domenica, settembre 13, 2009

Riti pagani

Si è celebrato ieri, in Duomo, il funerale di Mike.

Presenti le massime autorità: Comune, Provincia, Regione,Presidenza del Consiglio e autorità assortite. Rai e Mediaset hanno garantito la diretta tv. Sul sagrato del Duomo, alla fine della cerimonia, una prestigiosa serie di oratori ha preso la parola per un ricordo personale o una apologia.
Per circa tre giorni, sui nostri pluralisti giornali, si è parlato, in mille salse, ma sempre dicendo le stesse cose (perché anche sforzandosi non è che poi ci fosse tantissimo da dire), della carriera pluriennale di Mike.

L’unico che è uscito dal coro, è subito è stato lapidato, è Paolo Villaggio che ha ricondotto il tutto in termini piu’ ragionevoli.

Ecco, in una paese normale, la cosa parrebbe un tanterellino eccessiva. Invece da noi è normale.

Ad essere maliziosi si potrebbe pensare che per qualche giorno non abbiamo pensato ai vari problemi che attanagliano il nostro Paese e che tutta l’attenzione si è rivolta al funerale di Mike.

Ma sarebbe banale. Il Tecnologo ed il Connestabile mi manderebbero la solita mail con scritto: “Sei un qualunquista….”

Ed invece, a ragionarci un attimo, si potrebbe vedere nella cerimonia di ieri un rito in onore dell’unica vera divinità italiana: la televisione. Nella morte del suo Gran Sacerdote i poteri costituiti, che tanto devono al mezzo di comunicazione per eccellenza, si sono ritrovati per una celebrazione nella quale omaggiare la Tv (dispensatrice di potere personale e narcotici pubblici) e mostrarsi al Paese nella splendente veste del potere. Della morte, il potere si nutre. Di fronte alla morte, di fianco ad una bara, tutti sembriamo piu’ buoni. Piu’ umili. Piu’ perdonabili. Anche se non siamo santi.

Se poi la morte diventa spettacolo, con star a lutto, aneddoti simpatici dispensati a piene mani, mani che plaudono come ad un goal segnato al 92’, allora la celebrazione merita la doppia diretta Tv.

Ci siamo talmente abituati a questo uso della tv e dei suoi personaggi che ormai non ci facciamo piu’ caso.

Ma ci sono bare e bare.

Mi viene in mente un altro funerale, di quasi 30 anni fa. Era il funerale di Giorgio Ambrosoli (come dice il figlio in "Qualunque cosa accada" se chiedete a qualcuno chi sia Ambrosli la prima risposta, come fa Google, è: “quello del miele”). Ucciso da un killer assoldato da Sindona, uomo legato ad una certa corrente Dc (fatta da uomini che non a caso ancora oggi vediamo celebrati in tv come grandi statisti) , ad ambienti del Vaticano, alla mafia ed alla massoneria (non si era fatto mancare quasi nulla…) e lasciato solo (salvo dalla Banca d’Italia finita anche lei nella tempesta) dalla Stato a fare un lavoro che nessuno voleva fare e che quasi nessuno voleva fosse fatto. Lui lo fece e lo fece come andava fatto: senza sconti.

Per questo lui, e la sua famiglia, pagarono il prezzo piu’ alto.

Al suo funerale non presenziò nessuna delle cariche pubbliche. Nessuno sentì il dovere morale e civile di celebrare la vita di una persona per bene.

Solo la Banca d’Italia, che sentiva il peso di averlo nominato liquidatore dell’impero di Sindona, partecipò alla celebrazione della morte di un uomo che fece il suo dovere sino in fondo.


Guglielmo

2 Comments:

Blogger Il connestabile ha sostenuto

Sei un qualunquista, ma sottoscrivo.
Il punto è forse un altro: cosa stiamo producendo, in questo paese, in termini culturali? Chi sono i responsabili di questo sfascio?
Perchè stupirci dei funerali di Mike... quando da mese Sky, il più versatile, internazionale, potente, network (o piattaforma) televisiva, orientato al professionista benestante 40enne, martellava di pubblicità il suo pubblico, annunciando riskytutto??
E poi... andiamo a vedere Venezia: un regista famoso saluta il pubblico col pugno chiuso (ma dove cazzo siamo, a Cuba??), un altro regista da oscar trova una storia da raccontare: la storia di un militante comunista nella sicilia degli anni 50 (sto sintetizzando)...
ora dico, il ciarpame (cfr. V.L) c'è dappertutto, ma alcuni paesi sono ancora in grado di produrre eccellenze... e noi??

2:35 PM  
Blogger L'Architetto ha sostenuto

Credo anche io che una celebrazione con funerali di stato e nel Duomo sia esagerata per un brav'uomo che ci ha accompagnato per tanti anni alla televisione.

Mi pare ci sia il tentativo anche di "trasportare" sui presenti in prima fila un po' di quel carico di benevolenza che Mike si portava dietro.

PS: quella su Ambrosoli era una battuta eh!

8:49 PM  

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