sabato, novembre 15, 2008

Tra la vita e la morte

Ciò che ognuno in cuor suo dovrebbe sapere, è che non esiste una risposta al quesito che la vicenda di Eluana ci pone.

La questione di Eluana è stata spostata dal piano umano a quello filosofico, etico, religioso, tecnico, medico e, per non farci mancare nulla, politico.

Il nocciolo della questione, una vita umana confinata in un letto, un padre stremata da una vicenda capace di piegare persino un’anima in titanio, è stato spostato da una stanza di ospedale verso gli scranni, i pulpiti e le aule.

Alla radio, in televisione e sui giornali ormai si filosofeggia mentre quel corpo, quell’anima, vivono in uno stato che mente umana non può nemmeno immaginare. Nel traffico, mentre alla radio si discettava e ci si scandalizzava dall’una e dall’altra parte, ho immaginato a come ci si possa sentire (sempre che ciò accada…) a vivere a quel modo per 17 anni. O come il padre, il cui tempo residuo per forza di cosa potrebbe essere piu’esiguo di quello destinato alla figlia, possa sentirsi immaginando di morire e lasciando la figlia in quelle condizioni. Sola. E cosa possa pensare Dio, di fronte alla messe che ogni giorno la Morte raccoglie su questa terra, di un’umanità che si accanisce a trattenere un corpo ed un’anima interrogandosi su cosa sia Vita e se l’alimentazione e l’idratazione siano accanimento terapeutico o meno. Un’umanità che si volta dall’altra parte di fronte alle tante vite umane che precipitano, senza senso e senza dignità alcuna, nella fornace ma che si esalta e crede di redimersi ed elevarsi nel discutere di una sola vita.

Il problema, irrisolvibile oggi, non è adesso. Il problema è stato quando qualcuno ha deciso di sospendere il processo che portava alla morte di quella donna per lasciarla sospesa in un limbo. Il problema è stabilire sino a dove un medico si può spingere non per salvare una vita ma sospendere la morte. Già da come è formulata la domanda si comprende come la risposta possa avere una serie tale di gradazioni da divenire un quesito privo di risposta (se non per quelli muniti di un credo e di una fede monolitici).

L'unica cosa che auguro ad Eluna e a suo padre è che presto cada su di lei e la sua umana vicenda un manto di silenzio. E che oltre quella porta, sulla soglia della quale forse troppo a lungo è stata trattenuta, possa trovare una nuova Vita.


Guglielmo
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