giovedì, novembre 16, 2006

Nati due volte

di Giuseppe Pontiggia, è un diario. Composto da brevi capitoli in cui l’autore tratteggia episodi, evidentemente mai dimenticati, della vita con suo figlio, un ragazzo disabile a causa di problemi alla nascita.

La bellezza del libro ha la sua ragione nell’età dello scrittore. Giunto alla fine della sua vita l’autore trova il coraggio di mettere con disincanto sulla carta il percorso che ha affrontato a volte al fianco, a volte contro, della moglie e del figlio Paolo.

Ne è uscito un libro spietato (anche e in particolare verso se stesso) su cosa significhi avere un figlio disabile. Un libro sulle paure, le ansie, le speranze, i compromessi, le delusioni, le meschinità proprie ed altrui che travolgono la vita di chi si trova ad affrontare una situazione difficile in cui, alla fine, si è da soli.

Ma non basta. Con uno stile tagliente, che mi pare poco spazio lascia alla speranza, Pontiggia riflette sulla vita, sulla vecchiaia, sull’insegnamento e sul matrimonio.

La sue sensibilità di scrittore, “esaltata” dalle difficoltà di crescere questo figlio al meglio, gli permette così di mettere con disincanto su carta, in poche parole, pensieri ed emozioni che spesso si affacciano confusi nella nostra mente e nel nostro cuore.


Solo nell’ultimissima frase del libro, che non anticipo, una bagliore di speranza. Un senso in mezzo al tutto.

Un libro da leggere e rileggere.

Guglielmo

5 Comments:

Blogger Il connestabile ha sostenuto

NON HO PAROLE!
fantastico, Gugliemo! condivido in pieno il giudizio sul libro (e quello che dici sull'autore), che ritengo una chicca di alta letteratura (rispetto al malloppone di Kenzaburo Oe)! é davvero un gran libro e, ti dirò di più, mi vien da consigliarti "la morte in banca", sue esordio letterario (introvabile la priam edizione del '59 di Rusconi: non per tutti però!). I commenti li faremo poi.

ottima recensione!

2:37 PM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Sono in attesa che Bol mi consegni la mia copia de "La morte in banca" rilegata nella pelle dell'autore...una chicca!;-)


Grazie comunque...

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9:18 AM  
Blogger Il connestabile ha sostenuto

Bè accennavo all'edizione del 59, oltre che per vanto da bibliofilo, anche perchè Pontiggia rimaneggiò quei racconti nel '79, uscendo un una edizione "definitiva". Esordì a 24 anni, ma "la morte in banca" era stata scritta 5 anni prima!

Interessanti sono anche le vicende della sua biblioteca... ma sarà per un'altra volta.

9:26 AM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Si scherzava Connie Boy.

Cosa accadde della sua biblioteca?

Mi sono incurisito perchè è nato nei pressi della casa che questa estate abbiamo affittato vicino ad Erba.

Nati due volte e la morte in banca (per ovvi motivi) mi hanno subito incuriosito.

Vilmente ho rimandato la lettura di nati due volte sino alla nascita di Federico avendo intuito quanto il testo fosse sconvolgente.

9:45 AM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Sarebbe bello confrontare allora il lavboro del 59 con quello successivo.

10:26 AM  

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