lunedì, marzo 22, 2010

Archie!

Poco piu' di un anno fa aveva una gamba fuori uso per acrobazie sul ghiaccio.

Ieri il nostro Archie, che domani compie 40 anni, ha fatto la mezza maratona della Stramilano in un buon tempo.

Con pazienza e tenacia si è duramente allenato ed ha raggounto un risultato che, per uno che non hai mai corso sul serio da ragazzo, è davvero buono!

La sua e la mia famiglia lo hanno incitato a bordo pista!


Bravo Archie!

Gughi

domenica, marzo 14, 2010

Accendete le casse....

Hasta, siempre....




Federico "Von Piciarus", che ha ereditato da suo padre il fascino, la fede calcistica e l'instabilità umorale è stato protagonista di una nuova avventura.

Ieri mattina, mentre io mi trovavo al lavoro, il terzetto si trovava in un centro commerciale vicino casa. Improvvisamente è stato travolto dal Candidato Presidente alle regionali lombarde e dalla sua perfetta macchina elettorale.

Il piccoletto è stato dunque avvicinato da un volontario che gli ha porto un appetitoso palloncino azzurro (i colori del candidato...) gonfio d'elio.

"Lo vuoi piccolino un pallonicino?"

"No...." ha risposto con la sua tipica ostilità e, immagino, ringhiando.
Il volontario non credeva alle proprie orecchie.

"Non mi è mai capitato che un bambino rifiutasse un palloncino...!"ha detto straniato.

Quando me lo hanno raccontato mi sono rivolto al piccolo "Che" e, salutandolo con il pugno sinistro levato, gli ho detto: "Hasta, siempre!".

Ha esultato.

Sarà mica pure progressista????

Guglielmo

Uragano

L’armadio è alto circa due metri e mezzo e lungo tre. E si trova, suo malgrado, nel bagno, nel soggiorno e nello sgabuzzino di casa nostra. Ma lui, in effetti, non ne ha colpa. Cosa ne sa del nuovo assetto della casa e per di piu’, da rogito, non dovrebbe trovarsi sulla strada della piu’ grande ristrutturazione dai tempi di Abu Simbel. Da casa mi porto dunque una pinza, un set di cacciaviti, un martello ed uno svita/avvita elettrico. Con l’aiuto di Riccardo inizio a sviare la ante una ad una. Poi, con decisione, inizio a sradicarle dal telaio ed a togliere tutti i ripiani interni. Il fiero armadio è ormai ridotto allo scheletro ma, malgrado mi sforzi, non trovo un bullone, una vite o un chiodo da aggredire. Assesto qualche colpo, una paio di calci e prendo in mano il cellulare.
“Papà??”
“Eh…” sullo sfondo Sky rimbalza da un campo all’altro della penisola.
“Per caso hai un piede di porco?”
“Cosa cazzo ci devi fare?”mi aggredisce.
Inutile tergiversare:”Devo smantellare un mobile nella casa nuova. Mi serve un piede di porco, mazzetta da 3,5 kg ed uno scalpello da legno!”
“Vieni….”
Dopo una decina di minuti siamo nella cantina di Big Sandrone.
Sfodera un tris di piedi di porco (un paio dei quali sono pronto a scommettere illegali), un paio di scalpelli “Gucci” ed una mazzetta che sembra uscita da un cantiere di Chicago.
“Cosa devi farci? Il mobile avrà un telaio, dei bulloni, devi svitarlo mica demolirlo? Cosa vuoi, pure della nitroglicerina?”
“Ne hai?” butto li.
“Fammi vedere va….metto le scarpe e vediamo.”

Ormai il controllo dell’operazione mi è sfuggito di mano.

“Hai una scaletta di alluminio? Leggera….”. credo prima mi mandi a cagare, ma capisco che dice qualcosa in relazione al fatto che siamo a piedi.
Entra in caso con un passo alla Patton e attacca:
“Quando fai questi lavori fai un sopralluogo, un elenco di cosa ti serve e poi parti…non cosi! Non hai una scala?”
“No…”
“Ma porca puttana…..”
“Allora”, dice osservando l’avversario “li in alto c’è un bullone.”
“Non c’è, ho guardato…”
“Sali su quella panchina. Ti regge?” dice testandola.”Sali e senti sopra…”
Salgo, allungo la mano nella polvere e lui è li.
“C’è….”
“C’è Riccardo...” dice lui con tono da presa per il culo.
“Il bullone c’è, Riccardo…” ribadisce.
Tutto ha un prezzo.

“Adesso spostiamo il mobile! Spingi!”.

Il mobile è bloccato dallo stipite di una porta.
“Le porte le rifai?”
“Papà, è una ristrutturazione radicale! In pratica qui saremmo nello sgabuzzino…”
“Prendi il piede di porco e smontalo!”
Procedo. Da dietro il legno del telaio della porta sbuca il filo del telefono. Lui prende e sradica dalla parete, con un solo movimento, qualche metro di cavo. Ci prendo gusto e strappo dal muro la porta a soffietto della camera dei ragazzi e la getto al suolo.
“Svitalo!” ordina tornando al bullone.
Procedo.
“Adesso qui in mezzo c’è ne è un altro.”
La Fede è un balzo. Allungo la mano ed il secondo bullone è li. Ma non ce la faccio ad arrivarci.
“Metti un piede sulla mensola e svitalo”
“Papà non sono mica l’Uomo Ragno!”
Malgrado pesi circa 93 kg, mi mette una mano sotto il sedere e mi solleva.
“Adesso appoggiati alla parete” obbedisco. Riccardo a fine operazione mi confesserà: “Papà…quando eri sul muro ho avuto un po di paura…”.
Ormai i bulloni sono saltati. Lui ha già in mano una scopa ed ingiunge "Fai scivolare il piano che lo prendo con la scopa!"

Inizio a svitare gli altri bulloni che ora, illuminato, scorgo tra le mensole ma il telaio dell’armadio comincia a tremare. Sandrone ha perso la pazienza. Mi sembra di stare in “Dante’s Peak: la furia della montagna” o in “Titanic”. Tutto trema e pezzi dell’armadio vengono sradicati dal loro alveo.
I ragazzi sembrano spaventati.

Schegge di compensato schizzano ovunque e sembra di stare nella foresta dele Ardenne nel '44 sotto i mortai tedeschi.

Inutile accanirsi sui bulloni. Tiro un paio di spallate anch’io ed inizio a far vibrare le spallette del mobile. Nel giro di pochi minuti, in une tempesta di colpi, strappi e tuoni, il manufatto è annientato.

Ora Sandrone vuole i suoi scalpi. Si appropria di una vecchia macchina da scrivere, una calcolatrice e mi ingiunge di scardinare una cassettiera che, a suo dire, è perfetta per un piano di lavoro che ha nel box. Sventriamo un altro mobile che ha uno sportello chiuso e lo troviamo vuoto.

Il mobile, gettato in soggiorno, sembra il fasciame di una nave scagliata sulla costa da un uragano.

Guglielmo

giovedì, marzo 04, 2010

L'architetto

Per poter procedere alla ristrutturazione di un appartamento è necessario produrre una Dia che viene presentata al Comune. In realtà, capire cosa sia necessario dal punto di vista burocratico, è un’impresa. Per dipanare la matassa ho quindi contattato dei professionisti (due architetti).
Il primo, al telefono, ha subito esordito con un :”Non è facile come sembra….la normativa è complessa”. Quando sento parlare di “normativa” divento sospettoso. Però per non limitarmi ad un giudizio telefonico ho deciso di raccogliere l’invito dell’architetto a recarmi nel suo studio (uno serio però mi avrebbe dato appuntamento nella casa da ristrutturare) dall’altra parte della città.
Il soggetto, seduto ad una scrivania traballante, mi ha inondato di carta. Leggi, moduli, form, questionari insomma una serie di modulistica da far impallidire anche il burocrate piu’ accanito. A questo punto, senza chiedermi nulla o quasi della casa, ha iniziato ad elencare una serie di figure che, a suo dire, sarebbero previste dalla legge. Credo che il Ponte di Messina siano previste meno persone coinvolte: un direttore dei lavori, un direttore della sicurezza, uno che compila la Dia, uno che progetta, uno che controlla. Alla fine, nel pieno dell’orgasmo normativo, con la mano faceva segno 5 ed intanto diceva “Quattro figure chiave...anzi no! “ diceva accorgendosi dell’incongruità “sono 5!”. Le figure previste si accavallavano, confondevano, annullavano. Non sto neanche a dirvi le sanzioni che la legge prevede: si va dalla reclusione al taglio della mano passando per la deportazione in Australia. Dopo la fase “terrore” il nostro ha lanciato una ciambella di salvataggio. Con soli 4/5 mila euro il nostro eroe, ma in nero, è ovvio, c’era uno sconticino, si sarebbe fatto carico dell’impegno garantendomi sonni tranquilli e innocenti. Avendo letto qualcosa su internet ed essendomi documentato prima, appena il nostro ha elevato la sua cortina fumogena di minchiate ho staccato il cervello ponendo all’ascolto un angolo del cervello (nel dettaglio quello dedicato ai rumori di fondo). Diffidate quando qualcuno parla della sua professione o di qualcosa che vuole vendervi, se non riesce a farvi capire di cosa stia parlando. I casi sono due: o non sa di cosa sta parlando o non vuole farvi capire di cosa sta parlando. Vuole solo confondervi, spaventarvi e farvi sentire in balia degli eventi (quando ho comprato la macchina, vendendo Susanna in attesa, il venditore ha scritto una grande “S” su un foglio e ha detto. “Sicurezza”. Se alla fine non avessi preso quella macchina sarei stato classificato come padre degenere incapace di garantire l’incolumità di una creatura a lui affidata).. Qualsiasi attività umana è infatti riconducibile a qualcosa di concreto descrivibile con il linguaggio. Ed anche le pratiche burocratiche di una ristrutturazione possono essere ricondotte ad un minimo di razionalità espositiva. Alla fine il nostro, sempre senza aver visto la casa, ha fatto commenti sul mio angolo studio (ieri si è ancora ridotto di qualche centimetro. In fase operativa sarà ridenominato “scatola studio” o “angolo studio mobile”) e su simili amenità. Ci siamo lasciati con il giuramento solenne che lui, e solo lui, avrebbe affrontato in mio nome il Leviatano della burocrazia milanese.
Subito dopo, nella casa oggetto del tenzone, ho ricevuto il secondo candidato. Il soggetto, nel dettaglio la moglie del mio parrucchiere (io sono uno radicato sul territorio), ha esordito analizzando gli affacci, commentando il progetto, suggerendo migliorie, lodando la luminosità e l’esposizione. Con parole semplici mi ha spiegato cosa bisogna fare e quando. Alla fine mi ha fatto un preventivo (una cifra ragionevole e al di sotto dei prezzi di mercato) ed abbiamo concluso. La mattinata si è conclusa con uno scambio di vedute sulla nostra zona, la sua architettura e sugli sviluppi. Mi ha indicato il nome di un Verde che si candida alla Regione e che percorre la zona denunciando abusi (mi sono iscritto alla sua mailing list), mi ha dato informazioni su trattoria della zona in cui non ho mai osato entrare ma che mi ha sempre affascinato (tra due settimane faccio sera e ne diverrò cliente/cantore), ha proposto tante migliorie del progetto e fornito preziosi consigli.

Insomma…fidatevi di chi ama il suo lavoro e di chi vi spiega, rendendole semplici, anche le cose complesse.

Gughi
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