lunedì, dicembre 28, 2009

I soliti sospetti

“Papà…ascolta…ma Babbo Natale esiste davvero?”
Non mostrare incertezza.
“Si. Perché me lo chiedi?’”
“L’altro giorno…a pranzo…c’erano anche quelli di terza…”
“Eh…”
“E’ uno ci ha detto che Babbo Natale non esiste!”
Testa di cazzo.
“E chi li porta i regali allora?”
“I genitori!”
“I genitori? Ti pare che io abbia tutti i soldi per comprare quei regali ed abbia tutto il tempo per comprarli?”
“No….ma cosa è la realtà?”
Ad una domanda si risponde sempre con una domanda.
“In che senso?”
“Lui ha detto che crede nella “realtà” e non in Babbo Natale…”
“Non lo so cosa sia la "realtà". Non so cosa volesse dire. Però di dico una cosa: se uno crede a Babbo Natale allora lui gli porta i regali ma se non ci crede…ed allora si che i genitori devono darsi da fare…ma non riescono mai a fare regali speciali come quelli di Babbo”.

“Io credo in Babbo Natale…io ci credo!” ha ripetuto come un mantra ( e lo ha fatto cercando di convincersi ogni volta che gli ho rammentato con vari e variopinti esempi cosa sia capitato a chi ha smesso di credere al vecchio Babbo…)

Da li in poi, la mente piu’ brillante del millennio, si è messa in allerta. Avendo subdorato qualcosa, il nostro eroe (in questa fase della sua esistenza terrorizzato che l’albero di Natale possa prendere fuoco e da altre possibili apocalissi) si è messo a cronometrare le uscite dei suoi genitori, a tendere le orecchie (“Dove vai? Quando torni?dove sei stato? Di chi è quel regalo?”) cercando tracce di reati.

Poiché il nostro ha imparato a leggere (in stampatello…) ho vissuto giorni di angoscia cercando di non lasciare tracce scritte dell’elenco dei doni di Riccardo e Federico (anche se la mia scrittura dopo 10 minuti diventa indecifrabile anche per me) e distruggendo ogni scontrino (solo quelli in stampatello...).

La sera del 24, dopo aver preparato latte, biscotti ed un vinello speciale per Babbo, ci siamo ritirati a letto. Verso le 03.00 di notte il giusto sonno della mia stanza nuziale è stato interrotto dall’interruzione da un folle delirante in pigiama. Riccardo, i capelli sconvolti e gli occhi azzurri dilatati da pazzo esaltato, brandendo una torcia a mo di faro bretone, urlava con voce strozzata :

“E’ arrivato! Babbo è arrivato! Ci sono i regali!”.

Sua madre, di rado ben disposta verso i risvegli improvvisi, lo ha maledetto ripetutamente minacciandolo di sanzioni che l’Onu non prenderebbe nemmeno in considerazioni per qualche dittatore centroafricano. Lui, in realtà ben poco intimidito, ha continuato a voce piu’ bassa: “E’ arrivato…”.

A quel punto ho scostato le lenzuola e, per evitare che il mio primogenito venisse chiuso nel gabbiotto in cortile insieme alla mia bici, gli ho detto:
“Facciamo cosi….guardi pacchetti, li tocchi, li saggi, non li apri e torni a letto…ok?”
Prima che potessi finire, lo spilungone era già in corridoio. In genere nascondiamo i regali sotto il divano, sugli stipiti delle porte, tra i libri, dietro la tv, nella lavatrice ed ovunque sia possibile.
Lo Steve McQueen del Musocco, carezzando i pacchetti incartati con cura e scrutando in ogni anfratto, catalogava quindi ogni pacco e pacchetto. Immaginava, rideva tra sé e sé degli scherzi di Babbo e dei folletti e commentava : “Avevano fretta! Guarda come hanno mangiato in fretta i biscotti…”.

Avrei pagato qualsiasi cifra per assaporare, anche solo per un istante, quello che sentiva lui nel suo cuore. La magia del mistero nascosto dietro quelle carte spesse e quei fiocchi dorati. L’odore di renna e del velluto dei folletti che sentivo da bambino. Le tracce della lana del vestito rosso fuoco del panzone e la luce delle migliaia di lampadine e candele accese nel gelo di quella notte. Non avevo parole di fronte all’immensità dell’emozione che gonfiava il suo cuore. Mi limtavo a fare da eco a quello che diceva lui. Perché anche il piu’ grande scrittore del millennio perde le parole di fronte all’emozione di un bambino. E non si trattava solo dei regali. Si trattava della magia dell’infanzia. Del miliardo di mondi e possibilità che si affacciano ad un bambino di sei anni e della indefinibile sensazione che ci affanniamo invano a rincorrere per tutta la vita nel suono di una canzone, nelle pagine di un libro o nelle immagini di un film. L’immaginazione piu’ sfrenata che non teme confini e non necessita di stimoli.

Ma in fondo sapere che mio figlio, li di fronte a me, provasse quell’antica sensazione e potesse serbarne per tutta la vita un ricordo cosi intenso, era un balsamo a quella nostalgia.

Ora Riccardo, che leggi queste pagine ed ormai immagino non crederai più a Babbo da anni, beh sappi che si ero io con tua madre a comprare tutti quei regali, a percorrere decine di negozi cercando il regalo piu’ bello, il libro che ti avrebbe spinto a diventare un astronauta, uno scrittore, un astronomo, un navigatore ed il gioco piu’ divertente da fare tutti insieme. Ed alcuni, per timore che tua madre mi ritirasse la delega, ho dovuto lasciarli sugli scaffali (altri li ho comprati e li ho nascosti per darteli poi alla Befana).

Il tuo papà

2 Comments:

Blogger Il Baccelliere ha sostenuto

solo a onor di cronaca vorrei ricordarti che un giorno a casa della nonna prima delle festività natalizie tu arrivasti e guardando me e mia sorella claudia hai detto:"babbo natale è morto, la sua slitta s'è ribaltata in piazza duomo, io c'ero l'ho visto, davvero un casino"....

4:53 AM  
Blogger Guglielmo il Maresciallo ha sostenuto

Avevate sicuramente piu' di 6 anni e comunque la morte preusppone l'esistenza....io non ho negato l'esistenza del panzone...

10:07 AM  

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