martedì, maggio 22, 2007

Liberta' di stampa?

Premetto: sono un avido lettore del Corriere della Sera.

Amo il suo formato: all'occhio disattento puo' appaire che io lo sfogli un po' a caso, in realta', come molti, ho il mio schema. Sport, Economia, Spettacoli, le lettere all'ambasciatore Romano, gli Esteri e poi si parte da pagina 1 in avanti.

Se provo a leggere cosi' la Repubblica finisco per accartocciare le pagine e a chiedermi dove sia lo Sport (dopo il cinema di Milano?) e perche' l'Economia non si trovi vicino al paginone centrale

Quindi, sebbene adori il Corriere e debba riconoscere che spesso ospita voci anche discordanti (Ostellino puo' piacere o meno, ma poco c'azzecca con la linea editoriale predominante), mi chiedo che affidabilita' possano avere le valutazioni che leggiamo su quanto accade oggi nelle grandi aggregazioni bancarie.

Ricordo che quando viaggiavo per lavoro, leggevo spesso sui giornali inglesi quanto la Fiat fosse vicina alla bancarotta, nonostante il Corriere (di cui Fiat e' uno dei principali azionisti) commentasse distrattamente quanto accadeva. E quando GM pago' 1,5 miliardi di euro pur di non affondare con la stessa Fiat (e forse i fatti di oggi danno torto a quella decisione), il Corriere plause alla capacita' di Marchionne di recuperare quei soldi, mentre la stampa estera commentava come GM si fosse liberata di un peso scomodo e non redditizio.

Come quindi leggere (e fidarsi...) attraverso questa lente distorta quello che avviene oggi nella fusione Unicredit/Capitalia? (a proposito: mi hanno insegnato che le fusioni non esistono ma esistono solo le incorporazioni: infatti la nuova entita' si chiama... gruppo Unicredit!)
Il gruppo Unicredit ha direttamente il 2,1% di RCS (tramite la ex Capitalia); e' inoltre primo azionista di Mediobanca che ha il 13,2% sempre di RCS. E tramite Generali (di cui Mediobanca ergo Unicredit e' primo azionista...) ha un altro 3,6% di RCS.

E come leggere inoltre con serenita' le notizie che riguardano Telecom, se tra le banche che hanno preso il controllo del gruppo da Pirelli c'e' sempre Santintesa che ha il 5% di RCS? E' davvero una grande difesa della italianita' o cosa? Infine... non dimentichiamo che in questo giro Generali sono uno dei primi soci di Intesa (altro pezzo di RCS sotto controllo) e con loro (e Mediobanca!) sono entrati in Telecom.

C'e' da chiedersi davvero quanto, in un paese in cui le Banche controllano ormai tutto e si controllano tra di loro, ci si possa fidare di quello che si legge sulle banche e sulle aziende se le stesse banche possiedono anche i giornali.

E' sano? E' normale?

Per fortuna oggi il presidente di Santintesa chiede alle banche, tramite il meccanismo delle fondazioni, di uscire dai giornali e da RCS in particolare : ma se questa notizia arriva dai giornali medesimi, come possiamo fidarci che ci stiano davvero dicendo la verita'?

1 Comments:

Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Il problema dell'informazione non è di oggi e non riguarda solo i giornali italiani. Gli editori ouri, liberi da condizionamenti, sono pochi.

BNisogna fidarsi della capacità dei giornalisti di tenere la schiena dritta.

Sono pochi ma ci sono...

12:36 PM  

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