venerdì, luglio 04, 2008

IL MONDO DEVE SAPERE

Questa mattina alle cinque, non riuscendo più a dormire, mi sono messo a leggere il romanzo breve di Michela Murgia “Il mondo deve sapere” che quella spiritosona della mia compagna mi aveva regalato proprio ieri.

Il romanzo è il diario di un mese di lavoro fatto dall’autrice presso un call center di un’azienda venditrice del fantomatico Kirby (andate in rete e scoprirete di tutto e di più su questo prodotto e su chi lo commercializza).

Il quadro che ne esce è spaventoso da un lato, scontato dall’altro.

Spaventoso perché è incredibile come nel XXI secolo sia ancora possibile adottare determinate soluzioni aziendali, dove il lavoratore è semplicemente uno strumento ad uso e consumo della remunerazione del titolare (da intendersi in senso letterale, ad esempio agli agenti neo assunti vengono chiesti per il perfezionamento del contratto almeno 10 nominativi da contattare per la campagna di vendita)

Scontato perché in un paese di autentici baluba aziendali come il nostro, dove si pensa non a trarre profitto dal civile scambio di beni e servizi ma banalmente ad arraffare il più possibile nel minor tempo possibile (cioè prima che la Polizia intervenga), strumenti come contratti flessibili, contratti a tempo determinato, ecc. non potevano che essere usati in questo modo.

Lettura consigliata per passare due ore incavolandosi come delle bestie e contemporaneamente divertendosi come matti, se poi le due ore non sono dalle 5 alle sette del mattino è anche meglio.
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