mercoledì, febbraio 18, 2009

Il Fantasma di Canterville


L’altra mattina, in pausa pranzo, girovagavo in una libreria. Il mio sguardo, di padre attento, si è posato sugli scaffali dedicati alle letture per l’infanzia. I volumi passavano rapidi tra le mie mani. Ad ogni libro mi immaginavo intento a raccontar storie ai mie ragazzi. I loro volti stupiti, impauriti e le loro risate scorrevano insieme alle pagine. Alla fine, mi è capitato in mano “Il fantasma di Canterville.” I fantasmi ed i castelli esercitano su di me un fascine irresistibile. Il “Fantasma di Canterville” è uno di quei vaghi e misteriosi ricordi d’infanzia impressi indelebilmente nel mio animo. Senza pensarci due volte ho investito 9 euro nell’acquisto del prezioso tomo.

Sono rientrato a casa e, con noncuranza, ho gettato in corridoio il pacchetto. Il sacchetto di carta, una carta frusciante come le vesti di uno spettro ed ornata con quelli che parevano esseri stemmi dell’antica e perduta cavalleria, è stato preso d’assalto da Fede e Ricky.

“Stasera iniziamo a leggere una bella storia….”
“Che storia, papi?”
“La storia di un fantasmaccio che combina un sacco di scherzi…ma fa una brutta fine…”
“Siiiiiiii!” hanno urlato all’unisono.

Un gelido vento ha steso il manto della notte sulla nostra casa. Riccardo, come al solito, vagava per casa rallentando le operazioni precedenti la nanna. Federico (l'ho visto ridacchiare mentre lo faceva) stava rintanato nel letto di Riccardo fingendo di non sentire sua madre che lo chiamava in bagno a lavare i denti.
Dopo i soliti richiami all’ordine i due, pronti per la notte, si sono presentati in camera da letto. Si sono accoccolati nel letto di Riccardo e si sono messi all’ascolto. Ho letto le prime tre pagine nelle quali il signor Hiram B. Otis, ministro americano, decide di acquistare, con annesso il fantasma di Sir Simon, la tenuta di Canterville. A pagina tre circa, compare l’indelebile macchia di sangue della moglie di Sir Simon. A quel punto la lettura si è interrotta. Dopo un doppio bacio, cui Riccardo tiene tantissimo come fosse un rito propiziatorio, ho lasciato la stanza. Il mio compito era concluso. Ma non sempre tutto va come deve. I due, in particolare vena, hanno iniziato a porre contrattempi tra loro ed il sonno. Federico voleva che Susanna andasse prima da lui per le coccole. Riccardo voleva due baci. Federico voleva abbassate le sponde del letto. Riccardo cercava Tigro e Winnie e Fede voleva i Gormiti che aveva lasciato nello scooter….in breve Susanna è uscita dalla loro stanza sbattendo la porta:
“Stasera te la vedi tu!” e si è diretta in bagno intenzionata a farsi una doccia.

Ho abbandonato la tv e sono entrato nella stanza. Ho subito compreso che le solite urla con cui riconduco tutto all’ordine non sarebbero servite. Quindi, sentendomi per quella sera davvero un padre comprensivo e ragionevole, ho cercato il dialogo.
“Cosa è successo?” ho chiesto a Riccardo che piagnucolava.
“Io volevo solo Winnie e Tigro…”
“Ricky…non è che tutte le sere puoi tirarla in lungo…”
“No..No…”

Insomma, in stile negoziatore, ho dovuto riportare la calma in casa. Le parti, desiderose solo di chiudere lo scontro, trovavano finalmente un difficile accordo.
Dopo le solite coccole di rito pareva che la pace fosse calata sulla mia magione.
Mi disponevo quindi in attesa di “X Factor”.

Non avevo però fatto i conti con la potenza narrativa di Oscar Wilde. Verso le 21.28 circa, nemmeno preceduto da sferragliare di catene, compariva in soggiorno il mio primogenito.
Con la voce rotta dal terrore ha singhiozzato: “Papà…io ho paura….”
“Di cosa?”
“Del fantasma…”
“Quale fantasma?”
“Quello del libro…”

Fortunatamente il pinella, che ha la tendenza agli eccessi ed in particolare ad emulare amplificando in maniera esponenziale le emozioni provate dal fratello, dormiva.

Susanna, che non voleva sentirne di tornare nella stanza dei due orchetti, mi ha quindi messo nell’angolo: “Che storia gli hai raccontato? Adesso te la vedi tu…”.
Inutile dire che il tentativo di far comprendere a mia moglie che il fantasma non era nemmeno comparso nella narrazione e che quindi le ragioni della resurrezione di Special One erano da ricercare altrove si è dimostrato vano.

“Te la vedi tu adesso…”

C’è da dire che Riccardo si è sparato la trilogia di Jack Sparrow senza fare una piega. In sei anni l’unica volta che l’ho visto davvero spaventato e stato una notte, sommersi nel buio della campagna toscana, mentre tornavamo in albergo. L’ho visto affrontare il mare in tempesta urlando “Arrivo!”, gettarsi da un dirupo innevato con un bob, cadere, e rialzarsi ridendo. L’ho visto ascoltare storie, raccontate a lume di candela, di bambini che lottando con diavoli e nel mentre sgranocchiare pop corn ridendo di gusto. Il sospetto che mi ha dunque assalito è che il giovine, ancora sconvolto dalla lite con la madre, cercasse un qualche bizzarro modo di fare casino.
A quel punto, conscio della delicatezza della situazione ed in preda ad un vago senso di colpa, ho riportato Ricky in camera sua. Singhiozzante l’ho messo sotto le coperte e gli ho detto:
“Scusa, ma cosa ti fa paura?”
“Il fantasma…”
“Ma se nemmeno è ancora comparso…”
“Si, ma c’è la macchia di sangue che mi fa paura…”
“Scusa Ricky che differenza tra questo fantasma e quelli di Jack Sparrow?”
“Questo mi fa paura…”
A quel punto non mi restava che smontare il meccanismo narrativo messo in piedi da Oscar: “Ricky, è solo una storia. Il fantasma non esiste. Se l’è inventata un signore per scrivere un libro…e fare un mucchio di soldi”
“A me fa paura…”
Evidentemente il fanciullo non era ancora pronto ad arrendersi all’evidenza che la fantasia è solo...fantasia. Pronto a sacrificare i 9 euro e bruciare la storia ho detto:
“ascolta, sai come finisce la storia.?”
“no..come?”
“Finisce che i ragazzini fanno spaventare il fantasma. Gli fanno talmente tanti scherzi che lui scappa. Alla fine si scopre che il fantasma è buono è voleva solo degli amici…”
“A me fa paura…”
Ormai il panico per aver fatto crollare la tenuta piscologica di mio figlio iniziava a farsi strada.
“Riccardo, questa casa è un Castello. quando chiudo la porta e le finestre nessuno entra. Men che meno il fantasma…e se ci prova lo sistemo io.”
“Si…”ha detto lui rassicurato.
“Ora dormi…il libro lo prto via e lo metto sul mio letto ok?”
“si…”
Dopo circa altri cinque minuti un urlo si è levato dalla cameretta.
“Hai ancora paura?” gli ho chiesto preoccupato.
“No…Non sono io…” mi ha detto stizzito “è Icus stavolta…”
Il piccoletto, che fortunatamente non aveva colto il problema, si è accontentato di qualche coccola veloce.

“Cosa aveva?”
“Cosa vuoi che avesse…era dispiaciuto per la discussione con te. Lo sai che è sensibile…adesso dorme”

La prima manche di “X Factor”, intanto, era ormai perduta…. per fortuna il Fantasma di Canterville pare dimenticato.

Guglielmo

1 Comments:

Blogger archie's wife ha sostenuto

Lascia perdere il fantasma di Canterville. Suggerisco l'Odissea. Archie's son (cui la stanno leggendo alla materna, ci sono un sacco di edizioni per bambini) è impazzito. Alla prima occasione fatti raccontare l'episodio del Ciclope o della tela di Penelope. E' uno spasso, e il sonno è salvo.

9:50 AM  

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