martedì, giugno 09, 2009

Silver Surfer


Federico scivola sul suo monopattino come Silver Surfer. Le tre ruote (due davanti ed una dietro), oliate con un miscela di uranio e cadmio che utilizzo per la bici, scorrono quasi senza attrito. Dopo le prime incertezze, la cautela ha lasciato il passo all’euforia. Lievemente chino verso il manubrio, Icus spinge furiosamente con la gamba sinistra. Quando la velocità lo soddisfa posa il piedino sinistro sulla tavola, davanti al freno, e si rilassa. Il suo corpicino sembra un tutt’uno con il monopattino. Facendo lievemente pressione sul manubrio slalomeggia sul marciapiede assecondando il movimento con le spalle. Il suo viso tradisce l’emozione e la gioia che si provano quando si sente il pieno controllo di un mezzo. Quando la sola pressione sul pedale o sul manubrio, associata alla velocità raggiunta con l’utilizzo dei nostri muscoli, si trasforma in una piega della bicicletta o, appunto, in uno slalom. Quando affronta una curva secca sposta il peso indietro, reclinando la schiena, e spinge fuori la gamba come deriva. Come se ruotasse su un perno invisbile svolta, volteggiando come un ballerino classico. Guardarlo è uno spasso perchè sa che nel mentro lo osserviamo ammirati.

Ma non solo...mentre stramba i miei sentimenti sono contrastanti. Vorrei urlargli di fermarsi e frenare (cosa che lui realizza saltando giù a gambe larghe dalla tavola e piantando le suole delle sue Adidas sull’asfalto) ma prevale sempre la voglia di vederlo completare la manovra apprezzando al contempo la felice consapevolezza di se che si dipinge sulla sua faccia e l’abilità tecnica.

Icus è un bambino dolcissimo e ombroso.

Non è facile accedere alla sua confidenza, ma quando lo si fa si entra in un mondo di delizie. A modo suo è spiritoso ed ha senso dell'umorismo. A volte fa e dice cose che sa ci faranno ridere. A tratti balena sulla sua faccia un sorriso, finto ingenuo, con il quale ci comunica che sta scherzando.

Riccardo si sbellica dalle risate e ci guarda dicendo : “E’ matto…è matto…”

L’altro giorno la sua educatrice Laura era triste. Mentre parlavamo del suo stato malinconico si è interrotta e mi ha detto:
“Sai cosa ha fatto Federico?”
“No.”
“Era la bagno. Deve essersi accorto che oggi sono triste e, di punto in bianco, mi ha detto: io ti voglio bene”
“Si…lui è così…è un bambino affettuoso…”
“Si…” ha detto lei senza guardarmi negli occhi “è speciale…. E' un bambino speciale… "ha preso il sopravvento il suo ruolo e si è interrotta.

Io ho sorriso un po imbarazzato.
Gughi
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