Israele
Ho comprato, in allegato con il Corriere, l’ultimo numero monografico dell’Europeo dedicato ad Israele. Questo Paese, dalle mille sfaccettature, esercita un fascino intenso. Ogni angolo di quella terra è carico di Storia.
Gli articoli, scritti da Bocca Fallaci, Ostellino ed altri, sono corredati da fotografie di Robert Capa. Dalle fotografie (Robert Capa è capace di cogliere l’anima delle cose) traspare la voglia di costruire che ha animato i primi anni dell’esistenza di questo Paese. Gli uomini e le donne in fuga dalle persecuzioni naziste, fasciste e comuniste non solo trovarono rifugio in quella terra ma trovarono anche l’occasione di far nascere una democrazia dal nulla. La possibilità, infine, di costruire una società modello partendo dalle esperienze e dalle competenze acquisite in altri Paesi. Israele era questo. Esperimenti sociali di ogni tipo si sono susseguiti nel suo territorio e anime diverse (laiche e ortodosse, destra e sinistra, falchi e colombe) convivono in quella sottile striscia di terra affacciata sul mediterraneo. Sorprende(ma forse non piu’ di tanto considerandone la Storia) che un Paese cosi’ piccolo abbia una vita culturale e democratica cosi intensa. Che una nazione cosi’ giovane abbia prodotto grandissimi scrittori e sia così democraticamente matura.
Con tristezza assisto dunque alle contestazioni che infiammano Torino in occasione del Salone del Libro. Israele, come spesso si ripete, è un Paese democratico ed i suoi scrittori non solo ne sono l’anima ma sono forse i massimi critici degli errori che Issale ha compiuto e continua a compiere. E’ triste ma anche stupido cercare di zittire scrittori come Grossman, Oz, Yehoshua o Leshem che nei loro libri cercano una strada verso la pace e la convivenza denunciando le storture che 60 anni di guerra e odio hanno portato nella stessa società israeliana.
Purtroppo i fatti di Verona e quelli di Torino non possono essere pesati nella loro gravità. Sono però figli della stessa cultura. La cultura dell’odio e dell’intolleranza.
Quando un’ideologia monolitica, ma piu’ che di ideologia parlerei della totale assenza di una qualsiasi idea e forma di pensiero, plasma le menti le conseguenze sono queste. Quando l’uomo crede di poter trovare risposta nell'ideologia ad ogni domanda e sfida della Vita e della Storia, la conseguenza è sempre la stessa: violenza.
E’ inutile negare che nel nostro Paese, in una certa destra e in una certa sinistra, si è arrivati a credere che la risposta a tutto siano i fucili caldi, le occupazioni, i blocchi e le armi ai vigili urbani (legittime se non sono considerate una soluzione per gravi problemi sociali).
Il riferimento di Fini al Papa ha nulla a che vedere con questo clima. Mi è parso però l’ennesimo tentativo di fare della Religione e del Vangelo ( e questo non è tollerabile) una bandiera politica. Un vessillo da opporre al caos sociale ed agli estremismi del mondo.
L’unica bandiera da opporre ad ogni estremismo è la Ragione.
Guglielmo
Gli articoli, scritti da Bocca Fallaci, Ostellino ed altri, sono corredati da fotografie di Robert Capa. Dalle fotografie (Robert Capa è capace di cogliere l’anima delle cose) traspare la voglia di costruire che ha animato i primi anni dell’esistenza di questo Paese. Gli uomini e le donne in fuga dalle persecuzioni naziste, fasciste e comuniste non solo trovarono rifugio in quella terra ma trovarono anche l’occasione di far nascere una democrazia dal nulla. La possibilità, infine, di costruire una società modello partendo dalle esperienze e dalle competenze acquisite in altri Paesi. Israele era questo. Esperimenti sociali di ogni tipo si sono susseguiti nel suo territorio e anime diverse (laiche e ortodosse, destra e sinistra, falchi e colombe) convivono in quella sottile striscia di terra affacciata sul mediterraneo. Sorprende(ma forse non piu’ di tanto considerandone la Storia) che un Paese cosi’ piccolo abbia una vita culturale e democratica cosi intensa. Che una nazione cosi’ giovane abbia prodotto grandissimi scrittori e sia così democraticamente matura.
Con tristezza assisto dunque alle contestazioni che infiammano Torino in occasione del Salone del Libro. Israele, come spesso si ripete, è un Paese democratico ed i suoi scrittori non solo ne sono l’anima ma sono forse i massimi critici degli errori che Issale ha compiuto e continua a compiere. E’ triste ma anche stupido cercare di zittire scrittori come Grossman, Oz, Yehoshua o Leshem che nei loro libri cercano una strada verso la pace e la convivenza denunciando le storture che 60 anni di guerra e odio hanno portato nella stessa società israeliana.
Purtroppo i fatti di Verona e quelli di Torino non possono essere pesati nella loro gravità. Sono però figli della stessa cultura. La cultura dell’odio e dell’intolleranza.
Quando un’ideologia monolitica, ma piu’ che di ideologia parlerei della totale assenza di una qualsiasi idea e forma di pensiero, plasma le menti le conseguenze sono queste. Quando l’uomo crede di poter trovare risposta nell'ideologia ad ogni domanda e sfida della Vita e della Storia, la conseguenza è sempre la stessa: violenza.
E’ inutile negare che nel nostro Paese, in una certa destra e in una certa sinistra, si è arrivati a credere che la risposta a tutto siano i fucili caldi, le occupazioni, i blocchi e le armi ai vigili urbani (legittime se non sono considerate una soluzione per gravi problemi sociali).
Il riferimento di Fini al Papa ha nulla a che vedere con questo clima. Mi è parso però l’ennesimo tentativo di fare della Religione e del Vangelo ( e questo non è tollerabile) una bandiera politica. Un vessillo da opporre al caos sociale ed agli estremismi del mondo.
L’unica bandiera da opporre ad ogni estremismo è la Ragione.
Guglielmo
1 Comments:
parti con Israele e fino ad un certo punto, hai pure ragione. poi ci metti dentro verona e fini.
beh, potevi inserire la faccia di bondi, tremonti, calderoli e saddam e avresti fatto bingo..............
bah!
Posta un commento
<< Home