lunedì, gennaio 07, 2008

Inscatolare

Passato il Natale, l’albero assume un’aria inquietante. Il calore che emanava si dissolve. Il suo splendore gonfio di luci e palline nausea l’occhio ormai sazio di argento, rosso ed oro. In fretta, come se zavorrasse la partenza verso il nuovo anno, lo imballiamo segnando che si è rotto un puntale, che mancano luci bianche da esterno e colorate da interno.

Cosa resta di questo Natale?

Federico che si sveglia prestissimo e suo fratello che tenta di farlo riaddormentare cantandogli una canzoncina nel timore che la casa prenda vita e che il panzone ancora non sia passato.

L’istintiva scaramanzia di Riccardo gli impediva di dire che sarebbe stato travolto dai regali ma in cuor suo ci sperava (augurandosi che il fratello, noto randagio, restasse travolto da un carico di carbone gallese).

Resta la faccia di Riccardo la mattina del 25 di fronte ai pacchetti appesi ai chiodi sulle pareti del soggiorno, nascosti nell’asciugatrice, il monopattino nella doccia e la sua scatola, vuota ed impachettata, sotto il divano. Le sue euforiche riflessioni di fronte a quel Babbo Natale cosi’ generoso. Le ricostruzioni fantasiose del processo che porta dalla materia grezza al pacchetto sotto l’albero. Anche di fronte all’irrazionale piu’ assoluto, il Professore (il soprannome è stato premonitore...) deve capire e trovare una spiegazione attraverso decine di domande e ricostruzioni da sottoporre al nostro vaglio.

“Come fanno i folletti a fare i regali?”, “Dove lascia la slitta Babbo Natale?” “Come fa ad entrare in casa?”

Resterà la telefonata tra Davide e Riccardo che, dopo la Befana, facevano il punto sui regali ricevuti e scoprivano che la Befana aveva portato loro lo stesso libro.

L’albero è stato riposto ma restano i ricordi. Ben presto svaniranno, inghiottiti dal ricordo di giorni mitici in cui per qualche ora siamo tornati a rivivere le ore precedenti all’Avvento con lo stesso spirito di quando eravamo bambini.

Il 26 poi è stato invece un giorno doloroso e pieno di paura.

Solo ora, si può, insieme all’albero, archiviare quella dura giornata.


Guglielmo
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