giovedì, ottobre 09, 2008

ciao zia

"un vermut-e?!?". Me lo chiedevi sempre, con quella storpiatura marchigiana. Che poi il vermut non l'ho mai bevuto, nè tantomeno ho mai detto che mi piacesse. Ma l'ospitalità e' sacra e ti sembrava strano che rifiutassi da bere del vermut alle 9 del mattino.

mi sono sempre domandato cosa avessi da confessare tutte le settimane... avevi passato gli ottanta da un po': che peccati facevi? (seguendo il tuo esempio, io dovrei passare in confessionale gran parte della mia giornata...).
ricordo un aquilone, e io bambino poco più grande di Matteo, nella casa del mare. un aquilone che oggi un bambino non guarderebbe neanche di striscio. fatto con carta da giornale, farina e acqua per fare la colla, due bastincini recuperati chissàdove e una corda da arrosto, così pesante che per farlo volare dovevo andare a trieste e sperare nella bora. però ricordo con quanta ammirazione ti osservavo creare un miracolo.
o quella volta che cucinasti un pesce che avevo pescato io: mica il solito pesce ragno era una trota di mare, invidia dei pescatori perchè era rarissimo che si prendesse alla canna.
ho ancora in mente il record di fette di carne impanata mangiate voracemente ad Ancona. O i vincisgrassi che noi qui chiamiamo pasta al forno: li preparavi al mattino presto e ce li facevi trovare al ritorno dalla spiaggia (o i cappelletti o i passatelli...). eri una gran cuoca. man mano che l'età avanzava, cercavi di tenere la posizione.. ma il tempo passava e allora basta pasta fatta in casa, basta fritto... nell'estate del 2007 erano rimaste le torte. al cioccolato e mi sembra di sentire ancora il sapore  in bocca.

da bambino appena arrivavamo, portavi mio fratello e me a prenderci un "regalino". Sostituito poi dalla mancetta... mancetta che volevi darmi anche a Pasqua e che non ho preso perchè era tutto il contante che avevi in casa e già non potevi andare troppo in giro, figurarsi arrivare in banca. 

"quando vieni giù?".. "Zia, arrivo quest'estate...". E ho sperato tutto l'inverno che resistessi... poi sono riuscito a venire anche a Pasqua. E a rivederti quest'estate. e con quanta ammirazione hai guardato mio figlio. e quanto devi essere stata fiera del tuo pronipote. Che ha avuto la fortuna di avere te come madrina.

Ora mi chiedo se sono riuscito in parte a ridarti tutto quello che ho avuto da te: non chiedevi nulla, sapevi che magari ero a pochi chilometri da te, ma la tua felicità era sapere che Matteo stava al mare "a respirare aria buona". E sono contento di averti fatto passare, l'estate scorsa, due giorni con Matteo e me al mare: e sorrido al pensiero di quando vi ho trovati uno in braccio all'altra, sebbene mi fossi stra-raccomandato di non prenderlo in braccio. mica per paura che gli facessi del male, ma perchè avevo paura che ti facesse cadere e a 93 anni non sarebbe stata una bella cosa.

ho pregato che morissi in fretta, in questo ultimo mese, insultando così il tuo attaccamento alla vita, una vita che a me tanto vita non pareva, distesa in un letto in attesa di andare in cielo. e quando ieri sera pensavo a quanto fosse ingiusto questo mio pensiero, e' arrivato il tuo momento. che caso...

Riposa in pace, ora.
ciao zia.

tec

3 Comments:

Blogger Il connestabile ha sostenuto

Non cis arebbe nulla da aggiungere a quello che scrive il Tec. Proprio ieri pensavo che forse la nonna con la quale abbiamo passato non solo più tempo nella nostra infanzia, ma più tempo "di qualità" (le vacanze, il mare, la pasqua, etc.) era, di fatto, una prozia. "Sono una nonna di pezza!", diceva sempre lei, aspettando che noi bambini negassimo.

11:34 AM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Non si fanno piangere le persone in ufficio...

Ciao zia..

Guglielmo

2:16 PM  
Blogger Moose ha sostenuto

ciao zia, grazie di tutto ciò che mi hai insegnato e di ciò che hai fatto per noi.
ti voglio tanto tanto bene e non mi dimenticherò mai di te.
mi manchi già tanto e in questo momento ho il rimorso di tutte le telefonate che non ti ho fatto.
ti voglio bene

7:50 PM  

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