sabato, febbraio 20, 2010

Into the Wild














“Non mi servono i soldi, rendono le persone prudenti. Parafrasando quello che dice Thoreau: non l’amore, non i soldi, non la fede, non la fama, non la giustizia, datemi la verità.”

Dal diario di Christopher McCandless.

Alexander Supertramp fu lo pseudonimo usato per qualche tempo da un giovane di nome Christopher Johnson McCandless; un nome che, probabilmente, alla maggior parte delle persone, non evoca nulla. Nel 1990 Christopher si laureò con il massimo dei voti in Storia e Antropologia e iniziò un lungo viaggio, per staccarsi dalla famiglia e da una società, a suo dire, ipocrita e dedita al consumismo. Dopo aver donato tutti i sui risparmi in beneficenza viaggiò per due anni negli Stati Uniti e nel Messico del nord, fino a raggiungere l'Alaska, da solo, con poco cibo ed equipaggiamento.

Iniziò la sua avventura con la sua vecchia auto che fu ritrovata, dopo qualche mese, da un gruppo di ricercatori di fiori rari nel deserto del Mojave: a causa di un guasto, Christopher decise di proseguire il suo viaggio in autostop o con mezzi di fortuna. Trascorse gli ultimi 112 giorni della sua vita nei boschi dell'Alaska, nel parco nazionale di Denali, avendo come unico rifugio un vecchio autobus abbandonato, da lui rinominato Magic Bus. Chris riuscì a sopravvivere con l'ausilio di pochi strumenti: un fucile Remington calibro 22, una sacca di riso, un libro sulle piante commestibili del luogo, ed altri semplici oggetti da campo. Fu ritrovato morto dentro l'autobus nell'agosto del 1992 da due cacciatori, che scoprirono il corpo a due settimane dal decesso. Ufficialmente è morto di fame (al momento del ritrovamento il cadavere pesava circa 30 kg), ma più probabilmente in seguito ad un avvelenamento intestinale per aver ingerito accidentalmente alcune piante velenose.

Accanto al cadavere fu ritrovato un diario, dove Chris annotava le sue esperienze di vita e i suoi pensieri. Pensieri e parole che ispirarono “Nelle terre estreme”, il libro sulla sua vita scritto da Jon Krakauer e pubblicato nel 1996, basato appunto sul diario di Chris e sui racconti di tutti coloro che lo conobbero durante il suo lungo viaggio. A sua volta il libro ispirò il film del 2007 “Into the Wild” corredato dalla favolosa colonna sonora di Eddie Vedder: il regista Sean Penn dovette aspettare 10 anni per poter girare il film, perché la famiglia era restia nel portare nelle sale cinematografiche la storia del loro figlio.

Ci sono persone che per quanto “piccole” e “comuni” sono destinate comunque a lasciare un segno. Così come alcune meteore non si accontentano di girovagare per lo spazio vuoto e infinito, ma si trasformano in stelle cadenti capaci di lasciare, anche solo per un istante, una scia di luce alle loro spalle. Allo stesso modo, alcune persone semplici, con un mix di istinto e intelligenza, riescono a trasformare la loro vita in una fonte di piccole verità, di illuminazione, di rapporti sinceri con gli altri. In un mondo sempre più complicato che corre veloce (per andare dove, esattamente, nessuno lo ha capito!) forse tutti noi dovremmo trovare la forza di aggrapparci a cose semplici, a pensieri positivi, al desiderio di staccarsi, almeno momentaneamente, dalle cose “reali” e di sollevarci da questa nebbia materialista che offusca la visione della verità.

Una verità sincera, disinteressata, priva di conflitti d’interesse e che non segua regole scritte da altri o modelli predefiniti; una verità magari non assoluta (le risposte al tutto non le ha nessuno in effetti), ma almeno che sia tutta nostra e sia onesta e meditata. Augurandoci di intraprendere, se non il viaggio fisico che fece Christopher, almeno il suo stesso itinerario alla ricerca di semplicità e verità. Alla prossima…

Alexander Supertramp

1 Comments:

Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Aria fresca....

Benvenuto!

Guglielmo

6:43 PM  

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