venerdì, aprile 25, 2008

25

Il 25 aprile è una festa strana. Ogni anno le solite polemiche. Come se il 25 non fosse quello del ’45, ma quello dell’anno prima. Le solite stantie polemiche sulla Resistenza e su Salò, incuranti del fatto che quando c’è una Guerra, quando il sangue inzuppa la terra, diventa difficile capire e ricostruire. Guardarsi alle spalle, anche di sessant’anni, è un’esperienza lacerante e dolorosa. Ci costringe a fare i conti con il passato e ad ammettere che siamo ancora una democrazia giovane ed immatura.

Prova ne siano le blande reazioni con cui alcune dichiarazioni del nostro premier in pectore hanno generato. L’eroismo di Mangano ed il disprezzo verso i giornali ed i giornalisti (rei di porre domande scomode) sono temi che in altri paesi avrebbero sollevato qualche riflessione e qualche domanda. Nel nostro Paese hanno invece sortito l’effetto di suscitare qualche sbadiglio.
Ho assistito al disastro di Super Walter con disagio. Speravo in un pareggio al Senato e nella possibilità che il PD trovasse i numeri per contare qualcosa nel quinquennio a venire. Invece scopro un Paese spaventato e pronto a farsi ancora una volta incantare dalle promesse di Silvio (anche se in realtà ha promesso lacrime e sangue) e a rifugiarsi nella grotta subalpina della Lega.

Guglielmo
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