venerdì, gennaio 08, 2010

Considera l'aragosta


Capita di rado di trovare scrittori come Foster Wallace. Ho finito da poco “Considera l’aragosta”, una raccolta di articoli e saggi su argomenti disparati. Si va dalla notte degli Oscar del cinema porno a Las Vegas alla cronaca di una settimana al seguito della carovana elettorale di John McCain durante le primarie del 2000.

Come ho già scritto David Wallace padroneggia non solo la scrittura ma anche la capacità di esporre temi complessi in maniera chiara. E’ capace di riportare su carta, in maniera organica, la realtà descrivendola negli infiniti rivoli in cui si disperde. Ed è capace di parlare con la stessa cura ed amore del Festival delle aragoste del Maine e di Dostoevskij. Ed in entrambi i casi, che si parli del modo di uccidere le aragoste o che parli della letteratura come strumento al servizio dell’ideologia, Wallace ci sorprenderà dispiegando fiume di considerazioni e riflessioni (mai banali e mai fini a se stesse), mettendo in luce le implicazioni nella vita di tutti i giorni.

Wallace è un uomo che da speranza. Speranza che in un mondo come il nostro l’esercizio del pensiero sia ancora un modo per restare a galla. Che di fronte alla miseria della civiltà moderna esistano ancora spazi per riflettere sulle cose, cogliere scintille di umanità e che la nostra mente ed il linguaggio possano analizzare ogni cosa riconducendola all’umano.

Le pagine piu’ belle, per chi ama la parola, sono quelle dedicate ad "Autorità e uso della lingua ". La recensione di una nuova Guida all'uso dell'Inglese Americano diventa l’occasione per una riflessione sulla concezione dell’evoluzione del linguaggio che hanno descrittivisti e prescrittivisti. Il linguaggio è immutabile o si evolve sulla scia del linguaggio parlato? E se evolve, chi decide quando un modo di dire o una parola diventano parte del linguaggio? E chi ha il diritto di dire quali sono le forme ed i modi corretti della lingua?

Pagine che chi conosce l’inglese apprezza molto meglio di quanto non abbia fatto io ma pagine che comunque valgono anche per la nostra lingua perché trattano delle implicazioni sociali sull’uso del linguaggio e sulla relazione tra politica e linguaggio.

Insomma, David Foster Wallace è capace di appassionarsi ed appassionare.

Ed è doloroso constatare che la depressione abbia travolto ed ucciso un uomo cosi sensibile e colto munito di una mente di primissimo ordine.



Guglielmo
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