mercoledì, gennaio 13, 2010

Navigatore

Questa mattina ho riscoperto una piscina in cui non vado da anni. Apre prestissimo e mi permette quindi di fare una nuotata prima di andare al lavoro. Quando esco dalla vasca, dopo circa 45 minuti di nuoto, la mie mente è sgombra e tutto mi appare sotto una luce diversa. Resto quindi convinto che se avessi avuto la possibilità di vivere sull’isola di Moloka’i (Hawaii), con a disposizione un piscina naturale strappata all’Oceano Pacifico nella quale nuotare ogni giorno prima di colazione, tutto avrebbe avuto un sapore diverso.

Uscito dalla piscina mi sono immesso nel traffico. In una via a tre corsie mi sono trovato dietro ad una Opel che procedeva lentamente. Il semaforo verde ci invitava ad accelerare, ma lui niente. Dopo averlo sollecitato con una scarica di abbaglianti l’ho affiancato. L’anziano conducente in cappotto e cappello, trincerato sul sedile, era intento a guidare gettando un occhio al navigatore. Non dava l’idea di uno che cercasse qualche via. Penso trovasse nel luminoso oggetto attaccato al parabrezza una conferma delle sue scelte.

Il problema infatti non è piu’ che la gente non sappia perdersi (come declama la pubblicità della BMW) ma che la gente non faccia piu’ nulla senza un “supporto”. Senza qualcosa che confermi le sue scelte. In pochi anni il nostro mondo si sta trasformando. Gli oggetti con cui entriamo in contatto ogni giorno sono sempre piu’ complessi e ci permettono un’interazione prima impensabile. I televisori, le auto, i computer, i telefoni ci danno l’illusione di affacciarci continuamente su un mondo vastissimo nel quale la conoscenza è a portata di mano. Ma in realtà è una conoscenza frammentata a cui accediamo in maniera compulsiva e disordinata.

Guglielmo
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