mercoledì, aprile 22, 2009

Importante

L’agente immobiliare è arrivato puntuale. Indossava il vestito della cresima, un paio di occhiali con lenti piu’ adatte alla stazione orbitale dell’Esa ed un giubbotto di marca troppo stretto. La giacca, spiegazzata come la camicia dal colletto troppo piccolo, sbucava dal giubbottino.

Ha cercato subito di convincermi che la zona in cui si trova l’immobile è di gran pregio (essendo ignaro che per me il valore di una casa risiede nella distanza dalla Montagnetta di San Siro e dalla mia piscina preferita, cosa che rende la mia attuale abitazione in linea con le quotazioni di Marthas Vineyard) e poi, riferendosi al giardino condominiale, ha esclamato:
“E’ un giardino importante…”.

La parola “importante” si sente spesso in televisione. In particolare in bocca a giocatori ed allenatori di calcio. Fateci caso. Un’azione ben congegnata è “importante”. Un infortunio grave diventa “importante”. Un bel goal è importante non se fa vincere ma se è fatto in mezza rovesciata. Un girone di qualificazione difficile è importante. Dichiarazioni decise (“Mercoledì andremo a Londra a vincere”) sono importanti. Scelte drastiche (“Passo dal Milan al Chelsea”) sono importanti.

Insomma tutto, nel mondo del calcio, è importante. Sembra che ascoltandosi l’un l’altro in televisione si siano convinti che dire “importante” dia un certo tono. Ascoltate le persone che vi stanno intorno e conteggiate gli “importante”.

Il mondo del calcio ci da quindi lezioni di stile e di vita. Scopro infatti oggi sul “Corriere” che Balottelli è stato coperto di insulti non per razzismo ma perché è un provocatore. Tanto è vero che nella stessa partita Muntari e Vieira non sono stai fischiati (e per questo, malgrado il loro colore così scuro, dovrebbero ringraziare il pubblico di Torino). Ed in effetti i tifosi presenti allo stadio non è che per le strade di Torino insultino tutti quelli di colore. Magari solo quelli che li fanno incazzare. Insomma l’essere nero è un problema, una leva, che posso utilizzare per offendere e provocare uno. Come dire “Spilungone di merda”, o”quattrocchi del cazzo”. La controprova finale, se ancora non vi siete convinti dell’assoluta buona fede dei tifosi zebrati, sta nel fatto che quando un giocatore bianco si comporta come Mario (ma ancora non ho capito cosa ha fatto di cosi devastante, ma a furia di ripetercelo ci convinceremo che contro la Juve è stato davvero scorretto) tutti gli gridano “caucasico di merda” o anche “biancastro di merda”.

Sacchi e Platini ci dicono infine cose “importanti”: non è proprio razzismo. In effetti Mario non è stato costretto a spostarsi dal sedile di un autobus o costretto a bere in una fontana diversa dalla nostra. Semplicemente il colore della sua pelle, le sue origini (compreso il dramma familiare che lo accompagnerà per tutta la vita) sono stati presi a pretesto per farlo innervosire (questa si una cosa corretta ed “importante” da fare su un campo di calcio).

Quello che penso è che basti guardare Mario per capire tutto. Dio gli ha dato un talento ed una consapevolezza di se che dona a pochi in ogni generazione. È uno che a 18 anni ha guadagnato quanto guadagnerà quasi un singolo tifoso sugli spalti in tutta la vita. Gioca nella squadra piu’ affascinante del mondo. E’ uno che in campo se la gioca alla pari con gente che crede di aver il diritto di intimidire e picchiare i piu’ giovani. E’ un bel ragazzo. E tutto questo è toccato ad uno con la pelle così diversa dalla nostra…e forse è questo che davvero fa arrabbiare le orde che affollano gli stadi e che trovano spazio anche sul Corriere (“Niente razzismo e niente scuse”)

Se mio figlio avesse assistito alla partita e mi avesse chiesto “Papà perché gli urlano queste cose” non gli avrei risposto “Vedi Ricky, lui è un provocatore e la sua squadra sta vincendo e quindi per farlo arrabbiare tutti gli urlano queste cose e gli fanno il verso della scimmia”. Se il giorno dopo ripetesse le stesse cose ad uno che gli taglia la strada in macchina o a un compagno di classe con dui litiga, dovrei giustificalo. Gli risponderei invece e semplicemente “Vedi Riccardo, questo è razzismo. E di quelli importanti...”


Guglielmo
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