazione sull'anagrafe, qualsiasi cosa. E' questo il bello, gughi c'è, sempre!
tec
ps: anche ieri sera...
pps: domani non penso di postare, faccio oggi, ma spero li legga domani, gli auguri alla di lui consorte.

Rashomon ter

Finita la riunione con 4 dei 5 più grandi fondi d’investimento americani – riunione volta a determinare se non il destino del mondo, almeno quello dell’Italia – mi sono accorto che era ora di correre a casa: Gughi aveva fissato un improbabile incontro alle 21! “Dai ragazzi!” aveva scritto nella e-mail “tanto noi si finisce di lavorare al più tardi alle 16.30 e quindi abbiamo tutto il tempo di andare a casa, un salto in piscina, qualche chilometro in bici, un aperitivo con la moglie e un dvd con i bambini!”. Col Tec ci siamo consultati e abbiamo deciso di accontentarlo, non senza qualche legittima perplessità su quel “noi”…
Poi – per inorgoglirlo un poco – ho creduto giusto di raccattare qualche informazione su Biondillo, fin troppo prolifico scrittore prossimo al Nobel per la letteratura.
Con Tec siamo arrivati puntualissimi, come sempre e nonostante l’agenda traboccante di impegni. E mentre eravamo in conversazione su temi piuttosto riservati sentiamo urlare da una macchina giapponese: “Amici! Amici! Sono Gughi, il più grande contributor del Conciliabolo!”
Eccolo, nella sua macchina prestigiosa, con lampeggiante e tutto. Timido alla guida, ci ha intrattenuto – mentre cercava goffamente posto – sul tema “I seggiolini auto per i bambini: tendenze della moda e accorgimenti tecnici per un comfort da 10 e lode”. Tec, educatissimo, al solito fingeva interesse anche quando, una volta parcheggiato, Gughi ha estratto una torcia per illuminare lo scheletro metallico di un passeggino di una passante. “Vedi” diceva terrorizzando anche la madre fermata per strada “ho letto su MecanoOggi che queste strutture reggono solo fino ai 12kg e mezzo! Pertanto quando il pargolo pensa 12kg e sei la struttura cede su se stessa!”. Tra uno sbadiglio e l’altro si attendeva Archie, passeggiando tra la gente di corso Como. Tec, stroncato dalla noia – è colpa mia, dato che avevo introdotto il tema “Biondillo: un architetto al commissariato di polizia. Parallelismi e analogia con il Maresciallo al Conciliabolo” – ricorreva immediatamente alla risorsa “giacomo” (nome in codice per il “piano B”). Io, come si vedrà, attendevo il momento più opportuno…
Ho deciso di portare la truppa in un locale per anziani, contando di fare loro un favore, in considerazione del fatto che i compagni sono tutti ultratrentacinquenni, attempati e imbolsiti, con filgi e nipoti. Metti che la musica poi dà loro noia! Pensavo.
Le chiacchiere al tavolo, una volta arrivato Archie si sono finalmente ravvivate: tecnologia, cinema e urbanistica sono stati i temi principali della serata. Commenti studiati e meditati e l’ausilio di potenti mezzi elettronici (che gara tra il Tec e l’Architetto!), hanno reso la serata piacevole, frizzante e audace fino a quando…
Fino a quando Gughi, al secondo latte e menta non ha dato segni di cedimento mentale. Insicuro, chiedeva che commentassimo i suoi ultimi post. Archie, gran signore, lo rassicurava: “Massì, sono sempre interessanti, figurati che dei quattro siti che si aprono in automatico quando mi collego a internet, uno è il conciliabolo” (gli altri, per la cronaca, sono: “Startrek oggi”, “Startrek last generation”; “Vita da Spock”).
Insomma, a quel punto la serata cominciava a languire e mi son trovato costretto ad attuare il piano B. Ho portato fuori i ragazzi – con la scusa del “è pieno di ragazze discinte!” – e ho “casualmente” incontrato un mio amico.
Non era solo, ed ha presentato a tutti la sua amica come “L’argentina”. I ragazzi si sono risvegliati inebriati dal profumo di esotico che emanava.
Se non fosse che… Gughi, sempre lui, ad un mendicante che chiedeva una moneta, rispose “no grazie!”, a mò di scherno. Guglielmo il Maresciallo, uomo illuminato, grande e grosso, uomo colto e (apparentemente) sensibile, si è messo fare lo spiritoso con un povero mendicante, emaciato e storpio, evidentemente bisognoso di aiuto. Noi abbiamo dato qualche spicciolo al ragazzo e abbiamo rintuzzato la deriva fascista di Gughi.
L’episodio ha rovinato la serata: un episodio di bassezza morale inqualificabile. Archi scuoteva la testa in segno di disapprovazione, Tec (autore della donazione più generosa al mendicante) era visibilmente scosso.
Con il consueto impeto di decisionismo ho messo la parola fine ad una serata tra amici.

venerdì, maggio 11, 2007

Rashomon /bis

 Al di là del fatto che Gughi non solo ignori Rashomon, ma che nemmeno si prenda la briga di cercarlo (meglio così, visto che ritiene più attendibile Maxim a CNN), la serata non è stata proprio così!
 Io, come al solito quando esco con gughi, ho dato appuntamento a degli amici nella stessa zona, in modo da poter cambiare compagnia alle prime avvisaglie di un Gughi che vaneggia la pagina del "Forse non tutti sanno che..." della Settimana Enigmistica come spunti culturali.
 L'appuntamento alle 21, tipo pensionati ferroviari... c'è chi ha chiesto mezza giornata di ferie, per essere puntuale!
Arriviamo puntualissimi io e il connie. Gughi si fa riconoscere sgommando e frenando col freno-a-mano, cosa superflua perchè gughi si riconosce dal gomito fuori dal finestrino (anche a dicembre).
Partiamo alla ricerca di un posto, connie suggerisce di parcheggiare ovunque: giallo, passi carrabili, marciapiedi... era semplicemente alla ricerca di lavoro: voleva la multa per gughi e la conseguente causa (possibilmente class action) davanti ad un giudice qualsiasi.
Una volta parcheggiato civilmente, ci siamo incamminati, al ventisettesimo tentativo scopriamo che l'archietetto tardi un attimino (attimino nella galassia in cui vive è un periodo di tempo che varia dalla mezzora all'ora).
Io suggerisco di fare due passi: avevo un duplice scopo. Primo, verificare che il mio piano di contingenza fosse a posto e infatti i miei amici fingevano di soffermarsi lungo corso como, in attesa di un cenno di intesa. Secondo, la primavera mi manda in calore e devo quantomeno vedere un po' di belle ragazze.
I due frati che mi accompagnavano, inorriditi da contate gnocche, hanno voluto fiondarsi in un locale adiacente il residence per anziani. E infatti non solo il cibo era stantio, ma gli astanti, oltre a ricordare quando fecero le guerre puniche, erano tutti accompagnati dalle badanti.
La serata si è ravvivata all'arrivo di Archie. Siccome non li paga, fa il figo coi cellulari (io penso di contribuire al 20, 23% del suo stipendio). io vado avanti con un obsoletissimo modello del tardo 2006. ma solo perchè sono in attesa di un cambio lavoro....
Era interessante notare come gughi, tagliato fuori da ogni discussione, cercava di entrarci con ogni scusa possibile.
Si parlava di disneyland e, solo per aver letto due o tre numeri di topolino (c'erano ancora le lire, e non arrivavano alle migliaia), pensava di poter dire la sua sui rapporti di parentela fra Paperoga e Gastone.
 E' riuscito a litigare con la cameriera che, presa nel preparargli una birra che richiede un po' di lavoro, non soddisfava la sua esigenza di dissetarsi; non pago ha cercato di impossessarsi della mia chiara sostenendo che fosse rossa!
 Dopo la seconda birra, cadute le ultime barriere, si è confidato sul post di qualche giorno addietro sui cowboy gay... e lì abbiamo capito. Abbiamo capito che la sua curiosità di provare esperienze nuove cercava in noi un appoggio. Lo abbiamo fermato, ricordandogli i suoi doveri di marito devoto e padre esemplare. Si può forse mandare tutto a monte per la curiosità di un rapporto omo?
Lasciata la depandance degli anziani, siamo usciti per passeggiare... ma poichè nulla è dovuto al caso, nella mente di Gughi, incrociamo il buon Giorgio!
E lì, tre persone di buon senso, come effettivamente Archie, Connie ed io siamo, cosa possono pensare?
Gughi saltabeccava come un furetto impazzito, tutto contento al grido di "Tutto torna!! Ho ragione..."
L'abbiamo preso, caricato in macchina e riportato a casa.
Tec

E alla fine Cristoforo Colombo sbarcò in Normandia

Malgrado citi a sproposito “Il giorno piu’ lungo” commetti una serie di errori storici di notevole importanza, che sommariamente, per i lettori piu’ giovani, segnalo.

Merville non è una spiaggia ma una località sulla costa nei pressi della quale era installata una batteria tedesca. Non furono Ranger americani a prenderla ma i paracadutisti britannici. I Ranger furono impiegati a Point Du Hoc, sulla costa. Il Nido delle Aquile, che tu definisci ameno luogo di vacanza, fu trovato vuoto perchè Hitler era a Berlino in attesa dei compagni dell’Armata Rossa. Riguardo al Messerschmitt 104 che citi non ve ne è traccia nella seconda guerra mondiale. Oltre a questo dovresti sapere che alla fine della guerra l’aviazione tedesca era ridotta a niente (anche nel „Giorno piu’ lungo”, guardandolo con attenzione, si capisce). Alcuni storici, ma non so se con il BalckBerry lo trovi su internet, propendono per l’ipotesi che fu propri la maggior produttività industriale sovietica e statunitense che portò alla superiorità aerea degli alleati e di conseguenza alla vittoria( ti consiglio „LA STRADA DELLA VITTORIA PERCHE GLI ALLEATI HANNO VINTO LA SECONDA GUERRA MONDIALE”. Molto bella la riflessione su come dittatura e democrazia si siano ugualmente mostrate efficienti per sconfiggere il Nazi Fascismo.)

E’ spiacevole scoprire, ad anni di distanza, che il tuo viaggio in Normandia, per il quale ti invidiai e non poco, si limiti a questa accozzaglia di imprecisioni.

Concludo dicendo che non ho mai visto Smalville, Superman mi sta parecchio sul cazzo, e definire gli americani con una “forte tendenza a socializzare”, partendo dall’analisi di un gruppo di famiglie con bambini sotto il sole, è quantomeno approssimativo.

Riguardo alla mia Polo, che tanto ha colpito il vostro immaginario, è prestigiosissima e sulla schiena, se hai fatto caso, sono riprodotti i tre leoni dello stemma reale inglese (in origine furono introdotti da Riccardo I tre leopardi visti di fianco e con il muso di fronte. In seguito, dopo che il Leone assurse a simbolo del Cristo e al leopardo furono imputati gli aspetti diabolici del leone, gia presenti nell’Antico testamento, furono riprodotti come tre leoni). E’ una Polo densamente simbolica ma, si sa, in una società dove il simbolo non va oltre il marchio, poco apprezzata.

Gughi

Rashomon

I ragazzi del Conciliabolo si sono ritrovati l’altro ieri sera per un incontro che, nel mondo virtuale di Internet, viene definito RL, cioe’ in vita reale (Real Life).


La meta iniziale concordata con Tec e Conny dovesse essere la Feltrinelli, con l’obiettivo di cercare preziosi tomi scontati. Purtroppo ci siamo dovuti piegare alla voglia di mondanita’ di Gughi, che ci dato appuntamento nel cuore della Milano che ama vivere durante la settimana: Zona Corso Como. Qui, malgrado i nostri inviti non troppo velati a non infilarci in una birreria indicata da lui stesso come “un posto da Connie Boy”, ci ha trascinato di forza nel locale al grido di “E’ un pub Irlandese, sara’ come essere John Wayne in un ‘Uomo tranquillo’”. Peccato che il posto fosse frequentato da coetanei del John medesimo…


Avrei voluto raggiungere prima il gruppo, ma impegni all’ultimo minuto mi hanno impedito di arrivare in orario. Sebbene stanco e non avendo cenato, ho rinunciato a passare da casa per cambiarmi per non perdere preziosi istanti con i contributors. Stanco ed ancora nei miei abiti di lavoro, sono stato colpito entrando nel locale dall’aria fresca di doccia e rilassata di Gughi, vestito con una improbabili maglietta piu’ adatte ad un tifoso del Borussia in cerca del bicchiere della staffa che ad una serena serata tra amici.


Superati i lazzi dello stesso Gughi, abbiamo iniziato a discutere con Tec e Connie delle recenti evoluzioni tecnologiche, che permettono ormai a ciascuno di poter accedere a qualsiasi informazione in tempo reale. Il tutto era ovviamente supportato dal confronto tra le nostre esperienze dirette sui dispositivi che permettono tutto cio’. Il discorso era ovviamente osteggiato da Gughi il quale, non essendo in grado di distinguere il portatriangolo della sua Toyota da un palmare ultima generazione, ha tentato di sviarci parlando degli ultimi libri da lui letti, probabilmente trovati in allegato a Gente o Oggi.


Abbiamo quindi ordinato qualche birra, sebbene Gughi non sembrasse averne bisogno tanto era gia’ su’ di giri (anzi, ecco forse una causa del suo strampalato abbigliamento). La cameriera accompagnava il tutto con un piatto di patatine stantie e lascive occhiate all’indirizzo di Gughi. Io, affamato per non aver cenato, ho preso un misero Hamburger.


A quel punto Gughi, che aveva realizzato di non essere il centro dell’attenzione, ha lanciato un paio di temi: “La deriva e lo scarroccio: guardando la Vuitton Cup” o “Scemo e piu’ scemo, il mio film cult”. Per evitare di essere coinvolti nella solita trita discussione su come gli ebrei fossero stati invitati ad uscire dalle Torri gemelle l’11 Settembre, abbiamo optato di discutere della globalizzazione, portando come esempio l’esperienza di Disney con la standardizzazione dei suoi parchi vacanze. Sottilmente, Tec ha notato come in ogni modo il tentativo di omologazione sia poi scardinato dalle peculiari culture locali, sottolineando come nella sua esperienza la maggior tendenza alla socializzazione degli americani emerga chiaramente nelle quattro chiacchiere in coda, al contrario di quanto avviene nei parche europei, i cui avventori sono generalmente piu’ riservati.

Gughi, probabilmente gia’ obnubilato dalle birre tracannate in fretta e con le coronarie intasate dal ketchup delle patatine, ha iniziato a parlare delle solite storie della seconda guerra, affermando che il castello di Disneyland sia una copia del famoso Eagles’ Nest (il castello di Kehlsteinhaus), residenza di vacanze di Hitler.

Iniziava quindi a parlarci di come nel libro di Ambrose i ragazzi della Easy company conquistavano il nido delle aquile sotto i colpi dei Me-104 nemici e di un parallelo tra la loro storia e quella del 2 battaglione Rangers sulla spiaggia di Merville. Stava iniziando a ripeterci il cast del film (che ahime’ dopo 37 anni conosco a memoria come la formazione del Milan: Wayne, John; Connery, Sean,…) quando noi, imbarazzati, tentavamo di riportare il discorso sullo globalizzazione Disneyana discutendo dell’attrazione Smallworld: al che Gughi, tamponando un rivolo di sangue dal naso, esclamava: “Ma che cosa c’entra Superman con Topolino????”

giovedì, maggio 10, 2007

Vite spezzate

Sono contrario all'uso delle droghe in ogni fascia di età ed in ogni circostanza. Se uno vuole inebriarsi esistono decine di metodi migliori, piu' salutari e meno dannosi per la salute.

Guardo con preoccupazione alla progressiva diffusione, anche tra i presunti "insospettabili", di droghe vaire (abuso di alcool incluso...).

Ma sui giornali, tra politici ed anche alcuni amici, padri di famiglia magari molti, si esprimono spesso a favore della liberalizzazione delle droghe leggere adducendo libertà e criminalità.

Io, di mio, sono contrario. Credo che lo Stato abbia il dovere di vigilare su chi non è capace, pur ammettendo che sia lecito e normale, e per me non lo è, che si abbia il diritto ad assumere droghe, di capire quando e se farlo.

Poi accade questo ed allora ci si chiede se davvero non ci sia una parte di popolazione che abbia bisogno di un guardiano che la scoraggi dal drogarsi quando vuole.

Vorrei sapere, prima di scatenare i mastini della guerra, se la Cannabis risale a quelche ora prima o a qualche giorno prima. Anche se credo che uno che guida i bus non dovrebbe dedicare il suo tempo libero a certe attività.


Gughi

Fine serata

Ho ammirato Connie. Con faccia compresa fingeva di capire di cosa si stesse parlando. Archie diceva "Userò Firefox ed il Wallcracker della Brutus", "Si" chiosava Tec " ma con il Ruptor Beta Max". Dopo circa 2 ore trascorse a parlare di telefoni, Protocolli SSrr e amenità simili il livello intellettuale è cresciuto. Archie ha risfoderato il BlackBerry e ci ha mostrato come si naviga su internet e Tec, per non essere da meno, ha virato decisamente verso i videogiochi. Archie ha cominciato a tremare vistosamente: dopo una giornata in plancia il Comandante Kirk poteva finalmente distrarsi. Ho temuto un malore. Connie, ormai indolenzito e con i crampi sulle guance, continuava ad annuire fingendo di capire di cosa si stesse parlando.

Abbiamo pagato il conto e siamo usciti nell'aria fresca. Mentre ci dirigevamo verso Corso Como per un gelato, quando uno ha salvato il mondo ha fame di zuccheri, abbiamo incrociato Giorgio Armani. Giorgio deve averci riconosciuto perchè lo sentito dire al suo entourage: "E' Guglielmo, con i suoi ragazzi!".

Corso Como era intanto nel suo felliniano splendore. Altri salvatoridimondiparallelli in giacca e cravatta, pallidi per il troppo neon e con lo sguardo vacuo si aggiravano sulla pregiata pavimentazione con bibitoni dai colori improbabili. Gagà dal pettorale gonfio ed il capello sfibrato da phon e gel gongolavano abbronzati come schiavi etiopi. Puttanoni da combattimento regatavano avanti indietro usando le panchine come boe e mostrando al mondo, convenuto li per loro, la mercanzia. La pietra dei panchinoni aveva assorbito il gelato dolciastro dei ragazzini che avevano sgombrato il campo da poco. Noi, un po a disagio, ci raggruppavamo nel nostro fortino. Un nano, con lo sguardo rivolto verso Orione, si avvicinava proponendo o chiedendo qualcosa di incomprensibile. Malgrado il "No grazie!" con cui dolcemente lo ammansivo lui, sfatto, si rivoltava . In una lingua arcana cercava la rissa. Ho sognato che i miei ragazzi, potente schiera del bene, si inalberassero. Ed invece guardavano il piccolo come una minaccia. Li ho visti impugnare i cellulari come Phaser e premere il pulsante del volume sperando si materializzasse un raggio neutronico. Alla fine ho sentito Archie fare con la bocca un suono “Bibup” e dire, nel suo BlackBerry, “Signor, Scott, ci porti via da qui!”. Tec e Connie si sono immediatamente immobilizzati aspettando il teletrasporto temendo che le loro cellule si disperdessero nell’iperspazio.

Ho allontanato con una certa fermezza Brontolo, e dopo aver di fatto raccolto la nostre dose di "vaffanculo", mi sono preparato alle ultime fiammate della serata.

Prima abbiamo incontrato un amico di Tec: Roberto. Il piu' grande esperto italiano di non ho capito beno che cazzo. (Ho chiesto a Tec :"Ma visto che tutti i tuoi amici sono i piu' grandi di qualcosa, a me, come mi presente?" ha taciuto. Ho proposto : "Il più grande (in termini di numero) postatore del Conciliabolo!" .

Alla fine, stremati dalla serata, ci siamo ridiretti verso le nostre macchine. Tec, per la prima volta da anni, non stava sbadigliando annoiato. Si era divertito parecchio. Il Connestabile, malgrado le mie provocazioni, non apriva un dibattito su Sant’Agostino ma si lasciava coinvolgere dal delirio tecnocratico. Prima di salutarsi Tec ha promesso ad Archie la biografia del fondatore di Apple. Ha effettuato un’ottima recensione del volume mimando per tre volte un tizio che si alzava a sistemare l’antenna della tv e bofonchiando parole incomprensibili. I due ridevano di gusto. Connie erta un pochino imbarazzato.

Archie ha giurato che leggerà la biografia. Però ha tanti volumi in arretrato da leggere. Ha promesso che si metterà in pari ed appena finirà il libretto di istruzioni del Minipimer comprato l’estate scorsa passerà alla biografia di Jobs...

Guglielmo

mercoledì, maggio 09, 2007

Una sera tra amici

I ragazzi del Conciliabolo, ieri sera, si sono trovati per una birrata. Appuntamento alle 21 nel cuore della Milano che ama vivere durante la settimana: Zona Corso Como.

Archie, stranamente, alle 21.25 si è fatto vivo comunicandoci che stava arrivando. Nel linguaggio di Archie “sto arrivando”, equivale a “sarò li tra mezz’ora”.

Connie Boy, che conosce il mondo, ha proposto una birreria alla page. Il piu’ giovane degli astanti aveva 78 anni ed anche il cane, simbolo del locale, era piuttosto male in arnese. Tec lo guardava comuncque come se fosse Cerbero pronto ad assalirci. Dopo qualche battua d’essai compariva Archie.

Impeccabile nel suo vestito da “giovanedirigentechehaappenafinitodisalvarelumanità” ha messo subito le cose in chiaro estraendo dalla tasca un telefonino di prossima generazione. Applausi dalle curve. Tec ha messo sul tavolo il suo BenQ (molto simile per dimensioni alla confezione in cui tengo il triangolo sulla mia Toyota) e i due duellanti hanno saggiato la potenza avversa. Archie, per fugare ogni dubbio su chi ce l’avesse piu’ lungo, ha tirato fuori il suo BlackBerry iniziando a decantarne le lodi. Connie, al tavolo dei grandi per una sera, mostrava il suo pisellino alla truppa parlando del suo BlackBerry Pearl. Archie lo demoliva e, stabilito quindi chi fosse il cazzone piu grosso al tavolo, la serata ha proseguito nel suo itinere.

Abbiamo ordinato 4 birre, una ciotola di patatine (Tacos San Carlo e patatine muffe) pomposamente definita “Tris di patatine” (dove cazzo fosse il terzo tipo di patatine rimane un mistero) e Archie, che mentre salvava il mondo non aveva potuto cenare, ha ordinato un Hamburger.

A questo punto ho lanciato li un paio di temi: “La deriva americana: da Lincoln ad oggi” o “Leone d’oro a Venezia, Brokeback Mountain. Cosa ne pensi?”.

I tre, dopo aver ruttato rumorosamente, hanno scelto il loro argomento: Disneyland nel mondo.
Tec ci ha deliziato sul concetto di coda a Disneyland Parigi e a Disneyland California. Quando con un rutto ha segnalato la fine del concetto, che piu’ o meno era che in California in coda si parlava mentre a Parigi no (gli ho ricordato che a Parigi parlano francese e non inglese, ma lui ha fatto finta di nulla) Archie, da vero pragmatico, ha portato dati di fatto: “Io a quelli americani non ci sono stato, ma a Parigi in coda c’era freddezza. Ma con una coppia ho parlato!”. Applausi scroscianti.
Connie, intanto, annuiva interessato. Siccome a questi tavoli deve esserci sempre uno scemo, Archie mi ha detto sprezzante : “vai a Gardaland e poi dicci cosa ne pensi”. Applausi e risate dal pubblico. A questo punto i tre si sono confrontati sulle attrazioni di Disneyland nel mondo e sui diversi castelli nei parchi di Topolini.
Per partecipare al dibattito ho buttato li: “Quello in California credo sia la copia del castello di Ludwig a Neuschwanstein”.

I tre, intontiti dalla birra e dalla folgorante rivelazione che nei castelli normalmente non vivono streghe cattive e che non ci sono impianti antincendio, sono rimasti muti. Archie, dopo essersi asciugato un po di saliva , evidente sintomo delle sinapsi ormai bruciate, ha allontanato il gruppo dal vacuum riportando l’attenzione sull’attrazione Smalville. Segue scambio estatico di battute.


Gughi

lunedì, maggio 07, 2007

Bokeback Mountain

Venerdi sera, nell’ambito del mio cineforum settimanale, ho visionato Brokeback Mountain.

La storia di due ragazzi, che diventano uomini nel film, che scoprono, nella solitudine delle montagne del Wyoming, di provare l’uno per l’altro attrazione.

Trascorsa l’estate, e rientrati nella civiltà, i due, per le pressioni che subiscono, non riescono a gestire il loro rapporto se non con occasionali fughe nella catena del Big Horn.

I due, destini diversi perchè caratteri diversi, vivono la loro vita “normale”. Si sposano, hanno figli, divorziano, vengono licenziati, tradiscono e vengono traditi. Alla fine però il legame con l’altro resta intatto tutta la vita. Uno dei due, che fatica a riconoscere la sua omosessualità, rifiuta di uscire allo scoperto e di andare a vivere in una fattoria con l'altro. E’ condannato a veder la sua vita fallire un giorno dopo l’altro senza trovare la forza ed il coraggio ci cercare la felicità. Perderà la famiglia, il lavoro e la serenità lavorando duramente come cowboy e ritrovandosi a vagare per il Wyoming, che non osa abbandonare, come mandriano. L’altro, che sposa una ricca texana, cercherà di vivere la sua vita con amanti (uomini e donne), combattendo contro un suocero che lo umilia in continuazione, vivendo una donna che non ama e nemmeno stima e facendo frequenti viaggi in Messico alla ricerca di una piacere fisico che l’assenza del suo occasione compagno gli nega. Me nemmeno lui, che desidera solo vivere con l’amato, troverà la serenità.

Il texano morirà, probabilmente pagando con la vita la sua omosessualità, ed Ennis, rimasto solo, comprenderà a quanto abbia rinunciato non seguendo i desideri ed i sogni di Jack.

Un film triste che capovolge gli stereotipi sull’omosessualità. Non sono parrucchieri o ballerini. Sono due cowboy, che non disdegnano la rissa e la rude vita all’aperto. Non sono due stilisti di fama ma due uomini che lavorano duramente a contatto con una natura spietata.

Sono due uomini, due persone, che, per quanto sia sconvolgente per loro e per noi spettatori, si amano per tutta una vita senza mai trovare il coraggio di riconoscere in se stessi e nell’altro l’amore.
Sono due uomini chiusi e sfuggenti che sono se stessi solo con l’altro su quelle montagne immense.

Arrancheranno tutta la vita alla ricerca di qualcosa che è a portata di mano ma che non osano cogliere sprofondando in una spirale di frustrazione, solitudine e dolore che alla fine li perderà.


E' un film triste. Alcune scene, necessarie per far comprendere ciò che accade tra i protagonisti e quindi mai gratuite, sono forti. I protagonisti credibili e bravi. Fa riflettere sull'omosessualità al di fuori degli stereotipi nei quali spesso viene rinchiusa e ci fa domandare quanti vivono nella paura di rivelarsi a se stessi ed agli altri continuando a vievre, copme se nulla fosse, condannadosi all'infelicità.

Da vedere. Per chi non ha paura di scoprire che esistono vite diverse.


Guglielmo

Vive la France!

Alle 20.44 su La7 Marco Follini, commentando le immagini di un Sarkozy vittorioso, sottolineava che:

a 45 minuti dalla chiusura dei seggi si conosceva il risultato della tornata elettorale, Segolene aveva riconosciuto la sconfitta augurando buon lavoro al nuovo Presidente e Nicholas aveva manifestato rispetto per chi aveva votato per l’avversario.

Contemporaneamente Fassino diceva che senza centro la sinistra non vince (non ne ho capito il senso ma ho plaudito), Casini che il centro vince, Fini che la destra che si rinnova vince, Silvio che la sinistra ha finito di governare in tutta Europa (non ho capito cosa volesse dire ma credo nemmeno lui).

In Italia anche la vittoria in un altro Paese è motivo di riflessioni assurde. I politici si sentono in dovere di commentare superficialmente un risultato elettorale riconducendolo alle nostre beghe interne incuranti della realtà delle cose.

Resta l’efficienza francese e la lealtà con cui, a scontro finito, gli avversari si sono riconosciuti.

Resta però pure un Paese che si è risvegliato in mezzo ad auto bruciate, cassonetti in fiamme e periferie in rivolta.

Nessuno è perfetto...

Il Maresciallo

giovedì, maggio 03, 2007

Siamo fuori

Se pensano che io continui a pagare per le cavolate che fanno, son matti...
Qualcuno li fermi!
tec

Homeland

1. Ieri Sera ho letto le ultime, dense, pagine di “Homeland”. L’autore racconta di una telefonata intercorsa tra lui ed un amico di infanzia che, nel corso degli anni, si è spostato da posizioni progressiste verso posizioni conservatrici. L’amico, trasferitosi al sud dopo essersi arricchito, nel corso degli anni è rimasto permeato da una fede religiosa profonda che anima molti di sostenitori della politica di Bush. Politica che si esprime con una certa aggressività all’estero, tagli delle tasse a piu’ ricchi (per stimolare gli investimenti) ed una deregolamentazione che tanto piace anche da noi.

La lettera, amareggiata per una profonda ed antica amicizia al tramonto, è la testimonianza di un’america divisa. Lacerata in tre: progressisti, conservatori ed un centro (che deciderà del futuro dell’America e forse del mondo) indeciso sul dove schierarsi.

L’analisi è lucidissima. Gli Usa, questa è la tesi dell’autore, sono combattuti tra l’imperialismo ed una politica capace di far ripartire l’economia, garantendo le fasce piu’ deboli del Paese, e cercando di imporre, tramite accordi,a livello globale, regole certe, salari minimi, tutela ambientale che rendano concorrenziali le merci dei paese industrializzati e garantiscono le popolazione povere dallo sfruttamento.

La saggia politica di Franklin Roosevelt, che spinse l’America fuori dalle secche della Depressione evitando derive autoritarie ed imperialiste, è citata a giusto esempio.

Insomma, un bel libro. Di sinistra, certo, dichiaratamente, con onestà, di parte.

Animato però da un amore per il proprio Paese senza pari.

Guglielmo

mercoledì, maggio 02, 2007

Our Country, right or wrong

Maharidge e Williamson percorrono gli Stati Uniti da anni. Questi loro viaggi, sulle piste dell’America invisibile, hanno loro permesso di scrivere libri intensi. Uno, premiato con il Premio Pulitzer.

Sto finendo di leggere Homeland, un viaggio nell’America post 11/9.

La tesi del libro è che l’11/9 è stato semplicemente il detonatore ed il catalizzatore del malessere che si accumulava da anni in America. L’America, oggetto di questa indagine, non è l’America in vetrina. Non è quella della costa est e ovest, con le su ciclopiche città. E’ quella di quella striscia larga 800/1000 chilometri di cui nessuno parla e a cui nessuno si interessa. Un groviglio di passioni dove le certezze del cittadino americano si sono dissolte nel magma della globalizzazione e dell’automatizzazione. Un posto di lavoro di alto profilo nell’industria o nell’agricoltura è statiosostituito da tre attività part time che insieme non garantiscono un solo stipendio di 10/15 anni fa. I posti di lavoro crescono ma sono lavori mal pagati, senza assicurazione sanitaria, (negli Usa piu’ necessari che mai) e senza prospettive. Wal Mart, una catena di distribuzioone che è il datore di lavoro privato piu’ grande al mondo, fa la parte del leone. Con facilità le famiglie medie scivolano sotto la soglia di povertà. La sera i bambini, scrive Maharidge, vanno a letto con la fame che li tormenta. Non ci sono soldi per curarsi come si deve o per garantire ai propri figli un futuro diverso. In questo clima l’odio razziale (moschee assaltate, discriminazioni verso chi viene da paesi considerati " a rischio") dilaga e la paura del terrorismo spinge ad approvare limitazioni significative dei diritti costituzionali.

Chi esercita la libertà di parola e pensiero denunciando l’odio e denunciando gli errori dell’attuale amministrazione viene messo ai margini ed in condizioni di non nuocere.

Maharidge ritrae un’America sconosciuta: povera, frustrata, spaventata, aggressiva...

Ma, all’orizzonte, si intravede il risveglio dell’America dei Padri costituenti.

“Giusto o sbagliato, il mio paese!” si è detto dopo l’undici settembre. Oggi, dimenticata, si riscopre la frase completa pronunciata da Carl Schurz agli albor del ‘900: "Our country right or wrong. When right, to be kept right; when wrong, to be put right." (quando è nel giusto, vi rimanga. Quando nel torto, sia ricondotto dalla parte giusta).

Questo provano a fare gli autori di “Homeland”.


Il Maresciallo

martedì, maggio 01, 2007

Bianca

Cosa ci spinge ad allungare la strada che ci porta a casa? Cosa ci spinge a vagare, nel cuore della notte, cogliendo segni di complicità dalla luna, dalle stelle, dalle nuvole e dal vento? Cosa ci spinge a sognare tornei e cavalieri dame e tempeste? Cosa, a scrivere poesie e lettere che non osiamo imbucare? Cosa mette le ali al cuore?

No. Non è l’Amore…è l’innamoramento…

Un’emozione che poco ha a che fare con l’amore e che ci fa perdere il sonno, l’appetito e la voglia di fare.

Lo abbiamo provato qualche volte. Le rare volte che si è realizzato si né dissolto nella piu’ atroce delle delusioni. Perché la persona per la quale perdiamo il senno spesso è solo una proiezione dei nostri desideri e dei nostri sogni. L’amata, in ogni gesto, si trasfigura. Generosa come Madre Teresa, intelligente come Marie Curie, coraggiosa come la Pulzella d’Orleans, seducente come Yvonne de Carlo, luminosa come Grace Kelly, forte come Eleonora d’Aquitania…ed alla prova dei fatti nessun essere umano incarna tutte queste immense donne contemporaneamente (in caso contrario l’umanità dovrebbe preoccuparsi di questa macchina da guerra pronta alla conquista del mondo…). E se poi questa mirabile donna è anche impegnata e, pur tentata, ci respinge, la sua castità, forza e fedeltà si aggiungono al suo vastissimo repertorio di virtù.

E dunque questi innamoramenti, che magari trovano anche un riscontro, divengono pietre preziose che custodiamo nei nostri ricordi come talismani.

Tutto questo, perché quella luce folle che brilla negli occhi acquosi, quella paralisi che quasi blocca il respiro, quell’irrazionale procedere, insomma tutti i sintomi del febbrone, sono comparsi nel mio primogenito: Riccardo, il Cuor di Leone. L’oggetto del suo amore, un classico: alta, capelli fluenti, occhi verdi, dolcissima con i bambini, brava a scuola, un sorriso scintillante e, come spesso accade, piu’ vecchia. Nove anni. Il suo nome, capace di far tremare le vene. Bianca.

Abbiamo trascorso tre giorni al mare con un gruppo di amici. Riccardo, istupidito, la seguiva continuamente. Organizzava ai suo danni scherzi che immagino ritenesse formidabili (si è seduto al suo posto a tavola. Quando gli ho chiesto ragione del cambio di posto, sognante, mi ha detto “Sto facendo uno scherzo alla Bianca”). Una sera l’ho visto farsi imboccare dalla sua donzella e, chiedendo spiegazioni, imbarazzato, come non lo è mai stato con me, ha farfugliato frasi sconnesse.
Lei gli ha regalato una biglia blu come l’oceano. Lui, tenerone, la custodisce come i Beefeaters custodiscono la Corono nella Torre di Londra. Gli ho chiesto: “Ma cosa ti piace di questa Bianca?”. “Tutto…” ha risposto perdendosi nei suoi sogni. Con sua madre ci facciamo grasse risate ma di fronte a lui rispettiamo questo suo sentimento cercando di valorizzarlo. Accompagnandolo nelle stanze di Bianca per un rapido saluto (Riccardo voleva fermarsi a dormire da lei. Ma l’ho ritenuto prematuro…), il nostro è rimasto sena parole di fronte a quella bellezza nel suo pigiama delle Winxs. Lei, come ogni donna, gli da corda.

Che dire…credo che Riccardo serberà per sempre il ricordo di questo innamoramento. Io vorrei proteggerlo e metterlo in guardia ma so che dentro di lui serberà questa emozione che mai sbiadirà.

Il mio Riccardo sta crescendo…

Guglielmo
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