venerdì, novembre 10, 2006

midterm /2

 Lasciando perdere qualsiasi polemica con Gughi, che in un post di poche righe mischia le carte e poi fa l'offeso, è interessante notare come, a seconda del punto di vista (ho sentito e letto stampa americana per lo più), le elezioni americane siano interpretate in modo diverso.
  Ora, partiamo da un dato, gli exit poll. Le motivazioni sono, nell'esatto ordine: corruzione, terrorismo, economia e iraq.
Iniziare un post, sia detto senza vela polemica con Gughi, parlando dell'Iraq quando, secondo gli americani che hanno votato (ammesso che Gughi non ne sappia più di loro stessi), l'iraq è una e nemmeno la principale delle questioni, è riduttivo.
Come riduttivo sarebbe relegare relegare nel terzo paragrafo le questioni locali e ambientali vista la loro importanza (ammesso, una volta ancora che Gughi intenedesse per questioni locali gli scandali e il terrorismo e tralasciando l'ambiente che non è proprio ai primi posti) per poi tornare all'iraq.
Assodato che Gughi è contro la guerra in iraq, forse vale la pena cerca di capire dove stiano andando gli usa non solo in materia di politica estera, ma anche di politica interna. Visto che proprio sulla politica interna impattano i primi tre posti degli exit poll.
La spaccatura fra il potere esecutivo (Rep) e legislativo (Dem) non è poi una novità (checchè ne dicano gli italiani), Reagan, giusto per dirne uno, ha governato così.
Tra l'altro Reagan nel 1986 fece la riforma fiscale e Clinton, un altro nella medesima situazione, rifece le politiche del welfare. E questo può essere un buon punto di partenza per i prossimi due anni.
 
Infine, sempre a proposito dell'iraq che sta tanto a cuore a Gughi, i democratici non sono tutti contro la guerra in Iraq (mentre in Italia i nostri schieramenti sono o a favore o contro).
 
Tec
ps: guglielmo, si fa per scherzare, eh!
Creative Commons License