lunedì, maggio 31, 2010

Guarda avanti....

Questa mattina si sono svolte le gare di fine anno della scuola di Riccardo. Il nostro eroe era in lizza per i 50 metri. Dopo un gioco di corsa e salti la batteria di “The One” si è presentata ai nastri di partenza. Il nostro era a dir poco euforico. Continuava a saltare, a correre, a lanciare il suo cappello per aria.
Riccardo, come quando era un piccoletto, è uno gioioso. Uno che ama fare confusione e stare al centro della gazzarra. Ma non ha cattiveria agosnistica. Se lotta, lo fa perchè si diverte.

Allo start il nostro è partito come un fulmine. A metà del tenzone si è voltato a guardare le tribune, a controllare l’andamento dell’avversario e, ritengo, la situazione meteo. Malgrado ciò ha vinto la sua batteria qualificandosi per le finali. Un pò sorpreso dal risultato, sono stato assalito dal demone del padre. Senza dire nulla mi sono alzato dalla tribune e sono scivolato in pista.

“Riccardo….vieni qui…”
Il mio primogenito era dall’altra parte della pista

“non posso…non posso attraversare…Eh…ho vinto…sono in finale…” ha detto mostrando un buon senso che io non avevo.

“Bravo…bravo…ascolta però…quando corri guarda avanti. Tieni la testa dritta e non guardare gli avversari. Perdi in velocità. Ok?”

“Ok papi…”

Dopo qualche minuto il Bolt del Musocco si è ripresentato ai nastri. Io, sempre sfidando la comune riprovazione, mi sono posizionato sulla linea del traguardo per assistere all’arrivo. Come da copione The One correva guardando gli avversari, ridendo con loro e, inorridisco, temo anche incoraggiandoli. Alla fine si è posizionato terzo. Sono rientrato in pista e stavo per dirgli: “Se non avessi mosso la testa…”. Ma lui era troppo contento.
“Terzo.!”
Allora l’ho abbracciato e lui mi è saltato addosso come quando era piccolino. L’ho abbracciato forte carezzandogli la testa e gli ho detto: “Bravo! Bravo Ricky!”.
Non mi sono trattenuto: “Quando corri ricorda però di non muovere la testa….se guardi davanti a te corri piu’ veloce!”
“Si papi….”

Quello che non sapevo è che fosse prevista anche una staffetta. Dopo pochi minuti infatti il velocista si è posizionato, come ultimo frazionista, in pista.
Ormai preda da delirio del padre sono nuovamente sceso dalle tribune e mi sono accostato alla pista. Da dietro la rete gli ho detto: “Ricky guarda dritto…tieni la testa ferma…”

“Si..si…” annuiva sovraeccitato.

Partiti. Mentre il testimone passava di mano in mano, il nostro continuava a saltellare nervoso. Ridacchiava e scherzava con i vicini di corsia. Io ero appostato sulla finish line. Il padre di Marco Palazzi, compagno di classe di The One, pronosticava intanto la vittoria del figlio.
“E’ veloce…guarda…guarda..:” diceva.

Al momento del cambio del testimone Riccardo era terzo o quarto. Dopo pochi metri, immaginao giudicandolo un bel gesto, si voltava sventolando il testimone verso sua madre. Subito dopo osservava la corsa del suo vicino e sorrideva alla sua maestra. Sembrava non volesse sorpassare quello che arrancava al suo fianco. Intanto ridacchaiva scomposto per la gioia che evidentemente lo pervadeva in quel momento.

Ormai disperato osservavo il tracollo del mio pupilo, quando…

Negli ultimi dieci metri il Carl Lewis del Musocco piegava la testa in avanti ed iniziava a spingere come un demonio. Rimontava dal terzo al secondo e negli ultimi metri si giocava il tutto per tutto….

“Ho visto che ero indietro….ho fatto un salto…poi ho corso forte…poi ho fatto un altro salto…non è facile vincere due medaglie...” commenterà nel tardo pomeriggio.

I due hanno tagliato il traguardo appaiati. Ho atteso il responso dei giudici….

Il giudice di linea si è avvicinato ai due contendenti è ha posato la mano sulla sua testa.

“Papà…” ha detto correndo verso di me. “primo…adesso vado in finale…”

“Che finale???? Era questa la finale??? Hai vinto….vai a dirlo ai tuoi compagni che hanno corso con te….”

E’ corso via felice…


Gughi
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