martedì, febbraio 12, 2008

L'organigramma

In una grossa azienda la chiave su cui tutto poggia è l’organigramma. L’emissione dell’organigramma è attesa come un’epifania. Una manifestazione di un volere superiore. Una asettica mappa del potere aziendale. Passioni, pulsioni, intrighi, giochi di potere, tutto si sintetizza in quell’esercizio di insiemistica. Righe tratteggiate, cerchi in grassetto, doppie righe sanciscono la linea tra la vita e la morte. Tra il dipendere e il coordinare. Uomini scompaiono, come sospesi in un limbo, per poi reincarnarsi dopo qualche mese in posizioni di assoluto rilievo o di infima prospettiva. Saper leggere un organigramma è come saper leggere un mappa. Brulicanti uffici di uomini vengono annessi da voraci dirigenti con semplici tratti di penna. Il Kaiser Guglielmo guardava con minor appetito la mappa dell’Europa di quanto un dirigente ammiri una polposa sezione di organigramma.

Uomini e donne ritenuti normodotati perdono ore del loro tempo ad chiosare e vaticinare su un organigramma. Ore trascorse a capire chi dipenda da chi e chi decida per chi.

I quel turbinio di sigle e parole di matrice austro inglese una sola questione può rimbombare nella mente di un soggetto sano: ma questi, cosa cazzo fanno?

La risposta, a pie di nota dell’organigramma, cioè nel temuto mansionario è: “Si occupa delle connessioni di rete del service al client interno, della businnes development nella matrice geodiale, dello sviluppo delle tecniche di auditing interno ed esterno con particolare riferimento alla clientela estera e quella prospect. Risponde direttamente a Tso(tiesseo), Tsu (tiesseu), CCI (da leggere:sisiciai).

Se non conoscete almeno uno degli appartenenti alla struttura mansionata è facile immaginare di poter incontrare un essere con quattro braccia, una connessione anale Adsl in fibra di carbonio, montato su un motore Evinrude da 520 cavalli.
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Un umile impiegato deve sapere a chi appartiene: “Sono il maniscalco del Duca Corrado di Franconia!”, “Sono arciere del Duca di Sassonia!” si usava dire 1000 anni fa.

Oggi, nelle mail che invio o quando mi addentro telefonicamente in territori ostili, dico: “Sono Guglielmo il Maresciallo, CTU, Buss. Dev.”. Non so esattamente cosa significhino le parole che scandisco dopo il mio nome ma dentro c’è il mio capo ed il capo del mio capo ed in sostanza il mio peso nel mondo.

Quando ero a militare una domanda ricorrente, che decideva di un week end a casa o di guardia in garritta, riguardava la scala gerarchica. Dalla mia branda sino alla bandiera sapevo chi comandava cosa. Per evitare gaffe venivamo forniti di fotografie dei superiori in maniera tale che, incontrandoli per il mondo, potevamo scattare come folgorati da un cavo Enel. Ma i superiori erano 5 o 6 e comandavano qualcosa di piu’ grande che stava sopra a quello che stava sotto.

Ora, se già mi chiedono chi sta sopra il capo del mio capo, ho serie difficoltà nel ricordare se sia uomo o donna. Alcuni invece, amanti delle raccolte di figurine e dell’esegesi, parlano nei corridoi in questi toni:

“Scherzelloni, di Tso, è finito sotto Bargaglioni e Cardafulli. Hanno scorporato TTI (da leggere titiai) che finito in IT. E’ andata bene alla Frangipane che ora ha sotto tutta la Divisione di ITT (ititi)”.

Qualche giorno fa il mio capo mi ha braccato insieme ad un mio collega ed ha iniziato: “Visto…che vi dicevo…hanno preso TTI, hanno scorporato la divisone di Bragazzaroli, fuso con Girchella e Cardafulli ed ora è tutta una struttura autonoma!”. Il tutto condito da una mimica che disegnava per aria il nuovo organigramma e che sembrava piu’ adatta ad un mago di Las Vegas.

Ci ha sorriso come se avesse appena risolto il cubo di Rubik.

Io, che so stare al mondo, l’ho guardato ammirato come se avesse appena risolto il cubo di Rubik ma non ho saputo sillabare parola. Chi cazzo fosse quella litania di nomi e servizi resta a tutt’oggi un mistero privo della benché minima soluzione.

Ma lui deve essere stato soddisfatto della mia reazione perché mi ha guardato complice.

Il mio collega, un passo avanti a tutti, lo sguardo rapito da cotanto sapere ha gettato li con noncuranza. “ Eh si… alla fine basta poco” ed ha riso di gusto.

L’ho ammirato per tanta sagacia. Dopo qualche minuto, un po’ in imbarazzo, gli ho chiesto: “Ma di cos’è che parlava?”

“Che ne so…si capiva che fingevo? Ho buttato li quella frase che….” ha sintetizzato” mi sembrava buona per tutte le stagioni”


Guglielmo

1 Comments:

Blogger fracanappa ha sostenuto

L'organizzazione aziendale è l'astro nascente delle discipline aziendalistiche.
Cos'è un'impresa se non organizzazione?
Risultato le migliori menti e i più tanti soldi sono investiti nell'orrganizzazione che ha il suo apice nell'elaborazione dell'organigramma e dell'ancor più astruso funzionigramma.
Dopodiché il management pare abbia terminato il suo compito.....

5:13 PM  

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