lunedì, agosto 31, 2009

Tempo d'uva!

Ieri sera guardavo il telegiornale. Uno dei tanti servizi descriveva, con leggerezza degna di altri temi, il “respingimento” di un gommone (mezzo sgonfio come un canottino lasciato troppo al sole).

Mi ha tranquillizzato che i passeggeri del naviglio siano stati ritemprati e riforniti. Che siano stati accolti a bordo e coperti con copertine termiche e aiutati a mettere la prua verso la ridente Tripoli.

Ho lasciato l’uva che piluccavo da una ciotola verdina e mi sono concentrato sui croceristi.

In effetti non avevano proprio l’aria dei vacanzieri. Non erano proprio persone che, approfittando di una ventosa giornata di sole avessero deciso di farsi una giornata in giro per cale.

Sembravano piu’ dei disperati. A tal punto da mettere la propria vita nelle mani di Nettuno e di una banda di trafficanti di uomini.

Forse, quando si mettono per mare, penseranno che nessun paese civile rifiuterebbe aiuto ad un gruppo di disperati. Se poi ci mettiamo che forse provengono dal Corno d’Africa e quindi potrebbero chiedere lo status di rifugiati...

Ma in fondo perchè preoccuparsi. I villeggianti africani saranno certamente accolti dalle autorità libiche e dirottati verso centri vacanza nell’interno del continente.

Quello che non riesco a capire, però, e perchè i diportisti non vengano accolti da noi e rimandasti a casa. Perchè li mandiamo in Libia? E li cosa succede?

Un pochino, osservando la nave (forse era maltese), le divise immacolate dei marinai, le loro mascherine, mi sono sentito imbarazzato.

Ho avuto l’impressione che delegassimo i libici a fare, in nostra vece, il lavoro sporco.
Mi sembra triste che un Paese ricco come il nostro non possa farsi carico di prendere queste persone, accoglierle, curarle, nutrirle e rimandarle, in aereo, nel Paese di provenienza (sempre non meritino lo status di rifugiati).

Non ho fatto in tempo a riprendere l’uva che ecco un servizio sulla vicenda Giornale/Avvenire.

Aver attaccatto Silvio costa a Boffo l’accusa peggiore che si possa fare in Italia: e’ un ricchione!

Il grottesco di tutta la vicenda è che nessuno sottolinei che la (presunta) condotta privata di Boffo è affar suo. Se davvero il direttore fosse gay, sarebbero affari suoi. Boffo non deve rispondere a nessuno, se non forse al suo editore, della sua condotta morale. E comunque il pubblicare un attacco di quel tipo, anche posto fosse vero, suonerebbe di ritorsione se non minaccia verso chiunque si azzardi a commentare le vicende di Papi.

Insomma, ho finito l’uva, e la sensazione di imbarazzo e disagio ha continuato a tormentarmi sino a tarda sera.

Vorrei capire le anime belle del blog, cattoliche e berlusconiane, come vivano questa situazione /(il conflitto Giornale Avvenire ma anche l'eercizio armato della carità). Sarà loro forse chiaro che la bandiera cattolica viene sbandierata solo in tempo di elezioni ma poi è poco piu' che un'insegna pubblicitaria?

Resto in attesa...

Guglielmo
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