venerdì, giugno 30, 2006

La fine è il mio inizio

Sto finendo di leggere "La fine è il mio inizio" di Tiziano Terzani.

Terzani è un giornalista ed ha scritto diversi libri di viaggio. È stato, per intuito e fortuna, testimone di eventi epocali che ha descritto con lucidità e passione. Poteva diventare direttore di banca , parlamentare, opinionista da salotto o direttore di giornale. Invece lui, seguendo l’istinto, è sempre stato sul campo, girando l’Asia con occhi sinceri.

In “Pelle di Leopardo“, dove descrive la guerra del Vietnam dalla parte del nord, spiega con semplicità il perchè della sconfitta degli Usa. Nell’introduzione della ristampa l’autore, con onestà, riconosce che quello che ai suoi occhi era parso un sogno si è trasformato in un incubo.

Dalle Curili descrive, durante il crollo dell’Impero Sovietico, la disillusione di chi, credendo ai principi della Rivoluzione d’Ottobre, aveva rinunciato a tutto per presidiare quell’angolo di mondo dimenticato.

Quello che colpisce di questo libro, una sorta di intervista fatta dal figlio, è l’onestà con cui Terzani descrive se stesso e la sua vita. Narra successi e sconfitte soffermandosi sulle sue umane debolezze senza mai innalzarsi sopra nessuno.

Quella di Terzani è una spiritualità, conquistata duramente sul campo, che gli permette di scorgere tracce di divino in ogni cosa.

Ammette, malgrado da molti sia considerato una specie di santone, che non ha, malgrado gli anni trascorsi in India, raggiunto alcuna illuminazione e di come lui si senta a metà del guado verso l’illuminazione. Dell’India, che tanto ama, coglie le contraddizioni ed i limiti

Questo libro, semplice, mi ha lasciato diverse cose su cui riflettere. In particolare Terzani racconta la sua illusione per il socialismo e la sua realizzazione in diversi paesi dell’Asia. Racconta di come all’inzio si sia infiammato per quei laboratori di eguaglianza e di come l’illusione si sia dissolta nel sangue e nella brutalità.

Se ci si poteva aspettare che Terzani ci invitasse dalla sue pagine ad intraprendere tutti il pellegrinaggio in India, si resta delusi. Tiziano dice invece che la spiritualità uno la può trovare anche a casa sua, semplicemente spegnendo la televisione ed andando, una sera d’estate, a vedere con i propri figli le lucciole nei prati.

Come ci sarebbe bisogno di giornalisti così in u n paese dove persino i moviolisti si piegano al potere....

Guglielmo
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