venerdì, maggio 16, 2008

La vida loca

I fatti, trattati nei giorni scorsi con una certa superficialità sul Conciliabolo (lo ammetto), hanno avuto risvolti inquietanti.
Qualche giorno fa ho trovato in giro per casa un biglietto verde a forma di cuore. Ho pensato che fosse un qualche manufatto per la festa della mamma ma poi, dopo aver letto il testo, il sangue mi si è gelato nelle vene come azoto.

“Ciao Riccardo io ti amo, voglio regalarti la maglietta del Milan. Questa poesia la dedico a te. Sei bello come un angelo”

Le cose sconvolgenti erano, nell’ordine, che qualche cazzo di sovversivo avesse regalato a mio figlio, ormai perso, la maglietta del Milan e la seconda che qualcuno avesse scritto un simile biglietto.

Dopo breve indagine ho scoperto che una bambina di 5 anni, evidentemente incitata ed aiutata dalla madre, aveva, perdutamente invaghita, vergato quell’orrore.

“Riccardo!” Ho chiamato.
“Eh!”
“Cosa c’è scritto su quel biglietto?”
“Ma io so leggere?” Ha risposto con una certa asprezza.
“No…però, dico…qualcuno ti ha detto cosa c’è scritto?”
“No…”
“Bene…vai…”
Il nostro eroe è quindi tornato alle sue occupazioni.

Stasera Susanna, con una certa cautela, mi ha detto.
“Sai…oggi sono stata fermata dalla mamma della Gaia…”
“Eh…” ho detto io che stavo esaminando le due polo Brooks Bros che mia cognata mi ha portato direttamente dagli Usa (66 euro, comprese spese di spedizione).

“Mi ha detto che sua figlia è persa per Riccardo. E che la cosa diventa ogni giorno piu’ seria…”

“Eh?” ho detto lasciando le mie prestigiose polo (una rosa ed una nera)

“Io le ho detto che Lucia gli ha regalato una maglietta del Milan e che lui racconta che un paio di bambine lo inseguono all’asilo…”

“Eh….” Ho detto ormai un po in ansia.

“E lei mi ha detto che in realtà le bambine sono cinque o sei. Che se lo contendono. Che la Gaia è arrabbiata perché non è tutto per lei…”

“Ah….” Ho detto ormai in preda alla preoccupazione.

“Riccardo?”
Lo Steve McQueen de noantri si è quindi alzato dalla sua poltroncina (visionava un capolavoro come “Manici di scopa e pomi d’ottone”) e si è catapultato in cucina.

Lo ho osservato con attenzione. Aveva gli occhi stanchi e la schiena lievemente incurvata per la stanchezza. In effetti, non perché sia mia figlio ed abbia con me una vaghissima somiglianza, è proprio bello. Gli occhi grigi, come quelli della sua bisnonna, regalano lampi di azzurro e verde. Immagino che le piccole spasimanti tremino di fronte alla vena di follia che percorre il suo animo. Immagino che i piccoli cuori femminili tremino di fronte ai suoi modi spavaldi ed all’energia che pulsa in lui.

Ho fissato il Ricky Martin delle prealpi in attesa che iniziasse acnatarmi “Viva la vida loca” ma lui, impaziente di tornare da Angela Lansbury si è limitato ad un : “Cosa c’è?”

“Cosa ti dicono le bambine all’asilo?”
“Niente!” ha urlato correndo via una volta capito che non esisteva argomento di discussione.

Ho fissato sua madre ed ho detto: “Del resto anch’io ho le mie fans…”

Si è limitata a sorridere.
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