lunedì, aprile 13, 2009

Due fratelli

Riccardo corre. La sua ansia di consumare la vita mi innervosisce. Forse perché è lo stesso fuoco che bruciava me alla sua età. Vorrei fargli capire che spesso è meglio soffermarsi ad assaporare l’istante. Restare in silenzio ad assaporare ciò che, qualsiasi cosa faremo, non tornerà piu’. Le emozioni, le sensazioni ed a volte il senso di una vita si concentrano in un tempo limitatissimo. Quanti istanti possiamo contare in cui ci è sembrato che tutto ciò che desideravamo fosse li con noi?


Questa mattina ci trovavamo ai gonfiabili. Io, Riccardo e Federico. The One correva come un matto per provare tutti i giochi. Correva frenetico da un gioco all’altro. All’improvviso si girava, continuando a correre, guardandosi alle spalle. Trotterellando come un puledrino che godesse del solo scalpitare giungeva suo fratello. Riccardo allora si fermava. Piegandosi come faccio io con lui. Allungava il collo come una tartaruga avvicinando il suo volto a quello del fratello. Parlando piano, dolcemente, come si fa con un bambino, gli spiegava cosa avrebbero fatto di li a poco. Le scale di corda su cui si sarebbero arrampicati. Cosa avrebbero trovato dentro l’enorme bocca della rana che li avrebbe inghiottiti e come si sarebbero abbracciati per precipitare dallo scivolo. E se, dopo esser salito, si accorgeva che l’ascesa era troppo difficile per quelle gambine, tornava indietro spingendolo ed incitandolo.

“Buttalo, lo prendo io!” gridava un bambino ai piedi del gigantesco drago gonfiabile.

“No! Ha paura! Scende con me! Lo abbraccio io!” urlava Riccardo di rimando. E dietro la sicurezza e l’accurato calcolo del pericolo che stava dietro quella voce, mi sarei gettato anch’io. Sbucavano allora dal ventre del drago, di li a poco e legati dalle braccia e dall’amore che li unisce, i mie figli.

Ecco, se fossi Federico, penserei che quello è uno di quegli istanti.

Federico, che ancora non sa dare valore a ciò che non ha prezzo, continuava a orbitare intorno a suo fratello come fosse la cosa piu’ naturale del mondo. Come se tutti avessero un simile fratello. Alla fine ho preso Riccardo e gli ho detto: “Ricky vai pure dove vuoi con il tuo amico. Lo guardo io il Fede…”.

“Io vado nella piscina con le palline dei grandi. Tu stai con il papi in quella dei piccoli…ok?”.

Si sono separati.

Guglielmo
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