domenica, febbraio 03, 2008

Durante la navigazione

Ieri, a spasso con Sbuzzy Boy, ho fatto una puntata da mia nonna. Il discorso, non so bene come, è finito su mio nonno Peppino.

Che ricordi ho di mio nonno? Vaghi. Mi ha insegnato gli scacchi, l’amore per la Storia e per l’Inter. Mi ricordo le mance, i regali e il carattere duro e spigoloso.

Avevo 10 anni quando si ammalò. Credevo bastasse rinunciare a qualche puntata di cartoni animati, dire qualche parolaccia in meno e Dio lo avrebbe salvato. Non poteva morire non perché lui fosse immortale ma perché a me non poteva capitare di vederlo morire.

Una mattina di sole, tornato da scuola, pranzavo da mia nonna. Un peso sul petto. Squillò il telefono. Era una delle mie zie che si trovava con lui in ospedale: “Veniamo a casa…” disse.

In quella frase c’è la fine di un’epoca. La fine della mia infanzia e della mia intangibilità. La fine della magia che avvolgeva il Natale, della sosta sul lago a comprare la torta che avremmo mangiato la sera nella casa in montagna e di mille altre cose. Se una cosa non era realizzabile mio nonno l’avrebbe fatta. Ad una festa di parrocchia scatenò un’asta(forse l’ho già scritto..) per comprare a me e mio fratello una bicicletta che il vincitore non aveva ritirato.

Una volta gli chiesi della Guerra. Mi racconto qualcosa. Gli chiesi se avesse ucciso qualcuno. Fece finta di non sentire e riprese a leggere il giornale. Io non trovai il coraggio di riformulare la domanda.

Mia nonna ieri sera era piu’ lucida del solito. Ricordava di un robot, un Mazinga enorme, che mio nonno ci regalò. All’improvviso ha ricordato un’altra cosa. Un sogno, che avevo rimosso, che facevo da bambino dopo la sua morte. Inseguivo un uomo che mi sembrava lui. Sfiancato lo abbracciavo per scoprire che non era lui. Mi svegliavo affranto. Accendevo la luce e guardavo la sua foto di quand’era soldato.

Le lacrime, mentre mia nonna ricordava, mi sono salite agli occhi.

Sono tornato a casa rise. Triste per tutte le partite a scacchi che non abbiamo fatto. Triste per le domande che non gli ho potuto fare sulla guerra e sul fascismo. Triste per i consigli che non gli ho potuto chiedere e triste per le partite dell’Inter che non abbiamo visto insieme.

In un istante, nel racconto di mia nonna, un iceberg di ricordi è riemerso nella gelida notte oceanica.

Ho sospeso la navigazione per ammirarne il malinconico scintillio…

Guglielmo

1 Comments:

Blogger Tecnologo ha sostenuto

chi ci ha preceduti, prosegue in noi: nei nostri racconti e nei nostri figli...

9:28 PM  

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