martedì, novembre 28, 2006

Il presepista

In un mondo dove le competenze sono ormai frantumate ognuno tiene il suo sapere custodito gelosamente. Sul lavoro a fatica i colleghi spiegano e condividono banalità. Preferiscono anzi detenere il monopolio di parti di processo aziendale. Anche negli hobbies la gente mantiene segreti e trucchi per sé, per paura di perdere il monopolio su un dato argomento.

Raro diventa dunque trovare qualcuno che generosamente mette a disposizione la sua esperienza ed il suo sapere.

Ma qualche volta accade...

Per tre domeniche consecutive nella mia parrocchia si è tenuto un corso di presepistica. Un vecchio ciabattino della zona, piuttosto noto in città, ha illustrato come fare un buon presepe.

Il primo incontro è stato caratterizzato da enorme afflusso: anziani, bambini, infanti, padri e madri.

Ma già al secondo incontro l’affluenza era in calo. Il terzo: il Deserto dei Tartari.

Il ciabattino, che ha vinto gare, è stato oggetto di servizi di Rai, televisioni e giornali locali, ha messo a disposizione il suo immenso sapere gratis.

Per questo, credo, c’è stato scarso successo. Se le cose non sono monetizzabili (“ISCRIZIONE 25 Euro!” doveva scrivere così la gente avrebbe potuto dire: “Con soli 25 euro ho imparata a fare un bel presepe!”) pare non abbiamo valore.

Pochissimi neofiti (i partecipanti erano quasi tutti appassionati) ne hanno approfittato.

Alcune delle intuizioni del presepista sono superate (la sua rudimentale ma geniale elettromeccanica è rimpiazzata dall’elettronica) ma il tocco ed i trucchi, frutto di anni di tentativi e di sbagli, sono preziosissimi. (Ha mostrato alcuni presepi bellissimi per luci, colori ed architettura).

Mi ha fatto riflettere quell’uomo. Di origini umili faticava ad esprimersi in un italiano chiaro però ha trovato il coraggio di organizzare una piccola conferenza e, senza sforzo, ha regalato a noi un sapere conquistato faticosamente con gli anni.

Alla fine, quando qualcuno ha fatto presente che malgrado il corso non saremmo stati in grado di emularlo, ha detto: “che importa! Ogni presepe è bello. Basta farlo...”

Prima di salutarlo gli ho stretto la mano e l’ho ringraziato: “Bravo”, gli ho detto,” in pochi sono così generosi da mettere a disposizione un’arte appresa in una vita...”

“Vedi” mi ha risposto” questo per me non è un hobby, è una passione...“

Non ho imparato solo a fare un presepe...


Gughi, il vero
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