giovedì, settembre 01, 2005

Di padre in figlio...malgrado i fratelli...

"Non mollare!" gridava, "Non mollare insisti, dai, dai!"

Alzai lo sguardo e compresi che era rivolto ad un bambino che stavafacendo i capricci. Credo volesse un gelato, o qualcosa di simile, edi suoi genitori stavano cercando di farlo ragionare come fanno igenitori prima di perdere le staffe. "Manca poco a pranzo! Per merendaprendiamo un bel gelato, vero papà?" diceva la madre. Il bimbo parevaquasi convincersi ma, sentendo gli incitamenti di quell'uomo, tornavasubito sui suoi passi riprendendo le urla con maggior vigore. Dopoalcuni minuti il padre prese il piccoletto per un braccio e gliassestò una sberla. Mentre veniva portato via il bambino lanciava urladisperate e ricevette così, per nasconder la vergogna, una secondarazione di sberle. Cercai dunque, armato di un sorriso dicomprensione, lo sguardo dell'uomo che con tanta foga aveva istigatoquella ribellione pensando di trovarlo dispiaciuto. La primaimpressione che ebbi incrociando quegli occhi fu che quell'uomo miconoscesse poichè mi sorrise cordialmente come si fa tra persone inconfidenza, la seconda, che scacciai subito dalla mia mente sentendomiquasi in colpa, fu che le sue parole avessero raggiunto lo scopo chesi prefiggevano. I suoi occhi, che brillavano enormi sul volto cottodal sole, esprimevano infatti una rabbiosa soddisfazione per l'astio el'incomprensione che aveva seminato tra padre e figlio. Come si faquando s'incontra lo sguardo di un matto rimasi impassibile e tornaial giornale ed al sacchetto della brioche. Dopo qualche minuto,durante il quale mi ero immerso nuovamente nella lettura, con gioia miaccorsi che quell'uomo era andato via. Durò un istante."Posso?" lo sentii quasi sibilare alle mie spalle."Prego?" Mi voltai.Di fronte a me stava un uomo di circa un metro e settantacinque. Nonera massiccio ma pareva sodo ed animato da una forza animalesca.Restava quasi gobbo, il capo reclinato verso il petto e gli occhiprotesi in avanti, come se stesse per portare un attacco. Il bracciodestro era rannicchiato davanti al torace e la mano pendeva come se ilpolso fosse spezzato. Il braccio sinistro era lungo il fianco."Posso sedermi?" riprese."Certo!" dissi lasciando che la mia parte beneducata prendesse il sopravvento."Adoro questo parco…mi ricorda quando ero bambino!""Non è così vecchio questo parco giochi" risposi io."Certo…certo…venivo a giocarci quando ancora era parte della Villa…""Mi scusi…non volevo certo darle del bugiardo!""Non saresti il primo!" Rispose lui abbandonandosi ad una risata."Mi piace venire qui. Prendere una brioche e leggere il giornale."Dissi io per riempire il silenzio che lo scambio precedente avevaformato."Anche a me…mi piace veder i bambini. Sono animati da quella purezza etrasparenza che noi abbiamo perso tanti anni fa" disse lasciandogirare lo sguardo come se potesse leggere l'anima di ciascuno di queifanciulli.Non riuscii a trattenermi: "Ho visto cosa ha fatto a quel bambino. Loha fatto litigare con suo padre! Dovrebbe vergognarsi..".Ero sinceramente indignato da quell'uomo e parlai dunque con ilcoraggio dell'adolescenza.Per tutta risposta rise"Oh, figliolo mio, se fosse tutto qui il male…quel bambino aveva solo bisogno di un aiuto per comprendere cosavoleva ""Voleva solo un gelato…""No. Voleva ribellarsi a suo padre!" disse quasi ruggendo."Voleva ribellarsi a suo padre" riprese" come tutti prima o poi facciamo.""Oh" riprendendo il tono mellifluo" forse non dovrei dire a te questecose…a te che tuo padre nemmeno lo hai conosciuto! Ma comunque ci sipuò ribellare anche a un padre che non c'è piu'…""Coma fa a saperlo?" chiesi ben sapendo che nessuno era all'oscurodella storia della mia famiglia."Come potrei non saperlo? Sei il nipote di Franco. Eravamo amici io etuo nonno…prima che morisse,ovviamente."Mentre parlava, lasciava vagare lo sguardo inquieto ed il volto interosembrava preda di una serie orribile di spasmi. Solo i capelli, cheformavano un onda grigiastra ed unta sul capo, sembravano fissati sulcranio."Amici da molto…?" chiesi sospettoso."Dalla guerra…già…ci conoscemmo durante la guerra.""Era anche lei con i partigiani?""No…No…diciamo che combattevo anch'io nell'ombra…ora devo andare uglielmo. Guglielmo, giusto?""Si…Guglielmo!""A presto, allora". Si alzò e se andò senza darmi modo di chiedere il suo nome...

2 Comments:

Blogger Tecnologo ha sostenuto

eddai con sto beautiful... o li fai più corti, o li scrivi tutti insieme... ora quanto bisognerà attendere?

4:56 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Pochi istanti...

5:14 PM  

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