lunedì, febbraio 08, 2010

Nel cuore dell'inverno

Mia nonna, nel cuore dell’inverno, era solita dire: “I vecchietti, con questo freddo, cadono come gli uccellini…”.

E lo diceva con il sorriso di chi, sul ramo, ci stava ben saldo. Pochi giorni fa, ed in un paio di giorni, il signor Aldo, protagonista di alcuni miei vecchi post, è morto.

Non gli avevo detto che tra poco (si fa per dire…) avrei cambiato casa. Non lo avevo detto nemmeno a mia nonna. Non volevo si preoccupassero che il condominio, ormai esangue, si svuotasse quasi del tutto. E non volevo che il signor Aldo temesse di restare senza uno dei suoi tuttofare. Al signor Aldo, mio vicino di casa, portavo tutte le settimane l’acqua, ogni tanto buttavo l’immondizia e, nelle emergenze, compravo le medicine e beni di primissima necessità.

Tanti anni fa, quando mi ruppi i legamenti di una caviglia, mi seguì in una specie di rieducazione. Mi faceva correre nel campo da calcio della parrocchia e mi insegnava gli esercizi da fare.

Quando gli portavo l’acqua parlavamo dell’Inter (l’ultimo derby diceva che l’avremmo perso, non ci ha mai preso molto o forse soffriva del catastrofismo di cui soffrono gli anziani), di quando allenava una squadra di calcio e di quando era giovane.

Le sue fobie, il suo lento trascinare i piedi sul ballatoio, il suo modo di chiedermi che fine avesse fatto la sua acqua (nemmeno non avesse un rubinetto in casa) e le sue teorie complottistiche sulla vita del condominio mi hanno sempre fatto sorridere. A Natale mi faceva avere sempre un cesto di cose buone da mangiare per ringraziarmi dei miei servigi.

In qualche modo, ho sempre pensato, avrei fatto. Mi sarei organizzato, anche dopo aver cambiato casa, per portargli comunque la sua acqua.

Le finestre della casa in cui vivo sono ormai orbite vuote. Vivendo sullo stesso piano in cui viveva mia nonna la sensazione di vuoto e silenzio che scivola dai piani alti è, se possibile, aumentata.

Quando finalmente arriverà il trasloco, me ne andrò con la sensazione di non abbandonare nessuno alle mie spalle. Che nessuno mi rimpiangerà. Questo piccolo mondo, in cui vivo da quasi 10 anni e che frequento da sempre, si va spegnendo.

Rinascerà con nuove facce, nuovi volti, che però non sapranno mai del suo lento trascinare i piedi.

Sabato, quando gli ho portato le ultime quattro casse di Levissima Allegra (immagino che in casa sua ne abbiano trovata una scorta significativa), ha saldato tutti suoi debiti. Mi ha pagato, come al solito, con un forfait. Sei casse d’acqua ed una pila per la sua torcia.

Ho detto a Riccardo, che ha visto il drappo funebre sulla porta ed ormai ha imparato a leggere anche il corsivo, che il signor Aldo non c’è piu’. E’ in cielo con la nonna e con la signora Giacomina che salutavamo dalla finestra quasi ogni mattina (…cadono come uccellini…).

“Ricordati che non devi piu’ portargli l’acqua….e cosa ne fai di quella che abbiamo in casa?” mi ha chiesto riferendosi alle 12 bottiglie di Lievissima Allegra dell’ultimissima inevsa consegna che ancora abbiamo in cucina.

“…me la berrò Ricky….” Gli ho detto sorridendo.


Guglielmo
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