domenica, settembre 13, 2009

L'ultimo giorno

Oggi è il tuo ultimo giorno d’infanzia. Sono passati piu’ di sei anni da quando, una tiepida mattina di marzo, ti portammo a casa. Per il mondo eri poco piu’ che niente. Per noi, che avevamo paura di farti male infilando il cappellino di lana sulla tua testolina, una supernova in cui l’intera nostra esistenza sarebbe stata risucchiata. Quando abbiamo messo piede fuori dall’ospedale ci siamo sentiti soli ed abbiamo dovuto imparare con fatica, ogni giorno, come prenderci cura di te.

Da oggi la tua infanzia, almeno la prima parte, quella piu’ selvaggia, è finita. Oggi è l’ultimo giorno.

Mi hai detto che sei spaventato. Dai compiti e dalle lunghe ore seduto. Non posso darti torto, anche se ti ho detto che sono sicuro che saprai affrontare ogni difficoltà e che io e la mamma ti aiuteremo.

Ti ho spiegato che imparerai a fare le cose piu’ belle e preziose che si possano imparare: leggere e scrivere. Imparerai a leggere libri ed a comprendere la realtà. Imparerai, come mi hai detto tu, ad inventare cose da scrivere. So, come hai detto, che ti spaventa il tempo che impiegherai per farlo.

Ma poi, non smetterai mai di imparare. Ed è questo l’unico modo per non annoiarsi e per sentirsi vivi.

Certo, leggerai questo mio pensiero solo tra molto tempo, sarebbe piu’ facile e bello restare come sei. E non c’è nessuno piu’ di me che abbia odiato la scuola ed il suo corollario di obblighi e che senta, con colpevole egoismo, che questo è solo il primo piccolo passo del tuo distacco da noi.Ma non ci saremmo per sempre io e tua madre a badare a te. E, forse, ti annoieresti di una perenne infanzia.

Questa estate, mentre ti seguivo a distanza, mi hai sorpreso quando sei partito e sei andato a comprare da solo il gelato per tutti. Al tuo ritorno ho letto nei tuoi occhi la soddisfazione per quella che per te era una vera impresa ed una rivincita sui dubbi e lo scetticismo che non ti avevo nascosti.

Ho capito li, che sei cresciuto.

Oggi è l’ultimo giorno d’infanzia. Da domani, ancora insieme, ci aspettano nuove avventure, emozioni, gioie e difficoltà.

Anche domani saremo al tuo fianco e già immagino come io e tua madre, trattenendo qualche lacrima e l’emozione, ci guarderemo pensando a quella tiepida mattina di marzo.

Domani è il tuo primo giorno di scuola.


Guglielmo
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