mercoledì, maggio 20, 2009

Storie di soldati

Qualche mese fa Piperno, sul Corriere, scriveva di libri di guerra. Non posso che essere d’accordo con lui nel dire che i libri che parlano dell’uomo in guerra sono i libri piu’ intensi. La guerra scarnifica l’esistenza riducendola all’essenziale. Gli orpelli, le illusioni i trompe l’oeil che abbelliscono sono spazzati via dalla devastazione. L’essenziale, “invisibile agli occhi”, è il palcoscenico dell’uomo in guerra. L’amore, la fame, l’odio, la sofferenza, la paura, la fede, la speranza...non vengono esaltate ma solo ricondotte allo loro reale dimensione.
“Tredici soldati”, “Il nudo e il morto”, “Dispacci”, “Banda di fratelli” sono solo alcuni dei libri sull’uomo in guerra.

Ieri ho preso in mano un libro che da molto tempo la scio in attesa. Si tratta di “Storie di Soldati” di Ambrose Bierce.
Bierce è uno scrittore americano vissuta a cavallo tra ‘800 e ‘900. Partecipò alla Guerra Civile americana e dopo una vita piena di traversie ed avventure si dedicò alla scrittura. I suoi racconti, da cui Berardi trasse ispirazione per un memorabile numero di Ken Parker, sono un gioco di specchi. Il destino, il caso, il sovrannaturale, il capovolgimento del reale sono sempre dietro l’angolo. La narrazione viene sconvolta all’improvviso e non manca di sorprendere il lettore piu’ smaliziato.
L’autore descrive il dolore e l’assurdità di una guerra combattuta tra vicini, fratelli e a volte padri e figli. (A Gettysburg il punto in cui due fratelli davvero combatterono l'uno contro l'altro con due divise diverse indosso è ricordato con un cippo che dovrebbe essere un monito per tutti i popoli).

Ma in questa guerra, ridotti appunto allo stato essenziale ed alle conseguenze piu’ drammatiche ed assurde, non fa altro che rintracciare ciò che sotto traccia percorre la vita di ogni giorno dove spesso il fato, il caso e l’assurdo la fanno da padroni. La guerra è solo lo strumento narrativo scelto per narrare l’umano. Chi ha combattuto o ha visto la guerra comecorrispondente sa che l'animo umano sarà nudo.

Bierce partì nel 1913 come corrispondente dalla Guerra civile messicana. Come uno dei personaggi dei suoi racconti, scomparve dalla faccia della terra inghiottito dalla guerra che cosi bene aveva saputo rendere nelle sue pagine.

Guglielmo
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